Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Dio, quant'è artificioso questo film... ridondante, eccessivo e soprattutto molto deprimente... Il voto sminuisce in parte la sua natura: al di là delle indiscusse qualità foografiche, , è dettato soprattutto dal fastidio intollerabile che ho provato dal primo all'ultimo minuto per la storia, lo svolgimento e il finale, vergognandomi anche un po' di essere andato al cinema - su suggerimento di persone affidabili - ed escerne uscito con il metaforico sogno di non aver assistito - ahimè - alla fine miseranda dell'intera famiglia Baudelaire (salviamo la ragazzina, via)
Il punto è che con questo film il cinema si autolimita, dichiarando inerme le sue origini ed ispirazioni? Ma quale Tim Burton, al massimo potremmo dire che questa favola grottesca e tutta giocata sulla caricatura sembra una galleria di manierismi che tenta goffamente di evocare il Blake Edwards degli anni sessanta (La grande corsa), un po' di Jules Verne e qualcosa delle atmosfere sinistre della Hammer. Toh ci si ritrova di colpo a rimpiangere Alexander Mackenftick e la sua beffarda ironia british o persino Robert Hamer: curioso che la vicenda del perfido conte interpretato da Carrey rievochi proprio quell'indimenticabile black comedy che fu "sangue blu". Paragoni improponibili, che se è vero che Carrey è un gigione impressionante (per quanto più fisico che mentale) non è ancora e forse non sarà mai degno di un'Alec Guinness... Poi ti porti dietro un po' di glamour dark della compagnia di teatro che sembra uscita dal Rocky Horror Picture Show e il gioco è fatto
Ma il cinema, più tradisce la sua vocazione narcisistica, più impara a collaudare emozioni che ormai lasciano il tempo che trovano: case diroccate da cui escono vaghi fasci di luce e continue ragnatele, le solite forzature del make up che imprudentemente vorrebbero spaventare ancora grandi e piccini, come ai tempi delle favole gotiche... prendi Disney, e ti ritrovi un Carrey vampiresco doppiato come fosse Gassman ospite d'onore nel maniero di un'altro conte famoso interpretato da Christopher Lee... Poi tra i retaggi di questa Cultura grossolana dell'effetto (anche suggestivo non lo nego) e della prevedibilità, ecco questi orfanelli che cercano "un piccolo posto sicuro in un mondo inquietante", con tante grazie alla Rowling Unico momento plausibile, che finemente avversa tutta la caricatura forzata delle star (peterpanismo o schizofreni(egocentri)smo?), la dimora della "zia" Josephine (Streep) invasa dall'uragano, con quegli elettrodomestici che si distruggono e almeno lì, davvero, c'è un vago senso d'inquietudine. Il resto, compresa la rappresentazione teatrale che puzza di allegoria ska, è insostenibile. E' buffo che anche il cinema che non vive la realtà possa sfuggire ai miei parametri di riscoperta.