Harry, realizzato nel lavoro, ma con una situazione familiare precaria, incontra per caso Georges, un ragazzo down scappato da un istituto. L'uomo lo invita a casa sua e gli si affeziona. Tra i due, diversi sotto ogni punto di vista, nasce un legame molto profondo. Grazie a questo incontro la vita di Harry cambierà radicalmente.
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A tratti emoziona, con una storia così e semplice, ma il cinema è anche questo. Non mi vanno giù molte cose di questo film, per cominciare, rimarca troppo i concetti che esprime. Ci saranno almeno 5 scene con risvolti "emozionali" identici, qualcuno dovrebbe dire al regista che non funziona sempre, va bene una volta... magari due scandite bene per la durata della pellicola. Mi fa rabbia vedere come certi film vengano strumentalizzati in manifestazioni quali Cannes, dove l'immagine è fondamentale, dove vorrei proprio vedere come avrebbero accolto Pascal Daquenne se non fosse stato "nessuno", in un festival che di Cinema ha poco o niente, dove sfilano ferrari e lamborghini per strada a fianco ai barboni che fanno l'elemosina. Il cinema dovrebbe arrivare a tutti, dovrebbe essere un'arte di tutti e la cosa triste alla fine è che il cinema non può cambiare nulla e l'unica cosa che si può dire è:"il mondo va così".