l'uomo in piu' regia di Paolo Sorrentino Italia 2001
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l'uomo in piu' (2001)

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locandina del film L'UOMO IN PIU'

Titolo Originale: L'UOMO IN PIU'

RegiaPaolo Sorrentino

InterpretiToni Servillo, Andrea Renzi, Angela Goodwin, Nello Mascia

Durata: h 1.40
NazionalitàItalia 2001
Generecommedia
Al cinema nel Maggio 2001

•  Altri film di Paolo Sorrentino

Trama del film L'uomo in piu'

Antonio Pisapia, in arte Tony, è un crooner partenopeo dalla voce seducente, artista da balera conteso dalle donne, coccolato dai manager, rispettato dai pusher. Antonio Pisapia è invece uno stopper ammirato, allenatore dilettante ma geniale, inventore di un modulo alla Sacchi anni prima dell'avvento di Sacchi. Per loro sembra iniziare un periodo di successo. Ma nel 1984 le loro vite sono cambiate. La loro carriera e la loro vita vanno in mille pezzi.

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Voto Visitatori:   7,54 / 10 (90 voti)7,54Grafico
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Voti e commenti su L'uomo in piu', 90 opinioni inserite

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Gabo Viola  @  24/10/2011 14:08:59
   2 / 10
Per un grande film non bastano le spalle infinite di Toni Servillo, attore eccelso e multiforme. Sorrentino ci "regala" la sua solita regia, densa di virtuosismi per nulla funzionali alla storia narrata. La sceneggiatura è un collage di articoli di giornale scandalistici e mormorii dal parrucchiere. Mi pare un film del tutto cinico e ragionato e probabilmente anche furbo. Un piano sequenza in particolare mi è rimasto impresso per la sua inutilità. Sorrentino non è il nuovo cinema italiano.
Mi allontano dal coro delle ovazioni per Sorrentino. E'un film decente, manca però quel lampo di genio e la capacità di smarginare come i maestri del nostro cinema ci hanno insegnato. Non si tratta ovviamente nè del cinema letterario di Bergman o Lean nè del furore di Fellini o Ferreri. Sorrentino rimane, per me, un regista troppo scolastico, accademico, incapace di essere pericoloso o ammaliare lo spettatore. Toni Servillo è il miglior attore italiano da tanti anni a questa parte, ok: bisogna però anche munirlo di un grande direttore d' orchestra.

14 risposte al commento
Ultima risposta 04/11/2011 00.59.28
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  14/05/2008 19:15:18
   8 / 10
Esordio straordinario di Sorrentino ambientato in una Napoli spettrale e lontanissimo dalla banalià-schematicità dei prodotti attualmente in circolazione nel belpaese.

Ottima la regia,sempre attenta a dosare con equilibrio i vari elementi,perfetta la sceneggiatura,ricca di sfumature nelle costruzione dei due personaggi principali,da fantascienza il cast,con un Toni Servillo qui ai massimi livelli e un Andrea Renzi vera e propia rivelazione della pellicola (il suo sguardo maliconico è una pugnalata al petto).

Purtroppo la fine mi è sembrata un pò affretta o comunque non all'altezza della prima parte,ma parliamo di un prodotto imperdibile,un bell'esempio di cinema italiano capace di coinvolgere e commuovere senza sentimentalismi idioti o battute a vuoto...recuperatelo senza pensarci nemmeno un secondo.

6 risposte al commento
Ultima risposta 15/05/2008 00.14.33
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Blutarski  @  28/11/2007 23:45:32
   8 / 10
Grande film di Paolo Sorrentino, la figura del crooner è fighissima. E che dire del modulo a rombo? Il mitico modulo a rombo forse una delle invenzioni più grandi del calcio moderno. Per il resto è una bella storia, la s**** di due personaggi omonimi dai sogni infranti, che vengono traditi dal mondo. Sarà un tema ricorrente del regista quello dell'esclusione dalla società, del tradimento e dell'alienazione da Le conseguenze dell'amore fino all'apice della tristezza in L'amico di famiglia.

Questo regista è incredibile come riesca a ricostruire certi classici clichè italiani anche del passato, dall'usuraio accattone e storpio che cammina con i sacchetti di plastica e va sgranocchiando gianduiotti, alle persone inguaiate nel gioco d'azzardo in tutte le sue forme, alle feste patronali di paese e le bomboniere per i motrimoni. Quello che stupisce è la minuzia dei particolari, la bravura nei dettagli che forse suggerisce una visione un pò appannata e infantile della realtà. A tutto ciò si aggiungono le immagini dell'Italia piccola e cupa, di paesi e paesini, di tradizioni radicate, di una religione ossessiva, di piccoli capi e capetti che cercano di incular*ti appena possono per fregarti e derubarti, di mofiosazzi schifosi senza pietà, l'italia marcia insomma, di show televisivi scadenti, di presidenti mafiosi alla Ferlaino e calciatori con la quinta elementare. L'Italia da bar sport se vogliamo...

Penso che ci sia una malinconia profonda in tutto ciò, uno sguardo unico, pessimista, sconcertato, intelligente, ma al contempo satirico di un paese che va letterelmenta a rotoli.

E poi... quei fantastici anni '80 sembrano l'habitat naturale di questi personaggi, tutto sembra filtrato dalla atmosfera patinata di quegli anni.
Che dire tutto ciò incanta, è poetico e patetico al contempo ma il risultato è spettacolare. Indimenticabile.

7 risposte al commento
Ultima risposta 29/11/2007 16.47.30
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polbot  @  19/09/2007 13:49:51
   6 / 10
S'intravede lo spessore e la genialità del successivo Sorrentino, ma non mi convince più di tanto in questo suo esordio.

1 risposta al commento
Ultima risposta 22/09/2007 15.33.38
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andreapau  @  03/07/2007 11:52:03
   7½ / 10
Cio' che amo del cinema di Sorrentino,è la possibilità di seguirne il canovaccio poetico brandendo la matassa in qualunque punto,invertendo l'ordine dei fattori senza che il risultato di comprensione cambi.Nella mia esperienza,aver visto nell'ordine la sua opera seconda,poi la terza e infine la prima,non è stato infatti fonte di problema alcuno.Sembra nascere e morire ad ogni film,crescere e svilupparsi nel volgere del lungometraggio,svilppare e sviscerare la poetica dei perdenti vincitori,degli eroici mediocri,degli stopper,dei mediani,delle miss Latina,dei banchieri usurai,della città di provincia,delle squadre di provincia,dell'Europa di provincia,degli amori di provincia.Insomma,con Sorrentino i riflettori si spostano da Bene e Male,a Medio o meglio Mediocre.La Medietà elevata a poetica,che finalmente appare ai nostri occhi,giustamente e misuratamente esaltata a fronte della consueta eclisse di cui è oggetto.Tutto è medio,i nomi sono medi(Pisapia Antonio,Di Girolamo Titta),che fanno i calciatori ma non sono centravanti,o che lavorano con i soldi ma non sono bancarottieri da spy story,che vengono da un Sud che non è "quel Sud",giocano per le coppe europee ma non "quella coppa europea",che lavorano in Europa,ma non in quella di Bruxelles dove si giocano i destini nostri...è l'Europa ospedaliera asettica,la Svizzera pulita della quale si parla poco.E'la poetica del cantante di successo,del crooner all'amatriciana,dell'americano a Rieti(nemmeno a Roma).E'un'Italia che esiste,galleggia e non strepita,si arrangia e sopravvive senza avere voce.Forse nemmeno si accorge di vivere,sogna di andare via,di fuggire lontano,di meritare qualcosa che nemmeno immagina cosa possa essere.Ci sei?non ci sei?non è un problema,chiunque di noi,a scelta,puo' essere L'uomo in piu'.inutile quanto superfluo.

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Ultima risposta 01/05/2008 10.11.02
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  05/04/2007 13:09:15
   8 / 10
L’uomo in più è quello in campo, nello schema a rombo, o uno dei due Antonio Pisapia? Uomo in più o uomo di troppo?
“Il calcio è un gioco, e tu sei sempre stato un uomo triste”.
“Io mi ricordo tutto, ho tirato coca per vent’anni ma mi ricordo tutto. Io sono un uomo libero”.
Un Antonio troppo integro, un Antonio devastato, un Antonio silenzioso, un Antonio fin troppo loquace, uno distratto, uno troppo presuntuoso, uno arroccato nei suoi schemi, uno traditore, egoista, sordo, inabile a condividere ma capace di umiliarsi, schiavo di un passato di gloria che si riflette ormai solo in una casa sfavillante ma piena di polvere ed echi di vuoto.
Due Antonio Pisapia diversi dal difuori, ma che si confondono negli aggettivi, legati dal nome e dal destino che li condanna all’oblio, all’abitare un unico possibile non-luogo. Due Antonio Pisapia sconosciuti l’uno all’altro fino alla catarsi circolare di un curioso riscatto finale.

Meno iconica e “straniera” del successivo “Le conseguenze dell’amore”, questa splendida opera prima di Sorrentino possiede un’altrettanto esplicita, lacerante malinconia che traspare sconvolgente da ogni inquadratura: disegna con tratto sottile e realistico i volti di due uomini che avevano scritto il proprio nome sulla strada della fama e lo ritrovano nelle pagine della cronaca nera provinciale.
Il film è accompagnato da una bellissima colonna sonora, con canzoni à la Fred Buongusto scritte da Peppe Servillo (il vero fratello di uno degli Antonio) e dallo stesso regista, affiancate a pezzi degli Air – tra gli altri – e da un’intrigante versione di “I will survive” riarrangiata dai Cake.
Sorrentino è decisamente uno dei migliori autori del cinema italiano contemporaneo.

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3 risposte al commento
Ultima risposta 20/09/2007 17.56.06
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viagem  @  08/01/2006 14:41:32
   8 / 10
Questo è un regista davvero notevole, in pratica L'uomo in più è la sua opera prima ed è di incredibile spessore. Sguardi e musiche, quest'ultime ancora una volta azzeccatissime come ne Le conseguenze dell'amore, ricostruiscono la storia di 2 personaggi omonimi e dai destini paralleli..quasi sino all'ultimo. L'uomo in più è la chiave dell'azzardato schema di calcio di Antonio Pisapia che mai vedrà la luce, ma anche la sintesi finale del film. Toni Servillo è un attore straordinario e in questo film pure ottimo cantante, ma anche Andrea Renzi offre una prova straordinaria, interpretando la figura del calciatore e personalmente ricordandomi molto il grande Agostino Di Bartolomei. Il finale è meraviglioso e in parte inaspettato, chiosato dalle parole di Pelè "Nella vita non esiste il pareggio"!
Guardatelo, anche se avete già visto Le conseguenze dell'amore: questo film vi darà egualmente soddisfazione.

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Ultima risposta 08/01/2006 15.07.33
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