Il film sul processo del 1957 sull'oscenità, nato per la pubblicazione del poema in tre parti scritto da Allen Ginsberg, che parla dell'uso di droga e di sesso etero e non.
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Non sono un fan della beat generation, e forse questo mi rende di parte; posso dire però, con una certa obiettività, che questo film sia poco riuscito, indipendentemente dalle tesi che porta avanti. La storia è costituita dal processo che subì l'opera di Ginsberg "Urlo", ed è inframezzato da parti animate che tentano - con scarso rsultato, a mio parere - di restituire la visionarietà della sua poesia. Se James Franco è piuttosto bravo nel rendere il personaggio, non si può dire lo stesso della qualità e dell'efficacia della sceneggiatura, che rende "Urlo" una pellicola facilmente dimenticabile.
nei commenti precedenti leggo una ricorrente delusione per la non riconosciuta importanza del sig.Burroughs W. nell'ambito beat pur essendone il fautore. e in effetti è così. ma è normale che lo sia in un film che non parla di beat generation. non parla dei suoi "mitici" protagonisti e, in sostanza, non parla nemmeno di Ginsberg o di "Howl". non particolarmente almeno. in particolare non parla di nulla, e questo è il problema, nel senso che non andiamo più in là di un mero manifesto gay formattato intorno ad una banale carrellata di nomi leggendari presi in prestito e mal-sfruttati dall'intento speculativo degli autori. in sostanza direi che in quello che altro non è che un'insieme di accenni, anche l'obiettivo principale, il mondo omosessuale, è stato centrato si, ma innocuamente. dicasi: film inefficace.
Howl, il processo per oscenità e il poeta Allen Ginsberg. Sono le tre direttrici su cui si muove il film di Epstein e Friedman. Direttrici che si alternano e si mescolano con una certa disinvolura e fluidità. Vuoi per la breve durata, questo film può destare un certo interesse per un primo approccio verso Ginsberg e tutta la Beat Generation. Per lo stesso motivo tuttavia, il film risulta alquanto superficiale, come dire "di tutto un po'". Inoltre come detto in un commento sottostante, parlare di Beat Generation e citare nel film solo una volta William Burroughs, fa veramente storcere il naso.
Mi aspettavo molto e invece...bastava cercare su internet stralci di interviste di ginsberg, rileggersi la poesia(tra l'altro, almeno in italiano recitata malissimo dal doppiatore), scovare qualche documento sul processo. Tutto qui. Un documentario nemmeno troppo ben fatto alternato a qualche dignitoso e sfizioso disegno. L'unica cosa ad alti livelli è, logicamente, la poesia di ginsberg. Il resto fuffa inutile, pedagogica e talvolta un pò noiosa. Bocciato!
L'avrei visto meglio documentario con Howl, comunque, letta da Ginsberg in filmato d'epoca, "intervista: Santo!" o in mano a Todd Haynes per dirne L'UNO e trino, oppure i no: le animazioni, scarse, confrontate a uno SLANG da post-apocalisse atomica interna da cortocircuito d'organi. Niente Sax così per favore. La disperazione ha la sua dignità.