Un racconto gotico sull'ossessione tra una giovane donna perseguitata nella Germania del 19esimo secolo e l'antico vampiro della Transylvania che la perseguita, portando con sč orrore inaudito.
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Ad Eggers il coraggio non manca perché misurarsi con autori del calibro di Murnau e Herzog ti viene voglia di ripiegare su una commedia romantica natalizia. Arriva ai livelli di Herzog o quello di Murnau? Direi di no, ma non ne finisce stritolato, reggendo bene l'impatto con i predecessori. Eggers è un regista visivo e la prima parte dove non compie molte varianti alla storia offre maggiormente sfogo alla sua dimensione onirica come l'arrivo al castello di Orlok. Entrare in un mondo cupo e spaventoso tipico dell'incubo che affronterà il falso eroe della storia Thomas Hutter. Il vero eroe è Ellen, sua moglie e questo si vedrà nella seconda parte dove Nosferatu non è altro che l'espressione di un desiderio nascosto di lei stessa, donna dall'indole fortemente indipendente. Interessante anche lo sviluppo parallelo di alcune coppie di personaggi: Ellen/Anna oppure Dott. Von Franz/Dott. Sievers, fra desiderio/repressione e razionalità/sovrannaturale. Un film visivamente favoloso, curato nei minimi dettagli, che confermano le qualità estetiche di Eggers. Notevole anche la figura di Nosferatu, tenuto abilmente nascosto dietro ombre e silhouette e che si distacca nettamente dalla iconografia cinematografica di riferimento.