piano... piano, dolce carlotta regia di Robert Aldrich USA 1964
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piano... piano, dolce carlotta (1964)

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locandina del film PIANO... PIANO, DOLCE CARLOTTA

Titolo Originale: HUSH... HUSH, SWEET CHARLOTTE

RegiaRobert Aldrich

InterpretiBette Davis, Olivia de Havilland, Joseph Cotten, Agnes Moorehead, Cecil Kellaway, Victor Buono, Mary Astor, Wesley Addy, William Campbell, Bruce Dern, Frank Ferguson, George Kennedy, Dave Willock, John Megna, Percy Helton, Kelly Flynn, Michel Petit, Alida Aldrich, Kelly Aldrich, William Aldrich, Ellen Corby, Carol Delay, Helen Kleeb, Marianne Stewart, Mary Henderson, Lillian Randolph, Geraldine West, Bill Walker, Idell James, Teddy Buckner

Durata: h 2.13
NazionalitàUSA 1964
Generedrammatico
Al cinema nel Dicembre 1964

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Trama del film Piano... piano, dolce carlotta

Flashback, festa da ballo. Il boyfriend di Carlotta non è ben visto dalla famiglia della ragazza, una delle più facoltose del sud. Durante il party viene orribilmente massacrato a colpi di accetta. Anni dopo, Carlotta anziana vive nella stessa casa e non ha superato il trauma. La visita di una cugina non migliorerà le cose, e anzi farà uscire alla luce una orribile macchinazione.

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Voto Visitatori:   8,31 / 10 (32 voti)8,31Grafico
Miglior attrice non protagonista (Agnes Moorehead)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior attrice non protagonista (Agnes Moorehead)
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Voti e commenti su Piano... piano, dolce carlotta, 32 opinioni inserite

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eruyomè  @  11/11/2015 12:52:36
   9 / 10
Film quasi perfetto. Il quasi è dovuto forse ad un fattore del tutto soggettivo: ho scoperto prima Baby Jane, e mi sono innamorata di quella Bette Davis sublime e inarrivabile.
So che non si dovrebbe, ma il paragone tra i due film proprio non mi riesce di non farlo.

Rimane il fatto che Bette Davis è anche qui stratosferica, seppur meno in primo piano, essendo naturalmente la storia più corale, (e anche più complessa e intricata), il che permette altresì di godersi appieno le performance a dir poco perfette di tutti i magnifici attori di contorno.

Alcune scene veramente da antologia. Ambientazione ed atmosfere a dir poco inquientanti e riuscitissime, ma non c'è nemmeno bisogno di dirlo. Aldrich sapeva decisamente il fatto suo. Che classe. Incredibile che questi film non risultino invecchiati per nulla, fanno ancora scuola (o, quantomeno, dovrebbero farla. Ce ne sarebbe un gran bisogno, a fronte di certi obbrobri contemporanei..).

3 risposte al commento
Ultima risposta 12/11/2015 14.25.25
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hghgg  @  26/10/2014 16:14:37
   8½ / 10
Dopo il commento di steven23 non ho resistito alla tentazione di rivederlo e ho avuto di nuovo la stessa impressione della prima visione: "Che film della màdonna!"

Robert Aldrich dirige meravigliosamente questo oscuro affresco di follia e crudeltà umane, mancando solo di pochissimo i livelli stratosferici raggiunti con il suo precedente film e suo capolavoro "Che fine ha fatto Baby Jane ?".
In verità questo film ha ben poco da invidiare al suo predecessore, personalmente pongo "Baby Jane" mezzo gradino sopra solo grazie ad un'atmosfera ancora più opprimente e malata, ad una sceneggiatura ancora più coraggiosa e alle tematiche più intricate e complesse, che fanno del film del 1962 un vero e proprio capolavoro.

Ma "Piano... Piano, dolce Carlotta" sotto quasi tutti i punti di vista e sotto tutti gli aspetti tecnici è assolutamente da porre a pari livello al lavoro precedente di Aldrich; sono due pietre miliari fondamentali per chiunque sia appassionato di Thriller psicologici, i due anelli di congiunzione principali, assieme con l'Hitchcock coevo, tra il cinema thriller più datato e il Thriller moderno con quest'ultimo che in pratica nasce qui e qui tocca alcune delle sue vette più alte (questo, "Baby Jane" "Psycho" "Gli Uccelli"...).

Regia, tematiche, psicologia dei personaggi e sceneggiatura risultano mirabilmente moderni e tutt'ora freschi e per nulla datati, anche se il risultato risulta già un po' meno sconvolgente e strabiliante rispetto agli altri titoli sopraccitati. Erano anni in cui il cinema Thriller ormai era sempre più avanti, sempre più coraggioso, e registi e sceneggiatori scavavano sempre più a fondo in quell'abisso nero che è la mente umana; il thriller moderno era nato e si era imposto grazie a film rivoluzionari come questo.


Basterebbero i 10 minuti di prologo per certificare la grandezza del film, con una superba regia di Aldrich e con un livello d'attenzione mantenuto già alto nello spettatore, fino alla shockante sequenza

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER e con la scena nel salone da ballo con la protagonista che entra in scena sconvolta e con l'abito macchiato di sangue. Già è storia del cinema, poi c'è tutto il resto del film.

E davvero di sequenze eccellenti e indimenticabili ce ne sarebbero troppe da citare visto che Aldrich ne sparge per tutto il film; posso solo limitarmi a lodare una sceneggiatura solidissima che gestisce alla perfezione gli intrecci, le psicologie dei personaggi e lo sviluppo narrativo, riuscendo a tenere alta la tensione per l'intera durata senza calare un attimo, grazie ad ottime soluzioni narrative e ottimi dialoghi, il tutto ovviamente con un Aldrich in forma smagliante che ribadisco ogni 10 minuti ti regala una scena memorabile se non indimenticabile (tanto per dire, la scena clou del vaso, nel finale... Ma solo per dirne una eh, altrimenti la scena notturna durante la tempesta, l'allucinazione di Carlotta col mazzo di fiori-pistola, no ce ne sono troppe di grandissime scene, c'è anche tutta la parte della macchinazione finale con il

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER per far cadere definitivamente Carlotta nella spirale della follia e poi le rivelazioni finali ecc.)

Il film gioca meravigliosamente col contrasto tra follia, allucinazione, rimorso, sospetto, congiura e malvagità umana rendendo a volte labilissimo il confine che separa questi elementi e regalando momenti di inquietante tensione "ultraterrena" vicina all'horror più raffinato; questo elemento non svanisce nemmeno una volta scoperti gli altarini dell'egoistico e crudele piano tutto frutto in realtà di terrenissime cupidigia e invidia e tale scelta a me ha mandato in "brodo di giuggiole".

Dimentico qualcosa ? Ah si Bette Davis, perché devo anche dire qualcosa sulla Davis che non abbia già detto commentando "Baby Jane" ? Basta vedere il film per rendersi conto una volta di più che ci troviamo di fronte ad una delle più grandi attrici di tutti i tempi, una di quelle elette "da Olimpo", una delle intoccabili, lassù insieme alla Bergman, alle Hepburn e continuate pure voi se volete, la lista non è lunga. In ogni caso lei straordinaria in un ruolo meno complesso e intricato rispetto a Jane (uno dei personaggi più strutturati e complessi di sempre mica pizza e fichi) e più chiaramente da vittima questa volta, ma l'interpretazione è ovviamente, perfetta anche in questo caso.

La prova della de Havilland in questo senso mi ha colpito di più nel senso che la sua bravura qui si nota particolarmente tanto da farmi pensare che la perfezione della Davis più che offuscare gli altri attori gli spingesse anzi a tirare fuori il meglio. Tra quelle che ho visto questa è una delle migliori interpretazioni della deHavilland, davvero gelida, sibillina e tremendamente odiosa come ruolo richiedeva. Grandissima.

Rimane la curiosità di sapere cosa sarebbe successo se al suo posto ci fosse stata di nuovo Joan Crawford come inizialmente previsto eh eh, sarebbe stata la sua vendetta. Con la deHavilland è stata un'altra storia, lei con la Davis era in ottimi rapporti; poi vabè sono ovviamente grandissime attrici e quindi ciò nulla cambia e nulla toglie alle loro sublimi interpretazioni, entrambe perfettamente calate nei loro personaggi, senza contare che (visto che Carlotta e Miriam sono cugine) la deHavilland non è seconda a nessuno quando si tratta di odio parentale eh eh eh...

Bravi in ogni caso tutti gli attori che ben interpretano i loro personaggi tutti credibili e ben scritti. Dall'ultima interpretazione di Mary Astor nei panni del fondamentale personaggio di Gemma Mayhew, alla convincente prova di Joseph Cotten passando per il memorabile personaggio della domestica interpretato da Agnes Moorhead (questi ultimi due sono vecchie conoscenze di Orson Welles).

A proposito ma

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER.

La gestione del ritmo e della tensione poi sono talmente perfette che il film, pur nella sua pesante spirale di crudeltà e follia, il che lo rende un film piuttosto cupo e oscuro, fila via liscio come l'olio, meritando più di una visione, come nel mio caso.

Grandissimo film quindi, alle soglie del capolavoro già toccate da Aldrich con "Che fine ha fatto Baby Jane?" e insieme a quest'ultimo pietra miliare del thriler moderno, immancabile visione per ogni appassionato.

1 risposta al commento
Ultima risposta 26/10/2014 20.31.51
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steven23  @  24/10/2014 20:29:59
   9 / 10
Piccola premessa, adoro questo tipo di film e il voto potrebbe essere di parte... il fatto, poi, che la protagonista sia una certa Bette Davis accentua ancor di più il tutto!!

A parte la possibile soggettività del mio voto direi che su una cosa non si può non essere d'accordo. Questo è un gran film!! Dopo il clamoroso "Che fine ha fatto Baby Jane" Aldrich riesce a ripetersi mancando il bersaglio grosso (eguagliare il precedente lavoro) davvero di poco.
Inizialmente concepito come il seguito della pellicola sopra citata, questo "Piano... piano, dolce Carlotta" ha poi preso una strada a sé per svariati motivi, e la scelta non credo l'abbia in alcun modo penalizzato anzi, un seguito avrebbe corso il rischio di presentare una vicenda che mancasse di freschezza, cosa che qui non accade affatto.
Tutto si apre durante una festa da ballo. Carlotta, figlia di una delle famiglie più ricche del sud, ama un uomo che, oltre ad essere già sposato, non è ben visto dal padre. Pochi minuti e assistiamo al terribile omicidio dello stesso ragazza con un accetta. Anni e anni dopo Carlotta, divenuta anziana, vive da sola nella stessa casa del fattaccio. Non ha superato il trauma e mostra evidenti cenni di squilibrio mentale. Il tutto non farà che intensificarsi con la notizia dell'esproprio della villa e, soprattutto, con l'arrivo della cugina, il quale porterà a galla più di un segreto.
Da dove partire? Ho assistito a una pellicola di spaventosa bellezza e mi riesce difficile persino cominciare da qualche parte. Vabbé, credo che la regia di Aldrich meriti il primo posto. In una parola? Pazzesca!! E lo si capisce già dal prologo, con la scena dell'omicidio che ricorda molto da vicino quella di "Psyco", subito seguita da quella in cui assistiamo all'entrata nel salone di Carlotta... l'inquadratura che abbraccia tutti gli invitati con lei e il suo abito macchiato di sangue sulla soglia è davvero fantastica. Ma non è finita qui, ci sarebbero decine di scene degne di nota, dai primi piani sugli sguardi spiritati della Davis a una delle scene più belle, il flashback poco prima del finale in cui abiti e persone risaltano quasi avessero un'aurea angelica. Fa specie usare l'aggettivo "angelica" per una storia così, ma è proprio il primo termine che mi è venuto assistendo alla scena.
Non meno importante risulta essere l'atmosfera. Proprio grazie alla fantastica regia di Aldrich riesce ad ergersi a motivo principale della pellicola, esattamente come accaduto nel lavoro precedente. Là, se possibile, era ancora più opprimente e malata, ma pure qui non si scherza.
La colonna sonora, unita ai suoni e i rumori che disturbano la mente già provata di Carlotta sono davvero notevoli.
E poi c'è il cast!!
Aldrich conclude il processo di rinascita della Davis riproponendola anche qui e dando così inizio a quella che sarà la terza e ultima fase della sua straordinaria carriera. E lei non delude le aspettative... ciò che le manca fisicamente rispetto agli anni migliori viene ampiamente ricompensato da un'espressività spaventosa; poi quegli occhi!! Certo, gli occhi più belli di tutta Hollywood secondo molto, ma allo stesso tempo anche i più inquietanti quando li spalanca in preda all'ira o al risentimento. E' davvero favolosa e mi fermo qui.
Non delude nemmeno la sua controparte femminile, quella cugina inizialmente affidata alla Crawford la quale, però, ha dovuto abbandonare il set per problemi di salute. Il cambio con la De Havilland non toglie nulla al personaggio... quest'ultima si mostra cinica e spietata quanto avrebbe potuto esserlo la stessa Joan. In più la sua espressività delicata e poco appariscente fa da perfetto contrasto con quella esplosiva della Davis.
Senza dimenticare gli altri, dalla Moorehead alla Astor (qui al suo ultimo film) passando per un Joseph Cotten assolutamente credibile.
Mezzo capolavoro!!!

6 risposte al commento
Ultima risposta 25/10/2014 11.29.39
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looking-glass  @  05/10/2010 11:00:25
   8½ / 10
Bette Davis insieme a Olivia De Havilland riescono a bissare il successo di "Che fine ha fatto Baby Jane?" con questo film che in principio era stato concepito proprio come il sequel del precedente e in cui era riprevista la coppia Davis - Crawford, ma quest'ultima rifiutò. La De Havilland è una perfetta sostituta, diversa da Joan Crawford ma gelida e spietata nonchè ottima.
Tutta la storia è pervasa da atmosfere claustrofobiche col botto, il bianco e nero poi completa l'espressività tetra e agghiacciante.
Classico!

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Ultima risposta 05/10/2010 11.03.56
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mikyross  @  28/02/2007 18:38:05
   8½ / 10
Dopo il ritorno di Bette Davis alla ribalta con una strepitosa Baby Jane, ecco una succulenta storia thriller con tanto di mano tagliata e lanci di fioriere! Bette Davis indomabile, satanica e beffarda contrasta una deHavilland apparentemente dimessa e mansueta. Le due attrici insieme sono veramente ben assortite. Se amo Bette Davis e non è il primo film in cui la elogio, sono rimasto positivamente colpito dall'interpretazione di Olivia deHavilland, che contrasta l'istrionismo di Bette con una ferma determinazione.

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Ultima risposta 09/04/2007 18.46.03
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  02/08/2006 13:57:08
   8½ / 10
Ancora un'altra storia di misteri sepolti, di un passato che torna, di un'agghiacciante rivelazione della realtà, quella attuale. A due anni da "Che fine ha fatto Baby Jane?" Aldrich rinverdisce il mito di Bette Davis creando una storia che, come script, intriga ancor più del precedente.
Smussati gli angoli e i barocchismi del precedente, splendido film, l'autore riesce a costruire un magnifico binomio tra passato e presente, soprattutto nell'uso dei flashback che rimandano a una storia di profondo Sud pur con gli aspetti inquietanti e il grand-guignol che il soggetto richiede: non ci vuole molto a capire che il modello utilizzato è quello di Jesebel, cfr. "La figlia del vento", uno dei più grandi successi della Davis nel periodo d'oro della sua carriera.

Aldrich voleva riproporre il duetto con la Crawford, come in "Baby Jane", ed effettivamente fu proprio la Crawford a recitare il ruolo più feroce, quasi una rivincita dai soprusi subiti nel precedente film.
Ma alla fine una malattia la costrinse ad abbandonare il set, e lasciare il posto alla meno lasciva, ma altrettanto diabolica Olivia De Havilland.
L'ex-Melania di "Via col vento", dopo aver graziosamente strappato gli occhi al povero James Caan in un film pochi mesi prima ("Un giorno di terrore") dimostrò di essere ancora abilissima a recitare ruoli da autentica carogna.
Da segnalare anche la presenza di straordinari caratteristi come Agnes Moorehead (attrice favorita di Orson Welles) e Burgess Meredith nel ruolo del medico "benefattore".
E' a lui che lo spettatore deve far riferimento per svelare o comprendere il finale (v. spoiler)
Un film emozionante che riesce a trascinare il pubblico in un vortice di emozioni e inquietudini anche a distanza di decenni

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Ultima risposta 08/05/2007 15.18.48
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