pina 3d regia di Wim Wenders Germania 2011
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pina 3d (2011)

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locandina del film PINA 3D

Titolo Originale: PINA

RegiaWim Wenders

InterpretiPina Bausch, Regina Advento, Malou Airaudo, Ruth Amarante

Durata: h 1.40
NazionalitàGermania 2011
Generebiografico
Al cinema nel Novembre 2011

•  Altri film di Wim Wenders

Trama del film Pina 3d

Pina è un film di Wim Wenders dedicato a Pina Bausch, una delle più importanti coreografe della Storia recente, nome di punta di quel teatro-danza che, a partire dagli anni Settanta, ha rivoluzionato la concezione della danza contemporanea. Il regista ci guida in un viaggio sensuale e di grande impatto visivo, seguendo gli artisti della leggendaria compagnia Tanztheater Wuppertal sulla scena e fuori, nella città di Wuppertal, il luogo che per 35 anni è stato la casa e il cuore della creatività di Pina Bausch.

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Voto Visitatori:   7,84 / 10 (19 voti)7,84Grafico
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Voti e commenti su Pina 3d, 19 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

woodygenemel  @  03/07/2013 10:25:41
   7½ / 10
Gli appassionati di danza,guardando il trailer,potrebbero aspettarsi un film balletto.Non lo è,è un tipo di film musicale mai visto prima.Ci sono voci fuori campo che parlano sui balletti,oppure quest'ultimi sono interrotti da immagini di repertorio riguardanti la Bausch,o si mescolano gli uni agli altri.Io direi che il film,per chi conosce gli spettacoli di Pina Bausch,aggiunge poco o niente,ma è da consigliare a tutti gli altri,cioè il 95% del pubblico cinematografico italiano.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  01/06/2013 14:49:32
   7 / 10
Lo sguardo indagatore e cordiale di Pina Bausch, saldamente ancorato ai gesti e ai movimenti degli artisti della sua compagnia, rivive nei corpi dei danzatori grazie a una prospettiva completamente nuova creata dal talento di Wim Wenders.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  05/02/2013 12:31:13
   7 / 10
Anhe io non seguo con passione la danza ma apprezzo' l'artista Pina Bausch che è riuscita a portare delle innovazioni importanti a qualcosa di antichissimo.
In prima battuta la partecipazione alla danza di oggetti o elementi naturali che in qualche modo divertono e sorprendono.
In questo la regia di Wenders riesce a portare il tutto sottoforma di poesia.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  29/03/2012 21:39:59
   7½ / 10
Non conosco il mondo della danza e non ne sono particolarmente attratto, però il film di Wenders è molto bello. Una personalità, quella della Bausch che pur senza conoscerla in maniera più approfondita, almeno da questo film offre l'impressione di un'artista che riusciva a stimolare nella maniera giusta i propri ballerini, lasciando una impronta molto profonda. Uno stimolo che si trasmetteva a quei corpi che vogliono danzare fino allo sfinimento della propria fisicità, di esprimere emozioni. Wenders, a mio parere, lo sa cogliere molto bene. Purtroppo ho visto il film in 2d e temo che una pellicola legata appunto alla fisicità dei corpi, il 3d è una soluzione più ottimale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  @  11/03/2012 15:17:33
   7 / 10
Ho apprezzato questo film perchè amo il teatro e anche la sua versione più chic quale è il teatro danza (in Italia quello che ci si avvicina maggiormente è Pippo del Bono). Questo film documentaristico è in effetti troppo diretto agli addetti ai lavori, ma alcuni quadri possono essere apprezzati da tutti coloro che amano la creatività anche quando si manifesta in forme artistiche poco convenzionali, anche se qua e là ci si annoia (soprattutto nelle interviste).

marimito  @  30/12/2011 22:04:42
   6 / 10
Un film per addetti ai lavori.. il pensiero di una grande coreografa attraverso gli occhi di un grande regista.. belle le coreografie.. la fotografia.. ma eccessivo per chi è lontano anni luce dal teatro danza..

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  17/12/2011 17:39:20
   7½ / 10
Wenders mette in scena con classe e stile impeccabili, alcune coreografie di Pina Baush alternando alcune interviste agli interpreti, collaboratori e amici della grande coreaografa.
Ciò che fuoriesce prepotente è la dinamicità e la straordinaria forza espressiva che Pina Baush riusciva a imprimere nei suoi balletti.
Pur da profano di danza, appare evidente la capacità di rendere il corpo un mezzo espressivo come mai era stato fatto prima.
Allo stereotipato balletto classico, si contrappone un mondo fatto di movimenti lenti ma violenti, di occhi chiusi alla ricerca di un corpo caldo, estraneo che possa consolare e a cui aggrapparsi.
Sinceramente sono rimasto molto colpito da un mondo che non conoscevo e che mi ha trasmesso tantissimo.
Impressionante il filmato vero, usato anche da Amodovar in Parla con lei, in cui l'interpretazione della Baush è da brividi.
Non nego che alla fine una certa stanchezza mi avesse assalito, ma ciò nonostante non posso che consigliare questo documentario a tutti perché chi già conosce la Baush non ne resterà deluso, ma chi invece è digiuno scoprirà un nuovo mondo. Anche l'uso del 3D in questo caso è azzeccato perché l'impressione di vedere lo spettacolo live coinvolge maggiormente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Pastakira  @  17/12/2011 14:10:30
   6 / 10
un film che non so davvero come commentare, partiamo dal presupposto che io con la danza non ho mai avuto niente a che fare, non mi è mai interessata , non mi ha mai trasmesso nulla, è un'arte per me completamente estranea , ecco perchè probabilmente questo è stato il primo film della mia storia( neanche novecento , il gattopardo o la caduta degli dei ci sono riusciti) in cui mi sono addormentato per 5 minuti, e questo sicuramente non è cosa positiva anche se ne considero causa l'argomento che come ho gia detto non amo piu di tanto. wenders è un autore che considero straordinario, non è tra i miei preferiti certo, ma "cosi lontano, cosi vicino" e " il cielo sopra berlino" li considero due capolavori , quindi non sono certo prevenuto nei suoi confronti , tuttavia io non sapendo nulla di danza e non conoscendo questa famosissima coreografa, di cui qui biografia si tratta , entro al cinema e vedo questo film, molto curato nei dettagli, con splendide coreografie, , un film ben montato e ben diretto, con una fotografia splendida e con un 3d che per una volta in un film è ben realizzato, tuttavia alla fine non conoscendo il soggetto della biografia mi dice ben poco su di lei, uscito dalla sala di lei so quasi quanto prima , secondo me poteva esser sviluppato in maniera diversa

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  16/12/2011 17:37:29
   7½ / 10
Danziamo, altrimenti siamo perduti.
Perché al mondo ci sono ancora persone che danno un senso alla propria vita grazie ad una sola cosa: la passione per l'arte. È in questo caso la passione per l'arte di ballare, quella che Pina Bausch ha sempre cercato di trasmettere ai propri allievi nel corso della sua vita. Ma ciò non basta, per Pina non è sufficiente applicarsi per diventare artisti, bisogna ESSERE artisti. Ognuno di noi può essere a proprio modo un artista, bisogna solo cercare di trovarlo in sé stessi. A grandi linee pare esser questo il messaggio che Wim Wenders vuole trasmetterci col suo Pina, che poi combacia perfettamente col pensiero della famosa ballerina tedesca.
Wenders sceglie di raccontare Pina Bausch attraverso le sue opere, tramite l'arte che ha amato. Per chi non conosce a priori il personaggio della Bausch questo rappresenta probabilmente un forte limite, in quanto si può fare fatica ad interpretare qualche coreografia, ma anche un punto di forza in quanto rende il tutto più affascinante. Si, perché Wenders ci fa entrare nel mondo della Bausch senza alcuna spiegazione, lasciando allo spettatore la piena interpretazione delle sue opere. Di conseguenza la narrazione appare abbastanza statica, non è altro infatti che un mix di varie coreografie ideate da, e in alcuni casi con, Pina Bausch. Il passaggio tra una messa in scena e l'altra è scandito dai visi e dai (pochi) pensieri delle persone, che proprio grazie a lei hanno cambiato il proprio modo di intendere la danza ed, in alcuni casi, la propria vita. Il tutto però viene fatto in maniera tecnicamente eccellente, grazie anche allo splendido 3D che consente di dare maggiore profondità alle movenze dei ballerini.
Io l'avrei fatto durare un po' di meno, ma nel complesso vale pienamente la visione.

8 risposte al commento
Ultima risposta 17/12/2011 17.41.45
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Invia una mail all'autore del commento Laisa  @  16/12/2011 00:49:31
   9 / 10
danza come liberazione, corpo come linguaggio, ricerca.
nessun gesto puzza di estetismo fine a se stesso, ed ecco perché non piace ai ballerini, classici o moderni che siano, tutti concentrati sull'apparire, bramosi di applausi ecc.
l'espressività e l'espressione vincono sull'estetica e nasce il bello, puro e inaspettato, incontaminato.

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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  01/12/2011 13:06:35
   7 / 10
Un grande regista che racconta un altrettanto grande artista.

Seppur sia completamente distante dalla danza contemporanea, la poesia che suggerisce il film è riuscita a coinvolgermi a 360 gradi.

4 risposte al commento
Ultima risposta 03/12/2011 20.23.59
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annibalo  @  30/11/2011 22:09:50
   8½ / 10
omaggio di difficile fruizione per i non addetti ai lavori ma comunicativo denso di creatività e maieutica,belli gli sfondi intersecati con le figure

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Ultima risposta 13/12/2011 17.30.19
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tumbleweed  @  21/11/2011 10:20:50
   9 / 10
È come quando una persona è convinta di non riuscire a volare ed invece riesce a farlo, e pure da sola (la mente può tutto)…E le danze, le emozioni, i sentimenti, i significativi colori delle scene... Vabbè le parole riponiamole dentro un cassetto e rimaniamo estasiati di fronte alla bellezza. Wim ti adoro, Pina non ti avevo mai conosciuta, ma ora so chi sei stata e sarai ancora nell'amore dei tuoi allievi. Ah, però se si potesse anche "Hablar con Ella"...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  @  20/11/2011 02:57:05
   10 / 10
(Premessa doverosa: purtroppo ho potuto vedere il film in versione 2D e va considerato un mezzo miracolo che in una regione piccola come le Marche sia programmato in ben 3 sale...)

Corpi umani che sfidano continuamente la gravità. Corpi umani che sfidano se stessi nello spazio. Corpi umani che non si risparmiano attivando e muovendo ogni minimo muscolo. Corpi umani che devono tradurre esteriormente ogni più piccolo e impercettibile movimento interiore. Senza requie, senza limiti. Dall'anarchia dell'inconscio e delle individualità Pina Bausch costruiva intere pièces che richiedevano un rigore e una disciplina collettiva esemplari. Eppure nessuna individualità veniva sacrificata, anzi, semmai era potenziata e spinta ai limiti del (o forse addirittura oltre il) possibile. Per comunicare tutto ciò che non si può dire con la parola e che rappresenta lo spazio della danza.

E poi gli oggetti, gli ostacoli di ogni danzatore. Oggetti da usare, modellare, scalare, sicuramente da sfidare. Contro se stessi. Contro la gravità, nuovamente. Una sedia può essere mero ingombro da scansare o trasformarsi in costruzione entro la quale insinuarsi, o ancora strumento di leggerezza e libertà da scavalcare con disinvolta leggiadria. Dipende da come la si usa, da come la si immagina in scena.

Ma la scena non coincide necessariamente col proscenio di un teatro; ogni luogo, specie se "estremo", è luogo di danza perché la danza per Pina Bausch "è" la vita e la vita si svolge in ogni luogo. Specie vicino a precipizi o a punti di soluzione di continuità nello spazio.

Chi più del "regista dei luoghi" per eccellenza -Wim Wenders- poteva rendere plasticamente al meglio il messaggio viscerale e potente dell'amica Pina Bausch?

E pensare che Wenders non è mai stato attratto dalla danza come forma d'arte (così ha dichiarato); almeno finché non ha conosciuto Pina. E, non casualmente, proprio il "profano" Wenders ha saputo restituire in pieno il senso profondissimo della danza "eversiva" della cara amica morta l'anno scorso. Più e meglio di quanto avrebbe potuto fare un professionista del settore.

Ancora una volta il regista tedesco dà il meglio di sé descrivendo l'arte altrui attraverso la propria: dopo quel capolavoro che fu "Buena Vista Social Club", Wenders si ripete con quest'ultima meraviglia degli occhi, delle orecchie, ma soprattutto, dello spirito.

Intelligentemente, l'omaggio a Pina Bausch passa attraverso le testimonianze visivamente mute e sonoramente in voice-off dei componenti della sua compagnia di Teatro-Danza. Perché non c'è niente di meglio che far memoria di una persona estinta attraverso ciò che lascia di più profondo in chi l'ha incontrata da viva avendone condiviso porzioni importanti e fondamentali della propria esistenza. E così, partendo dalle specificità emotive di ognuna e ognuno, Wenders ricostruisce il percorso umano e artistico di questi straordinari performer (parlare di ballerini è davvero riduttivo) preservandone l'individualità e mostrando quanto abbiano dato nella costruzione dei visionari spettacoli concepiti da Pina Bausch. E rendendo al meglio quanto Pina Bausch ha lasciato in loro. In questo senso fondamentale è stata la scelta del distributore italiano di non doppiare le parti parlate del film (poche, in verità) restituendoci così i contributi originali di questi Artisti fin nelle minime sfaccettature delle loro voci.

Non si può rimanere indifferenti alla visione degli spettacoli e delle performances "estreme" della Bausch: tutte le gamme delle emozioni e delle situazioni umane vengono scandagliate con precisione chirurgica, ogni movimento apparentemente anarchico viene ripetuto con ossessiva perfezione spesso aumentandone al parossismo il ritmo e la cadenza (semplicemente geniali e inquietanti le situazioni di "Caffè Müller" intorno al rapporto tra l'uomo e la donna innamorati, per esempio); la danza, normalmente aulica, austera, aristocratica, si "imbratta" matericamente prendendo vita (potentissima la coreografia danzata sul pavimento da una ballerina mentre un'altra le getta addosso palate di terra, per non parlare delle figure nell'acqua, con l'acqua, sulla roccia e con la roccia di "Luna piena").

Ma le emozioni più controverse, sofferte, laceranti e violente sono quelle che vanno a disturbare il pubblico colpendolo dritto al cuore: come non provare disagio estremo di fronte alla ballerina trattata come un oggetto dall'intero corpo di ballo maschile o di fronte al terrore di offrire la veste intima rossa all'uomo della prima performance o allo spiaccicarsi come mosche dei ballerini sulle pareti trasparenti del Caffè Müller o alla dolorosissima mancata fuga della ballerina legata a una lunga corda tesa che la imprigiona?

Come spesso accade nei film del regista tedesco, l'immenso atto d'amore che questa volta Wenders fa (e ci fa) per Pina Bausch, diventa un viaggio esperienziale nelle emozioni e nei sentimenti più profondi di noi stessi. Che può ammaliare o respingere con altrettanta violenza. A seconda che i sentimenti si voglia affrontarli, scalarli, attraversarli o, viceversa, li si voglia allontanare da sé.

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Ultima risposta 03/12/2011 12.41.59
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claudio54  @  13/11/2011 19:32:04
   8 / 10
Non un vero film, nel senso che non è presente uno sviluppo narrativo, quanto piuttosto un meraviglioso documentario, dove il regista, giustamente, si fa da parte, per cedere la scena alla divina Bausch e ai suoi allievi/seguaci (orfani ormai?).
E' un inno alla danza, un inno alla continua ricerca, ricerca del "bello", ma di un "bello" mai banale, mai ovvio; un "bello" inquieto, ansioso. Quanto materiale il cosiddetto "terzo teatro" dagli anni settanta in poi ha rubato da Pina? Molto, davvero. Rivedo in certe scene tanta ricerca teatrale, addirittura tanti particolari (la danzatrice legata alla corda, l'esperimento comunemente chiamato della "fiducia" ovvero l'abbandonarsi alla gravità terrestre fiduciosi che l'altro ci afferrerà all'ultimo secondo, l'attrice che porta sulle spalle l'attore in posizione fetale, e così via) C'è tanto Kantor, c'è tanto Eugenio Barba. Ecco, l'origine è lì, in Pina, viene tutto da lì. E, Dio; che colonna sonora!! Bisogna dare atto a Wenders di aver confezionato non un semplice documentario, ma un atto d'amore, come li sa fare lui, e forse solo lui. Si, è vero, c'è anche un po' di Fellini, ed in fondo, perché no? sembra dire Wenders. Non è una semplice citazione, ma addirittura una testimonianza, una testimonianza d'amore per il cinema, per la bellezza, per il genio visionario. Wenders non ha mai brillato per la sua visionarietà, ma sicuramente è stato ed è un ottimo, entusiasta, a volte umile testimone delle (poche) cose belle che ci accompagnano qualche volta.
Ovviamente un magnifico film come questo incontra enormi difficoltà distributive, specialmente qui in provincia. O si può vedere solo in 2D in piccole sale di periferia che ancora resistono all'assalto holliwoodiano del cinemaccio di cassetta, oppure bisogna spostarsi di parecchi chilometri per poterlo vedere in 3D (importante in questo caso, non un semplice effetto speciale aggiunto) in una sala cinematografica degna di questo nome.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  10/11/2011 21:46:08
   7½ / 10
Grande Wim!

Questo è un film bellissimo, che consiglio a tutti di andare a vedere.
Pina Bausch era oltre, e le testimonianze commosse dei suoi ballerini (bellissimi e pervasi da un'aurea di fragile magia) unitamente alle superbe coreografie sono lì a dimostrarlo. Il Cinema d'autore (mi piace molto Wenders) al servizio di una delle più grandi artiste che il teatro danza abbia mai avuto. Pina compare raramente sullo schermo, ma tutto, ogni singola inquadratura parla di lei.
Non do più di 7 e mezzo perché non sono un esperto in materia (avrò visto due balletti in tutta la mia vita che mi fecero discretamente ******), e perché è molto difficile farsi coinvolgere da un'esperienza così aliena alla mia sensibilità. Quello che ho veramente amato nella danza di Pina è l'anticonvenzionalità del suo modo di concepire il corpo, il movimento e quindi di realizzarlo servendosi dell'empatia con il ballerino. In effetti il suo lavoro non era molto diverso da quello di un regista alle prese con un attore. Pina era innanzitutto una donna straordinaria. Pensavo durante la visione che dev'essere davvero bello essere stati amati a tal punto dai tuoi amici, dai tuoi colleghi. Le sue parole, i suoi modi di fare sono un vero insegnamento esistenziale, nonchè professionale.
Ho amato la colonna sonora di questo film, davvero superba, soprattutto nei pezzi contemporanei. Ho amato le coreografie, ma non tutte: Caffè Muller è ovviamente un capolavoro, ma anche quelli girati per strada (con la frenesia del quotidiano, non so cosa darei per assistervi), o quello sulla gioia. Sui significati dei vari balletti non mi esprimo: trovo che basti l'ottimo trailer italiano.
Non mi resta che consigliare caldamente la visione, anche quella in 3d.

Danziamo, danziamo, altrimenti siamo perduti.

Invia una mail all'autore del commento OpheliaQueen  @  08/11/2011 23:42:54
   9½ / 10
Capolavoro.....la struggente Pina riesce ad associarsi perfettamente al grande cinema di Wenders. Passabile anche il 3d che permette di viver le coreografia e l'emozione scaturita nelle scena.
Una grande perdita ha dato anche un film meraviglioso

suzuki71  @  07/11/2011 09:48:35
   10 / 10
Da collaborazione a commemorazione, questo film-documentario emoziona e coinvolge senza tregua, investendoci di follia, bellezza ed eleganza fino a farci rassegnare che non ha valore la Vita senza Bellezza. Di grandissimo impatto emotivo, non è un film solo sulla danza ma sull'arte di vivere, sul rispetto e sul tempo che passa anagraficamente ma non interiormente. Un flusso di coscienza continuo che ricorda in parte Passione di Turturro ma è forse ancor più compito artisticamente. Sguardi di uomini e donne di ogni età, servi dell'arte, iniziati di un circolo esclusivo e popolare assieme. Meravigliose coreografie, folli e perfette - geniali! - sul palco come all'incrocio metropolitano o su un bordo di un precipizio, a ricordarci che "senza danza siamo perduti" perchè i movimenti, i gesti - i simboli - comunicano più delle inflazionate parole. Non poteva essere fatto meglio. Imperdibile.

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Ultima risposta 07/11/2011 10.09.02
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  06/11/2011 00:43:01
   7½ / 10
Il film è bellissimo, ma a mio avviso ha una grossa lacuna. E questa è proprio l'uso che ne fa la rappresentazione cinematografica, sia essa digitale o in 3-d (un modo falso per accorciare le distanze), quando è improprio dire che noi spettatori affascinati dalla Baush avremmo pagato (più) volentieri il biglietto per una rappresentazione in palcoscenico "vera", diretta e non virtuale. Wim Wenders cmq., messo in crisi dalla sua esistenza di cineasta ehm narrativo, stupisce per essere riuscito a farsi dimenticare, perchè il film è tutto suo, di questa superba coreografa, del suo sguardo severo e impetuoso, delle rughe che ricordano tanto quelle dell'ultima Audrey Hepburn (un destino tristemente comune, in fondo, nella morte).
Non sono mai stato un appassionato della danza, ma qui si respira un senso di libertà espressiva (cognitiva?) e fisica che diverge non poco dalla coercizione spettacolare e purista di un Bejart. La danza diventa così l'unica espressione rimasta di sentimenti e stati d'animo che l'umanità ha deciso di chiudere, appunto, nel proprio corpo.
Il viaggio anche temporale di Wenders - occhio alla meravigliosa colonna sonora da bignami del Novecento - si apre e si chiude davanti a uno scenario quasi Felliniano. Emblematica la coreografia dei/lle ballerini/e che si muovono in una gestualità rituale che ricorda l'ultima sequenza di Otto e mezzo

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Ultima risposta 21/11/2011 15.46.08
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