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Action di cassetta lercio, tamarrissimo, ad alto tasso trash, che Mickey Rourke (pompatissimo) accettò di girare quando ormai non se lo filava più nessuno da nessuna parte (poveretto... ma Mickey, siamo in tanti a non averti mai abbandonato). Ibrido low-budget tra "Con Air" di West e "Die Hard" di McTiernan, la quantità di còglionate presenti in sceneggiatura è di quelle da far accapponare la pelle; ma in prodotti del genere, come dico sempre, storia e logica non hanno la benchè minima importanza. Il divertimento è tutto ciò che conta, e "Point Blank", credete, ne ha da vendere a fiotti (anche se spesso involontariamente). Infatti il regista Beesley taglia cortissimo con le stronzàte e ci catapulta subito nel vivo della vicenda con sparatorie fracassonissime, frasi sborone, e scene deliranti assolutamente divertenti proprio per la loro insensatezza e ridicolaggine (tipo il cattivo - interpretato da Paul Ben Victor - che scopriamo improvvisamente essere una checca, oppure gli scleri gratuiti e crudissimi di un indimenticabile Danny Trejo). A rendere questo titolo ancora più cult però, oltre a tali puntate trash e alle classiche americanate, sono i patetici spazietti emotivi che vengono regalati a ciascun personaggio in modo da poterli conoscere meglio e capire il perchè delle loro azioni; scene strappalacrime buttate lì a caso nel bel mezzo dell'azione che, per quanto ridicole nel loro voler essere serie e drammatiche, riescono sorprendentemente a non ammazzare mai il ritmo (anzi, sono talmente miserabili da far morir dal ridere).
Insomma, tra un Mickey Rourke duro e straccione che fa fuori tutti nelle maniere più spietate possibili, un Trejo schizzato che sniffa coca con una mignòtta in tanga, sparatorie, esplosioni e combattimenti a tutto spiano, musiche merdòsissime, e dialoghi/situazioni demenziali a livelli assurdi, "Point Blank" rimane di fatto un godibilissimo action/trash "so bad it's so good" (reperibile, se si ha cùlo, in qualche angolo impolverato di videoteca che tiene ancora VHS) assolutamente perfetto da guardare a tempo perso nella spensieratezza più totale (meglio ancora in compagnia di amici, birra, cicche e snacks vari). Imperdibile per gli amanti dell'action vecchia scuola.
Numerose le scene cult e trash degne di menzione, ma riporto le due che mi hanno colpito (e leggermente irritato) di più:
1) Poco prima che i criminali prendano d'assedio il centro commerciale, il regista ci fa inspiegabilmente una rapida panoramica del luogo (con in sottofondo una musichetta degna della peggiore televendita di un canale regionale) esaltandone la gente che entra ed esce e i vari negozi come se lo spettatore non avesse mai visto un cc in vita sua; 2) l'epilogo fuori luogo e senza ragion d'essere totalmente scopiazzato da "Lèon": Gage che cerca di uscire in fin di vita da un tunnel, e Victor che gli spunta improvvisamente da dietro le spalle. Stesse identiche inquadrature e stesse identiche espressioni del film di Besson... solo che lì la scena aveva un suo perchè e risultava davvero straziante, qui invece non ha il minimo senso... anche perchè del personaggio di Gage, con il quale non si entra mai in empatia e del quale non si sa praticamente nulla, non gliene frega niente a nessuno. Ecco, a me questa scena mi ha sempre fatto girare i còglioni da morire. Ma non importa, perchè appena finisce sta benedetta sequenza (in cui si può ammirare uno stralcio di Mickey Rourke, l'attore di classe, in lacrime) mi ricordo di quanto mi piace sto film del càzzo.
Per volere del padre, Rudy Ray (Rourke) si introduce in un centro commerciale dove suo fratello ed altri criminali hanno preso degli ostaggi. Un po' Die Hard e un po' Trappola in alto mare, ma in versione ultra-tamarra con un Rourke in versione simil Van Damme e un Trejo spesso presente e irresistibilmente sadico. Nulla di che ovviamente, i dialoghi sono assurdi e la colonna sonora propone pezzi messi a caso. Ma tutto sommato ci si diverte.