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Proxy è un film molto interessante, sottilmente inquietante che possiede diversi pregi. Può disturbare senza dubbio la scena iniziale, indubbiamente forte, però ti colpisce maggiormente per l'evoluzione dei personaggi e dalla gamma folle delle loro scelte, specialmente i personaggi femminili, che sono preponderanti in quantità e qualità delle sfaccettature. Sfaccettature da cui mi è sembrato cogliere una sorta di filo comune nel rifiuto del ruolo stesso della donna all'interno della nostra società. Un cortocircuito di portata maggiore di quello che la pellicola stessa esibisce, dove viene mortificato la funzione di madre o procreatrice e di moglie. la follia di questi personaggi emerge dalla sua latenza fino a diventare terribili e disturbanti nelle loro stesse frustrazioni. Il regista lavora molto di cesello con gli attori, si prende tutto il tempo con un andamento lento ed ipnotico, capace comunque di intrigare, pur ammettendo che è una pellicola che può presentare difficoltà. E' un thriller psicologico estremanente raffinato con qualche vaga ascendenza depalmiana. Tutta la sequenza del centro commerciale mi sembra una palese citazione a Vestito per uccidere.