Veronika e Boris sono due giovani moscoviti che si innamorano l'uno dell'altro appena prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Boris deve partire per il fronte e Veronika, rimasta sola, per far fronte alle difficoltà economiche della sua famiglia, accetta di sposare il ricco cugino, pur non amandolo. Alla fine della guerra, lei attenderà il ritorno di Boris dal fronte, nella speranza vana di poterlo riabbracciare.
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Bellissimo. Il contrasto tra i sentimenti più puri dell’ animo umano e le aberrazioni dello strumento che fa di tutto per distruggerli, la guerra, è garanzia di commozione, di fascino sublime, di totale coinvolgimento emotivo. Pur nella sua semplicità (Boris e Veronika vedono interrompersi la loro storia d’amore dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale e la conseguente partenza per il fronte del ragazzo) il film raggiunge livelli di stile inconsueti per i modelli del cinema sovietico di quegli anni; l’esaltazione dei valori, del coraggio, dello spirito di sacrificio tipici della filmografia russa, qui sono in contrapposizione con le debolezze e le contraddizioni interne della protagonista, fragile elemento di una forza in campo di gran lunga superiore alla sua. Il film non si può definire un film di guerra, la macchina bellica è volutamente tenuta ai margini dal regista, soltanto alcune brevi ma terribili scene di bombardamenti su Mosca ci ricordano che il vivere quotidiano dei protagonisti avviene in un periodo di guerra e non di pace. Apparso sulla scena mondiale dopo gli anni dello stalinismo “Quando volano le cicogne” non vuole racchiudere nessuna ideologia, è soltanto una straordinaria prova della forza dei sentimenti e del coraggio necessario a controllarli, è il desiderio di pace comune a tutti quelli della generazione vissuta sotto le bombe, è il sopportare la mancanza dell’amore quando si è privati della cosa più bella e nobile per l’uomo: la libertà.