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Giallo poco entusiasmante ma tutto sommato passabile per via di alcuni dettagli; per esempio l'ambientazione lagunare che ricorda molto "A Venezia un Dicembre rosso shocking" dal quale riprende le ambientazioni nebbiose e cupe, per continuare con una recitazione sopra la media soprattutto se rapportata ai prodotti di questo filone, e per finire si può riscontrare una regia solida e curata nel particolare. Peccato il film di Antonio Bido sia difettoso sotto tanti altri aspetti: tensione assente e trama schematica sino a raggiungere la tanto attesa scoperta dell'assassino. Il twist finale non è male architettato, in precedenza però la pellicola offre parecchi momenti di stanca e digressioni che dilatano fin troppo avvenimenti tutt'altro che fondamentali per la comprensione del contesto. Poco sfruttata la risorsa della piccola comunità rurale che sembra celare segreti indicibili, nello specifico è facile pensare a "La casa dalle finestre che ridono" di Avati e non solo per la presenza di Lino Capolicchio. Purtroppo quell'ostile sentore resta troppo sullo sfondo, come è blando l'attacco ai poteri forti, messi alla berlina senza adeguato approfondimento. Altra pecca è la piatta confezione degli omicidi, perpetrata dal solito assassino di nero vestito. Complessivamente una pellicola sufficiente, purtroppo dal ritmo fiacco e poco efficace nell'emulare i mostri sacri del periodo come Argento o Fulci.