Stephen Collins, membro del congresso statunitense, vede compromessa la sua carriera politica a causa dell'omicidio della sua amante. Un gruppo di giornalisti decide di avviare un'inchiesta sul triste avvenimento e tra loro figura anche Cal McCaffrey, un ex collaboratore di Collins.
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Sono il primo? Allora inauguriamo i commenti dicendo che, pur non avendo grandi errori e difetti di fondo, e pur essendo girato discretamente, questo "state of play" non coinvolge come dovrebbe, forse e soprattutto a causa di una sceneggiatura vista e stravista, usata e abusata, che coinvolge il mondo del giornalismo, delle indagini criminali e dei connubi politici. Crowe (compitino, nulla di più nè di meno dall'ordinario) è un giornalista navigato che segue un caso di sparatoria con un morto e un ferito grave, Affleck (perfettamente in forma e coerente nella sua inespressività) è un politico amico del nostro Massimo Decimo Meridio impegnato da un lato a portare avanti delle pesanti accuse contro una organizzazione militare di sicurezza privata, dall'altro a schivare i pettegolezzi sui presunti rapporti intimi con una sua collaboratrice, che nel frattempo pensa bene di morire sotto una metropolitana...così si apre questo ennesimo thriller-giallo-giornalistico, mantendendo un buon ritmo di fondo e giocando molto con l'arma dei colpi di scena. Peccato non aver sfruttato meglio la bella & brava Rachel McAdams, talento inespresso in questa pellicola. Alla fine dei conti un thriller onesto, ben construito, ma che lascia poco una volta giunti i (bei) titoli di coda