Un sassofonista, dopo aver ricevuto da uno strano individuo cassette in cui viene ripreso in casa sua durante la sua vita quotidiana, viene accusato dell'omicidio della propria moglie. Ma, una volta in carcere, si trasforma in un'altra persona, che viene scarcerata e inizia una vita in qualche modo parallela a quella precedente...
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Chissà cosa avrebbe detto Sigmund Freud su questo film. Con maestria Lynch non lascia nessun particolare al caso. Necessaria più di una visione per scovarli e rimanere a bocca aperta di fronte a cotanta genialità. Il particolare che mi ha colpito di più?
La scena finale, con le scariche elettriche che il protagonista subisce alla guida della sua auto, a simboleggiare la fine che nel mondo reale lo stava inevitabilmente aspettando: la condanna alla sedia elettrica.