Lei è una fumettista dal carattere impulsivo, nemica delle convenzioni; lui un professore di fisica convinto che ogni fenomeno abbia la sua spiegazione. A tenerli insieme è un’incognita che nessuna formula può svelare.
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Un film giocato tutto di fotografia (davvero bella e molto curata), impatto visivo (si è scelto di ambientarlo, furbamente, in città spettacolari) e un tentativo di montaggio un minimo originale. Tolto questo, resta pochissimo. L'idea di base, al primo impatto, sembra interessante ma, di fatto, non viene sviluppata
questi 2 fanno sostanzialmente la stessa vita per anni: la loro relazione non decolla mai, non si sposano, non hanno figli, non c'è il minimo intoppo sul lavoro per nessuno dei due, si tradiscono in un niente... fanno praticamente la vita di adolescenti che invece di andare a scuola la mattina vanno al lavoro. Trasmettono infatti l'idea di relazione che può avere un ventenne, non persone cresciute e fatte. In sintesi, dove e chi sarebbero i supereroi? I continui salti temporali, di tanto in tanto riusciti e ben incastrati, son generalmente confusi e sembran più che altro frutto di un montaggio frettoloso. Contesti e dialoghi, per un buon metà film, son talmente banali, ripetitivi e piatti che bisogna vedere la barba di Borghi per individuarli cronologicamente, altrimenti non c'è nessun altro indizio: potrebbe trattarsi di loro 30enni o 40enni... sarebbe uguale. Persino l'aspetto drammatico della malattia, che avrebbe dovuto essere di potentissimo impatto emotivo appare posticcio ed artefatto... un qualcosa buttato lì per dare un senso compiuto al film
Insopportabile poi sentire attori, anche quotati, che non sanno recitare (o non sanno doppiarsi), d'accordo la cadenza romana, ma in certi passaggi si fatica a capire i dialoghi perchè smozzicano le parole.
Ho apprezzato Genovese decisamente di più in altre sue opere. Qui ho trovato estremamente fastidiosi i continui riferimentri flash tra passato e presente che rendono il tutto difficile da seguire e spezzano il filo emozionale. Noioso
I due attori sono bravissimi , adoro Alessandro Borghi per come riesce ad interpretare ruoli tanto diversi ed essere sempre così completamente calato nella parte che interpreta. Jasmine Trinca più affascinante del solito. L'aspetto negativo che mi ha un po' infastidita sono i numerosi flashback, ad un certo punto mi sono un po' persa. I rimandi temporali verso il futuro e il passato sono utili per capire qualcosa in più del presente e rimanere curiosi fino in fondo ma abusarne innervosisce e crea disagio e scarsa comprensione.
ad esempio lui che ad un certo punto lo ritroviamo in Svezia o Norvegia, in quale momento della loro storia è successo? dopo la morte di lei no (perchè avrebbe avuto anche il figlio con se
Supereroi è un altro passo avanti per un autore che con il tempo è riuscito ad acquisire una sua forte identità, specialmente dopo il boom di Perfetti sconosciuti, ma anche dal sottovalutato Una famiglia perfetta e proseguita con The Place, film non perfetto ma a suo modo piuttosto particolare. Non sono tanto i contenuti a colpire questo suo nuovo lavoro, quanto la struttura narrativa del film, facilitata dal montaggio in il tempo, passato, presente e futuro sono così intersecati fra di loro da acquisire una loro linearità. Il cast di attori è di tutto rispetto. Borghi e Trinca hanno affiatamento eccellente. Se i contenuti non dicono nulla di particolarmente originale, a livello formale certamente è un film che ha qualcosa da offrire bel aldisopra di un prodotto medio.
Qualcosa di st'epoca che non sia egoriferito? I 40enni non son'un target d'eccezion'e quindi hanno la propria categoria di film in cui (ri)specchiarsi: ritratti, affreschi, fenomenologie di sé stessi. I mucciniani prediligono l'emozionale, i virzinian'il contesto socioculturale, i fan di quest'ultima sgobbata di Genovese il flusso di coscienza intellettualoide. Atroce la conclusione da infima fiction tv: esorcizzare la morte con una nascita. Registi con uno stil'e privi d'una poetica, ergo autori mancati. È un prodotto Amazon: s'applich'il diritto di recesso.
Bello , solo un po' mattone; un po' noioso nel mezzo, tanta carne al fuoco e i continui flashback e forward un po' confondono le idee. Si potevano dare anche 10 minuti di sforbiciata.
Per il resto, come Genovese ci ha abituati: bella fotografia, storia coinvolgente, attori magistrali.
Davvero un bel film, originale ed emozionante, con due splendidi interpreti (sempre magistrale la Trinca). La regia a tratti non impeccabile ("cam ballerina" e "primi piani ravvicinati") ma la storia, neppure così semplice da metabolizzare, è bellissima e traboccante di spunti di riflessione.