tokyo fist regia di Shinya Tsukamoto Giappone 1995
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tokyo fist (1995)

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locandina del film TOKYO FIST

Titolo Originale: TOKYO-KEN

RegiaShinya Tsukamoto

InterpretiKôjii Tsukamoto, Shinya Tsukamoto, Kahori Fujii, Naomasa Musaka

Durata: h 1.28
NazionalitàGiappone 1995
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1995

•  Altri film di Shinya Tsukamoto

Trama del film Tokyo fist

Tsuda è un brillante agente assicurativo di Tokyo e vive con la fidanzata Hizuru. Un giorno intravede a un incontro di pugilato Takuji, un vecchio amico di liceo, ora pugile professionista e fa di tutto per evitarlo. Tornato al lavoro, si ritrova davanti il vecchio compagno e resta colpito dalla familiarità che questi mostra di avere con la sua fidanzata. Ben presto i rapporti tra i personaggi precipitano.

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Voto Visitatori:   8,28 / 10 (29 voti)8,28Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
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Voti e commenti su Tokyo fist, 29 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Sestri Potente  @  15/11/2007 13:56:13
   4 / 10
A me questo film non è piaciuto, e mi ha anche un po' impressionato. Strano perché a me piacciono molto i film violenti, ma questo mi ha messo addosso un'insolita sensazione di nausea. La scena del gatto, la faccia gonfia di pugni di Tsuda, la sua mimica agitata per tutto il film, e la cattiveria del suo antagonista mi hanno un po' infastidito: davvero non sono riuscito a digerirlo!

2 risposte al commento
Ultima risposta 15/11/2007 14.09.50
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  12/07/2007 00:13:25
   9 / 10
Tokyo Fist si colloca quasi a metà della filmografia di Shinya Tsukamoto e ne risente notevolmente. Infatti in tale pellicola si possono individuare gli echi dello sperimentalissimo di Tetsuo e si rintracciano quegli elementi registici che diverranno di largo uso in Bullet Ballet.
Come in molti suoi film, Tsukamoto, è anche il protagonista delle vicende narrate quasi ad evidenziare che tutto ciò che porta sullo schermo non è frutto di un'espediente commerciale ma solo e soltanto frutto del suo Essere. Proprio come fanno gli artisti, anche Tsukamoto mette la propria firma alla sua opera rappresentata idealmente dalla sua presenza sulla scena.
Come in Bullet Ballet e Testuo la regia è rapida, veloce, non lascia un attimo di respiro al fortunato spettatore che si trova davanti ad una pellicola di rara particolarità e fascino come questa.
I temi trattati dal regista nipponico cono quelli più comuni nella sua filmografia. Risulta chiaro l'attacco che Tsukamoto porta alla città, come luogo di alienazione, milioni di persone che vivono vicine, separate pochi metri l'una dall'altra ma assolutamente indifferenti. Indifferenza che porta inevitabilmente alla solitudine e alla sofferenza derivante da tale condizione.
E così l'uomo vive in uno stato di apatia, di non-vita. Il tempo passa, ma è un passaggio solo fisico: spiritualmente, interiormente non si vive. Da qui una via di fuga: il dolore. Quest'ultimo risulta l'unico vero mezzo che i protagonisti hanno per sentirsi realmente vivi.
Ma per ottenere dolore è necessario percorrere quel limite che va sviluppandosi tra la vita e la morte. Da qui il dilemma: Per sentirsi veramente vivi bisogna avvicinarsi così tanto alla morte?
A voi l'ardua sentenza

3 risposte al commento
Ultima risposta 12/07/2007 08.49.42
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Tumassa84  @  21/06/2007 14:41:18
   10 / 10

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2 risposte al commento
Ultima risposta 18/03/2013 18.43.19
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gikkiolo  @  24/02/2007 04:13:02
   10 / 10
appena visto...da amante e praticante di boxe devo dire le migliori sequenze tecniche...mai visto boxare così tecnicamente in un film!!! grande realtà.
Per il resto bel gran film....cala un pò di tono forse una pellicola più breve avrebbe esaltato maggiormente la storia, evitando di farla cadere in attimi di deja vu..penso che come CORTO sarebbe stato un cult!!
Analogia con fight club.....fight club è una americanata..noto con dispiacere che la maggior parte del cinema americano si basa su un ENORME serie di remake ma la cosa scorretta è che NON LO DICONO.

Fight club (fatto ovviamente dopo 1999 contro 1995) è versione americanata della "morale" del bel tokio fist...un remake organizzato e confezionato, per il pubblico massificato, massificazione del cinema, non mi soffermo nemmeno oltre.
Tokyo trova in un linguaggio più "popolare" la stessa morale e storia.....siamo ormai tanti ROBOT che vivono la propria vita, in una sorta di irreversibille catalessi.

Io penso che Tsukamoto in questo(come altri) abbia voluto fare una sorta di trasposizione fisica...un corpo fermo e addormentato ha reazione immediata quando viene punto da un piccolo spillo, reazione immediata e spropositata.

Credo che abbia semplicemente voluto far vedere fisicamente, quello che accade oggi...una società dormiente, un uomo piccolo piccolo che vive nella sua vita da inconsapevole "RIN********TO" (notare le prime espressioni facciali del personaggio seguita da una recitazione totalmente diversa dopo) , un ago...nel film è la gelosia, la rabbia, la vendetta,la furia...in tutti sentimenti forti che destano subito, che punge i centri nervosi del protagonista...e lo desta da un sonno perenne.

Comincia a vivere....sangue sofferenza e 30 minuti in cui si esprime zero trama solo TUTTO dolore....pugni veloci,aghi veloci che perforano la pelle, testate veloci e "secche" su un muro di cemento.
Tutto dolore....veloce, secco, spesso autoprovocato...penso possa significare anche la volontà propria di uscire dallo stato di catalessi in cui la società ci obbliga.
Visto ovviamente in lingua originale con sottotitoli (come sempre) fa effetto...tutti i personaggi in un certo punto del film mi sono apparsi in uno solo...mi è sembrato di vedere tante facce di una sola medaglia, un solo personaggio che si flaggella ..lotta ...contro se stesso...contro una parte della sua mente che accetta la catalessi della società come rifugio della mente, ed una parte che lotta contro di essa...forse proprio questo vuole dire il maestro...3 personaggi ....ma forse un unico soggetto...in conflitto con se stesso.

LE 2 parti principali perennemente i lotta..una coscienza che si vuole svegliare ed un altra parte del cervello che cerca di tacitarla per timore(l'incontro di boxe) lei la donna, si flaggella non si oppone fermamente tranne che per un attimo solo...picchia quello che rappresenta il suo essere di un tempo, lo picchia perchè odia quelllo che è stata fino a quel momento, si ribella, non sa da che parte scherarsi..forse una coscienza che lla fine termina se stessa perchè non può esistere.
Il bello che questa è solo UNA delle mille chiavi di lettura...10

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Ultima risposta 29/09/2010 18.33.27
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