torneranno i prati regia di Ermanno Olmi Italia 2014
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torneranno i prati (2014)

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locandina del film TORNERANNO I PRATI

Titolo Originale: TORNERANNO I PRATI

RegiaErmanno Olmi

InterpretiClaudio Santamaria, Alessandro Sperduti, Francesco Formichetti, Andrea Di Maria, Camillo Grassi, Niccolò Senni, Domenico Benetti

Durata: h 1.20
NazionalitàItalia 2014
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2014

•  Altri film di Ermanno Olmi

Trama del film Torneranno i prati

Siamo sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani. Nel film il racconto si svolge nel tempo di una sola nottata. Gli accadimenti si susseguono sempre imprevedibili: a volte sono lunghe attese dove la paura ti fa contare, attimo dopo attimo, fino al momento che toccherà anche a te. Tanto che la pace della montagna diventa un luogo dove si muore. Tutto ciò che si narra in questo film è realmente accaduto. E poiché il passato appartiene alla memoria, ciascuno lo può evocare secondo il proprio sentimento.

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Voto Visitatori:   6,98 / 10 (21 voti)6,98Grafico
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Voti e commenti su Torneranno i prati, 21 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  04/02/2019 19:38:03
   7 / 10
Olmi ci fa vedere la desolazione della guerra di trincea con una semplicità disarmante ma che sa colpire nel segno, con nemici mai mostrati perchè in fondo il vero nemico è senza volto e non è certo quel manipolo di uomini che stanno "dall'altra parte" (anch'essi per lo più innocenti sbattuti a combattere per i capricci di altri).
Ottima la fotografia che contribuisce a rendere "alieno", ai limite del lugubre, dei luoghi che conosco molto bene e che sono bellissimi.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  24/05/2018 19:11:23
   7 / 10
Olmi torna in montagna, in luoghi che ben conosce a raccontare storie che sa raccontare e bisogna raccontare. Film cupo, delle tinte scure (ottima la fotografia del figlio di Olmi), in una notte che sembra non finire mai, come la guerra. Una guerra rappresentata in tutta la sua insensatezza, con nemici senza volto che sono solo una minaccia indefinita ma concreta e ordini assurdi, provenienti da comandanti anch'essi invisibili e lontani.

Thorondir  @  17/05/2017 13:52:03
   6 / 10
Opera tipicamente europea, scarna, senza fronzoli, inquadrature fisse e mdp che fa pochissimi movimenti. Sinceramente non mi ha però trasmesso quell'angoscio e quella visceralità che la situazione richiedeva e a tratti mi è sembrato un esercizio di stile fotografico del figlio di Olmi (perchè la fotografia funziona meglio di tutto il resto). Però poche emozioni, fatica a seguire le parti parlate in dialetto e staticità troppo forzata.

daniele64  @  12/04/2017 15:28:10
   6½ / 10
Pellicola decisamente pesante : dialoghi scarnissimi , non succede quasi nulla per tutta la durata , ma fa capire piuttosto bene la terribile vita dei poveri fanti della Grande Guerra , sempre rintanati come topi nelle trincee e con l'incubo perenne dei bombardamenti , per non parlare delle sortite suicide ... Quasi un documentario , con una magnifica fotografia . Ma io ho preferito "Uomini contro " .

ValeGo  @  27/01/2017 10:15:14
   8½ / 10
Il lento scorrere del tempo e la sua inesorabile mano. E così, in uno scenario candido, silenzioso, ovattato dalla neve i soldati sono soli con le loro paure, con la solitudine, con la stanchezza e trovano la morte. In quel luogo di pace trovano la morte, come una liberazione a tutta la sofferenza che stanno vivendo, sepolti nella neve, resteranno lì, torneranno i prati verdi dove c'era il bianco. Le loro vite, verdi, spezzate per sempre, troncate come un albero in fiamme, immagine che resta viva nella mente (mi ha ricordato il cappottino rosso della bimba nel campo di concentramento). Ma non c'è spazio per i colori in quella gelida notte, la morte è improvvisa, poi tutto tace, solo il silenzio della neve, e poi torneranno i prati...

lukef  @  22/07/2016 17:07:17
   6 / 10
Gran bella fotografia, colonna sonora e tutto il resto.
Quest'ultimo film del maestro Ermanno Olmi non concede quasi nulla al fattore spettacolo e ci regala una storia semplice, vera e cruda, adatta soprattutto agli appetiti più sofisticati.. lasciando spazio ad una riflessione, ammettiamolo, di un certo livello.
Per le medesime ragioni, ho trovato questa pellicola eccessivamente spoglia della componente c.d. "di entertainment", cosa che la rende alquanto lenta nonostante la sua breve durata.
Diciamo che ne ho apprezzato i contenuti ma non mi ha regalato niente di speciale, né durante la visione né ex post.
Niente da eccepire. De gustibus.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  31/03/2016 14:58:46
   4½ / 10
Film che non mi ha trasmesso nulla, se non l'alternarsi in trincea di momenti piatti, dove non succede nulla e serpeggia paura dal solo sguardo dei militari, ad attacchi improvvisi ed inattesi che mietono vittime. Nonostante la sua breve durata, l'ho trovato molto pesante, anche a causa di attori totalmente inadatti. Peccato perché la tematica trattata poteva essere interessante. Salvo solo la fotografia.

AMERICANFREE  @  28/12/2015 22:06:51
   5 / 10
Mi aspettavo ben altro visto i commenti precedenti, non mi ha trasmesso nulla,eppure io sono un amante di questo genere di film.Dialoghi come accade spesso nei film italiani scadenti, salvo la fotografia.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  29/11/2015 12:55:08
   7½ / 10
Dopo il deludente "Villaggio di cartone" Olmi realizza un ottimo film che offre uno spaccato della guerra di trincea fatta dagli Italiani contro l?austria nella prima guerra mondiale. Tra quei soldati troviamo coraggio, paura e speranza nell'affrontare un terribile comando che arriva, ovviamente, da chi decide le sorti di essere umani attorno ad un tavolo.
In questo breve film, poco piu' di un'ora, viviamo veramente a stretto contatto con questo manipolo di sacrificati.
Ottima la fotografia che offre paesaggi innevati splendidi che portano al contrasto la bellezza della natura con la ferocia della battaglia.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  19/04/2015 18:05:26
   7½ / 10
Film disperato e malinconico come del resto è stata la prima guerra mondiale..
Incastrati nelle trincee come topi,vittime di malattie e depressione,non c'e' una soluzione gli ordini sono poche i e vaghi..
Si respira tutto il malessere dell'attesa che alla fine è anche abbastanza disturbante.
bene gli attori ..su Olmi non c'e' niente da dire .. ottimo.

TheLegend  @  28/03/2015 05:13:20
   5 / 10
Probabilmente non ero nel mood giusto per immergermi completamente nella visione e comunque non credo che sia un problema dovuto alla lentezza,che spesso apprezzo e non giudico male.
L'ho trovato fiacco e mal recitato,per nulla coinvolgente.

polbot  @  04/12/2014 22:35:42
   8 / 10
La sottile linea biancorossoverde.. Una lenta discesa nell'assurdità della guerra. in particolare di quella guerra.

aitante68  @  18/11/2014 12:35:19
   8 / 10
Il miglior film italiano visto quest'anno insieme a il giovane favoloso. Ti trasmette tutta l'angoscia della guerra. Bella fotografia. Fortunamente nella mia citta' (Lecce) lo proiettavano

carloma  @  17/11/2014 10:40:55
   9 / 10
Ho visto il film torneranno i prati , lo ritengo eccezionale, per narrazione, realismo, ed emotività che trasmette allo spettatore per tutta la sua durata. Ci si trova immedesimati nella vita dei soldati. L'ansia dell'attesa, l'angoscia della missione ordinata e la paura reale durante le esplosioni, si vivono con un effetto presenza dirompente. L'eccezionalità a mio parere consiste nel fatto che il film oltre alle immagini visive reali di trasporto a quei tristi momenti di guerra dei soldati, permette di rivivere in prima persona le loro sorti di rassegnazione agli eventi imposti. Per comprendere a tutti gli effetti la vita che il film racconta, consiglio la visita, anche in questo periodo autunnale ad una trincea degli altipiani. Grandissimo Olmi e bellissimo film, che consiglio assolutamente di vedere.

marimito  @  15/11/2014 23:01:08
   6 / 10
Un film malinconico, nella trama, nella fotografia e nella musica.. Un film in cui Olmi vuole riportare sullo schermo la testimonianza dei racconti di suo padre affinché l'orrore della morte non possa essere dimenticato. Ma trovo il suo narrare un non narrare per lasciare all'inconsapevole spettatore la libertà di entrare nella vicenda come meglio vuole, lasciando le scene, i volti, le parole tra il detto ed il non detto. Questo artificio, alcuni vuoti narrativi, certe incomprensibili incongruenze, forse volute o forse no, mi hanno impedito di apprezzarlo fino in fondo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  @  15/11/2014 00:40:27
   9 / 10
"Dio non ha ascoltato il Figlio che moriva sulla croce, vuoi che dia retta a noi, poveri cani?"

Il cattolico mai allineato e mai domo Ermanno Olmi ci regala il suo sguardo sulla guerra rievocando a modo tutto suo un evento da noi rimosso (come tanti altri della nostra storia, ahinoi): la Prima Guerra Mondiale, la "Grande Guerra", quella che decimò letteralmente i "ragazzi del '99", quella che spianò la strada all'avvento dei grandi (e terribili) totalitarismi, quella che preparò la ancor più crudele Seconda Guerra Mondiale.
Mio nonno materno, classe 1898, scampato anche lui con i segni indelebili dalla Grande Guerra (ai polmoni, nel suo caso) e poi ripiombato nell'incubo con la Seconda da sfollato, soleva ripetermi che "la guerra è la peggiore delle disgrazie, e non risolve niente". Il bambino che ero non poteva comprendere l'esatto significato e l'esatta portata di questa frase, ma mi è ugualmente restata bene in testa. Come la frase finale che Olmi inserisce nel suo film, il cui autore è un pastore: "La guerra è una gran brutta bestia che gira perennemente il mondo" (cito a memoria).
Con la grazia che gli conosciamo ma anche con il crudo realismo che gli è proprio, Olmi sceglie di mostrarci alcuni giorni di guerra del 1917 visti da una trincea sui monti del Veneto sotto una pesante coltre di neve. Il risultato è un'ora e mezza scarsa tesa come una corda di violino pronta a schiantarsi al primo bombardamento o al primo suicidio o al primo colpo dei cecchini, invisibili quanto pericolosi e inesorabilmente precisi nel colpire il loro bersaglio umano.
In questo incubo di paura, frustrazione e morte l'unica cosa bella è il paesaggio, quello che "si coprirà di prati quando tutto sarà finito" e saranno cessati pure i clamori dei festeggiamenti per i reduci; quando l'erba ammanterà i corpi straziati seppelliti alla bell'e meglio sotto la neve e tutti avranno dimenticato, pronti a preparare il prossimo conflitto.
Olmi concentra tutte le assurdità di quella guerra nel breve e straziato vissuto di un pugno di soldati-poco più che ragazzi che devono confrontarsi con la paura e l'orrore continuo della morte, ma anche con l'insensatezza e l'ottusità di un manipolo di ufficiali che sanno solo dire cosa vuote e ordinare cose senza senso, preoccupati al massimo di garantire l'assoluzione preventiva ai polli mandati al macello senza troppi rivolgimenti o esitazioni.
Girato con una fotografia tutta desaturata, semplicemente mozzafiato, del figlio Fabio (non è una novità: ricordate "Il mestiere delle armi", per esempio?), accompagnato dalle lancinanti musiche di Paolo Fresu nei pochi momenti in cui a parlare non sia il silenzio o l'irrompere del rumore di armi e bombardamenti, o del muggito della terra sotto l'effetto delle esplosioni più o meno distanti, intenso nei dialoghi e nella lineare, pulita sceneggiatura, questo "Torneranno i prati" non teme confronti con illustri predecessori che hanno affrontato il tema (su tutti "Uomini contro" di Francesco Rosi) perché mantiene una sua originalità e, soprattutto, un taglio e una intensità tutti propri. E conferma il vecchio Maestro Ermanno Olmi dotato di una sensibilità particolare quando racconta dei conflitti umani, dove anche Dio si nasconde, impotente, di fronte alla difficoltà (impossibilità?) di evitare e di perdonare l'orrore.

dagon  @  13/11/2014 20:14:06
   7½ / 10
Con una fotografia desaturata e glaciale, che sconfina quasi nel bianco e nero e che si avvicina alle foto arrivate da nonni e bisnonni sopravvissuti all'ecatombe della prima guerra mondiale, il film di Olmi si pone come una sorta di "documentario intimista" in una trincea italiana nel 1917. La scelta stilistica del regista è all'insegna dell'austerità, la musica è quasi totalmente assente, i dialoghi sono ridotti al minimo e tutto è immerso nel silenzio ovattato di una neve alta 4 metri; silenzio rotto dal sottofondo di una tuonante artiglieria che fa quasi da costante tappeto sonoro. Il freddo ti penetra nelle ossa e ti senti quasi in colpa per essere al calduccio della tua sala cinematografica, mentre ti immedesimi in un gruppo di poveri cristi devastati fisicamente e psicologicamente. Il film non ha la potenza ed il vigore di altre pellicole belliche più classiche sulla prima guerra mondiale, ma non mira neppure ad averla, scegliendo un approccio minimalista che ha comunque la sua efficacia.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  13/11/2014 01:54:28
   8 / 10
Per favore vietato soffermarsi sul concetto di "lentezza", altrimenti un certo Conrad puo' dirsi gia' spacciato. Il cinema di Olmi (ma non doveva girare solo documentari? Meno male che ci ha ripensato) esplora il concetto di "tana", come trappola umana in un magma dove la natura esce deturpata dalla mano dell'uomo. Si spinge ben oltre i territori della poesia, comunicando con poche, dolorosissime parole un senso di straniamento metafisico, come nell'immagine di un albero che prende fuoco. Fa pensare ai "papaveri rossi" di De Andre' e al suo "Tutti morimmo a stento" e non e' certo un Presepe come mi era parso "Il villaggio di cartone". Stupisce, quasi fossimo davanti a un oratorio funebre recitato con impavido spirito di utopia Francescana, l'aspetto teatrale del film, immerso nella stessa morsa di gelo del suo inverno bellico. E a denunciare quanto sia dura tornare a casa e perdonare chi ha permesso tutto questo. E' un film bellissimo, straziante, emotivo, certo il piu' bel film italiano insieme al Martone Leopardiano e a Perez. Tre modi differenti di fare ottimo cinema in Italia. E' un nuovo, terribile "Mestiere delle armi" che induce tutti ad ascoltare.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  11/11/2014 19:10:15
   7 / 10
Potrebbe per assonanza ricordare Uomini contro di Rosi, ma a differenza del regista napoletano non entra in una dimensione politica di lotta di classe. A differenza di Kubrick gli ordini assurdi e criminali provengono da uomini che rimangono senza volto, pasciuti e lontani dalla rigidità invernale delle trincee. Togliendo qualcosa, i modelli a cui si ispira Olmi sembrano questi. La vita di trincea descritta da Olmi dominata da un paesaggio spettrale, ai limiti dell'irreale, è più uno stato d'animo che emerge nelle sue varietà emotive da parte di un manipolo di uomini mandati al massacro, debilitati dal freddo e dalle malattie, mortalmente soli e abbandonati. Decimati da un nemico che li martella con cecchini e mortai e da un comando che pretende l'obbedienza ad ordini assurdi, questi uomini sognano, aspettano con ansia lettere che non arrivernno mai, cercano di mantenere la loro dignità di esseri umani in un contesto disumano. Cinquantanni dopo Olmi stesso disseppellirà i ricordi mortali di quegli uomini e di quelle battaglie ne I recuperanti, quando torneranno i prati, quasi a chiudere un cerchio. Non è un Olmi ai suoi massimi livelli. Dentro una cornice visiva e scenografica di ottimo livello, paga eccessivamente i modelli sopra citati pur cercando di sfuggire più o meno inconsciamente agli stessi. Però va detto che ci sono momenti molto belli e toccanti e di questo bisogna darne atto.

Lavezzi78  @  09/11/2014 14:27:11
   7 / 10
Per trovare un cinema che proiettava questo film, mi sono fatto in macchina ieri sera 90 km (180 con il ritorno)....Il film di Olmi mi incuriosiva parecchio, e il risultato finale è più che discreto. Naturalmente nessuno griderà al capolavoro!!!
Il cast è apprezzabile, con un Claudio Santamaria sempre bravo e credibile. Ottime le location. La pellicola non è tra ile migliori del maestro, ma sicuramente meritevole di una migliore distribuzione.... vabbè, se in italia la ***** di Checco Zalone incassa 52 milioni e viene vista da 7 milioni di italiani, e nei giorni scorsi da un inchiesta è venuto fuori che siamo il popolo piú ignorante del mondo, allora è facile capire il perché un film come questo passi quasi inosservato!

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Ultima risposta 15/11/2014 00.44.28
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neverhood  @  07/11/2014 11:38:05
   6½ / 10
Premettendo che adoro Olmi, in questo caso credo ci siano alcune cose che funzionano, molte altre decisamente meno.
Realistica l'ambientazione, affascinante e potente la fotografia e gli ambienti (tra l'altro che conosco benissimo, essendo della mia zona), epidermica la ricostruzione della "vita di trincea" (pare di sentire il freddo, la neve, l'umidità, l'odore del fumo), che si discosta dal luogo comune che solitamente si ha dei "film di guerra", tutti azione e spari, descrivendo invece silenzi, attesa, ansia, noia, frustrazione.
Qualcosa però non funziona...saranno gli attori, che sembrano impegnati in una delle più infime fiction rai, saranno i dialoghi, che nella maggior parte dei casi sembrano recitati e scanditi in modo artificioso, sarà che il messaggio sull'inutilità della guerra non traspare tra le righe, non viene "sussurrato", ma ti viene sbattuto in faccia più e più volte, senza "mediazione", in modo palesemente didascalico...fatto sta che ho trovato impossibile, se non in qualche sporadico momento, immedesimarmi ed empatizzare con quanto vedevo.
Peccato, a mio parere un grande potenziale forse sprecato dalla fretta o forse dal coinvolgimento personale di Olmi, trattando un tema a lui vicino ...forse troppo.

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