Joe Buck approda a New York, dal Texas, convinto di poter fare quattrini a palate grazie alla sua esuberante virilità da mettere a disposizione di donne sole. La realtà del "mestiere" si rivelerà molto diversa e molto più amara. Nella giungla metropolitana, Joe trova un vero amico nel tisico Rico.
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Grandissimo spaccato sul sogno americano e su tutte le illusioni che ne derivano. A 42 anni dalla sua uscita, l'impatto ovviamente non e' piu' lo stesso che poteva provocare all'epoca; ma nonostante questo, il film risulta in ogni caso emozionante e coinvolgente (gran parte del merito va all'eccellente e zoppicante performance di Hoffman, e al bellissimo rapporto d'amicizia che si instaura tra quest'ultimo e il chiuso ed ingenuo Voight). Molto triste il finale, e decisamente memorabili sia l'arrivo del cowboy nella Grande Mela sulle note di "Everybody's Talking At Me" di Harry Nilsson, sia il party psichedelico dai richiami warholeschi al quale i due partecipano (per tutta la sua durata, sembra di essere sotto l'effetto di allucinogeni). Un bel film, freddo e sofferto, che pero' e' riuscito a sopravvivere alla prova del tempo solo in parte. A me, comunque, e' piaciuto molto.