Bella orfana, decisa a farsi suora, è ospitata in casa di un ricco zio che, dopo aver cercato di usarle violenza, s'impicca. Erede del suo castello, si dedica a opere di carità cristiana, ma è derisa dai suoi beneficiati.
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A proposito di questo film Deleuze scrisse "... non sono soltanto i poveri e i ricchi che partecipano alla stessa opera i degradazione, sono anche gli uomini di bene e i santi..." Film carico di simbolismi cristiani volti alla rappresentazione della decadenza della società di fronte alle pulsioni di amore (sesso) e di morte, come magistralmente mostrato con "La Impura" e in modo geniale con il capolavoro "L'angelo sterminatore" in questo film si esalta la figura dello zio, simbolo di un presente morente, immerso nella sua follia e nelle sue voglie feticce che provocano la crisi e il cambiamento della protagonista, la bellissima Silvia Pinal, tanto pia e martire quanto sensuale (la scena in cui si intravedono i prorompenti seni quando lo zio è lì lì per spogliarla è molto e volutamente disturbante in questo senso). In seguito il cugino Jaime, altra figura imponente , i reietti della società (la scena della cena con annessa foto ricordo ultima cena è di una bellezza estrema con blasfemia annessa) e infine e soprattutto Ramona, fedele serva dello zio, fedele serva e amante del figlio, un topo impaurito su cui il gatto si avventa con avidità ben consapevole che per quel verso avrà sempre la pancia piena. Non ai livelli dell'angelo sterminatore ma sempre uno dei capolavori del maestro.
Il finale? vogliamo parlare del finale? la partita a carte con la musica americana di sottofondo, il pericoloso gioco a tre dove la serva capisce che deve andarsene perchè la padrona convertitasi (quasi) alla decadenza della carne sconfitta accetta la mediocrità del vincente che non ha mai nascosto di essere un servo della lussurio e del "peccato"