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Landis, Brooks e Polanski ci avevano già dato dentro per dissacrare la tenebrosa ed austera figura del vampiro; dalla Nuova Zelanda arriva un altro ottimo film in cui all'orrore vengono sostituite massicce e funzionalissime dosi comiche. Si racconta la storia di quattro succhiasangue coinquilini: il dandy e pedante Viago, l'immaturo e polemico Deacon, il seduttore e sadico Vladislav e il raccapricciante Petyr, figure che gli amanti dei vampiri tra un riferimento a Vlad Tepes e un altro al Nosferatu di Murnau/Herzog non potranno evitare di riconoscere, nonostante la rivisitazione goffa e demenziale. Alle prese con una quotidianità per nulla semplice basata sulle più elementari faccende domestiche sino al procacciarsi le vittime -con relativa pulizia del luogo ove vengono uccise- il film consta in una summa di sketch proposti in forma di mockumentary, con una troupe che "armata" di crocifisso decide di girare un documentario su questo quartetto poco in linea coi tempi moderni. La struttura narrativa quindi è piuttosto debole, tradisce il passato di Waikiki e Clement (rispettivamente nei panni di Viago e Vlad), registi e sceneggiatori oltre che colleghi in un gruppo comico noto nella loro patria. Questo però non è da intendersi come un difetto, l'impronta quasi da sit-com garantisce risate, ritmo e alternanza di situazioni modulate sugli argomenti più disparati. Gli effetti speciali funzionano alla grande ed il crossover coi lupi mannari è uno dei momenti clou dell'intera operazione. Pochissimi i passaggi a vuoto, il divertimento è assicurato e tanto basta per far di questa horror-comedy un piccolo cult.