Emiliano Zapata, insieme con Pancho Villa, si ribella al dittatore Diaz e rovescia il suo tirannico regime. Ma il nuovo governo, di ispirazione democratica, non dura a lungo. Zapata, tornato a combattere per l'eguaglianza e la libertà, viene ucciso a tradimento.
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L'habitat di Elia Kazan è sempre stato quello del cinema classico americano e il suo stampo è sempre stato accademico, sobrio e formale. Quasi mai ha portato innovazioni alla tecnica o al genere cinematografico. Questo approccio del regista al genere western ha inevitabilmente un effetto placebo perché i dialoghi e le recitazioni retoriche lo fanno rimanere inchiodato alla retorica epica ed eroica di questa sceneggiatura, senza che al contempo venissero spese risorse, in termini economici e di maestranze, sull'impatto spettacolare del film VIVA ZAPATA! non ha personaggi complessi e non ha in sé un'idea di cinema all'avanguardia. Il risultato è noioso e in ritardo rispetto ai tempi.