volti regia di John Cassavetes USA 1968
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volti (1968)

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locandina del film VOLTI

Titolo Originale: FACES

RegiaJohn Cassavetes

InterpretiJohn Marley, Lynn Carlin, Gena Rowlands, Seymour Cassel

Durata: h 2.07
NazionalitàUSA 1968
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1968

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Trama del film Volti

Dopo quattordici anni, il matrimonio tra Maria e Richard Forst sembra arrivato alla fine. Lui passa una serata con una prostituta (Rowlands), si fa ospitare in casa sua, ma al risveglio tutto si rivela sgradevole. Lei va a ballare con delle amiche e finisce per rimorchiare uno sconosciuto (Cassel). La mattina dopo Maria e Richard si ritrovano e i loro problemi sono ancora intatti...

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Voto Visitatori:   8,67 / 10 (9 voti)8,67Grafico
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Voti e commenti su Volti, 9 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

alex94  @  14/10/2023 16:10:00
   7½ / 10
Tra i più ostici e sperimentali di Cassavetes che delle 17 ore di girato scelse di mantenerne solo un paio,due ore comunque che non v'hanno proprio giù tutte di un fiato essendo incentrate sul rapporto in crisi ( prossimi alla separazione ) tra marito e moglie.
Cassavetes analizza in profondità la psicologia dei due,le loro paure,angoscie e desideri,supportato in questo anche dall' ottima prova del cast e conducendoci ad un finale privo di catarsi ma in grado di emozionare.
Lento, tremendamente lento e per certi versi anche superato ( la middle classe americana così come descritta in questa pellicola non esiste più),ma mai noioso e con apprezzabili movimenti di camera che conferiscono al tutto un certo realismo.
Non il mio preferito dell' autore americano ma di certo un opera importante che non lascia indifferenti.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  10/03/2014 20:26:24
   8 / 10
Corre l'anno '68, Cassavetes gira 2 capolavori, uno davanti alla macchina da presa, in un clima al vetriolo con Polanski, l'altro autofinanziatosi (dalle interpretazioni fruttuose di quei 2 anni, l'anno prima aveva girato 'Quella sporca dozzina' con Aldrich) lo gira dietro la mdp (a mano), il decalogo che intende sempre rispettare è quello di mettere a proprio agio i suoi attori, sviscerarne ogni emozione, il flusso di coscienza emerge dalle espressioni dei loro volti, che non mentono (prendere anche la sequenza della Rowlands che mente a parole ma il volto fa trasparire l'opposto riguardo alla sua professione nell'asserire che non gli importa), indi per cui si comprende il pessimo ricordo che si portò dietro dal set de 'Gli Esclusi', la soffocante ingerenza di Kramer. Il cast è a ruota libera, tutto sa di improvvisato, non ci sono riprese studiate meticolosamente a tavolino, guizzi da piece teatrale. Regia al vetriolo e claustrofobica come l'opera d'esordio, stesso montaggio spezzato, spaccati di vita coniugale riprodotti con fedeltà documentaria. Risate, balletti, anticamera per sfuggire al confronto di una crisi lacerante, coniugi che preferiscono nascondere la polvere sotto il tappetto, meglio fare buon viso a cattivo gioco, anche se le scappatelle sono all'ordine del giorno, l'immagine della famiglia americana ricoperta da lustrini e da quel velo di patina deve fare i conti con la realtà.

Schizoid Man  @  10/06/2011 19:12:05
   8 / 10
Probabilmente "Volti" è il film più sperimentale che Cassavetes abbia mai diretto in tutta la sua carriera. Perché è quello in cui il cineasta americano ha portato alle estreme conseguenze il suo particolare modo di fare cinema. Lo stile anticonformista di Cassavetes, cineasta sempre insofferente alle regole, forse ha trovato in "Volti" la sua espressione più compiuta. Tra tutti i suoi film, di certo questo è stato quello dalla lavorazione più travagliata. Questa pellicola, infatti, è il frutto di tre anni di lavoro frammentario, grazie al quale il regista ha potuto girare diciassette ore di pellicola; a ciò ha fatto seguito un montaggio (curato dal produttore, Maurice McEndree, e dal direttore della fotografia, Al Ruban) laborioso, dal quale è uscita una prima versione del film che durava ben duecentoventi minuti (oggi purtroppo irreperibile), ridotti in un secondo momento a centotrenta. Ed è proprio questa la versione definitiva di "Volti" che possiamo ammirare ancora oggi, a distanza di quarantatré anni dalla sua uscita nei cinema. Nonostante la lavorazione complessa, il film, miracolosamente, funziona. Guardando "Volti", la cosa che impressiona maggiormente è il realismo della messa in scena. Un risultato a dir poco stupefacente, soprattutto se si pensa in quali condizioni è stata girata la pellicola.
Per raccontare la crisi di una coppia, Maria e Richard, che dopo quattordici anni di matrimonio un bel giorno scoprono, semplicemente, di non sopportarsi più, Cassavetes ricorre ad una messa in scena claustrofobica, come detto in precedenza, di un realismo impressionante. Il regista costringe i suoi (eccezionali) interpreti a muoversi costantemente in spazi chiusi (non c'è un solo secondo del film che si svolga all'aperto); le stanze delle case nelle quali i personaggi si scannano a vicenda diventano per gli stessi delle prigioni da cui pare impossibile uscire, tanto è vero che gli attori somigliano a degli animali in gabbia (soprattutto John Marley, che veste i panni di un nevrotico uomo d'affari, Richard Frost; ruolo che è valso al succitato interprete la Coppa Volpi come miglior attore al Festival di Venezia). Vediamo gli inquieti protagonisti di "Volti" discutere, litigare, urlare, alternare momenti di dolcezza ad altri nei quali si ammazzerebbero l'uno con l'altro. La messa in scena claustrofobica, quindi, ha come obiettivo principale quello di amplificare le tensioni - dapprima latenti, poi, man mano che la vicenda prosegue, sempre più palesi - che esplodono fra gli interpreti di questo intenso, angosciante e snervante dramma familiare.
Il tutto viene ripreso con una serie di inquadrature nervose che non si staccano quasi mai dai volti degli attori. Lo stile di regia di Cassavetes è secco, concitato, scevro da qualsiasi abbellimento: uno stile, il suo, non per tutti i gusti ma indubbiamente efficace, esaltato in questo caso da una fotografia "sporca", il cui bianco e nero dai toni volutamente sgranati è perfetto per spogliare il film di qualunque artificio stilistico.
Cassavetes, inoltre, si affida come al solito ad un gruppo di interpreti straordinari: John Marley, Gena Rowlands (Jeannie Rapp), Lynn Carlin (Maria Frost) e Seymour Cassel (Chet) sono in autentico stato di grazia; il modo in cui riescono a rendere credibili le nevrosi di cui sono affetti i loro personaggi è qualcosa di veramente notevole. Alla fine, comunque, il geniale autore di "Ombre" non offre sponde consolatorie né ai suoi personaggi né a noi spettatori: il gioco al massacro a cui danno vita Maria e Richard, infatti, non trova una soluzione. Cassavetes (non) conclude lasciando tutto in sospeso, come se volesse condannare i suoi due protagonisti a vivere eternamente in una sorta di limbo nel quale bene o male, prima o poi, tutti quanti siamo destinati a finire. "Volti" è un film decisamente spietato. Come la vita, del resto.

BlackNight90  @  05/08/2010 20:47:27
   8½ / 10
"Oh! Come on, now. Cry.
That's it. That's life, honey!
Tears... Tears are happiness, man.
Just do it!"
Ecco, mi sarebbe piaciuto che il film finisse dopo questo scambio, finalmente sincero, di emozioni, dopo questa scena di salvezza: è bello che qualcuno riesca a risvegliarti dal coma causato dalla vita adulta nella società moderna che irreggimenta le persone in ruoli e non le considera all'infuori di essi, qualcuno che tenga così tanto a te da correre il rischio di farti del male pur di rompere l'ingranaggio che ti rende un essere meccanico.
Invece Cassavetes va oltre e sceglie una fine diversa, più dolorosa ma forse più vera, mostrando quella scala nel buio dove marito e moglie alla fine (non) si ritrovano.
E' un film dove non succede praticamente nulla di significativo, solo gente che balla, ride, litiga, va a pùttane, beve ma è proprio qui l'essenza: lo sguardo di Cassavetes che osserva i suoi protagonisti comportarsi come bambinoni ridicoli e isterici, ma senza mostrare biasimo o particolare pietà nei loro confronti; la mdp che rincorre i personaggi per poter cogliere appieno la meravigliosa banalità del volto umano, che deformandosi riesce a rivelare come dietro le risate ci siano le menzogne, dietro le bugie il vuoto, dietro i sorrisi una richiesta d'aiuto.
E' un tradimento, in questo film, che non è solo ma familiare, ma è prima di tutto verso se stessi.
Ed eccola, finalmente! la vita e la realtà racchiuse in questo contenitore che è 'Volti', un film che rimanda a se stesso, ma senza la presunzione del regista di esserci riuscito, perché contando i mezzi a disposizione, gli attori suoi amici che non furono pagati, questo film è un piccolo miracolo.
Apprezzo, condivido le scelte e l'onestà di Cassavetes, che lo hanno sempre tenuto ai margini, e anche se non amo alla follia il suo stile così mimimalista e cupo, non posso che ammirarlo.

"Coraggio, piangi ora! E' la vita, tesoro!

2 risposte al commento
Ultima risposta 07/09/2010 03.16.13
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  07/03/2010 12:11:18
   10 / 10
C'è già nell'inizio un'invenzione che bene introduce al cinema di Cassavetes: un proiettore s'accende, come a doverci transitare dal momento reale alla finzione scenica: e invece non troviamo differenza tra il prima e il dopo, tra l'al di qua e l'al di là dello schermo.

Questo film è un capolavoro! E per certi aspetti mi ha ricordato il realismo immediato che contemporaneamente andava sperimentando in quegli stessi anni Warhol.
Troviamo gli stessi dialoghi tesi, le stesse nevrosi, gli stessi cambi repentini d'umore: risa isteriche s'alternano a crisi di pianto e a scatti d’ira, canti e balli a silenzi carichi di tensione: è c'è l'identica eccentricità, l'identica debolezza, l'identico esibizionismo, e quella vanità (in entrambe le accezioni del termine) di cui s'è attorniato l'uomo moderno. E poco cambia se i protagonisti non sono le star della Factory ma uomini d'affari: i comportamenti "improvvisati" risultano gli stessi.
Ma se Warhol fissava assiduamente i suoi interpreti in attesa di una loro reazione, Cassavetes segue ogni loro gesto, talvolta intralcia il passare dei corpi o i corpi intralciano la telecamera; sicuramente scruta i volti, come nel titolo ci dichiara, dai quali scopre ogni turbamento ed ogni minima espressione - fessure di sentimenti perlopiù meschini.

Gli episodi a cui assistiamo sono momenti di svago e di sfogo, serate tra conoscenti, incontri sociali, periodi d'attesa: in cui i personaggi non lavorano, non compiono azioni significative: ballano, chiacchierano, bevono, fumano, recitano scioglilingua, urlano, si prendono a pugni: in loro la parola e il gesto hanno perso il proprio scopo.

Cassavetes comincia, e già compie totalmente, quel discorso sulla grande crisi della coppia e della famiglia che continuerà con "Mariti" e "Una moglie".
Qui li vediamo entrambi, marito e moglie, ma nettamente distanziati, quasi spezzati, ognuno isolato dentro al proprio episodio.
Nel finale la cinepresa riprende fissamente la scala di casa: in cima lei, in fondo lui, fumano e tossiscono: uno sale, l'altro scende; l'immobile scala rimane infine vuota coi suoi gradini.

3 risposte al commento
Ultima risposta 08/09/2010 02.10.30
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Guy Picciotto  @  30/08/2008 15:27:07
   8 / 10
i vecchi odiano i giovani emergenti, si chiama invidia, sentimento tra i più indegni e patetici che l'uomo possa provare, l'uomo peter pan moderno non vuole più morire, non vuole più farsi da parte, detiene la ricchezza e non vuole condividerla con le nuove generazioni, quando muore poi questa ricchezza se la porta con se nella capsula di rianimazione.....pardon, nella bara volevo dire, lasciando le nuove generazioni nella feccia sino al collo. (uh uh il film è del 1968 , ma che coincidenze con la nostra di generazione di ventenni nel 2008!)
L'invidia del pene, il nemico dei giovani oggi giorno sono i vecchi, ovvero i loro genitori stessi. Uomini eterni peter pan patetici e ridicoli, le donne invece credono ancora in rituali oramai consunti come il matrimonio e si sentono in colpa solo a provare attrazione sessuale per un altro che non sia il marito, non ci occorreva Cassavetes per dirci queste cose forse, ma il modo con cui lo ha fatto , il modo in cui cassavetes gira, il modo in cui fa uscire tutto il ridicolo insito nelle espressioni dei volti umani (oramai divenuti automi come dice il giovane negli ultimi scorci del film) il minimalismo della messa in scena, ecco tutto questo è da ricordare, è non è poco. Uno dei capolavori riconosciuti del maestro del cinema indipendente americano.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  21/01/2008 23:11:37
   9 / 10
Volti è un film magnifico. Scava a fondo e senza pietà all'interno della disgregazione di un matrimonio, facendo emergere in tutta la sua crudezza la crisi di rapporti profonda, senza via d'uscita e resa alla perfezione dall'atmosfera claudtrofobica della pellicola. I personaggi soprattutto quelli maschili ne escono con le ossa rotte. Uomini ridicoli prigionieri del loro infantilismo con continui sbalzi di umore quasi a simboleggiare una società in preda alla schizofrenia. Cassavetes viviseziona i suoi personaggi, scava a fondo nelle loro angosce e nei loro egoismi come pochi registi sanno fare. Cast pressochè perfetto. Un vero gioello da vedere.

badovino  @  07/11/2006 03:42:40
   9 / 10
Uno dei più grandi capolavori del cinema indipendente e del grande Cassavetes. Il vuoto che può nascere in un rapporto d'amore, il vuoto che nasce tra le persone, l'assenza di rapporti sociali...di comunicazione...la vita piena di vuoto...la vita passata come automi senza cervello e stimoli. Rimane solo una scala silenziosa, rimane solo il fumo delle sigarette e la puzza di alcool a riempire la vita di persone che vivono morte e non lo sanno. Riflessione esitenziale del grande regista sull'amore, l'amicizia...sull'uomo e sulla donna.

benzo24  @  26/11/2005 12:48:27
   10 / 10
Bellissimo film capolavoro di Cassavetes che racconta la fine dell'amore,il rimpianto della giovinezza, la ricerca della solitudine, l'ubriachezza della notte, *******, gigolo, uomini meschini e stupide donne, un inno alla vita. Interpretazioni e regia da Oscar.

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