In una città americana di Jersey City, un poliziotto bianco colpisce involontariamente un ragazzo afroamericano e decide di chiamare i suoi colleghi per farsi aiutare piuttosto che denunciare l'incidente. Questo darà il via ad una serie di scontri e ad un processo.
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Possiamo dividere Seven Seconds in due parti: la prima ci offre tutto il contesto di una realtà degradata in cui le tematiche presentate come il razzismo ed il pregiudizio sono ben presenti ed offrono spunti quanto mai attuali. Il problema della prima parte è la narrazione slegata ed il disequilibrio dei personaggi. Alcuni di loro sono realmente respingenti ed offrono poca empatia: il sostituto procuratore KJ Harper ed il padre della vittima, per fare due esempi sono irritanti ed a volte incomprensibili nelle loro scelte e nelle parole che escono dalla loro bocca. Mentre altri con il detective Fish è forse il carattere meglio riuscito, quelle che più di tutti gli altri riesce a mostrare più sfaccettature ed una vera evoluzione. La seconda parte è migliore se non altro perchè incanalata nel legal thriller acquisisce una certa solidità. Ma nel complesso tutta questa miniserie si divide fra pregi e difetti in egual modo. Gli antagonisti sono solidi ma sostanzialmente non offrono una caratterizzazione da ricordare. Sono cattivi e basta. E poi c'è troppa diluizione nella narrazione e forzature di sceneggiatura che mi sembrano eccessive. Vero che l'indagine poliziesca è messa come filo conduttore per parlare d'altro ma alcune scelte gridano ancora vendetta. Si può vedere, ma se ne può fare anche a meno.
Miniserie crime piuttosto anonima. Buone le atmosfere gelide e buona prova di alcuni protagonisti come Mosley. Gli antagonisti lasciano a desiderare. Sufficiente non oltre.