masters of horror: sulle tracce del terrore regia di Takashi Miike USA, Giappone 2006
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masters of horror: sulle tracce del terrore (2006)

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locandina del film MASTERS OF HORROR: SULLE TRACCE DEL TERRORE

Titolo Originale: MASTERS OF HORROR: IMPRINT

RegiaTakashi Miike

InterpretiYouki Kudoh, Billy Drago, Michie, Toshie Negishi

Durata: h 1.03
NazionalitàUSA, Giappone 2006
Generehorror
Al cinema nel Giugno 2006

•  Altri film di Takashi Miike

•  SPECIALE MASTERS OF HORROR: SULLE TRACCE DEL TERRORE

Trama del film Masters of horror: sulle tracce del terrore

Sul finire del XIX secolo, un attempato giornalista statunitense si reca presso un'isola-casino giapponese alla ricerca del suo amore di gioventù, Komomo, che aveva illuso con la promessa non mantenuta di una vita in America. Una prostituta sfigurata giocherà con lui, raccontandogli storie che nessun uomo vorrebbe mai dover ascoltare...

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Voti e commenti su Masters of horror: sulle tracce del terrore, 123 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  28/01/2008 14:38:03
   6½ / 10
La prima parte di questo episodio è davvero sublime registicamente e di forte impatto, la seconda mi ha un po' delusa perchè si perde in un eccesso di crudezza e violenza gratuite (come le immagini dei feti abbandonati) ed il finale dell'episodio non è per nulla coinvolgente.
Sicuramente Miike rivela un grande talento per le scene cruente e per un'atmosfera molto horror ma questo non è sicuramente uno dei MOH più riusciti.

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giumig  @  02/01/2008 12:57:36
   4½ / 10
Horror non lo è, perchè un horror almeno per me, deve per primna cosa spaventare. QUi tutt'al piu si puo rimanere scioccati per alcune scene (2 o 3) di facile impatto. La trama, che i in alcuni casi non è la cosa piu importante ma che deve almeno avere una base, è solo un pretesto senza senso, cosi come la sceneggiatura e gli attori, davvero mediocri. Finale brutto.

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Ultima risposta 02/01/2008 13.37.33
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  22/12/2007 14:23:16
   9 / 10
Eccezionale, un horror quasi perfetto. Violentissimo, malato, angosciante, ti porta direttamente all'inferno. Da non perdere.

Invia una mail all'autore del commento piernelweb  @  04/12/2007 23:06:00
   5 / 10
Takashi Miike è un regista che negli anni si è guadagnato la fama del maggior autore dell'horror estremo, sadico e iperviolento. Anche in questo episodio della serie "Masters of Horror" non mancano sequenze cruente, per la gioia dei suoi fan che sembrano chiedergli di spingersi, ad ogni nuovo lavoro, sempre oltre. Il cinema di genere ha sempre avuto, giustamente, uno zoccolo duro di appassionati che ha salvaguardato registi come Miike, incapaci di ritagliarsi uno spazio di pubblico e di critica consistente. Se è lecito riconoscere al regista nipponico una buona capacità tecnica nella cruda rappresentazione dell'orrore, appare quantomeno discutibile andare a ricercare nei suoi lavori un'analisi stratificata e simbolica dei mali della società moderna (come condivisibilmente afferma Mereghetti nel suo dizionario dei film 2008). Più che costruire un lavoro attorno ad un concetto a più ampio respire, pare viceversa che Miike costruisca i suoi film in modo da giustificare la scelta di certe efferatezze. Anche in questo "Imprint", dopo un discreto avvio, la regia si fa prendere la mano, dall'esigenza di dover mostrare compiaciuta qualcosa che sia sensazionale per forza, negando quindi la scelta più autoriale di far intuire l'orrore senza mostrarlo. E così l'immagine dei feti abbandonati sul fiume è meno impattante di quanto avrebbe potuto essere e soprattutto è disconnessa dal resto dal racconto. La narrazione finisce col degenerare ripetutamente in un finale confuso che cerca inutilmente di valorizzarsi riccorrendo all'onirico. Ancora una volta una conclusione infelice che vanifica il buon livello della prima mezzora.

Norman Bates  @  21/11/2007 20:08:57
   9½ / 10
Miike si sa non si è mai risparmiato nelle scene di violenza, questo ne è una prova. un ottimo film che ti tiene incollato alla poltrona, una bella trama, il che è già un miracolo piochè in un mediometraggio non è facile svilupparla come si deve. le scene di tortura sono una vera agonia (nel senso buono del termine) sconsigliato alle persone impressionabili che si ritroverebbero con la faccia nel water a vomitare. Ottimo ma non perfetto.

Da&Le'  @  07/11/2007 23:51:44
   7 / 10
Decisamente un bell'horror!

Ottima la storia nella sua stranezza e perfetta l'atmosfera che in un horror è tutto, assieme alle scene che devo dire fanno accapponare la pelle.

Per i fan del genere è decisamente consigliato!

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  01/10/2007 00:23:02
   9 / 10
Una frase tipo: "Zio bestia, che nerbata sullo stomaco" potrebbe rendere perfettamente l'idea delle sensazioni che si provano guardando "Imprint" e, al contempo, fornire un più che adeguato commento al film stesso.
Era da moltissimo tempo che non vedevo qualcosa di così violento (credo, tra l'altro, proprio da "Audition" sempre di Miike): la violenza esplicita, mai fine a sé stessa, rende il mediometraggio di Takashi quanto di più disturbante sia stato prodotto negli ultimi anni e se da un lato le scene di tortura necessitano di "nervi saldi e buono stomaco", dall'altra quelle dei feti gettati sono davvero difficili da mandar giù, nonostante meno invasive da un punto di vista prettamente visivo.
Come ottimamente esposto da Gaunt, anche il rimando miikiano alla narrativa kurosawiana di "Rashomon" è evidente e la gamma delle tematiche trattate (la diversità, la solitudine, la violenza e l'adulterio) fanno rimpiangere il fatto che questa produzione sia solo un mediometraggio.
Sconsigliatissimo ai deboli di stomaco. Ah, bellissima la fotografia.

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Ultima risposta 01/11/2008 11.02.10
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Geoff  @  08/09/2007 11:43:40
   7½ / 10
come si dice da noi "m'a scialai".
bello davvero questo episodio. Forse nella fretta di concluderlo si è un pò impastato il finale, ma il film funziona alla grande.
Per certe cose un "basket case" mooolto più oscuro.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  29/08/2007 22:30:03
   8 / 10
Sul fatto che questo episodio non sia stato trasmesso è il segno tangibile che certi argomenti nelle televisioni americane sono come dei tabù. Vedendo questo mediometraggio è facilmente verificabile. Indubbiamente le immagini sono molto forti, una discesa in tutte le stratificazioni del Male che Miike non ci nasconde, ma anzi ci mostra in tutte le sue forme di degrado culturale e morale (con un po' di compiacimento). i riferimenti cinematografici a Kurosawa di Rashomon ed il Romero de La metà oscura sono evidenti.

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Ultima risposta 01/11/2008 21.58.45
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Aztek  @  21/08/2007 20:13:54
   8 / 10
Film fatto bene....naturalmente per gli amanti del genere. La scena della tortura è veramente cruda, spero che gli altri masters of horror siano come questo.

Signor Wolf  @  04/08/2007 15:10:10
   7 / 10
Premetto che non sono abituato al cinema orientale, non sopporto la loro struttura narrativa.
Questo film non è un horror, è solo malato e malvagio, ogni peronaggio è marcio fino al midollo, che delizia! peccato che si perda sul finale

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  24/07/2007 13:11:38
   9 / 10
Eccellente,sicuramente il miglior episodio dei Masters of horror tra quelli che ho visto,a conferma delle grandiosi capacita’ artistiche di Takashi Miike per l’occasione ben poco criptico nel messaggio di fondo, al fine di adeguarsi al meglio (probabilmente) ai gusti degli spettatori occidentali.
Miike non si risparmia e ci da’ dentro con la cattiveria,tant'è vero che “Imprint” ha avuto problemi con la solita censura americana…effettivamente alcune sequenze,su tutte quella della tortura,impressionano e non lasciano scampo allo spettatore richiamando alla memoria "Audition", altro splendido lavoro di Miike,nonche’ alcune pratiche sessuali tipiche del bondage e del sadomaso.
L’incubo partorito dalla geniale mente del regista giapponese è di quelli che angosciano sul serio,superficialmente potrebbe apparire come un giallo arricchito da un abbondante dose di violenza e cattiveria,il tutto confezionato in maniera elegante come consuetudine, con una fotografia magnifica,in cui i colori si mescolano alla perfezione quasi ci trovassimo di fronte ad un dipinto piu’ che ad un film.
Ma la violenza ,attitudine predominante della societa’ moderna secondo il regista, è solamente il mezzo utilizzato per rappresentare il malessere dei due personaggi principali,delusi e sconfitti dalla vita,fortemente segnati dagli eventi e sull’orlo di un baratro che non prevede passi indietro.
La violenza è lo sfogo naturale all’assenza d’amore e di comprensione,all’emarginazione,all’umiliazione che i due individui,seppur in maniera diversa, provano o hanno provato sulla loro pelle,cio’ che ne esce è il ritratto oscuro ma al tempo stesso poetico di due anime senza pace, perfettamente delineate nella loro ricerca esistenziale,simboli della crudelta’ della vita,vittime e carnefici al tempo stesso,specchio di una societa’ contemporanea sempre piu’ avvezza all’utilizzo della forza e della prevaricazione nei confronti del piu’ debole.
Incredibilmente affascinante è il personaggio della prostituta sfigurata, ambiguamente dolce e interiormente votata in maniera inesorabile al male, partorito da quella che Stephen King chiamerebbe la meta’ oscura.
“Imprint” si perde un pochino nel finale,a causa della notevole ricchezza d’argomenti che avrebbero forse meritato maggior approfondimento,rimane comunque un gran pezzo di cinema e soprattutto un gran horror che oltre a rispettare quelli che dovrebbero essere i consueti canoni del genere,risulta ambasciatore di un messaggio degno di analisi e riflessione.

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Ultima risposta 10/12/2007 09.25.29
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Jenna sun  @  04/07/2007 16:37:34
   1 / 10
è proprio vero che al peggio non c''è mai fine! Più un film è violento e più piace...c''è qualcosa che non va!!! Non è possibile che un film come questo abbia una media così alta e soprattutto ci vuole una mente perversa per idearlo ma anche per apprezzarlo... Un qualcosa che non può e non deve essere reale e che, proprio per questo, fa anche scappar da ridere per l''assurdità di certi passaggi! Insulsa la storia e incomprensibile per chiunque abbia un briciolo di sensibilità.

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Ultima risposta 09/03/2012 19.46.44
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private_joker  @  02/07/2007 09:51:35
   8½ / 10
Visto due giorni fa. Davvero bello, anche se alcune sequenze sono veramente insostenibili.


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Per il resto, una storia raccontata abbastanza bene, con un buon cast (bellissima Komomo), tuttavia ho trovato il finale non proprio all'altezza di tutto il resto, come se avessero fretta. Questo comunque non rovina il fatto che il film mi sia piaciuto, anche se dubito che lo rivedrò in tempi brevi...


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Invia una mail all'autore del commento XanaX  @  02/07/2007 01:09:00
   8½ / 10
Fra tutti gli episodi di Master of Horror che sono riuscito a vedere fino ad ora questo sicuramente è il migliore. Storia molto bella, con continui colpi di scena, tiene in tensione fino alla fine. Crudo, terrificante, raccapricciante, reale...
Takashi Miike...
Un altro grande suo grande capolavoro.
L'unica pecca, amio avviso, è l'interpretazione di Billy Drago, sembrava un attore alle prime armi.

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Ultima risposta 02/07/2007 01.14.19
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  16/06/2007 12:00:25
   8 / 10
Tra gli episodi della collana M.O.H.visti finora,quello diretto da Takashi e'sicuramente il piu'estremo:Imprint richiama subito i temi cari al regista orientale(la menzogna,la ferocia,la tortura,la violenza)con una sequenza a meta'pellicola degna del finale di Audition...la differenza con i precedenti capitoli della serie,risiede tutta nella crudelta'di fondo di un pazzo come Takashi:nessuno sconto,nemmeno per un prodotto televisivo,l'universo di Miike e'questo,niente e'lasciato all'immaginazione,la violenza e'spiattellata sullo schermo senza nessuna censura.
Imprint lo metto al pari di Homecomnig,ma un gradino sotto il capolavoro di Carpenter:essendo limitato nella durata,il film non e'immune da difetti di natura narrativa,

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILERcon relativa caduta di tono nel finale.Rimane cmq una pellicola inquietante e malsana da vedere assolutamente.

Tom24  @  24/05/2007 23:00:24
   7½ / 10
Non male questo "Imprint", anche se devo dire che mi aspettavo di meglio.
La regia la ho trovata un tantino diversa da quella a cui Miike mi aveva abituato, o forse sarà stata una mia impressione... Ottimo il clima soffocante che si respira per tutto il mediometraggio e la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto quella della donna "sfregiata". Peccato però che non sia riuscita a spaventarmi più di tanto e le ultime scene le ho trovate un pò fuori luogo e possibilmente evitabili. Cmq un horror che esce dai canoni abituali, merita uno sguardo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  17/05/2007 12:50:30
   9 / 10
Forse non vale 9 ma nella nulla totale del cinema horror odierno questo Imprint è un piccolo gioiellino.
Ricco di suspance e di una violenza molto ricercata, fastidiosa MA MAI GRATUITA, insomma nella famosa scena della tortura non si punta su mutlazioni da bassa macelleria che portano lo spettatore al mero disgusto, qui è molto più ricercata, fine sadica........
La storia è davvero coinvolgente ogni scena non è mai fine a se stessa anche se il finale è eccessivo.
Una cosa è certa se Takashi Miike non avesse sfogato nel cinema le sue perversioni, sicuramente sarebbe diventato un serial killer :)

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Ultima risposta 17/05/2007 14.05.05
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benzo24  @  21/04/2007 18:26:57
   9 / 10
originale e sadico come sempre miike confezione un episodio mitico della serie master of horror. assolutamente da guardare.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  21/04/2007 10:48:49
   5½ / 10
Non mi è piaciuto molto questo "masters of Horror" di Miike.
Certo chi non conosce "Ichi the killer" "Audition" o "Visitor Q" , rimarrà a bocca aperta per l'esagerazione nella rappresentazione della violenza del regista giapponese.
Però "Imprint" non ha la forza dei suoi lavori migliori.
Oltre a essere francamente noiosetto, nonostante la breve durata, del mediometraggio di Miike non c'è molto da dire. I temi del doppio sono noti, la struttura a incastro con il protagonista alla ricerca della verità è la solita di "Rashomon" e ormai largamente abusata ovunque.

La scena centrale della tortura è certo molto forte, ma neanche lontanamente shokkante come gli ultimi 15 minuti di "Audition". E anche da questo punto di vista Miike ormai sembra aver detto abbastanza.
Girato con competenza da Miike, "Imprint" comunque è molto lontano dai lavori migliori del regista.

Garris (produttore dell'intera serie che comprende anche 2 horror memorabili come "Cigarette burns" di John Carpenter e "Homecoming" di Joe Dante) , l'ha cancellato dal palinsesto della tv che trasmetteva i mediometraggi perchè ritenuto esagerato.
La cosa sa di imbarazzante mossa commerciale per spingere all'acquisto dei dischi, dato che francamente l'episodio di Carpenter è 1000 volte di forte di quello di Miike.

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Ultima risposta 27/09/2007 11.20.17
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aleross  @  15/04/2007 06:22:31
   7 / 10
devo dire che il finale mi ha completamente spiazzato, non l'ho proprio capito


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ehm si, ci saranno di sicuro un sacco di bei significati, significanti, metasignificati e metametasignificati ma io non ci ho capito una mazza!!!

A mia discolpa va detto che la Anchor Bay ha pensato bene di mettere in vendita il MOH in due bellissimi cofanetti ricchissimi di contenuti speciale e ad un prezzo onestissimo... peccato che 9 film (imprint compreso) su 13 non presentino alcun tipo di sottotitolo!! (e in questo film l'accento degli attori non è esattamente oxfordiano...)

Mi riservo una seconda visione per approfondire.
Per il momento posso dire che le scene di tortura/feti/aborti non mi sono sembrate cosi forti e impressionanti come detto da altri.

Sicuramente un film complesso su cui c'è molto da riflettere e da interpretare.

Guy Picciotto  @  28/03/2007 12:19:04
   9 / 10
Imprint è l’ultimo grande capolavoro in ordine di tempo del maestro giapponese takashy miike, ovverò il miglior cineasta del raccapricciante che abbiamo oggi giorno sul pianeta terra, che sia il più grande lo si evince dalla sua sterminata sequela di capolavori e anche dalla collana masters of horror da cui è tratto questo film della durata di un ora, ad esempio il film di argento della collana è lontano anni luce, sintomo della decadenza di un modo di fare horror che ormai ha stancato e che si ricicla su se stesso senza proporre novità, e poi metterlo di fronte a questo maestro dimostra davvero di essere diventati nel caso di argento ormai merce obsoleta, miike se ne frega e continua per la sua strada, imprint è un passo ancora avanti rispetto ad “audition”, le torture mostrate in questo film sono quasi certamente le torture più efferate e traumatiche che mi sia stato dato di vedere al cinema, ancora più cruente di quelle degli ultimi folli 20 minuti di audition che turbò con la sua violenza sadica e con atmosfere stranianti al limite della sopportazione, con imprint si va ancora oltre, e come in ichi the killer Miike supera se stesso, con sequenze che trasudano il sangue nero della Morte, a corollario di qualcosa che si è mostrato a noi in uno stato di grazia irripetibile e dannata. E ancora piu estremo di altri suoi lavori per tutta una simbologia che adotta per rendere il male, l'aborto rappresentato dalla sequenza del feto strappato con le mani di forza dall’utero, o l'inquisizione della prostituta o l'immagine del feto che scorre lungo il fiume. La scena della tortura è ovviamente anche l’auto celebrazione stessa di Miike come maestro nel rendere al massimo la suggestione visiva verso questa mostra delle atrocità, pensiamo all’aborto e all’ incesto, 2 argomenti che definire tabù nei paesi occidentali è un eufemismo, e lo straniero in terra straniera, un americano, che si agira stupito ed incredulo tra queste tende rosse e che ben presto viene a conoscenza diretta di quali siano le relazioni umane e da cosa siano effettivamente mosse, l’americano in questo caso è colui che vede cosa c’è sopra la punta di ogni spillo, che vede dinanzi ai suoi occhi quello che la sua cultura ha tenuto nascosto ai suoi compatrioti ma che esiste, magari nelle prigioni di Guantanamo, ma esiste, così come esiste la metà oscura che alberga in ognuno di noi, che ci rende avidi e menzogneri, è rappresentata egregiamente dalla figura della ******* sfigurata che nasconde all’interno della sua testa la sorella gemella, rappresentata da una mano, simbolo dell’arraffare più che del stringere la mano in segno di rispetto o sinonimo dell’amicizia, ed è ancora sdoppiamento di personalità, canovaccio che ormai accompagnata tanti moderni capolavori della cinematografia (da Lynch, a Cronenberg a Tsukamoto).
La sorella demoniaca che vuole prendere il sopravvento nella testa della prostituta è l’immagine della sete di potere, sia materiale, rappresentato dall’anello che ruba e inghiotte, che spirituale dato che è evidente come la parte nascosta controlli la volontà della parte visibile.
Visionario e malato a livelli sproporzionati, il tutto che trasuda una poetica perversione da fiaba, da regno incantato.
se visitor q (forse complessivamente il più shockante film di Miike) terminava con un buon auspicio di ricomposizione familiare qua non c’è più scampo, in quanto si muore ancora prima di nascere o appena nati, senza nemmeno arrivare alla fanciullezza, o nel caso si sopravviva,si viene derubati ancora bambini dell’innocenza (il padre che stupra la figlia),
È lecito chiedersi fin dove potrà arrivare questo prodigioso cineasta, per ora godiamoci quest’altra devastante fiaba.

Brezeer87  @  24/02/2007 23:39:58
   9 / 10
Beh....che dire!
Inanzitutto che in appena un'ora un grande maestro del cinema orientale contemporaneo riesce a scherzare e a impressionare lo spettatore con una serie terribile di violenze, di pgni genere! Dalla pura e spropositata violenza sadica visiva ad una violenza più interiore e psicologica.
Io che ero rimasto quantomeno inorridito dalla tortura finale in Audition nn ho potuto fare a meno di riprovare qlla sensazione di crampo allo stomaco e soffio al cuore quando pensi: "vabè...ma mica lo farà davvero?? e poi vabè, anke se lo fa nn lo farà mica vedere!"...beh, tutto ciò è stato puntualmente smentito dal nostro caro Takashi! Per cui consiglio vivamente a tutti (soprattutto donne) di starne lontani se nn siete disposti a sensazioni forti....

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Ultima risposta 23/12/2007 19.57.06
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markos  @  07/02/2007 17:58:48
   8½ / 10
Per gli appassionati dell'horror è un film da vedere assolutamente!!! Questo è un film pazzo...le torture i feti ecc...veramente agghiacciante!!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  26/01/2007 21:06:52
   8 / 10
Immagino come si sia sfregato le mani Miike quando gli hanno commissionato l'episodio di Masters of Horror..
Nell'arco di un'ora da libero sfogo alla sua parte più malsana e perversa con una serie di sequenze strazianti al limite della sopportazione, il tutto ambientato in una scenografia onirica che contribuisce a dare un'atmosfera surreale alla pellicola.
Il fatto di avere un'attore americano in un cast giapponese ha inciso sulla scelta della lingua nel film: Miike ha deciso di optare per l'inglese, parlato dalle attrici giapponesi con una tipica cadenza orientale (fa uno strano effetto ma è accettabile).
A mio parere il film è molto riuscito, ottima anche la fotografia. Alcune immagini mi hanno creato un certo disagio..
Peccato che alla fine l'episodio è stato definito troppo eccessivo per essere mandato in onda negli States (ma compare nell'edizione dvd); cosa che per un fan dell'horror non fa altro che aumentare la curiosità di vederlo..

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Ultima risposta 02/07/2007 10.55.20
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Invia una mail all'autore del commento angel__  @  26/01/2007 04:15:28
   8½ / 10
crudele.un film che porta alla luce il male recondito,non vi è morale o impedimento al male di mostrarsi e di uccidere.piuttosto terrorizzante le scene di tortura a cui siamo abituati con miike.poteva essere un gran lungometraggio e comunque già così ricorda l'audition ancora più spietato e malsano nella psicologià della protagonista.

HATEBREEDER  @  15/12/2006 13:38:54
   9 / 10
Il geniale regista orientale evolve ulteriormente l'universo onirico a cui ci aveva abituato, estremizzando ulteriormente rispetto ai precedenti lavori la sua tipica violenza visiva e il suo pessimismo nei confronti della vita stessa. Svariati ed estremamente diversi tra di loro sono i temi trattati da questo piccolo, grande "Imprint": lo stupro, la vendetta, l'aborto, l'avidità, l'invidia, il tradimento, tutti sbattuti "in your face", come a comporre un sadico campionario delle miserie umane da cui nessuno può sperare di fuggire.

Evidente il rimando a quel capolavoro che è "Audition", con una tortura di ancor più difficile sopportazione anche se leggermente più fine a se stessa, quasi come una sorta di autocelebrazione delle proprie capacità di provocare disgusto, mettendo in mostra la mortificazione fisica e psicologica della vittima di turno. Il Miike autocitazionista si scatena inoltre con un continuo rimescolamento delle carte in tavola, come già fece in "Gozu": estri di Lynchiana memoria, mediante i quali ci viene descritta una verità apparentemente assoldata, che viene poi rivoluzionata in maniera totale, spazzando via qualsiasi eventuale barlume di positività che poteva essersi creato, per far posto ad un inesorabile e crescente orrore.

Ogni singolo fotogramma che compone i frequenti flashback della protagonista trasuda di poetica perversione: in una atmosfera che ricorda a tutti gli effetti quella di una fiaba, ci vengono mostrate una serie impressionante di spietate efferatezze, che passano davanti agli occhi dello spettatore con elegante, ma altrettanto fredda disinvoltura.
Questa pellicola sembra essere lo strumento di una feroce critica all'intero genere umano, accentuata da una messa in scena della morbosa, indiscutibile fantasia visionaria (in questo caso anche incontrollata) che possiede il suo autore.

Questa volta Miike ci mostra un suo lato ancora più oscuro (chissà fin dove riuscirà a spingersi) non lasciando nessuno spazio alla bontà, alla pietà, o a qualsiasi sentimento benevolo, poichè qui non esistono eroi, ma solo antieroi, e la cattiveria, la crudeltà da essi sprigionata è tremenda oltre ogni limite, totale: benvenuti nel suo piccolo, personalissimo inferno.

sweetyy  @  14/12/2006 13:57:08
   9 / 10
L'ho visto stanotte all'1 circa..io e il mio lupin 3 sul divano.....
sono rimasta piacevolmente sorpresa anche stavolta da Takashi (come accade quasi sempre).
Ma certo che ce ne vuole di fantasia.....ci sono scene tanto belle quanto inquietanti...prime fra tutte la tortura alla povera Komomo!
Alla fine del film ero pò turbata..
Comunque si dice che sia il Masters Of Horror migliore fra tutti e non mi riesce difficile crederlo anche se ho guardato solo questo e "Jenifer" di Dario Argento che mi è piaciuto molto ma questo qui lo supera!

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Ultima risposta 30/12/2006 04.11.34
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Living Dead  @  01/12/2006 16:02:45
   9½ / 10
Visionario e malato a livelli sproporzionati.
In pochissimo tempo Miike riesce a costriure una storia appassionate, crudele e triste. Alcune scene sono di rara crudezza ed estremamente sadiche.
Assolutamente imperdibile x i fan del genere.

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phemt  @  13/11/2006 11:21:19
   8 / 10
Horror profondo e malato, poetico e terrorizzante, duro e molto inquietante ben diretto da Miike… Sembra partire un po’ lento, ma poi ti acchiappa grazie ad una bella storia davvero ben raccontata, alla terribile scena della tortura e ad un gran finale… Aborto, incesto, pedofilia, violenza e vendetta miscelati in un ora dal forte impatto visivo, anche se a tratti Miike da l’impressione di farsi prendere un po’ troppo la mano…



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Stewie  @  12/11/2006 04:32:30
   9 / 10
Sconvolgente!! Altro che Jenifer!! Questo è un horror che gela il sangue sia per la storia che per alcune scene disturbanti.

Unica pecca: la twin poteva essere rappresentata un pò meglio.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Caio  @  06/11/2006 00:46:39
   8 / 10
O mio Dio! Aiuto! A dir poco inquietante. La scena della tortura di cui avevo sentito parlare in questo sito è peggio di quanto mi aspettassi...davvero raccapricciante. Non credo che riuscirò facilmente anche solo a tagliarmi le unghie d'ora in poi. Da vedere, questi demoni giapponesi sono pieni di sorprese!

Invia una mail all'autore del commento testadilatta  @  03/11/2006 10:38:03
   8 / 10
E' un film stupendo dal punto di vista visivo.
Miike non si smentisce mai.
Gli commissionano un episodio della serie Masters... dandogli carta bianca a Miike e poi non lo trasmettono in tv perchè troppo forte.
Secondo me l'ha fatto apposta.

Invia una mail all'autore del commento Tempesta  @  29/10/2006 23:51:11
   8 / 10
Sconvolgente , un horror ben fatto ,da voltastomaco .
queti masters of horror sono agghiaccianti , anche se preferisco jenifer di Dario Argento . Cmq Imprint e da vedere assolutamìente .

Invia una mail all'autore del commento Lukino  @  23/10/2006 15:59:54
   9 / 10
sicuramente il migliore della serie masters of horror. Tra quelli che ho visto ( ho perso solo quello di landis, e uno di quelli che voglio vedere di più,quello di carpenter) è il più bello. circondato da un' atmosfera rarefatta e allucinata, tipica di miike, sembra di assistere a una piccola riduzione di audition, e non solo per lo schifosissimo uso che si fa degli aghi. Per quanto anche altri episodi siano belli ( tipo jenifer di argento), mi pare che tra tutti miike sia stato l'unico capace di mantenere un proprio stile, personale e particolareggiato in un film dall'impostazione televisiva. come è tipico della cinematografia horror orientale, si assiste qui ad un melodramma a tinte horror, e come è tipico delal mentalità orientale, miike se ne infischia se il film è destinato alla televisione, e si lascia andare a sequenze veramente forti ( tipo l'inquisizione della prostituta o l'immagine del feto che scorre lungo il fiume). La figura della donna è qui rappresentata come perfida e invidiosa. Si parte da una madre cattiva come ce ne sono poche, passando per la falsità delle prostitute e concludendo con l'infamia della protagonista.

Davvero un ottimo film, se invece di BOX, fosse stato IMPRINT a far parte della trilogia di three extremes, questo sarebbe stato un capolavorone di film!!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  22/10/2006 15:14:29
   9 / 10
la mortificazione del corpo umano ai livelli più alti. il male, la volontà morbosa di ridurre una persona a pisciarsi addosso con aghi infilzati in ogni dove. miike sottolinea il suo estremismo nella serie dei "master of horror" mostrandoci scene ai confini della sopportazione

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  18/10/2006 19:28:38
   9½ / 10
...Straordinario... Chi si è impressionato durante la tortura di Audition? Nn guardi la tortura di Imprint!!! Un film malato, violento, sporco, un film di Takashi Miike... Ma nn solo anche un'ottima trama ricca di colpi di scena...Takashia dichiarato: "Non sono riuscito a contenere il terrore trasmesso da questo film". Figuratevi cosa può essere. Assolutamente magnifico, consigliato...

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2 risposte al commento
Ultima risposta 19/10/2006 07.53.37
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  22/09/2006 10:46:29
   9 / 10
che incubo questo imprint di miike,fra gli horror visti di recente è forse quello che mi ha catturato e impressionato di più.
ragione e follia,menzogne e realtà sono fuse insieme ad arte,anche se credo che un quarto d'ora in più avrebbe reso il tutto meno confuso.
la scena della tortura a michie (komomo) è da gelare il sangue,audition è un aperitivo in rapporto a questa.
bravo billy drago e l'attore che fa il boss in ichi (non asano), che anche qui è un fulminato.

3 risposte al commento
Ultima risposta 02/07/2007 10.57.11
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squabs  @  11/07/2006 19:11:31
   8½ / 10
Veramente bello!
Un'ora di puro piacere!
Proprio quello che piace a me in un film horror ossia trucchi particolari e facce estremamente lugubre!
Musiche azzeccate!
Da vedere attentamente!

ragno  @  11/07/2006 15:34:09
   9½ / 10
ma quanto e bravo stò regista!..e che coraggio! film dalle immagini a dir poco disturbanti ma allo stesso tempo poetiche, magico ma infernale! profondo ma cinico! da vedere con attenzione.

lupin 3  @  18/06/2006 17:39:21
   9 / 10
Un film lucubre, macabro, impuro......
Da vedere!

1 risposta al commento
Ultima risposta 27/09/2007 11.22.43
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Diames  @  15/06/2006 12:27:44
   8 / 10
Molto bello, uno dei migliori prodotti di Miike (che io abbia visto), in cui riesce a dar sfogo alla propria visionarietà senza rinunciare ad una buona traccia narrativa. Inoltre credo che gli abbia giovato non poco il fatto di dover comprimere il tutto in un'oretta circa, data la sua tendenza ad essere prolisso (e quindi, a volte, ad annoiare un pochino). Imperdibile per un fan del regista. Fa sperare bene per il futuro.

Hugolino  @  12/06/2006 19:05:15
   9 / 10
Una sola parola per descrivere questo film : IMPRESSIONANTE!
Che ti impressiona proprio nel vero senso della parola, quel che all'apparenza può sembrare brutto o anomalo non lo è mai abbastanza rispetto a quello che uno ha dentro.

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Immaggini fortissime certo da non far vedere ad una donna in cinta o ad una che ci sta pensando...
Davvero Stupendo, per adesso i 2 episodi che ho visto dei Masters of Horror non mi hanno deluso(questo e anche jenifer di Dario Argento), speriamo che siano tutti così, me ne mancano 11 da vedere.

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