volver regia di Pedro Almodovar Spagna 2006
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volver (2006)

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locandina del film VOLVER

Titolo Originale: VOLVER

RegiaPedro Almodovar

InterpretiPenelope Cruz, Carmen Maura, Lola Dueñas, Blanca Portillo, Yohana Cobo, Chus Lampreave, Antonio de la Torre, Carlos Blanco Vila, María Isabel Díaz Lago, Neus Sanz, Leandro Rivera, Pepa Aniorte, Yolanda Ramos, Elvira Cuadrupani, María Alfonsa Rosso, Fanny de Castro, Eli Iranzo, Carlos García Cambero, Magdalena Brotto, Isabel Ayúcar, Concha Galán, Mari Franç Torres, Natalia Roig, Agustín Almodóvar, Mila Espiga, Luis Lattanzi, Valeria Vereau

Durata: h 1.50
NazionalitàSpagna 2006
Generecommedia
Al cinema nel Maggio 2006

•  Altri film di Pedro Almodovar

•  Link al sito di VOLVER

Trama del film Volver

Madrid. Raimunda (Penélope Cruz) è una gran lavoratrice, fanatica della pulizia, che sopravvive a un marito fannullone e alcolizzato e si prende cura della figlia adolescente. Sua sorella Sole (Lola Dueñas), invece, è separata dal marito e sbarca il lunario come parrucchiera abusiva. Le due donne sono orfane, hanno perso entrambi i genitori durante uno dei tanti incendi provocati dal "solano", il vento che devasta La Mancha, il loro paese d'origine e dove vive l'anziana zia Paula (Chus Lampreave) - sorella di Irene (Carmen Maura), la madre delle due donne - che da qualche tempo si comporta in modo insolito. Paula parla di Irene come se fosse viva, mentre è morta da anni, e nel quartiere giurano di aver visto il suo fantasma aggirarsi in casa di Paula. Quando il cuore di Paula smette di battere, incominciano ad accadere cose strane, qualcuno ritorna, qualcuno sparisce e la vita di Raimunda e le altre non sarà più la stessa...

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Voto Visitatori:   7,51 / 10 (174 voti)7,51Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
Miglior sceneggiatura (Pedro Almodóvar)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior sceneggiatura (Pedro Almodóvar)
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Voti e commenti su Volver, 174 opinioni inserite

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Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  23/05/2006 11:02:26
   8 / 10
E’ ormai una conferma: nessuno sa raccontare le donne come Almodòvar, e non si dica che tanta sensibilità deriva dal suo essere omosessuale. Luogo comune fra i più odiosi. Semplicemente Pedro ha lo straordinario talento di cogliere dell’anima femminile ciò che è invisibile ai più, di raccontare con incredibile intensità ciò che a volte pare estraneo persino alle donne stesse, di meravigliare con le sue intense intuizioni relative ad un universo così complesso: il regista celebra la donna, la comprende, la ama sinceramente. A ben guardare persino i temi trattati in Volver sono tutti sostantivi femminili: LA famiglia, LA maternità, LA solidarietà, LA amicizia; LA morte.. E femminile è anche la provincia spagnola dell’infanzia, la meseta de La Mancha, la terra di Pedro bambino, descritta in modo sublime, il colore ocra dei campi in contrasto con il bianco delle case percosse dal vento caparbio dell’est. E’ l’Almodovar più intimo che qui si rivela, ritorna al passato e con tocco sublime offre prima di tutto l’omaggio più vivo e profondo all’amata madre, scomparsa da poco ( già ricordata nello splendido ritratto dell’unica figura femminile apparsa in La mala educacion) qui sublimata nel personaggio della madre fantasma, Irene, interpretata con straordinaria bravura da una splendida e ritrovata Carmen Maura.
La memoria, altro sostantivo femminile, entra di prepotenza nella storia già dal titolo, Volver, ritornare. Il passato stesso riemerge per risolvere ciò che è rimasto sospeso o irrisolto., la trama del film è circolare, tutto finisce dove la storia ha inizio,i misteri e i drammi delle protagoniste approdano finalmente ad un porto sicuro nel momento stesso in cui i conti con il passato sono risolti, pur in un finale quasi sospeso che lascia le storie ancora aperte. Il regista si conferma grande e originale rappresentante del Cinema più vero; e dopo la visione del film” Cinema” sembra essere l’unico sostantivo maschile ad assumere una connotazione positiva, grazie a Pedro.

25 risposte al commento
Ultima risposta 04/06/2006 19.19.35
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Mavors84  @  23/05/2006 01:06:45
   8½ / 10
il film è stato stupendo... alcune scene ricordavano i paesini delle mie zone, il funerale è stata la scena che più mi ha colpito: praticamente i funerali italiani del sud italia nei paesini dell'entroterra.
come al solito il film ha come personaggi donne, ciascuna delle quali ha una storia importante da raccontare...

(avete visto l'omaggio che ha fatto al cinema italiano nella parte finale del film???... che dire ALMODOVAR!!!)

valeriap4ever  @  22/05/2006 15:20:29
   9 / 10
il solano..vento impetuoso che soffia violento tra le gonne delle donne di paese,tra i capelli ,tra le bare, tra le vite nascoste presupposte e sognate delle donne della Mancha...fantasmi che tornano (volver)fantasmi che accompagnano i morti alla fine,che illuminano i ricordi bui dei vivi,fantasmi che non piangono e stringono forte figlie perdute e ritrovate (volver)
polvere alla polvere..madre alle figlie..ricordi sospesi nell'aria..odori che riportano a momenti lontani (volver)che illuminano ferite mai chiuse..dolori impressi nelle case delle forti fragili bellissime donne di almodovar..donne che rimangono legate al loro passato che non si perdonano di aver chiuso gli occhi ad incesti che soffrono per omicidi familiari e ridono insieme con la complicità femminile che a volte sfiora il divino...magia che almodovar sottolinea in tutte le sue forme (seni..sorrisi..parole..colore..lacrime..)
ancora una volta ho pianto..ancora una volta sono stata contenta di essere donna..
i fantasmi non piangono..ma fanno emozionare.

andreapau  @  22/05/2006 11:59:08
   8 / 10
il grande pregio di Almodovar è la sua capacità di creare un rinnovato stupore virginale ad ogni pellicola.quello che sembra il canovaccio di tutta la sua cinematografia è in realtà una trama avvolgente,reinventata con originalità e sensibilità sempre nuove.Pedro ha la capacità di meravigliare come l'esordiente affamato,governato pero' dalla mano ferma del grandissimo professionista.in un mondo sempre piu' possibile senza uomini e totalmente escludente degli stessi se non in piccoli puzzolenti marginali disgustosi anfratti,Almodovar ci racconta un ciclo vitale e generazionale,comprensivo di nascita,vita e morte,gestito da un nucleo esclusivamente femminile,che opera una quadratura del cerchio,con regole "femminili" tremendamente efficaci.non è un ciclo vitale esemplare e scevro di complicazioni o errori madornali,ma è gestito "tra di loro",con "loro regole",e non troppe complicazioni,come la presunta indole pratica delle donne suggerirebbe.e pedro riesce a dare dignità e rispetto a queste "ultime",che con istinto,superstizione,senso pratico compiono il miracolo di mettere in pace il passato,il presente e il futuro,i vivi con i morti,i giovani con i vecchi.una testimonianza di assoluta fiducia nelle donne,una speranza per l'umanità,il riconoscimento della sua superiorità in quanto donna,dalla culla alla bara.l'eroismo di cui queste donne sono capaci le accompagna dalla nascita alla morte e almodovar ci suggerisce che esso prosegue,trascende la durata della vita,si staglia come un epitaffio sulla nostra esistenza di eterni figli di una madre.la bontà puo' tutto

7 risposte al commento
Ultima risposta 24/05/2006 09.15.01
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Burdie  @  22/05/2006 08:18:15
   7½ / 10
Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  21/05/2006 23:38:11
   8 / 10
Smesso il nero, denso e opprimente, del precedente straordinario 'La mala educacion', Almodovar ritrova i suoi temi e colori, della commedia (donne sull'orlo... che ho fatto io...) ma anche del dramma (tutto su mia madre), per chiudere il cerchio e riallacciare i fili di un discorso lungo e complesso intorno all'universo femminile, da nessun altro mai dipinto con eguale sentire.
Quanto aveva analizzato e destrutturato nei precedenti lavori, anche tramite gli eccessi del grottesco e del travestimento, viene qui risolvendosi in maniera inaspettatamente e piacevolmente pacata ed intensa; la maturità forse, non c'è più bisogno delle tinte forti e della disarmonia, la sua tavolozza si è definitivamente arricchita di mille sfumature e di una sensibilità incredibile. Temi universali a cui il regista arriva partendo da ricordi ed esperienze personali, di luoghi fortemente connotati e del gineceo nel quale affonda la sua infanzia e che da sempre l’ha influenzato.
E’ già tutto nel titolo, andata e ritorno, la vita e la morte, l'alfa e l'omega, la forza dell’origine e la fragilità del dolore trascendono e si sintetizzano nella coralità di un gruppo di muse, due su tutte.
Penelope Cruz, diafana e meravigliosa, inseguita in modo quasi feticista e fotografata da togliere il fiato, trasfigurato omaggio alla ciociara e alla Magnani di Bellissima, ma soprattutto Carmen Maura, a dir poco struggente. Un fantasma forse, una figura che specchia e va a riempire l’abisso del lutto che in tutto su mia madre istupidiva lasciando privi di forze e che qui, al contrario, consola in una surreale ma profonda riconciliazione.
Tecnicamente il film è perfetto, dalla regia alla fotografia, dalla costruzione delle inquadrature al cesello dei personaggi, compresi quelli secondari, dalla magnifica sequenza iniziale con il cimitero battuto dal vento affollato di donne intente a prendersi cura delle lapidi, alla chiave di volta con la canzone cantata da Raimunda al toccante finale.
Dai primi film, divertenti e geniali ma anche abbozzati e caciaroni, all'apice, probabilmente irraggiungibile, di tutto su mia madre, comunque una continua evoluzione e una maturità che sorprende per un film delicato e levigato, un grande affresco, un atto d'amore.

37 risposte al commento
Ultima risposta 20/09/2006 18.16.22
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Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  21/05/2006 19:07:01
   8 / 10
Volver significa tornare. Il ritorno come necessità, come soluzione, come risposta. Come canta Raimonda nella sua canzone “ e ti accorgi che 20 anni non sono niente” se in quei 20 anni non hai trovato un senso a te stessa e al tuo dolore. Questa risposta viene proprio dal passato, un passato che è necessario ripercorrere per trovare pace nel presente. La catarsi per Almodover è rappresentata dal viaggio, mentale e fisico, per riconciliare tutte le strade in cui le sue donne sono smarrite. Gli uomini esistono solo (o quasi) come “grandi assenti”, fautori del dolore al quale non partecipano. Non sapremo nulla di loro, li conosceremo solo attraverso i loro danni. Almodovar dipinge 6 incantevoli figure femminili in uno scenario in cui tutto sembra essere possibile, con una regia da maestro e i suoi incredibili tocchi di rosso. Palpabile l’omaggio al nostro cinema del dopoguerra. Non mancano naturalmente le sue amate macchiette, dalla prostituta prosperosa alla presentatrice cinica della tv-spazzatura, ma restano a fare il contorno di colore ad una storia che mette in risalto la necessità dell’arrivare fino in fondo; per quanto la verità possa creare dolore sarà sempre meglio dell’incertezza. E non ha neanche importanza da dove arrivi la verità, dall’aldilà o dalla vita reale, l’importante è che permetta di guardare finalmente avanti.

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Ultima risposta 04/01/2007 14.57.24
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Diames  @  21/05/2006 14:18:10
   7½ / 10
Molti gli spunti felici, grande stile, buona interpretazione ecc. Però, nel complesso, mi è sembrata un'opera irrisolta (se non altro rispetto ai suoi tre grandi predecessori). Almodovar riconferma la sua bravura (e originalità) registica (come si potrebbe dare un voto basso ad un regista che sa sempre e comunque distinguersi, in bene, dalla media della brodaglia che siamo soliti sorbirci?), ma il copione sembra far trapelare una lieve mancanza d'idee. O, più semplicemente, si potrebbe vedere in questo film un tentativo di accontentare chi si lamentò (a mio parere ingiustificatamente) di "la mala educacion". Sono molti i momenti memorabili, ma, come ho già detto, nel complesso sembra emergere un po' di "furberia"; un atteggiamento del tipo: "volevate questo da me, no? Allora prendetevelo e non lamentatevi". Spero di sbagliarmi. Comunque da vedere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 21/05/2006 14.52.49
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bridget  @  21/05/2006 13:38:54
   8 / 10
Sempre un geniale Alomodovar, anche se qui non raggiunge gli apici di "Tutto su mia madre" e "Parla con lei".
Intreccio curato e sceneggiatura adeguata.
Memorabili le scene con la madre che ascolta nascosta le figlie che parlano di lei... struggente (soprattutto per chi ha perso una persona cara da poco tempo... per queste persone il film è forte, forse non è il caso di andarlo a vedere).
Ci sono alcuni momenti molto alti, la Cruz è bravissima, si vede che il regista riesce a trarre il meglio da lei. Io ho trovato molto bello anche il personaggio di Agustina.
Da non perdere. Una rappresentazione dell''inestricabile connessione fra vita e morte, con una serenità di fondo che alleggerisce i pensieri.

Mariospa  @  21/05/2006 11:26:28
   10 / 10
Mi è piaciuto tantissimo!!!! Andatelo a vedere, vale la pena!

Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento maremare  @  21/05/2006 10:27:38
   7 / 10
E' impressionante come Almodovar conosca intimamente il mondo femminile e lo riesca a rappresentare.
Un film generazionale, sulla solidarietà tra donne.
Un film da cui gli uomini sono esclusi, ed è la sensazione che ho avuto anche durante la visione della pellicola.
Un omaggio al melodramma italiano e alle sue muse (la Magnani e la Loren) reincarnate nelle bravissime Maura e Cruz.
Nonostante ciò rimane irraggiungibile "Tutto su mia madre", più originale, passionale e appassionante.

Invia una mail all'autore del commento liu_mi  @  21/05/2006 00:36:44
   7 / 10
Almodovar ha una sensibilità straordinaria. Anche se questo non è il suo miglior film riesce comunque a stupire, emozionare, far sorridere e commuovere.
è vero, il passato ritorna sempre, ma per fortuna i fantasmi non piangono!

viagem  @  20/05/2006 19:08:05
   8 / 10
Storie di donne coraggiose e di uomini deboli o spregievoli, colori forti, emozioni forti, trama fitta che si snoda scena dopo scena, ironia e follia in mezzo a morte e violenza. Non scopriamo niente di nuovo su Almodovar e sul mondo che è solito raccontarci con questo film, ma la qualità è tale che val comunque la pena assistere a quest'opera. Forse si è persa l'imprevedibilità e la vitalità dei suoi capolavori, qui lo sviluppo è molto più regolare, spesso le vicende sono raccontate più che vissute, ma si tratta sempre di livelli di eccellenza non certo facili da raggiungere. Penelope Cruz recita davvero bene e D.io solo sa quanto bbona è!
Speriamo che il vento che rende tutti folli nel villaggio natale di Raimonda colpisca pure Almodovar, rinforzandogli quella dote di visionario che da sempre lo accompagna.

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Ultima risposta 24/05/2006 09.03.50
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Crimson  @  19/05/2006 22:51:39
   7½ / 10
Il ritorno di Almodovar coincide con un gran bel film, in linea con gli ultimi per quanto riguarda l'aspetto formale e anche per la drammaticità.
Infatti è vero che il regista è tornato a far sorridere (e anche molto) ma in realtà non definirei 'Volver' come "il ritorno alla commedia da parte del regista spagnolo", a differenza di come il film è presentato da più parti.
Girato benissimo (ma non è una novità) e recitato in modo superbo. Persino la Cruz recita molto bene (!!), e questa per me è una novità. Ormai Almodovar da questo punto di vista non sbaglia più un colpo, è una vera sicurezza. Oltretutto sono da segnalare i ritorni di Chus Lampreave (mitica), che recita in un ruolo simile a quello ricoperto per 'il fiore del mio segreto', ma soprattutto di Carmen Maura, la musa dei primi film di Almodovar. E quest'ultima fà la sua consueta ottima figura. Un altro mito.
Passando agli aspetti forse più importanti, la sceneggiatura è corposissima come negli ultimi film, curata in modo maniacale. Si è costantemente tenuti sulla corda perchè ci sono vari misteri che di volta in volta vengono svelati. Tutto molto avvincente, ma sembra al tempo stesso un pò già visto. Come scritto in apertura, il film a livello formale è molto simile agli ultimi. Se 'tutto su mia madre' a mio avviso da questo punto di vista rivelava un elemento di novità, ormai anche dopo 'Volver' mi viene da pensare che il regista abbia trovato il modo di creare 'il film perfetto' e di riproporlo un pò con lo stampino. Ciò ha i suoi indubbi vantaggi, ma rovesciando la medaglia comporta dei limiti, non solo a livello di originalità.
Comunque dal punto di vista dei contenuti (ed è in fondo questo ciò che più conta) il film è ottimo. E' un film che esplora il mondo femminile, che ci pone difronte a ritratti di donne vere, nei loro peggior difetti e miglior pregi. Tutto molto interessante. Storie importanti, spesso al limite del paradossale come al solito, ma questa è la caratteristica di Almodovar, ossia di descrivere i limiti delle caratteristiche che compongono le persone senza giudizi in merito, senza 'giusto' o 'sbagliato', in una sorta di sospensione etica. Donne vere dal carattere di ferro ma fragili allo stesso tempo, come la protagonista o la simpaticissima sorella parrucchiera. Al di là di questo, secondo me per la prima volta Almodovar è scivolato leggermente in un paio di momenti di sentimenti un pò sempliciotti e facili. Ma sono pochi istanti, per il resto il film è sempre vivo, pulsante, un altro bel gioiello nella ormai filmografia eccellente di questo regista geniale.
Meno graffiante del predecessore, per ovvi motivi (qui il tema è decisamente un altro), anche se c'è un momento di accusa veemente nei confronti della odierna tv spazzatura che fà pensare molto.
Mi rammarica un pò il fatto che un paio di punti del film siano rimasti in sospeso (spoiler). Potrei parlare ancora a lungo dei bellissimi momenti divertenti del film, o dell'immancabile stupendo intermezzo musicale (una perla), ma mi sembra di aver già scritto troppo.
In definitiva, penso che 'Volver' sia da vedere assolutamente, anche se i fan di vecchia data secondo me devono rassegnarsi ahimè al fatto che i film sgangherati di una volta ormai fanno parte del passato. Almodovar, da questo punto di vista, ormai è decisamente un altro. Ma secondo me è sempre ad altissimi livelli, e il suo 'Volver' è decisamente superiore alla media dei film che girano ultimamente.

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Ultima risposta 31/05/2006 00.15.08
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