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L'ho visto perché attirato da qualche commento che lo definiva migliore del primo e invece, ne è ben al di sotto. Trattasi infatti di un sequel a piccolo budget realizzato tanto per sfruttare la scia del White Noise con Michael Keaton, che per quanto sottovalutato, rimane uno dei migliori thriller in tema di Psicofonia e fenomeni EVP. Se nel primo capitolo la vicenda prendeva forma pian piano, in modo coerente e sempre più misterioso, in questo The Light alla fine non si capisce nemmeno perché il protagonista abbia ricevuto il dono della luccicanza, considerato che si tratta di un dono in negativo, come si scoprirà. Ma non c'è altro da segnalare, se non una sceneggiatura sbrigativa che butta dentro anche una buona dose di religione ma senza ulteriori approfondimenti, nemmeno sul mondo delle esperienze paranormali e delle tecniche pseudo-scientifiche per indagarle (come invece succedeva nel primo film).
Irritante, contorto ed inconcludente sono i primi tre aggettivi che mi vengono in mente per descrivere questo film. Già il primo non era un granchè, non si capisce perchè abbiano dovuto fare a tutti i costi un seguito ancora peggiore.
Un thriller che non convince, una storia che poteva essere interessante, ma che viene mortificata dal regista nel cercare il colpo ad effetto ad ogni costo. Vuole spaventare con le continue apparizioni di gente morta e dilaniata che invece finisce per irritare lo spettatore, fino a giungere ad un finale veramente disarmante per quanto risulta ridicolo ed inappropriato. Un film che può essere tralasciato senza alcun rimpianto.
Thriller soprannaturale senza infamia e senza lode...qlc scena saltapotrona,il piccolo mistero da risolvere,ma dopo la prima mezz'ora è già chiaro tutto il film e nn ti resta che aspettare comodamente la fine,per togliere il dvd dal lettore e archiviarlo.
La leibniziana “Teodicea” (1710), cioè la tesi secondo cui questo sarebbe il migliore dei mondi possibili, la sofferenza sarebbe giustificabile (=patodicea) e quindi Dio esisterebbe, è forse penetrata per la prima volta nella storia del cinema, subdolamente, con il Dreyer de “L’angelo del focolare” (1925). Frank Capra si sentì costretto a riesumarla con “La vita è meravigliosa” (1946), inserendovi pure un confronto con una realtà alternativa, nel tentativo postbellico di risollevare lo stato d’animo dei sopravvissuti. Il risultato fu un fiasco clamoroso. Il pubblico dimostrò di non tollerare più favolette del genere, aveva appena visto il male in faccia, lo aveva appena conosciuto sulla propria pelle e nella propria carne. Sembrava tutto finito. Invece in questi ultimi anni, sorprendentemente, Hollywood è tornata alla riscossa, con film innocui solo in apparenza come “Una settimana da Dio” (2003), “Cambia la tua vita con un click” (2006) e “White noise: the light” (2007). Qualcuno rassicuri Ratzinger: il teismo ha ancora in mano il potere sulle coscienze.