Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Meno peggio di quanto si sarebbe potuto temere, questo "ritorno" molto relativo di John Carpenter alla regia di "un qualcosa"- a 14 anni da "The Ward"-, ovvero di un episodio di circa 40' sui sei totali di questa miniserie Peacock. Oltretutto realizzato da remoto dando le istruzioni su Zoom a chi effettivamente lo stava girando. Gran parte della produzione e post-produzione si sono infatti svolte assurdamente ma per motivi di costi, a Praga. Seppure l'ambientazione sia per forza di cose come da titolo e intenti, interamente americana della provincia, rurale, e dei piccoli centri, con un episodio uno dei migliori-il secondo-, ambientato e girato a Miramichi nel New Brunswich canadese. Tratto da fatti veri accaduti realmente, e facilmente ricercabili su internet, si avvale come in un "docudrama" mischiato alla finzione, di interviste ai veri protagonisti delle vicende, interpretati da attori nelle ricostruzioni. E' qui che si sprecano le auto-citazioni degli autori a momenti e atmosfere, dettagli, facilmente riconoscibili delle pellicole di Carpenter. Basti il citato episodio n°2 con il famigerato serial killer canadese Allan Legere "il mostro di Miramichi", che già condannato per omicidio fugge dall'ospedale psichiatrico per tornare a terrorizzare la cittadina in cui viveva, e commettere altri 4 turpi, atroci omicidi. Ricorda(va) qualcosa? E anche il sesto e ultimo omicidio, l'unico "firmato" da Uncle John anche per la direzione(oltre che per la ben consueta e remunerata presentazione-"produzione esecutiva", e composizione della colonna sonora assieme ai sodali il figlio Cody, e Daniel Davies di tante pubblicazioni discografiche Sacred Bones Records degli ultimi 10 anni), riprende il tema oggi logoro e consunto dello "stalking", già affrontato nel suo "Pericolo in agguato/Procedura ossessiva"(Someone Is Watching Me), film tv del 1978, in cui Lauren Hutton viene perseguitata da uno sconosciuto voyeur e assassino, tramite binocolo telescopico, da un gigantesco palazzo di fronte al suo appartamento. Ma quelli di cui sono intessuti tutti gli episodi sono passaggi e vezzi visivi che riportano direttamente a riprese e momenti, da angolature più o meno rifacenticisi, e sempre sfruttando al massimo il formato panoramico, precise situazioni delle famosissime pellicole dirette da John. Gli assalti dall'oscurità ad automobili immerse nella notte e visti dall'abitacolo, la minaccia fisica che si sta avvicinando...la pioggia scrosciante e il rumore dei tergicristalli, il sapiente utilizzo delle luci come i fari di stop per riverberare le loro luci rosse nell'oscurità, i movimenti fulminei e a schiaffo, le improvvise esplosioni di violenza anche inusitata. Insomma lo stile, caratteristica più riconoscibile e unica ad ogni fotogramma, "carpenteriano'', si è riusciti se non altro abbastanza a conservarlo. In una operazione migliore seppure non originalissima e come avrebbe poi potuto esserlo fino in fondo, di tante altre consimili di cui non si sentiva affatto il bisogno, e compiute da grandi registi più o meno in "buen ritiro", dell'età di Uncle John.
L'idea certamente non è nuova però abbastanza stuzzicante perchè i sei episodi o almeno nella maggioparte di essi, è come se tramandassero le leggende folkloristiche locali vecchie anche di secoli, in un contesto di sobborghi in cui vive quella che potrebbe essere definita la classe media, se esiste ancora. Carpenter dirige solo l'ultimo episodio mentre gli altri da altri registi. E' un formato simil true crime, cioè raccontare storie vere o presunte tali inframmezzate dalle parole dei protagonisti di quelle storie. Non ho controllato, ma forse sono attori anch'essi. Tuttavia il formato stesso non mi ha convinto, perchè questi intermezzi tendono a smorzare la poca tensione già presente. In parole povere, una pausa di cui si poteva fare a meno. Questo per dire che, a livello strutturale, Suburban Scream non funziona. Carpenter ci mette solo il nome e persino l'episodio da lui diretto, lo ha fatto da casa tramite piattaforma Zoom mentre il set era a Praga. Le storie in sé non sono nulla di nuovo. Il primo episodio francamente è pessimo e senza personalità, altri sono sulle case infestate ed uno, mi sembra il terzo o il quarto, era come vedere Shining da un punto di vists esterno, peraltro citato. Curiosamente proprio l'episodio di Carpenter è diverso dalgi altri in quanto parla di stalking telefonico e dove la protagonista si immerge in un tunnel paranoico senza via d'uscita. Nulla di che comunque e lo dico da fan sfegatato di Carpenter. Qualche sprazzo positivo c'è in alcuni frangenti dei vari episodi, ma è poco rispetto ad un risultato complessivo mediocre.