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Sciocchezze noir #3

Pubblicato il 28/03/2013 09:35:49 da Jellybelly


"Quel giorno non lo dimenticherò mai", esordì Merda. "Stavo bevendo una coca cola con la cannuccia per il puro gusto di deridere gli handicap fonetici dei toscani, quando ecco che sentii la porta di casa vibrare sotto dei colpi insistenti. La cosa mi lasciò comprensibilmente sgomento, dal momento che io abitavo in un pascolo. Insospettito, mi diressi verso la porta e chiesi con fare sospettoso: 'Chi va là?'. ' Amici', risposero. Al che mi tranquillizzai ed aprii. Immaginatevi la sorpresa quando scoprii che non erano affatto amici, i due figuri che mi si paravano innanzi! Ovviamente glielo feci notare.

'Ehy ma io non vi conosco, mi avete mentito.'
'Ma certo che no, ti pare che mentiremmo ad un vecchio amico!'
'Ma noi non siamo amici, io non vi ho mai visti prima d'ora.'
'Ma come no, ci ha presentato Jeremy!'
'Non conosco nessun Jeremy.'
'Non ti perdi niente, è una testa di cazzo. Ma comunque noi siamo qua per fermare i tuoi sordidi propositi di candidarti a presidente del Perù, e per riuscire nel nostro intento siamo disposti a tutto, financo ad ucciderti!'
'Perché pronunciate queste terribili parole? Chi siete voi veramente? Rispondete buon dio, RISPONDETE!'
'Siamo Bud Abbott e Lou Costello, e dopo una carriera passata all'ombra di Stanlio e Ollio abbiamo deciso di abbracciare i gloriosi ideali repubblicani del nostro guru Giorgio La Malfa, nel cui nome e sotto le cui insegne combattiamo una battaglia che vinceremo!'

A quel punto tutto mi apparve più chiaro. La mia candidatura a presidente del Perù era stata fortemente voluta dal web, avendo io vinto le primarie organizzate su Meetic. Io in realtà non avevo capito proprio bene di che si trattasse, mi ero iscritto per rimorchiare qualche bella vacca (sono sempre stato un patito dell'interracial) e però poi mi sono ritrovato candidato per il Movimento 3 Stelle Uso Cucina, il nuovo partito che sta impazzando in Sudamerica. Ma ora che sono stato scelto intendo portare avanti un progetto di governo innovativo, che si svilupperà in 4 punti:

1. Uscire di casa;
2. Uscire dal governo;
3. Uscire dall'euro;
4. Uscire dal Perù.

Una volta che il Perù sarà uscito da se stesso la gente potrà finalmente riappropriarsi della propria libertà, senza sovrastrutture statali ad ammorbarne la coscienza ed indirizzarne le idee. Ovviamente questo progetto è suonato sconvolgente alle orecchie dei miei oppositori politici, tra cui il mio principale avversario: il luciferino Giorgio La Malfa. E proprio per questo ho lasciato il Perù per giungere fin qui, per cercare l'aiuto di un investigatore privato che potesse aiutarmi a sciogliere il dubbio più agghiacciante di tutta questa storia, che mi fece contorcere le budella dal primo istante in cui vidi quei due ex comici falliti sull'uscio della mia porta."

"Mi dica pure", fece Samuele Spada, dopo aver ascoltato con attenzione qualcun altro.

Al che Merda disse, con gli occhi fuori dalle orbite: "Ma Giorgio La Malfa non era morto?"
"Oh no, va' che è vivo, quello morto è Ugo."
"Ah perfetto, grazie di avermi tolto il dubbio. Ora torno in Perù, è stato un piacere! Qualora dovessi avere ancora bisogno di lei le manderò un messaggino con wozzapp. Tante care cose!"
Al che Samuele capì che quell'alpaca era un poco di buono e lo uccise colpendolo con la scrivania, così da preservarne intatta la pelliccia (che comunque a rivendersela sono soldi) ed urlò a Trota "Chiama l'Ikea che ho un'idea nuova per le polpette!"

Ma a quel punto furono interrotti dallo squillo del telefono, che non presagiva nulla di buono. Soprattutto perché la Telecom gliel'aveva staccato.


Categorie: Varie sciocchezze

Commenti: 9, ultimo il 04/04/2013 alle 13.12.17 - Inserisci un commento

Se fa schifo, fa schifo.

Pubblicato il 26/03/2013 11:25:41 da cash


Altra questione della quale non se ne può fare a meno; rivedi un film che hai amato alla follia nella tua infanzia, ma non ti fa più lo stesso effetto. Perché allora eri puro e le sfrenate e fantastiche visioni erano allineate con la gaia spensieratezza della tua infanzia (infanzia = tutto ciò che precede la masturbazione), mentre adesso vedi quel dato oggetto d’amor perduto per quello che è, ovvero una merda, perché non sei più bambino. Ecco, a me ‘sta cosa non ha mai convinto fino in fondo. Poi ho capito perché: perché è un po’ una minchiata. Il proustismo applicato al cinema è una cosa che non si può sopportare, anzi, aiuta a diventar nazisti. Non posso negare che ci sia un lato emotivo congenito e naturale dal quale è difficile separarsi, ma permettere che adeschi lo spettatore sino a fargli tralasciare i meriti di un film in sé mi pare un tantino superficiale. Ciò accade perché non si sta valutando un film che abbiamo visto nel, poniamo, 1984, bensì come eravamo noi nel 1984 (i più furbi di voi avranno capito che mi sto riferendo agli ultratentenni). “Io sono cresciuto, il film no”. E grazie al cazzo, che deve fare il povero film, crescere ed evolversi? Questo vuol dire utilizzare l’oggetto film come contenitore per le proprie emozioni e tralasciare meriti estetici e registici che forse non si era in grado di comprendere - ovvio. Ma non va mica bene che non lo si possa comprendere ora; tutti i conti in sospeso s’hanno da saldare. “Navigator”, “Legend” e roba varia non sono risibili (ora) perché noi siamo maturati; fanno schifo perché fanno proprio schifo. Ecco. Opinione insindacabile mia personale che però è vera (classica asserzione soggettiva che ha la pretesa di essere oggettiva, ed oggettivamente lo è – soggettiva). “Grosso guaio a Chinatown” ha segnato la mia infanzia facendomi venir voglia di lanciare coltelli a tutto spiano, ma era un gran film allora ed è un gran film adesso, al netto di quello che era il mio sguardo. “La storia infinita”, forse il film che ho visto di più nella mia vita, era essenziale prima ed è necessario ora. Forse un pelo invecchiato a causa del make up da cartoleria, ma ci può stare. “Explorer” sembrava un capolavoro, ma rivisto fa cacare perché fa cacare, adesso come prima. E, badensi, non è che da piccolini si accetta tutto passivamente per difetto di cultura e sintomatica sublimazione del fanciullo interiore di pascoliana memoria, che se Pascoli non avesse sdoganato questa terribile espressione io ero pure più contento; no, è che da piccolo uno è proprio scemo. Non ci si può far nulla, è una cosa correlata ai nostri geni; buttate un cucciolo di labrador in acqua e quello nuota, buttate un bebè e vi affoga. Ma non si può nascere direttamente a sedici anni?

Parte il Bif&st 2013

Pubblicato il 19/03/2013 09:53:31 da peucezia
Dal 16 marzo e fino al prossimo sabato Bari sarà il centro nevralgico dell'ennesimo festival di cinema voluto dalle varie commissions e dai fondi europei che finanziano.
Festival interessante e importante, festival che presenta anteprime di sicuro impatto (inaugura "Benvenuto Presidente", un film di satira politica di un'attualità sconvolgente) ma come tutte le manifestazioni, festival anche un po' legato a vari ingranaggi che non sempre sono comprensibili ai poveri mortali. Così il farraginoso meccanismo burocratico blocca legittime richieste per far spazio ai soliti noti e a chi ha avuto la ventura di conoscere il fantomatico "Picone" più o meno direttamente.
Auspicare un mutamento e una virata è un po' utopico ma nel bene o nel male questo festival vale la pena di seguirlo e vale la pena fare il punto delle varie giornate man mano che andrà avanti.

Di seguito alcune interviste di presentazione del festival:




Al prossimo resoconto.

Categorie: Cinema news, Cinema riflessioni sparse, Cinema approfondimenti

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Come stalattiti e stalagmiti

Pubblicato il 07/03/2013 09:36:39 da Paola Gianderico


Di storie impossibili la settima arte ne ha trasposte a iosa, dal dramma di Tristano e isotta a Romeo e giulietta, dagli
ostacoli di classe di Cenerentola (tradotti nel capostipite delle favole moderne, Pretty woman) all’amore consumato al di qua e al di là della barriera Coreana in Poongsan.

Ora, immaginate che un immenso muro di Berlino separi due pianeti gemelli che orbitano nello stesso sistema solare. E che la relazione a distanza tra due giovani, oltre che dalle forze militari, sia minata da forze di gravità opposta. Dovendo affrontare continuamente nausee, vertigini e torcicolli, risulta una situazione ancor più complicata da gestire di una dittatura. I mondi capovolti di Upside down, a parte il sangue alla testa dello spettatore che si contorce inseguendo le inquadrature rovesciate, sono indubbiamente accattivanti e ricchi di fascino.
Come da tradizione, il genere fantascientifico trasla sull’ambientazione futuristica i disastri del tempo presente, proponendo scenari apocalittici non tanto distanti dai risultati degli storici e attuali totalitarismi. Ma contrariamente agli interrogativi antropologici su cui il cinema contemporaneo ultimamente sta riflettendo, vedasi Cloud atlas o, se ci si vuole
spostare su una dimensione nettamente più simbolista l’Holy motors di Carax, questo film non ripercorre il ciclo evolutivo per stanziare un’analisi chiarificatrice sulla fase in cui ci troviamo, né affronta la crisi identitaria dell’uomo moderno.
Malgrado le fiduciose premesse della prima parte, il contesto civile resta uno sfondo approssimativamente abbozzato, le sorti dell’umanità superficialmente accennate, mentre è l’intreccio amoroso a reggere interamente i fili del discorso.
Caramella più gommosa e digeribile da dare in pasto allo spettatore medio. Il ché ci regala uno degli amplessi castigati più suggestivi mai realizzati (ai quali Jim Sturgess sembra proprio essere portato, se pensiamo alle altrettanti acrobazie, sottomarine, rese in Across the universe), ma lascia cadere quei tentativi avanzati finora da alcuni autori (Malick e Von trier su tutti), di gettare luce su un cammino dai residui medievali, oscuro ed impervio.




In Upside Down c’è molto più di qualche buco di sceneggiatura frettolosamente tappato (la guerra dei brevetti, le inviolabili leggi violate di Transworld). C’è l’indifferenza di un cinema che non avverte la necessità di porsi come guida, che non raccoglie l’ansia di inquadrare le incertezze di un domani inafferrabile, preferendo tenere il suo pubblico nel buio di una caverna, sospeso come stalattiti e stalagmiti, a distrarsi con le ombre proiettate sul grande telo bianco.

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CineIndie e giovani artisti

Pubblicato il 05/03/2013 14:58:23 da K.S.T.D.E.D.


Un blog gestito ed alimentato da appassionati, così come il sito di cui fa parte, non può decidere di non pubblicizzare iniziative che a loro volta cercano di promuovere la passione verso un'arte nei cui circuiti è spesso difficile penetrare. Una passione che troppo spesso, quindi, è costretta a spegnersi perché non in grado di ricevere la visibilità che meriterebbe, del riscontro necessario ad un progetto che di quel riscontro vive.

CineIndie è una di queste iniziative. Nato nel 2012, ma capace di vantare già un ottimo bacino d'utenza, si prefigge di dare voce e visibilità a tutti i produttori indipendenti italiani. A questo scopo è stato creato un circuito di distribuzione web (www.cineindie.it) che possa raccogliere e rendere fruibile all’interno di un unico canale lungometraggi, cortometraggi, documentari e videoclip Made in Italy che non hanno una diffusione mainstream.

Il progetto, inoltre, prevede una rassegna (in due tranche) all’interno delle sale cinematografiche di Padova durante la quale verranno presentate le opere scelte da una commissione esaminatrice e sottoposte al giudizio del pubblico. Saranno proprio gli spettatori presenti in sala e gli utenti del sito www.cineindie.it a votare le opere della rassegna e permettere loro di essere selezionate per il
festival finale.

Le prime due opere più votate, per ciascuna categoria (cortometraggio, documentario, videoclip), parteciperanno al Festival CineIndie, previsto quest’anno per il 10, 11 e 12 maggio 2013 a Padova.
Un’occasione ulteriore per i produttori di far apprezzare il valore artistico e culturale delle loro opere. Il vincitore unico di categoria del festival riceverà un premio in denaro e la coproduzione di Officina Immagini www.officinaimmagini.com per un nuovo progetto.

Si spera l'iniziativa possa interessare ed aiutare più di qualche lettore, perché di progetti simili non ve ne sono mai troppi. Specie in un Paese che mostra sempre più di qualche difficoltà quando si tratta di tirar fuori qualsivoglia qualità artistica.

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