Voto Visitatori: | 5,33 / 10 (9 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 6,50 / 10 | ||
Usa 1976. Questa è una data molto famosa, che ha segnato in qualche modo la storia del cinema: esce nelle sale cinematografiche il film di Brian de Palma, "Carrie (lo sguardo di Satana)", direttamente ispirato al libro di Stephen King. Nonostante le critiche iniziali, col tempo è diventato un capolavoro e mantiene ancora oggi un fascino indimenticabile, soprattutto se accompagnato dalla lettura del libro, che pure è una garanzia.
Nel 2002 si decide di realizzare un remake dal taglio estremamente televisivo, riprendendo la storia originale ma adattandola ai tempi nostri, con effetti speciali più frequenti e altre particolarità di cui poi parleremo. Remake che però ha riscosso poco al botteghino, dimostrandosi molto inferiore al suo predecessore; un adattamento televisivo, che, nonostante l'inevitabile sconfitta con il film di Brian de Palma, conserva qualche lato positivo e merita di essere (almeno una volta) visto. Perché? Lo scopriremo.
Carrie (l'avvenente e brava Angela Bettis) è una teenager con vari problemi, esclusa e denigrata dalle compagne di classe, si rintana nei libri e nell'ossequiosa venerazione a Dio, impostale dalla madre, molto cattiva e bigotta all'inverosimile. Un giorno, mentre si fa la doccia, vede uscire del sangue sul pavimento e pensa di stare sul punto di morire, così sviene, accattivandosi le derisioni delle compagne di classe. Carrie aveva avuto le prime mestruazioni e non sapeva nemmeno cosa fossero. Tornata a casa, per ordine del preside, viene picchiata dalla madre e costretta a pregare, chiusa in un soffocante armadietto .Le cose non vanno meglio quando il giorno successivo un gruppo di ragazze-oche e senza cervello decide di scrivere sul suo armadietto frasi offensive e tremendamente cattive e tutti quanti nella scuola partecipano all'umiliazione, ridendo della sofferenza e del pianto della povera ragazza. Ma Carrie, dietro l'umile e grande cuore, nasconde un segreto straordinario, possiede infatti dei poteri paranormali che le permettono di far accadere fenomeni irrazionali, ad esempio spostare con la mente oggetti oppure persone.
Una ragazza, di nome Sue, decide di 'rivalutare' Carrie e, tramite un trucco ben congeniato, la invita alla festa di fine anno, trovandole pure un ragazzo (Tommy) con cui passare la serata a ballare. Carrie è entusiasta e vede in questa festa finalmente l'occasione per evadere da quella realtà familiare malata e da quel clima scolastico che le era ostile. Ma durante la festa qualcosa va storto...
Firmato da David Carson e della durata di esattamente 132 minuti (brrr), il film fu al centro di pesanti critiche, essendo considerato un remake inutile e grossolano. Eppure Carson dimostra di svolgere un buon lavoro con le riprese e, nonostante qualche passaggio di sequenza non proprio bello, riesce a catturare l'essenza della novella di King, senza stravolgerne il significato, ma mantenendosi sempre fedele alla storia (anche nel finale). Alcuni elementi (come la scena della bicicletta, della doccia o del "secchio") sono derivativi e non proprio originali, in quanto fanno riferimento all'originale di Brian di Palma, perdendo però il sapore e il fascino di quest'ultimo. Ad esempio la scena del "secchio", che causerà poi la vendetta di Carrie, nell'originale è segnata da un forte dramma, accentuato dalla sequenza di silenzio, mentre in questo remake tutte le emozioni provate vanno un po' perdendosi, perché manca quel pizzico di pathos (forse a causa anche del taglio televisivo). La scena della doccia poi, altro "punto cardine del film", qui è scopiazzata male ed in modo inefficace e descrive poco il senso di solitudine di Carrie, sembrando più una situazione paradossale/inverosimile (mentre nell'originale il senso di realismo accompagnava ogni momento della pellicola).
Ottimo il cast, brava la Angela bettis (anche se non ai livelli della Spacek), insieme all'insegnante di ginnastica (Rena sofer) e la madre di Carrie, Patricia Clarkson.
Nota positiva, a livello di sceneggiatura, è l'approfondimento psicologico sulla madre di Carrie, qui descritta in tutta la sua cattiveria e ipocrisia morale, scevra di buon senso e ragionevolezza, portata a vedere e concepire le cose solo seguendo passivamente ciò che viene scritto nella Bibbia.
La scelta di un finale così fedele al libro è coraggiosa, chiaramente non convenzionale e imprevedibile perché - chiunque non abbia letto il libro - non si sarebbe mai aspettato una conclusione del genere.
Gli effetti speciali sono più frequenti rispetto al film precedente, anche se poco efficaci, a volte eccessivamente esasperati mentre la fotografia è discreta, senza però mai arrivare ai livelli dell'originale (dove il sangue sulla faccia di Carrie si abbinava perfettamente con la location piena di luci e musiche).
Pur durando 2 ore, non annoia mai e questo fa pensare che non sia così tanto da cestinare. Un tentativo più che sufficiente di omaggiare un vecchio capolavoro.
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Recensione a cura di dubitas - aggiornata al 29/05/2013 17.58.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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