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Benjamin Esposito, per anni assistente del Pubblico Ministero in Argentina, va in pensione. Per occupare il tempo decide di scrivere un romanzo su un caso di cui si era occupato venticinque anni prima: una giovane donna stuprata e uccisa nella sua casa.
Era sempre rimasto affascinato dall'amore totale, devastante, incondizionato provato dal marito: come può vivere chi è stato derubato dell'oggetto di un sentimento simile, svincolato dai cambiamenti della "quotidianità"? Ci si aspetterebbe che brami vendetta e, invece, l'unica cosa che quest'uomo chiede è giustizia.
Giustizia: un concetto che dovrebbe essere univoco, e invece sembra cambiare a seconda della persona con cui ci si confronta.
Benjamin Esposito attraverso questa storia ripercorre la sua stessa vita, le sue scelte, la sua amicizia con il collega Sandoval, l'amore per il suo superiore Irene.
Juan José Campanella scrive e dirige "Il segreto dei suoi occhi", gioiellino made in Argentina che si aggiudica il premio come "Miglior film straniero" agli Oscar 2010.
Campanella si ispira all'omonimo romanzo di Eduardo Sacheri e crea un film difficile da incasellare in un genere: un thriller? Un melò? Una storia d'amore? Un poliziesco? Un mix perfetto e bilanciato.
La sceneggiatura è ben costruita e riesce ad amalgamare i diversi livelli stilistici, descrive nel dettaglio ogni personaggio, presenta dialoghi coinvolgenti e d'effetto e gli attori la portano in scena egregiamente. Ottime le interpretazioni di tutto il cast: dal travolgente Ricardo Darín, nel ruolo del protagonista, al simpatico Javier Godino, nei panni dell'indimenticabile Sandoval; dall'esordiente Soledad Villamil, che interpreta la dolce e forte Irene all'enigmatico Pablo Rago alias Ricardo Morales.
In realtà, è difficile individuare elementi negativi in questo film: tutto è curato alla perfezione, ogni cosa è al suo posto. La regia e la fotografia hanno uno stile deciso ma, allo stesso tempo, non invadente.
C'è chi ha criticato il film per la sua durata eccessiva ma "Il segreto dei suoi occhi" è una pellicola tremendamente affascinante e coinvolgente. Un bel thriller con il giusto ritmo, anche perché è un film che pone interrogativi interessanti e fornisce risposte all'altezza. Un caso di omicidio in cui gli scarsi elementi a disposizione costringono i protagonisti ad interrogarsi sulla natura umana per trovare delle prove concrete.
Così Sandoval ci svelerà che l'essere umano è guidato dalla passione in ogni attimo: si può cambiare lavoro, città, paese, lingua, famiglia, nome, aspetto, stile di vita, ma la passione che è in noi resta e non si domina.
Esposito, invece, ci invita a vivere ogni giorno al meglio e ad evitare di scegliere le strade più facili per poi trovarsi con una valigia piena di rimpianti e rimorsi. Non è mai troppo tardi per avere coraggio, per capire gli altri guardandoli negli occhi, cercando a fondo nelle loro anime.
Consigliamo a tutti di lasciarsi travolgere da "Il segreto dei suoi occhi". Da sola, l'emozionante scena dell'ascensore vale già il biglietto del cinema.
Osservando gli sguardi dei personaggi - ognuno magnetico a modo suo, ognuno con un segreto da custodire – ci si interroga sul titolo del film, su quali sono gli occhi che custodiscono un segreto. "Gli occhi dell'assassino" sembrerebbe la risposta appropriata a un primo impatto, ma gli occhi di Esposito? Quelli di Irene? Lo sguardo di Morales? Che l'autore si riferisse a degli occhi in particolare o c'è la possibilità che ogni risposta possa essere quella giusta?
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Recensione a cura di Corinna Spirito - aggiornata al 19/01/2011 10.49.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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