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Voto Recensore: | 5,50 / 10 | ||
È il 25 giugno 1996 quando Peter Berg assiste in televisione alla notizia dell'attacco terroristico alle torri di Khobar in Arabia Saudita: un camion bomba provoca la morte di 19 americani, ferendo 372 civili. L'evento ha notevoli ripercussioni sui rapporti tra Stati Uniti ed Arabia Saudita e fa nascere nel regista la voglia di girare un film che tratti la difficile collaborazione tra queste due nazioni, ed in particolare tra FBI e servizi segreti sauditi.
Gli anni passano ed il progetto resta solo un'idea fino all'11 settembre 2001, quando tutto il mondo è sconvolto dal crollo delle due torri gemelle; è in quel momento che Berg comprende la necessità di portare il proprio progetto sullo schermo. La sceneggiatura è affidata a Matthew Michael Carnahan ("Lions for lambs") ed al progetto si interessa Michael Mann, che decide di produrlo.
La storia parte da un grave attentato terroristico in Arabia Saudita ai danni degli occidentali residenti nel compound di Gulf Oasis a Riyadh durante una partita di soft ball; attentato che causa la morte di oltre 100 persone, tra cui l'agente Francis Manner (Kyle Chandler). Il tragico evento scuote l'animo dell'agente speciale Ronald Fleury (Jamie Foxx) che, andando contro gli ordini dei superiori, organizza un viaggio segreto in Arabia per scovare il mandante dell'attentato, il misterioso Abu Hamza; ad accompagnarlo, la sua squadra di prim'ordine. In soli cinque giorni Ronald dovrà catturare il nucleo terrorista collaborando con le forze saudite, ed in particolare con il colonnello Al Ghazi che, all'apparenza, si mostra tutt'altro che collaborativo. Le difficoltà iniziali svaniranno con il tempo ed i due si scopriranno molto più simili di quanto avessero creduto.
L'intento del regista appare abbastanza chiaro: rappresentare due popolazioni apparentemente agli antipodi, ma unite da valori universali quali l'amore, la famiglia e la sete di giustizia.
Nonostante la nobiltà degli intenti, i risultati non sono quelli sperati.
L'uguaglianza tra i due popoli è sottolineata dal rapporto con i bambini, spesso più saggi degli adulti, su cui il regista spesso indugia con primi piani talvolta forzati, e dall'amicizia che si instaura tra Ronald e Al Ghazi; eppure la solita retorica del patriottismo americano non tarda ad emergere con forza durante tutto il corso del film. Il popolo saudita, infatti, fatta eccezione per il colonnello, viene rappresentato come cieco e violento - valgano per tutte le scene della tortura ai danni del testimone o dell'utilizzo dei videogame per addestrare i più piccoli alla guerra - ma anche pervaso da una forte vena di maschilismo: Janet Mayes, interpretata da Jennifer Garner, non esita a definire l'Arabia Saudita "una giungla" ed aggiunge: "Sicuramente io verrò guardata con disprezzo, come in Virginia del sud".
I personaggi risultano inoltre male approfonditi, finendo con lo scadere facilmente negli stereotipi tipici del genere; ne è un esempio l'agente americano spaccone interpretato da Chris Cooper, che mastica sprezzante un chewing gum per tutto il tempo.
Le scene sono abbastanza suggestive e ricche di effetti speciali, aiutate dalle musiche impeccabili di Danny Elfman; troppo spesso però peccano di ridondanza e stucchevoli esagerazioni: basti pensare all'inseguimento finale, in cui tutti i protagonisti escono miracolosamente illesi da un gravissimo incidente sotto una pioggia di spari ed un turbinio di esplosioni.
Alcuni dialoghi sembrano poi un'anticipazione del prossimo "John Rambo" ("La fine arriva comunque, la differenza è come uno vuole andarsene, se in piedi o in ginocchio").
Le interpretazioni sono mediocri, salvo quelle del sempreverde Chris Cooper e di Ashraf Barhom, già visto in "Paradise Now", che veste i panni di Al Ghazi.
Il risultato finale assomiglia più ad un riuscito videogame che ad un film, con molta azione e scene prese direttamente da "C.S.I." che non risparmiano i dettagli più macabri.
Il film è introdotto da un mini documentario su cui scorrono i titoli di testa, che narra in breve la storia dei rapporti tra USA e Arabia Saudita, dal primo commercio di petrolio fino all'11 settembre, utilizzando immagini di repertorio ed evitando di trattare argomenti spinosi come i rapporti con la famiglia Bin Laden.
Robert De Niro avrebbe dovuto fare parte del cast iniziale nella parte del direttore dell'FBI James Grace, poi interpretato da Richard Jenkins.
"The Kingdom" è costato 80 milioni di dollari e nel primo weekend negli USA e ne ha incassati 17.7, classificandosi al secondo posto del box office.
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Recensione a cura di victor - aggiornata al 05/11/2007
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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