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Nella sua terra natale, la Germania, il regista Robert Schwentke ha già ricevuto numerosi premi per i suoi lavori. Ha esordito nei lungometraggi con il thriller dark "Tattoo" (2002). Questo è il suo secondo film girato in terra statunitense, dopo "Flightplan" (2005), e ha scelto di mettersi al servizio di una storia letteralmente senza tempo.
La pellicola è tratta dal romanzo di Audrey Niffenegger, edito in Italia da Mondadori con il titolo"La moglie dell'uomo che viaggiava nel Tempo", che è poi il titolo originale del film. Vi si racconta la storia di un amore indissolubile nonostante gli ostacoli che i due protagonisti sono costretti ad affrontare per affermare il fatto che fossero due anime predestinate.
Il bambino Henry assiste impotente alla morte della madre in un incidente stradale, dal quale si è salvato perché trasportato indietro nel tempo un attimo prima dell'impatto.
Inizia così la grande storia d'amore tra Clare e Henry; lui lavora in una biblioteca, lei è artista e pittrice. Quando Clare lo incontra casualmente proprio in biblioteca Henry non sa chi lei sia, ma la donna gli dice di conoscerlo da tanto tempo, da quando ragazzina lo incontrò su un prato.
Henry, in effetti, possiede un'anomalia genetica che lo fa viaggiare nel tempo in momenti diversi della sua esistenza. Ci sono degli eventi chiave della sua vita che lo fanno ritornare nello stesso luogo in anni diversi; è così che ha conosciuto Clare bambina. I due nel presente si innamorano, si sposano e Clare vuole avere un figlio. Henry ne è felice, ma dopo che la donna abortisce più di una volta, non vuole che suo figlio abbia la sua stessa anomalia e non vuole mettere in pericolo la moglie. Clare vorrebbe una vita il più normale possibile e così si creano degli attriti. Riusciranno a venirne fuori?
Il film racconta un percorso emotivo di due persone che cercano di costruirsi una vita in comune, l'elemento fantascientifico non prende il sopravvento su quella che di fatto è una storia d'amore. I viaggi nel tempo sono un catalizzatore che rafforza e mette alla prova i loro sentimenti.
L'ostacolo che i due innamorati hanno di fronte è sicuramente impegnativo, ma questo a dimostrazione del fatto che, quando l'amore è autentico e forte, qualsiasi problema si può risolvere. Ogni viaggio nel tempo si traduce in comportamenti specifici e conflitti quotidiani tra i due protagonisti.
È una storia intima e palpabile, con la quale ci si può identificare e riflettere. Temi basilari dell'esistenza sono stati delineati da una sapiente regia durante tutto il film. Lo sceneggiatore, inoltre, è il premio Oscar Bruce Joel Rubin, che si è aggiudicato la statuetta per "Ghost" (1990), un altro film che coniuga il romanticismo con l'elemento soprannaturale.
Oltre l'amore tra due persone, è presente l'amore filiale. Il padre di Henry, dopo la morte della moglie, si è allontanato dal figlio. Henry però continua a preoccuparsi per lui, facendogli capire che anche la sua ferita rimane sempre aperta, si rinnova ogni volta che ritorna indietro (in questo caso fisicamente) a quella tragedia.
Un altro tema è l'amicizia. Henry trova in Gomez, il fidanzato di Charisse, amica di Clare, un amico per la vita. Prima diffidente poi, quando scopre cosa accade a Henry, l'uomo gli dà tutto il supporto possibile. Henry dal canto suo ha una fiducia ceca in Gomez, al quale può affidare sua moglie quando lui è via. Charisse è un'amica comprensiva e buona e aiuta Clare in qualsiasi situazione si presenti. Charisse rappresenta la normalità di contro alla vita fuori dall'ordinario di Clare.
Il bisogno di maternità acquisisce un ruolo centrale nella seconda parte del film. Clare vuole essere madre, ma vuole sentir crescere dentro di sé il frutto del loro amore, cocciuta e testarda fin da piccola rifiuta ogni altra opzione. Infine il desiderio di voler cambiare alcuni eventi del passato e trovarsi nell'impossibilità di farlo, come chiunque altro, rappresenta un valore aggiunto.
Il film è ambientato a Chicago, dove sono stati girati alcuni esterni, ma la maggior parte delle riprese sono state realizzata a Toronto (Canada). Si è cercato il più possibile di creare degli ambienti che fornissero una sensazione atemporale, riuscendoci perfettamente.
L'abitazione di Henry è stata studiata nel dettaglio. Si trova in un grande complesso di appartamenti, dove l'uomo può vivere in maniera anonima. Mostra uno stile di vita transitorio, dando l'impronta che si sia trasferito da poco o che stia per andare via, la sua roba, infatti, è ancora nelle borse o negli scatoloni. Tutto intorno a lui dà l'idea di un uomo che non ha radici, fino all'arrivo di Clare che gli cambia la vita.
Un elemento che gioca un ruolo di rilievo è l'utilizzo dei colori. Il colore è valorizzato in modo tale che rifletta sottilmente lo stato mentale di Henry. I colori sono vibranti nella prima parte, ma quando la vita del protagonista prende un'altra direzione, creando un' esistenza più calma e tranquilla con la moglie, l'intensità dei colori si attenua.
Inoltre il regista ha utilizzato, in più occasioni, il rosso come annuncio di morte.
L'intento di Schwentke è stato quello di far in modo che la storia d'amore dettasse lo scorrere del film, così si salta da un capitolo (della vita dei due protagonisti) all'altro senza una cronologia temporale, ma non si perde mai di vista il proseguo logico del loro amore.
Un intreccio estremamente interessante e ben orchestrato. Il regista ha posto tutti gli elementi in equilibrio senza che la bilancia pendesse troppo da un lato o dall'altro. Il film è ricco di sfaccettature da risultare piacevole sia emotivamente che visivamente.
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Recensione a cura di Francesca Caruso - aggiornata al 05/10/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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