arca russa regia di Aleksandr Sokurov Russia, Germania 2002
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arca russa (2002)

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locandina del film ARCA RUSSA

Titolo Originale: RUSSKIJ KOVCHEG

RegiaAleksandr Sokurov

InterpretiSerge Dreiden, Maria Kzsnetsova, Leonid Mozgovoy

Durata: h 1.36
NazionalitàRussia, Germania 2002
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2002

•  Altri film di Aleksandr Sokurov

Trama del film Arca russa

Invisibile a quanti lo circondano, un giovane regista si trova, per magia, catapultato nel 1700, immerso negli splendori del Palazzo dell'Hermitage, a San Pietroburgo. Qui incontra un cinico diplomatico del XIX secolo, con il quale intraprende uno straordinario viaggio attraverso la storia e lÕanima del paese, dallÕepoca degli zar ad oggi, custodita gelosamente dalle pareti del Palazzo.

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Voto Visitatori:   8,01 / 10 (68 voti)8,01Grafico
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Voti e commenti su Arca russa, 68 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Goldust  @  28/09/2023 15:35:47
   6 / 10
Grande sfoggio di tecnica registica unita all'amore per la settima arte. Sinceramente non mi ha preso più di tanto ed in alcuni passaggi l'ho trovato anche un pò noioso.

topsecret  @  12/09/2023 14:17:51
   6 / 10
Quando trovo un film di cui non ho mai saputo nulla, e ha una media alta qua sul sito, quasi sempre si tratta di una pellicola riservata a persone con una cultura e una sensibilità maggiori delle mie. E difatti ARCA RUSSA si rivela un prodotto non per tutti, almeno non adatto ai miei gusti.
Va comunque riconosciuto il livello realizzativo particolarmente intrigante: dall'intero piano-sequenza registico allo sfarzo visivo fatto di costumi, ambienti, luci e colori, degni di apprezzamento e considerazione.
Purtroppo la lentezza narrativa che mostra, oltre al poco coinvolgimento nella sceneggiatura, non mi hanno permesso una visione appagante, lasciandomi poco coinvolto e scarsamente incuriosito a livello emotivo.

stratoZ  @  01/07/2023 17:57:24
   9½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Approfitto di una recente seconda visione per commentare Arca Russa. E che devo dire? Capolavoro.

Non voglio soffermarmi tanto sulla qualità tecnica, già giustamente elogiata.

O meglio, non è tanto il pianosequenza in se, o il grande sforzo coreografico, a rendere questo film straordinario, ma è l'uso che se ne fa, il significato espressivo della tecnica piegata all'arte per veicolare il messaggio, per emozionare, per sorprendere, per far riflettere. Arca Russa è tutto questo, il pianosequenza è un flusso di immagini che senza tregua ti trasporta all'interno di numerose scene a carattere storico-artistico, in realtà scollegate cronologicamente tra loro, ma allo stesso tempo collegate da un sottile filo, quello della persistenza.

Questo è quello che mi ha trasmesso. E non lo trovo un film tanto sulla Russia zarista, o meglio non principalmente, le sottotrame legate ad essa mi sembrano un mezzo che Sokurov utilizza per arrivare ad celebrare un macrocosmo artistico ben più ampio, l'arte in tutte le sue forme.

E' un film a se nella filmografia stessa di Sokurov, che si allontana momentaneamente dagli psicodrammi familiari di Madre e Figlio (altro suo capolavoro) e seguiti e dalle dinamiche introspettive dei film sul potere.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  08/01/2023 19:35:15
   9½ / 10
Sinceramente notevole, non saprei come altro definire "Arca russa". Non so se sia cinema in senso stretto, ma di sicuro non è né documentario, né teatro (anche se c'è molto sia dell'uno che dell'altro). Credo che ancora oggi sia un esperimento unico (e probabilmente irripetibile), la sfida di una troupe alla ricerca del massimo virtuosismo formale, stilistico e contenutistico raggiungibile.
Davvero, sinceramente notevole, non c'è altro da aggiungere.

Jumpy  @  19/11/2021 18:36:40
   8 / 10
Il riferimento più immediato che mi è venuto in mente, già dalle prime inquadrature è "Barry Lyndon" di Kubrick: ci ho visto la stessa minuziosa cura nelle ambientazioni e nella fotografia.
Qui si è andato ancora oltre: la scelta di un unico piano sequenza sottintende un lavoro faraonico ed una tecnica straordinaria di tutto lo staff coinvolto... già solo per questo è un film che merita a prescindere.
Da quel che ho visto, al di là delle allegorie mi è sembrato

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Forze lo spettatore non particolarmente smaliziato potrebbe trovarlo pesante o noioso, ma credo che una visione la meriti comunque per il valore in sé dell'opera.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  05/02/2021 01:36:57
   9 / 10
Indubbiamente (almeno secondo il mio punto di vista) un pezzo di storia del cinema recente, uno dei più importanti esempi di lungometraggio compreso in un unico piano sequenza (in soggettiva peraltro). Un viaggio nell'arte e nella storia che è esso stesso un'opera d'arte. Il ritmo non sarà forsennato, ma del resto credo che il titolo del film e due o tre informazioni in merito siano più che sufficienti per farsi un'idea di ciò che si andrà a vedere... di sicuro non è un film d'azione.
In "Arca Russa" funziona tutto alla perfezione, Sokurov ha una tecnica magistrale e Drejden è semplicemente perfetto. La soggettiva è davvero ben riuscita e ultrarealistica, ricordo la sequenza

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e a mio parere porta l'immedesimazione ai massimi livelli. Le coreografie, le posizioni, le azioni, i dialoghi di tutti i personaggi sono perfettamente previsti e sincronizzati e funzionano a meraviglia, soprattutto considerato che ci sono parti del film in cui compare una notevole quantità di personaggi e comparse, e sarebbe bastato un errore sufficientemente grave di uno di loro per dover rifare tutto. Insomma, già solo per questo un'opera notevole. Aggiungiamoci poi tutto il resto...

Arkantos  @  22/03/2020 10:18:45
   7 / 10
Arca Russa… Già, il primo film russo che commento… Ah no, vero, commentai già Hardcore Henry vari anni fa…
Aiace = Sei il classico che apprezza solo la roba in polacco con sottotitoli uzbeki?
Arkantos = No, anzi, ti dirò una frase impopolare, non mi garba il cinema russo e…
Setna = Che scempio, uno che guarda i film russi schifandoli. Sai che ricordi un casino i paradossi di Checco Zalone, Maccio e The Pills che tanto tu critichi?
Arkantos = Ho detto che non mi garba, non ho detto che mi fa schifo. Stai diventando analfabeta funzionale pure te?! Mi basta già Wowowiwowa!
Setna = Non intendo quello, intendo che ti beccherai comunque l'odio… E verrai bannato, come hai detto tu stesso qualche commento fa, ci sarà sempre qualcuno che interpreterà male le tue parole.
Arkantos = Ottimismo portami via, fammi commentare il film per favore, anche perché è assai complicato da spiegare.

ATTENZIONE SPOILER!!!

Già, Arca Russa è un film che mi ha nettamente diviso e non saprei neanche da dove ca.zzo cominciare… Comincio col lato tecnico dai.
La cura tecnica del film è semplicemente indiscutibile e non posso far altro che lodare sia l'intenzione di fare un unico vero pianosequenza che l'incredibile mole di lavoro che questa si porta dietro, dato che bisogna coordinare in maniera perfetta cinepresa (mettendo alla prova l'allora pionieristica ripresa digitale), cosa essa debba inquadrare, comparse, coreografie e scenografie. È un esperimento molto gradito per gli incalliti della tecnica cinematografica che qua troveranno pane per i loro denti.

Ecco, riguardo il lato contenutistico, non dico che il film sia vuoto, ma si scontra con la mia filosofia di vita tendente al materialismo più pessimista, quindi non so se ciò che dirò da qui in avanti siano in effetti critiche costruttive o scempiaggini date dalla mia chiusura mentale.
Setna = Chiusura mentale, senza ombra di dubbio.
Arkantos = Per favore…

Il più grande timore che avevo verso questo film, leggendo qualche parere, era quello di trovare l'Hermitage fin troppo "ingombrante", tale da rendere il pianosequenza una semplice "visita guidata" nella struttura; oh sarò io, ma se voglio vedere l'Hermitage… Prendo un aereo verso San Pietroburgo e visito l'edificio coi miei stessi occhi, una ripresa, per quanto ben fatta, non può mai replicare l'occhio umano che si muove secondo la volontà dell'individuo che, sempre in base alla sua volontà, può girovagare e godersi una singola stanza per tutto il tempo che vuole… Ovviamente rispettando gli orari di apertura e chiusura…
Per fortuna questa sensazione, seppur in certi momenti si palesi, viene presto confinata dato che la cinepresa, una soggettiva di una persona dei nostri tempi che viene catapultata senza alcun motivo apparente in questa maledetta arca russa, avrà a che fare col marchese Custine, anch'esso catapultato dentro questa strana arca, e questi due punti di vista opposti discuteranno pure sulla storia della Russia; insomma, un'interpretazione molto libera dell'esperienza di Paul Amadeus Dienach che aggiunge un confronto tra due menti differenti, è una cosa molto interessante.
Setna = A dir la verità non centra niente quella storia.
Arkantos = Mi riferisco al concetto che, chiusi gli occhi, ti ritrovi in un mondo straniante dove scopri lati inaspettati della storia; Curtine non sa nulla del novecento, proprio come Dienach non seppe nulla del suo futuro, il protagonista è eccessivamente glorioso di una Russia zarista dimenticandosi che pure essa vantò lati oscuri, e quindi discutendo completano a vicenda i loro pensieri.
Setna = Ok, capisco, ma è una somiglianza tirata troppo per i capelli.

Non a caso infatti le scene migliori sono quelle dove i due personaggi discutono e scoprono la storia, dove Custine inizialmente schifa in toto la Russia cambiando però man mano il suo parere almeno sull'arte russa apprezzandone la sontuosità, spesso importunando gli altri; seppur quasi mai citata, per me la scena migliore è quella dove Custine scopre la Seconda Guerra Mondiale trovando un uomo che prepara le bare. Insomma, seppur Alessandro Orlando di Telemarket rimarrà il top del top per l'arte, in particolare quando parla dei quadri di Schifano, Custine non ve lo farà rimpiangere.

Il problema… O meglio, "l'ostacolo" più grande che dovrà affrontare lo spettatore, è che il film si poggi su metafore e allegorie talmente criptiche che non vengono colte neanche dopo 5 visioni di fila.
Setna = Esagerato! Sei tu che non ne sai nulla!
Arkantos = Ti dico solo questo, che è una cosa che ho capito solo grazie a internet: la linea bianca sotto il font dei titoli di testa dovrebbe rappresentare l'occhio socchiuso del protagonista che subì un incidente mortale e che, in procinto di morte, prima che esali l'ultimo respiro, assiste a questo viaggio. COME CA.ZZO POSSO DEDURLA UNA COSA SIMILE ANCHE DOPO 5 VISIONI?!
Setna = … Ok, questa non me l'aspettavo.
Arkantos = Ed è anche per questo che fatico a digerire il cinema russo: non riesco mai a capire se sono i registi a fare le metafore criptiche, o se sono gli appassionati che difendono a prescindere i loro film tirando in ballo significati improbabili. Io ancora ancora riesco a cavarmela dato che vidi Cado Dalle Nubi, uno dei film più noiosi della storia del cinema, se non capisco una cosa mi dico "vabbè, mi faccio trascinare dalle immagini" e lì è difficile che mi subentri la noia (specie con un film così fortemente basato sulle immagini come questo), ma uno spettatore che non sa nulla del film, e che non conosce le metafore che si porta dietro, tenderà a non guardarlo mai più.

Tornando con le metafore, se la prima ora, con la discussione dei due personaggi e le vicende comprensibili, è interessante, tutt'altro discorso vale per il finale a partire dalla scena con l'orchestra e le coreografie di ballo, che non ho capito per niente e tutte le metafore che ho trovato su internet NON HANNO SENSO.
Pure qua, nulla da obiettare sulla qualità delle riprese, infatti critico, ancora una volta, il contenuto che si porta dietro; la scena di ballo, per quanto ben diretta, coinvolgente e ben coreografata, non ho sentito una sua importanza ai fini del contenuto del film e mi è parso un semplice espediente per stupire gli aspiranti registi; ancora una volta, so di essere io il materialista di mer.da, ma se voglio vedere un orchestra accompagnata da una coreografia di ballo… Vado alla Scala di Milano, non mi guardo questo film che, per quanto ben diretto, "soffre" dei limiti della codifica audio (pure considerando le codifiche lossless) e dei limiti della cinepresa che riprenderà sempre e comunque solo una porzione di questa coreografia.
Setna = Certo che sei un pochino… Troppo esigente.
Arkantos = Con un film così ambizioso è il minimo che sia un po' esigente, e poi sto esponendo la mia filosofia che, dannata lei, non mi permette di godere appieno il film!
Poi, arrivando alla decisione di Custine che preferisce restare nel salone, io ero convinto che rimanesse lì per dire allo spettatore, in maniera ancora più esplicita, che Custine ormai abbia cambiato idea sull'arte russa; in realtà, leggendo le interpretazioni, simboleggia Custine che non vuole vedere gli orrori del comunismo. Dove caz.zo lo trova il comunismo?! Che poi, già che questo edificio è piuttosto strano, quindi sì, entrando in una nuova stanza può esserci la rivoluzione russa come può esserci un concerto delle t.A.T.u., come minc.hia fa Custine a sapere del comunismo, che è avvenuto ben sessanta anni dopo la sua morte?!?! E preciso che quel periodo storico, a parte la scena del tizio che prepara la bara, non viene mai mostrato in maniera esplicita e il narratore non lo descrive mai in maniera dettagliata al diplomatico francese!
Per non parlare poi dello scorcio finale sul mare, dove il protagonista è convinto che Custine, osservandolo, avrebbe capito tutto…

… Non so Custine, ma io sicuramente non c'ho capito un caz.zo e mi crea ancora più domande di quelle che ho già!
Non riesco a comprendere il nesso tra l'arca di Noè e quella di sto film, se non quello di preservare qualcosa, ma mi pare un collegamento troppo labile, di sicuro c'è qualcosa in più che nessuno di noi finora ha colto… GRRRR, più penso ai significati di sto film e più sono convinto che non ha nessun significato, che vadano al diavolo le sue metafore!

Concludendo il poema, se siete persone meticolose come me, specie sul comparto narrativo, il film deluderà enormemente, dato che a un certo punto abbandona il confronto interessante tra due epoche e due culture in favore di allegorie e metafore praticamente incapibili se non si legge il parere di vari critici cinematografici; per alcuni questo è il lato bello, per me è il lato brutto, preferisco trarre i significati di un'opera con la mia testa e non con quella di un altro tizio che manco conosco. Se siete invece persone che lavorano nel cinema, o che hanno intenzione di lavorarci, non dico che sia obbligatorio, ma è comunque un'esperienza che vi appagherà, stesso vale per i patiti delle immagini. Ecco, se volete vederlo, non fate il mio stesso errore: NON FATEVI TROPPE SEGHE MENTALI SULLE METAFORE! Fatevi semplicemente trascinare dal pianosequenza: ciò renderà il film assai più apprezzabile e godibile.

GianniArshavin  @  13/05/2014 01:25:38
   7 / 10
Titanica opera di Aleksander Sokurov , un film considerato fra i più importanti del nuovo millennio.
Girato tutto in un unico piano-sequenza l'opera già solo per questo andrebbe vista almeno una volta nella vita. Il regista ci culla guidando con delicatezza la macchina da presa , donando alla sua creatura raffinatezza e stile.
Oltre al lato registico , "Arca russa" eccelle anche sotto il profilo della fotografia , colorata e curata ai limiti della perfezione. Ugualmente da apprezzare la gestione delle centinaia di comparse e la suggestiva ambientazione adoperata.
Per quanto riguarda i contenuti il film si può definire come una panoramica sulla storia della Russia , un viaggio alla scoperta e forse alla comprensione della nazione , molto scrupoloso e dal taglio quasi documentaristico.
D'altro canto comunque la pellicola di Sokurov , per quanto eccellente e innovativa , soffre di una lentezza esasperante e di una sceneggiatura pressoché nulla. Il titolo è agli antipodi rispetto al cinema convenzionale e per questo motivo è palesemente di difficile fruizione per il pubblico.
Da vedere quindi , anche solo per premiare l'immane sforzo profuso per realizzarlo , ma non prima di essersi preparati per bene.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  27/03/2014 13:23:23
   8 / 10
La storia della Russia zarista sotto forma di tanti piccoli aneddoti assemblati in un incredibile piano sequenza di un'ora e mezza. Basterebbe ciò a rendere "Arca Russa" un 'opera degna di sbavante interesse cinefilo, con l'insana ambizione solo a lambire l'esercizio di stile fortunatamente mai fine a se stesso. C'è l'urgenza di parlare del proprio paese attraverso uno stile singolare e pomposo, all'altezza del passato illustre e degli ambienti in cui questa messa in scena di madornali proporzioni prende vita. Trattasi del museo Hermitage di San Pietroburgo, con le sue opere d'arte e il suo lusso quasi accecante.
Sokurov lascia che sia lui stesso, celato dietro l'occhio della mdp, a guidarci attraverso saloni e corridoi, epoche e personaggi, sempre scortati da un diplomatico un po' saccente e un po' scontroso in rappresentanza del contraddittorio pensiero europeo; incantato dalle opere d'arte da cui è circondato e da quelle immagini di fugace vita quotidiana, ma sprezzante e critico verso gli usi e la politica locali, a sottolineare la vicinanza solo geografica tra il vecchio continente e il colosso russo.
Non tutto scorre alla perfezione con alcuni momenti fin troppo ermetici e simbolismi di ardua comprensione, la fascinazione dell'impresa però spicca accompagnata dall'ammirazione per un progetto di simile portata. I tre tentativi andati a vuoto parlano chiaro riguardo le notevoli difficoltà oggettive, anche per la gestione di centinaia di comparse che soprattutto nelle scene finali saturano in modo sublime le inquadrature. Ottima poi la ricostruzione d'epoca, con gran cura del dettaglio e lavoro sopraffino riguardo i costumi a celebrare uno sfarzo senza limiti.
Pellicola di non semplicissima fruizione ma di gran fascino.

Paolo70  @  06/10/2013 15:52:47
   5 / 10
Bello come documentario che lascia ammirare il Palazzo dell'Hermitage ma come film non l'ho gradito, noioso e una trama che non c'è.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  23/09/2013 23:48:35
   8 / 10
Questo film di Sokurov entra di diritto nella storia del cinema semplicemente per la sua tecnica di ripresa. Novanta minuti di piano-sequenza con la telecamera (che è lo stesso spettatore) che si aggira,fluttua, tra la stanze imperiali di fine '800. Accompagnamo centinaia di borghesi, regine, Zar all'interno del palazzo d'inverno fino alla loro tragica fine.
Tanti i tempi morti (come al solito) ma si rimane affascinati dall'idea e dalla sua straordinaria realizzazione.

MonkeyIsland  @  17/07/2013 15:18:26
   8½ / 10
Tecnicamente perfetto e girato in unico pianosequenza da quel gran genio che è Sokurov.
L'unico difetto che gli si può trovare è che risulta un po' freddo allo spettatore.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  07/06/2013 23:54:04
   10 / 10
Pazzesco. Non ci sono altre parole. L'opera d'arte perfetta che non ti puoi aspettare, anche se proviene da un maestro russo che ha dalla sua una fama consolidata anche grazie a questo film.
Uno dei capolavori degli anni 2000.

Sokurov è stato eccelso nel dirigere un'opera titanica per come è stata costruita: un lungo pianosequenza di un'ora e mezza. Sappiamo che in tanti ci hanno già provato pur con i limiti tecnici a loro disposizione: Hitchcock lo fece con "Nodo alla gola" anche se con maestria mascherò i necessari stacchi di montaggio con dei trucchi visivi in un thriller ambientato tra quattro mura. Sokurov ha dalla sua la tecnologia ma non basta, qui ci vuole un talento registico di portata colossale per gestire centinaia e centinaia di comparse che nel finale diventano un vero e proprio fiume in piena.
La macchina da presa non si ferma mai, ci immerge nell'Hermitage che è già immenso di suo e si muove sinuosa e con curiosità come cullandosi in un sogno; e che "Arca russa" sia un sogno lo dice tutto, dal protagonista che parla in terza persona e che ci fa muovere in un'esperienza audiovisiva unica nel suo genere, ai fantasmi di un passato russo che si è cristallizzato e che, Sokurov lo sa, dall'Hermitage non usciranno mai più.
Il nostro cuore e la nostra anima pure resteranno imprigionati in questa abnorme arca russa. Se il film è pesante bisogna dire che riesce a rapirti comunque, con sprazzi di una genialità mai sopra le righe come è tipico dei più grandi registi russi che raramente fanno convivere un virtuosismo eclettico con una concessione al proprio pubblico di tipo emozionale (o almeno, di un emozione diretta e partecipe). Ma ci si emoziona lentamente, si viene conquistati e il finale è indescrivibile, una ninna nanna, un eterno naufragare tra i resti di un passato dove la tragedia, quella si, se non resta fuori dall'Hermitage almeno è mitigata dai toni silenziosi e ammiccanti di un sogno ad occhi aperti.


"Signore? Signore! Peccato che lei non sia qui con me... Lei avrebbe capito ogni cosa. Guardi...c'è il mare tutto intorno. E dovremmo navigare, per sempre. E vivere, per sempre."

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  19/04/2013 18:22:46
   9 / 10
Tecnicamente eccelso, dalla fotografia alla regia è tutto notevole.
Quasi un'opera anti-cinematografica dato che si toglie il montaggio, cioè ciò su cui si fonda il cinema. Organizzare un piano sequanza di un'ora e mezza a spesso per l'Hermitage è qualcosa di pazzesco.
Nonostante possa sembrare un esercizio di stile fine a se stesso, è un'opera potentissima, da vedere più che commentare.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  26/10/2012 19:06:13
   7 / 10
La sufficienza è scontata, visto e considerato che il film è davvero un unico piano-sequenza come avevo letto. Il voto in più deriva dal fatto che è una bella idea, ma sviluppata non al meglio. Resta un buon film.

gemellino86  @  15/09/2012 10:03:29
   9½ / 10
Imponente sul piano storico e raffinatissimo su quello narrativo. "Arca russa" è da considerarsi a tutti gli effetti un gioiello del genere. Un'ora e mezza piena di argomenti interessanti e mai retorici.

M0rg4n  @  12/05/2012 15:39:55
   7 / 10
Sicuramente apprezzabile per il gigantesco lavoro che vi è stato fatto però, sarà la lontananza culturale o non so cosa, il film in se non mi ha convinto troppo. Vale sicuramente la pena vederlo.

Gabo Viola  @  10/11/2011 00:02:59
   6½ / 10
Basta usare "gioiellino" per valutare i film. E che pàlle! Ma è l'unico termine che conoscete? Detto questo Arca Russa è inapputabile sotto il profilo tecnico ma non riesco a vederlo come un' opera d' arte. 6.5

TheLegend  @  29/06/2011 22:18:25
   4 / 10
Non metto in dubbio la bellezza delle immagini e la bravura del regista ma,ad essere sincero,non riguarderei questo film nemmeno sotto tortura.
Troppo noioso e documentaristico.
L'arte non può ridurre lo spettatore all'autolesionismo secondo me.

WongKarWai  @  26/05/2011 15:22:20
   8 / 10
Un viaggio nella storia, arte e cultura russa in un unico piano sequenza e completamente in soggettiva. Innanzitutto il film meriterebbe 10 per la sua messinscena: coordinare un film del genere, con quei costumi, il numero dei personaggi e la vastità del museo è stata un'impresa titanica, opera di un maestro. I movimenti di macchina sono splendidi, degni di un altro genio russo del piano-sequenza come Kalatozov. Quello che penalizza il film sono alcuni momenti morti, fisiologici vista la modalità di realizzazione. Bella l'idea del Virgilio europeo (o forse il Virgilio è il narratore, visto che spesso le posizioni si ribaltano?). Il film dà uno spaccato della Russia, del grande legame tra i russi e la loro storia, la loro arte, la loro cultura, dei momenti che li hanno segnati e per i quali pagano ancora le conseguenze,il loro rapporto con l'Europa (e difatti siamo nella città russa più europea), il tutto intervallato da momenti di critica pungente su alcune scelte storiche e sulla situazione odierna.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  27/03/2011 22:04:45
   8 / 10
Pur restando nel dubbio che si tratti di un esercizio di stile, non posso non rimanere ammirato dalla bravura del regista, nè dalla meraviglia delle immagini, dei costumi e della bellezza dell'Ermitage. Penso che più che un film sulla russia e sulla sua storia, si tratti di un film proprio sull'Ermitage e sul fascino di quel che è avvenuto al suo interno, e di quel che ancora ci si può vedere.

Invia una mail all'autore del commento Mr Mandarino  @  10/01/2011 11:54:29
   6 / 10
Grande lezione di tecnica registica, ma è nettamente un film che può piacere esclusivamente a chi studia cinema.
E' come se ti invitassero a cena al ristorante e la portate fossero bellissimi piatti pieni di niente. Stai lì a guardare il piatto, ne apprezzi la bellezza e la difficoltà che c'è voluta per realizzarlo, ma dopo 10 minuti ti rompi i ******** e chiedi che ti portino qualsiasi cosa, una pasta al tonno, o almeno il pane da sgranocchiare... Perchè alla fine il film non ha una minima sceneggiatura e soprattutto non ha il minimo senso, a meno che non si consideri sensata un'ora e mezza di guida virtuale su cd dell'Hermitage, con un tizio che ti cammina in mezzo alle balle in ogni stanza, e una fastidiosa voce fuori campo come quelle delle pubblicità dei profumi, che sembra voler dire da un momento all'altro "le nuveau parfum de Jean-Pierre Tarte Tatin".
Obiettivamente però, non posso dare meno della sufficienza a un qualcosa così difficile da realizzare.

1 risposta al commento
Ultima risposta 01/03/2011 10.18.05
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guidox  @  25/09/2010 15:27:58
   9 / 10
essendo stato all'Hermitage anni fa, questo film mi ha rievocato ricordi bellissimi e ha dato una sorta di interpretazione ai miei pensieri personali, quando mi aggiravo nelle varie stanze e nei corridoi.
unico piano sequenza, film tecnicamente ineccepibile, splendido nella sua realizzazione, fotografia e colori sublimi.
certamente il regista si autocompiace, ma se avessi avuto in mente un'opera del genere e riuscissi a realizzarla così, mi farei i complimenti da solo tutti i giorni.
non è affatto lento, specie se si sa che tipo di film si sta andando a vedere e a seconda degli interessi dello spettatore; ci vuole una predisposizione particolare per apprezzarlo, quindi se cercate un film "normale" saltatelo a piè pari.
altrimenti guardatelo e ne rimarrete sicuramente affascinati.

Manu90  @  07/09/2010 19:27:45
   6 / 10
Film tecnicamente mostruoso. Insomma, un ora e mezza di piano sequenza....un unico piano sequenza! Solo per questo il film andrebbe visto. Tuttavia alla lunga diventa noioso per i miei gusti, forse troppo sentito dal regista (la scena del ballo con l'applauso finale...dai su, il regista fa un appaluso a se stesso). Merita di essere visto per il modo in cui è stato realizzato (il primo film della storia del cinema girato interamente con un unico piano sequenza), ma un pò sopravvalutato per me.

Ciaby  @  22/07/2010 17:09:36
   10 / 10
Un unico pianosequenza, colori sfavillanti, regia sontuosa e meravigliosa (come tutto Sokurov), lentezza che fa male e non annoia, finale imperdibile.
Non è un film, è arte. Da non perdere.

BlackNight90  @  13/05/2010 00:34:47
   8 / 10
"Biancheggia, vela solitaria
Del mare nell'azzurra bruma...
Cosa in lontana terra cerca?
Al paese natìo cosa ha lasciato?..." (La vela, M. Lermontov)

Un unico ed infinito piano-sequenza, non mascherato come quello di Nodo alla gola: un'impresa di immane perfezione tecnica e visiva da realizzare, però non si tratta soltanto di un arido esercizio di stile, anche se un po' di autocompiacimento del regista traspare lo stesso.
Come tutti i luoghi in cui riposano la Storia e l'Arte sono magici, il film vuole trasmettere questa magia, grazie alla sua lentezza maestosa e alla leggerezza quasi ipnotica dei movimenti di macchina: difatti la prima volta che lo vidi mi addormentai, ma non era giornata quella.
Rivedendolo più attentamente la sensazione di camminare davvero per le stanze dell'Hermitage rimane, così come la sorpresa di passare da un'epoca all'altra, come se l'Arca del titolo fosse anche un macchina del tempo capricciosa che permetta di vedere la storia russa nei suoi fatti più importanti e nei suoi protagonisti più grandi.
Soprattutto, c'è quella sensazione suadente e morbida di stare camminando in un luogo sacro, forse l'unico veramente rimasto tale, in cui bisogna 'parlare a voce bassa', come spesso sono invitati a fare i due protagonisti, in segno di rispetto: l'arte va assaporata in silenzio, è l'unica forma di salvezza dall'abbruttimento e dai danni dell'ignoranza e della Storia (con quanta tristezza ed incredulità è ricordato il milione di morti nell'assedio di Leningrado).
Un film che è un unicum nella storia del cinema, quasi un caso a parte anche perché il montaggio, che secondo me è la vera essenza del cinema, non c'è.
Ma la magia sì. Non solo la Russia dovrebbe avere una propria arca.

Libss  @  08/03/2010 14:41:43
   7 / 10
Tour de force tecnico ad alta intensità, a tratti formalistico e fine a se stesso, sospeso in un'aurea di mistico magismo al di fuori del tempo per riflettere sulla decadenza (il vero e proprio canto del cigno) della società Occidentale (la memoria delle statue) diventa un'operazione un po' formalistica e nell'inquietudine dell'ostacolo improvviso non raggiunge la luminosa perfezione de "Il sole". Un film materico ed intrigante, che richiede molta pazienza, ripagata da un finale sospeso e suggestivo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  24/02/2010 22:45:36
   8½ / 10
Nei meandri labirintici dell'Hermitage di S. Pietroburgo si compie un viaggio dentro una parte dell'identità Russa, la sua storia e il suo rapporto con il resto dell'Europa. E' un viaggio ipnotico, molto suggestivo in questi continui salti temporali, ma pervasi da una sottile atmosfera funerea.
Straordinario dal punto di vista tecnico, un unico piano sequenza da brividi, una prova di bravura da applausi.

ulisseziu  @  08/09/2009 13:15:42
   6 / 10
Nonostante adoro i film che dimostrano di essere stati girati da mani e menti sopraffini, come in questo caso, arca russa non mi ha per nulla entusiasmato.

A me pare evidente che sia un esercizio di stile, l'ultimo applauso prima dell'uscita delle comparse è un applauso a se stesso.
L'idea, poi, che non sia altro che un enorme spot sull' Hermitage di Sanpietroburgo, considerando da dove vengono i finanziamenti non me la leva nessuno.

Il film è incredibilmente lento e noioso, nonostante l'apprezzamento incondizionato alle opere che presenta da Canova a Tintoretto.

Il discorso sulla storia della madre russia mi è sembrato molto, molto didascalico, e sono arrivato fino alla fine solo per cercare la frase, la scena, un qualche elemento, o mi sarei accontentato di un incipit che facesse da collante o che desse un senso di compiutezza al tutto, ricerca che è stata vana.

E' con grande rammarico, considerando il lavoro magistrale del regista che assegno un 6 politico ottenuto dalla media tra tecnica e contenuti.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  14/04/2009 21:18:31
   8½ / 10
Un viaggio all'interno dell'arte, senza una vera e propria sceneggiatura ma accompagnato da una tecnica e da una scenografia uniche.
Il regista sarà il nostro Virgilio e noi gli ospiti di questa bellissima esperienza secolare.

Per il resto, hanno detto tutto quelli prima di me ;)

Max78  @  31/03/2009 20:31:49
   6½ / 10
Sicuramente bello sotto il profilo estetico, e tecnicamente ineccepibile.
Sublime l'unico piano sequenza della durata dell'intera pellicola col quale Sokurov ci guida attraverso il mare del tempo in questo viaggio metacinematografico a bordo dell'arca russa che, a differenza della ben + blasonata arca di Noè non raccoglie con sé specie viventi che per quanto meravigliose hanno il difetto di invecchiare e poi morire, ma bensì opere d'arte, il genio artistico custodito e salvaguardato per rimanere indelebile nella memoria storica dell'umanità.
A parte questa metafora affascinante non è questa l'idea che ho di cinema, sebbene ne riconosco gli aspetti positivi e le pregevoli intenzioni. Un mio limite probabilmente, lo ammetto.

Dan of the KOB  @  20/03/2009 19:56:45
   6 / 10
Niente da fare, non riesco a farmelo piacere!
Tecnicamente ineccepibile, ma lo trovo un esercizio di stile fine a se stesso! Non mi ha coinvolto minimamente!
Lento, noioso e monotono …. Proprio non l’ho digerito!

AKIRA KUROSAWA  @  16/03/2009 17:21:21
   8 / 10
ha dett tutto mr kubrick qui sotto: un vero gioiellino

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  01/03/2009 19:40:28
   9 / 10
Bellissimo, un vero gioiello.
Arca Russa è come un sogno, un lungo sogno in cui bisogna solo lasciarsi trasportare. E' inutile che mi soffermi sulle finezze tecniche di questa pellicola, dato che sono state già evidenziate dagli altri utenti prima di me.
Un viaggio nell'arte, nel tempo, nella cultura, ma soprattutto un'esperienza da provare, da assaporare a pieno almeno una volta nella vita.

VinLet  @  31/01/2009 16:43:41
   7 / 10
Nell'insieme il film va apprezzato per come è stato realizzato..è ben fatto..ma molto molto impegnativo
Non è facile e non è da tutti
Purtroppo..pur consapevole dell'ottima qualità..l'ho trovato noioso e lento..e non lo rivedrei (una volta basta e avanza)
Per guardarlo è necessaria una buona dose di attenzione e costanza..non è indicato per una serata rilassante

DarkRareMirko  @  20/12/2008 14:50:49
   10 / 10
Importantissimo film della storia del cinema moderno, realizzato dal grande Sokurov.


Si tratta di un film, girato tutto in soggettiva (come un Lady in the lake quindi) e senza alcun tipo di montaggio, che per la prima volta in assoluto utilizza una mdp ad alta definizione, registrando le riprese su una piattaforma portatile, creando così un piano seqeunza di circa 90 minuti, ossia l'intera durata del film stesso.


Tutta l'opera si svolge all'interno del museo Hermitage dove avvengono diversi episodi della storia russa, sino ad arrivare ai nostri giorni.
Il regista ci comunica che questo spazio museale non è solo un espediente scenografico, ma intende proprio questo tipo di spazio in termini metacinematografici, dicendo appunto che ciò serve a fare cinema.


Il museo e il cinema hanno poi qualcosa in comune; entrambi difatti mostrano: il museo espone opere, il cinema mostra immagini.
La vicinanza fra le diverse opere poi chiama altri significati ed altre simbologie, come le porte e la vicinanza tra le varie sale.


Si tratta di un film che esalta la steadycam; l'arca indicata nel titolo è poi la struttura stessa dell'Hermitage, come meglio chiarito anche nell'ottimo ed incisivo finale.


Consigliatissimo capolavoro assoluto.

marfsime  @  02/12/2008 17:34:01
   7 / 10
Ammetto che non è il mio genere di film..tuttavia non si può non apprezzare lo stile registico molto bello con il piano sequenza nonchè il genere stesso del film decisamente sperimentale e di difficile catalogazione per quanto concerne il genere. Poi che dire..bellissime anche le ambientazioni e i costumi..veramente affascinanti..più che un film è un'opera d'arte..e per questo non mi sorprende che vi siano tanti voti alti..alcuni bassi ed solo mio che sta un po' nel mezzo..non un film per tutti..ma non lo si può disprezzare.

Invia una mail all'autore del commento piernelweb  @  03/02/2008 01:03:05
   7½ / 10
E' possibile girare un'intero film tutto di un fiato, in un'unico piano sequenza, (1 ora e mezza) che sia già pronto per essere consegnato alla produzione senza ulteriori ritocchi? La risposta è sì e la prova arriva dal regista russo più interessante della sua generazione: Aleksandr Sokurov. Questa concezione bizzara (quasi più un vezzo da guiness dei primati che un significativo esperimento cinematografico) ben si coniuga però ai contenuti: la ripresa tutta in soggettiva identifica il protagonista che si ritrova senza volerlo (forse a seguito della sua morte) a vagare come in un sogno, nel palazzo dell'Ermitage di San Pietroburgo, un tempo residenza degli Zar e oggi museo. E di sala in sala, attravverso salti nel tempo, e disquisizioni estemporanee con lo scontroso Marchese di Custine (un bravissimo Sergei Dreiden) è un'ammirare dello splendore della russia che fu e di quella che sarebbe potuta essere. Per ovvie ragioni mancano dialoghi articolati, ma il senso estetico è in un continuo crescendo: un omaggio all'arte ed al senso di identità e universalità che è in grado di suscitare. Impressionante il lavoro di coordinazione delle numerosissime comparse (3000 persone come in un Kolossal) ma l'immagine più bella è quella finale quando il protagonista guarda fuori, al di là del palazzo.

giax-tommy  @  24/01/2008 16:58:03
   10 / 10
L’Arca Russa è un film che vale molto per me,perché è un’apertura parziale alla civiltà russa che poco mi attraeva e mi interessava. Sokurov trasmette Tutto l’amore per questo paese,tutta la sua tristezza per ciò che gli è successo,e per ciò che gli sta tutt’ora succedendo ce lo regala,accompagnandoci per un’ora e mezza all’interno delle strutture forse più significative del Paese. Posso dire che si è contenti di guardare,si è soddisfatti delle visioni, perché è un viaggio (onirico o no non si sa,)dove tutto ciò che si vede è tutto ciò di cui l’uomo dovrebbe essere orgoglioso,ciò che egli ha meglio fatto. Pittura,musica,teatro,ma non solo,anche l’amore per l’arte viene rappresentato,l’amore per l’uomo e per l’arte. Perché tutto dovrebbe finire non si sa,ma si sa che dovrà finire,un’ora e mezza di amore,che esplode in un “è finito tutto”desolante e triste perchè mai più vero. La fortuna di poter vedere la storia del passato,non come storia ma come presente è davvero una fortuna. Vedere l’inesorabile fine,decadenza dell’uomo in ogni epoca potrebbe essere una fortuna?O possiamo solo apprezzarne le immagini senza scendere nel vivo?La storia è davvero così utile,quella della non vita,del non amore,della decadenza,della fine,dei libri. Ci ripetiamo che la storia possa essere utile per il presente,tutta quella devastazione utile affinché si possa sapere bene come si può devastare ancora finchè si possa distruggere anche l’anima delle cose. Storia senza senso,l’unico senso che le si può dare è guardandola da dentro,nel suo spirito guardarla direttamente nella sua realtà e non negli scritti,quello non ha senso,perché non ha animo. Senza intaccare alcuna cosa,prendendola per buona,perché è viva è animata ed accade intorno a te. Tanta voglia di osservarla per la pura gioia di pensare che non è inanimata,ciò che è passato non è finito e basta,non era morto,non è solo uno stupido scritto,o una fredda foto,era reale e solo in quel senso ha senso.

Invia una mail all'autore del commento yasujiro  @  07/01/2008 21:59:02
   9 / 10
Un 9, oltre che alla maestria del mastro Sokurov, alla capacità di sperimentare fino all'inverosimile, caspita, un piano sequenza di un'ora e mezza è tanto, applausi.. e il film è anche godibilissimo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  @  05/12/2007 23:50:46
   8½ / 10
Sontuosa rievocazione della storia russa, a cominciare dal fondatore di Pietroburgo e della sua gemma preziosa (il museo dell'Ermitage), ossia lo zar Pietro, che contribui anche piu di ogni altro ad avvicinare la Russia all'Europa, e infatti l'Europeo (un diplomatico francese del XIX secolo) come viene chiamato dal giovane regista (Sokurov) che si ritrova come per magia in questa arca, rappresenta una figura emblematica che accompagna gli ultimi 3 secoli di storia russa, dall'influenza artistica italiana e olandese, ai conflitti coi nemici di sempre (tedeschi) non dimenticando i rapporti diplomatici colle potenze straniere e le raffinatissime feste di corte. Straordinario affresco di rara perfezione estetica, Arca russa è anche un film originale, che non racconta una storia in particolare (e per questo può risultare noioso a tratti), ma metaforicamente narra la Storia come fosse un'arca in mezzo al mare in tempesta degli accadimenti umani.
Mi piace pensare che il commiato con l'Europeo nella parte finale del film sia come un monito contro una dirigenza russa che sta pericolosamente tornando ad alzare la cresta del nazionalismo e a raffreddare i rapporti con l'Occidente (usando, tra le altre cose, l'arma dei rifornimenti energetici).
Particolarmente ipnotiche due sequenze: la cerimonia delle scuse dei diplomatici persiani e l'elegantissimo ballo finale che lascia, una volta finito, un inestinguibile velo di malinconia, oltre che nei protagonisti, in tutti gli ammaliati spettatori.

luca2012  @  16/10/2007 22:57:40
   8 / 10
Un film che mi ha quasi ipnotizzato, lento ed affascinante.

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Ultima risposta 13/11/2007 13.02.43
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  20/09/2007 14:03:02
   8½ / 10
TUTTO BELLISSIMO: DAI COSTUMI ALL'IDEA CHE NE STA ALLA BASE ALLA TECNICA REGISTICA DEL PIANO SEQUENZA UNICO (GIA' HITCHCOCK CI AVEVA PROVATO IN "NODO ALLA GOLA" CON I POCHI MEZZI TECNICI DELL'EPOCA). LA METAFORA CON CUI SI CONCLUDE IL FILM E' SUBLIME: PASSANO LE EPOCHE, LE GENERAZIONI E CIO' CHE RIMANE SONO LE TESTIMONIANZE DEL GENIO ARTISTICO DELL'UOMO CUSTODITE IN LUOGHI SACRI -COME L'HERMITAGE DI SAN PIETROBURGO- CHE NAVIGANO, COME FOSSERO ARCHE, NEL MARE DEL TEMPO.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Silly  @  02/08/2007 15:39:06
   8½ / 10
Un'esperimento straordinario e originale, un viaggio spazio/tempo davvero commovente. Tutto il film girato in piano sequenza è un percorso onirico assolutamente suggestivo. Dev'essere stato un lavoro pazzesco......... Ho avuto la perenne sensazione di essere osservata da quel personaggio bizzarro, malinconico, affascinante........ Come se stesse parlando con me. Non so se era intenzionale da parte del regista, ma è l'impressione che ho avuto. E' un film difficile, in alcuni momenti è forse leggermente noioso........ Ma bisogna saper superare certe sensazioni superficiali e lasciarsi trasportare da questa arca russa........ Ondeggiare x tutta la durata del film. Merita di essere visto x il curioso inizio e x il finale emozionante........

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  16/07/2007 12:13:10
   10 / 10
Un'idea registica assolutamente innovativa per un'esercizio di tecnica cinematografica rivoluzionario e in grado di aprire nuovi scenari nel mondo della settima arte:Arca Russa di Surkov e'un film concepito lungo un'unico pianosequenza in soggettiva,con un montaggio che coincide perfettamente con la durata del film...la pellicola e'un viaggio visionario attraverso i personaggi piu'rappresentativi degli ultimi secoli della storia russa,attraverso un mix di fotografia,luci,scenografie e costumi incredibilmente suggestivi.
Esercizio di stile imposssibile da giudicare?Assoltamente no,Arca Russa e' un film che supera il normale concetto di pellicola cinematografica,pura arte in movimento per un regista dotato di spunti d'originalita'incredibili.

Invia una mail all'autore del commento Gondrano  @  14/06/2007 08:32:08
   7½ / 10
Pur non avendo le competenze tecniche di un regista, riconosco che è un film realizzato stupendamente. Da giudicare più con lo stomaco che con la testa, avvolgente e delicato come un lenzuolo di seta. Meravigliosa la sequenza finale. Non è il mio film ideale, ma non si può dargli un voto basso per propria negligenza.

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Ultima risposta 14/06/2007 09.16.25
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Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  05/05/2007 16:48:26
   9½ / 10
E' un film difficilissimo da commentare perchè il dubbio che sia solamente tecnica fine a se stessa è forte. Gioiello visivo e onirico che compie una delicata riflessione sul tempo o film tecnico e compiaciuto?
Lasciando ad ognuno di noi la risposta, posso solo dire che basterebbe la sola scena finale per farmi consumare le mani per gli applausi.
Ma devo riconoscere, che soprattutto nella parte centrale, un pò di noia mi è subentrata.
Eppure la complessità di questa opera è talmetne elevata e la sua realizzazione talmente perfetta che non si può che viaggiare come in un sogno trascinati dalla meravigliosa steadycam di Tilman Buttner (anche magistrale direttore della fotografia e già operatore di "Lola corre") nelle atmosfere senza tempo dell'Hermitage.
Migliaia di comparse, 3 teatri, 72 set illuminati, 6 mesi di prove....come non apprezzare una simile opera. Purtroppo stavolta non riesco a mettere il freddo critico davanti all'esaltato regista. Per chi vuole fare questo mestiere questo film rappresenta un'aspirazione difficile da eguagliare.

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  06/04/2007 14:41:04
   10 / 10
DIECI !!
DIECI per la straordinaria bellezza delle stanze dell'Ermitage.
DIECI per le splendide opere d'arte alle quali ci è concesso di assistere ( dalla vergine delle pernici di Van Dyck agli Apostoli Pietro e Paolo di El Greco ).
DIECI per il coraggio e l'idea di percorrere 300 anni di storia con una camera digitale senza stacchi in un piano sequenza.
DIECI per aver magistralmente fuso 3 secoli di storia insieme, contemporaneamente, nello stesso luogo.
DIECI per il meraviglioso ballo finale dove danzano centinaia di persone prima della simbolica discesa dall'enorme scalone.
DIECI perchè Aleksander Sokurov è il regista di MADRE E FIGLIO.
DIECI perchè l'ambientazione, i costumi e le danze mi hanno riportato alle magiche pagine dei classici russi dell'800.
DIECI perchè non apprezzare un film cosi' implicherebbe non apprezzare l'arte.
DIECI.

ds1hm  @  01/12/2006 14:24:34
   8½ / 10
l'esempio più illustre in tempi recenti di sperimentazione cinematografica allo stato puro, anche se estremante ambizioso.
un film unico, dotato di un potenziale immenso, un esempio che era da riprendere e sviluppare in maniera magari meno complessa ma più incisiva. ci si sente un pò troppo irrigiditi dallo stile usato in questo film, ma è doveroso attendersi un film non logico, non facile.
al di sotto di Madre e figlio, film che considero semplicemente irripetibile.
da vedere, rivedere, rivedere se davvero lo si vuole apprezzare, fissare con la mente nei propri occhi.

quaker  @  27/11/2006 22:51:39
   10 / 10
La tecnica di Sokurov è a dir poco prodigiosa: un unico piano sequenza dell'intera durata del film. Girato in digitale, con una handycam Sony adattata, e munita di uno speciale hard disk capace di registrare un'ora e e mezza circa di video.
Per l'intera durata del film pensavo come abbia potuto realizzare una cosa del genere. Pare che sia stato girato in pochi giorni, ma che la sua preparazione (33 aiuto registi) abbia richiesto circa un anno e mezzo.
Detto questo, rimane l'opera: che è una carrellata sulla storia russa, su un palazzo fra i più belli del mondo, ed ospita un museo fra i più importanti (e se non erro primo per quantità di opere d'arte figurativa). Ma non solo: grazie allo scambio di battute fra il diplomatico francese e la voce del regista lo spettatore è indotto a riflettere sull'arte, la storia, il destino stesso dell'uomo.
Compare Pietro il Grande (e qui c'è una prima, memorabile battuta del diplomatico francese sulla passione che gli orientali hanno per i dittatori, da Alessandro Magno a Tamerlano... e non viene menzionato, ma si intuisce, che la catena si chiude con Stalin).
Poi la steadycam si inerpica su una scala a chiocciola.
Si passa per i saloni dell'Hermitage. Ecco la Grande Caterina. Una sala rossa, una galleria all'italiana; le sculture neoclassiche; ancora quadri da Van Dick a El Greco. Ed ecco Puskin, il più grande poeta russo. Poi una scena spendida: la guerra (che, per gli allora sovietici, fu la grande guerra patriottica), rappresentata attraverso una gelida galleria in cui è penetrata la neve.
Vi è una sola persona, un vecchio che costruisce la sua bara. E la voce del regista-narratore (con i cui occhi, in soggettiva, è ripreso tutto il film) che ricorda il milione di morti che, solo nella allora Leningrado è costata quella guerra con la Germania (paese che il diplomatico francese, vissuto nel primo scorcio dell'800, non sa che cosa sia).
E poi ancora saloni, il corpo diplomatico, i pranzi di corte con un servizio di piatti superbo, lo sfarzo della corte; l'orchestra che suona ... e Nicola II a tavola con la famiglia nell'imminenza della rivoluzione del '17.
Infine il ballo a corte del 1913. Un tripudio di costumi, facce, immagini come l'uscita dal ballo, lungo uno scalone rococò che è una delle meraviglie del Palazzo d'Inverno. E l'ultima, meravigliosa immagine.
Ho dimenticato tanto, perché tantissimi sono i motivi di questo film, capolavoro assoluto della cinematografia, che mi resterà sempre nel cuore.

sweetyy  @  05/10/2006 15:54:50
   1½ / 10
A me st' ARCA RUSSA m'ha fatto ''russare''...Per fortuna non dura troppo.
Mi dispiace anche rovinare la media dato che è piaciuto molto..In fondo visivamente e artisticamente è ok! Tuttavia se non si conosce molto bene la storia sulla Russia questo film risulta noiosissimo...anche a causa dell'esagerata lentezza! Impossibile quindi non dormire...opinione strettamente personale..

56 risposte al commento
Ultima risposta 14/10/2008 22.44.08
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  13/03/2006 01:08:00
   10 / 10
Probabilmente il più difficile film da realizzare della storia, anche perchè se la struttura è teeatrale, la messinscena è antiteatrale e naturalistica. Sukurov si conferma erede di Tarkovskij e mai come questi due registi l'evidente similitudine arte-letteratura-cinema (quest'ultimo catalizzatore di un'ottava musa) è stata così esplicita. Da godersi con gli occhi, un unico piano sequenza, una pellicola che non stanca mai e che finisce come Solaris. La storia ancora una volta, viene negata a servizio della cultura. Anzi, forse, la storia non è mai esistita, ma il limbo dell'umanità può reggersi solo attraverso l'opera d'arte espressa nelle sue più svariate forme.

jmarra  @  18/02/2006 21:10:51
   9½ / 10
cimatograficamente stupendo un viaggio nella storia russa attraverso l'ermitage di sanpietroburgo in un unico pianosequenza formidabile

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  09/02/2005 22:12:45
   10 / 10
Un sogno puro diventa soprattutto "lo sguardo che vorremmo cogliere senza farci vedere". Nondimeno, questo è il limite impossibile dell'uomo, tra i tanti, superare il tempo, sconfinare oltre le barriere insormontabili dei luoghi e del privato, sollecitare la storia a diventare parte integrante di noi, e a rispecchiarsi nel presente per farci sentire distanti, eppure vicini... L'Hernitage di San Pietroburgo, a qualche anno dalla perestrojka e dalla rimozione del passato più presente a favore di una faticosa, sommessa, rivalutazione di ciò che è accaduto ben prima della rivoluzione. Perchè fu fatta la rivoluzione nel 1918? Perchè l'impero aveva fatto più danni del successivo Stalin, ma è meglio non dirlo: Sokurov ha il limite di navigare nello stupore con l'occhio di un bambino colto a rivestire di effige e splendore cotanto passato... splenda pure su di noi (e lui) questa rapsodia di illustri personaggi, tanto più se filtrati dal sogno (più Ophuls che Fellini direi, più Greenaway che Visconti) e quindi sfuggenti, anonimi, mai protagonisti (un paradosso felice che contrasta col loro splendore ultra-terreno e atemporale). Il tutto davanti a un'unico piano-sequenza, che a sentire Enrico Ghezzi ridurebbe di molto l'effetto artistico del film. Per nulla d'accordo: se non è cinema, è qualcosa di maledettamente vicino alla dimensione arcaica, onirica, visionaria, del nostro corpo, della nostra mente. Si avvicina un diplomatico, diventa presenza enigmatica ma concreta di tutto film e - oh dio - sembra l'Erland Josephson dei film di Bergman ("nel sogno noi possiamo vedere volti sotto mentite spoglie" direbbe Freud: vale anche per i cinefili?). Colgo una sottile ironia nel progetto, che rende testimoni dello stupore della bellezza, dai dipinti di Goya a El Greco, da Tiziano a Van Eyck, testimone di un'arte che celebra così l'immortalità nella sua unica forma possibile (è intrinseca quella culturale) La macchina da presa poi, esercita un'effetto vertigo davvero inimmagibile: è un graditissimo viaggio vorticoso in una scena aperta che, più che muoversi, "vola" nello spazio infinito del pathos (l'emozione è decollo, direbbe l'ultimo Scorsese, la rimozione staticità terrena). Sokurov ci offre il "suo" sogno che in fondo non è altro che la labile speranza di poter universalmente prendere di petto la storia di ciascun paese, di riportare le proprie radici a un'illusione non faziosa, ma nemmeno rimozionale. La dimensione del tempo è la stessa dell'Arte, che reclama di essere contemplata per sempre. No, Sukorov non costringe lo spettatore a seguirlo, ma lo invita cordialmente a condividere la sua emozione. E' quasi spontaneo quando mette in scena un decor che arricchisce ogni istante del film. Lo sguardo cattura le simbologie delle opere (didattico in tal senso, ma non nella velleità istituzionalizzata del nostro Rossellini degli anni sessanta), "maschere" che recitano con un'impeccabile disinvoltura, dall'ufficiale che dopo il ballo si siede e "posa" con la mano stanca incrociando le gambe, alla "recita è finita" dell'infinito accomiatarsi delle centinaia di comparse che scendono le lussuose scale del futuro//presente museo... In un certo senso, sono anch'essi "quadri viventi" ignari magari del destino riservato a quelle misteriose sale... Forse Sukorov individua le responsabilità del potere di allora rispetto ai ceti sociali medio-bassi, a differenza di Michalkov che non vuole sentirne parlare... Ma evidentemente il sogno impedisce di lasciarsi andare a qualche ideologismo di troppo. Quando il diplomatico si congeda in un malinconico "è tutto finito" sappiamo certo a quale nazione fa riferimento. Un'apologo finale, di un qualunquismo quasi materno, ci riporta la nostra frustazione, benchè fino a poco prima ci fosse l'opportunità di frenarla temporaneamente. Un poema sul tempo perduto, o su una terra irriconoscibile oggi nel suo germanesimo incoerente (la Russia pigra e accusata di vivere coniugando il verbo europeo, come si dice solitamente, oggi è fatalmente tradita dallo stesso potere persuasivo oscuro d'Europa). O, più semplicemente, l'unica concessione alla nostra funzione umana: sognare, e viverci dentro

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Ultima risposta 15/02/2006 14.19.57
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dragonfly  @  29/10/2004 16:13:42
   8 / 10
Film di un fascino incredibile, da un'idea brillantissima di percorrere la storia russa nel museo hermitage ne esce fuori un'opera ambiziosa, molto ben riuscita e a suo modo attraente. Lamenta il fatto di nascondere a mio avviso un lato commerciale che non ho apprezzato. Ad ogni modo piccolo capolavoro contemporaneo.

paolo degrassi  @  19/11/2003 08:37:30
   10 / 10
E' già stato detto dagli altri intervenuti in maniera più che esauriente. Voglio solo aggiungere che, per me, è semplicemente meraviglioso. Devo però anche aggiungere che più di uno spettatore è uscito dalla sala di proiezione prima della fine del film. Io personalmente nei film cerco qualcosa di particolare, magari di impegnativo e Arca Russa (già il titolo è un capolavoro) ha soddisfatto totalmente le mie esigenze.

*cabinotta*  @  11/10/2003 23:40:31
   8 / 10
io sono russa e gli do un 8, ciò che lo penalizza è la lentella e la lunghezza...

2 risposte al commento
Ultima risposta 21/01/2006 12.19.14
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Raskolnikov  @  17/07/2003 18:28:03
   8 / 10
Respiro immenso, dolcissima poetica e profondo senso di umanità: è un piccolo gioiello della cinematografia contemporanea, non solo russa. Certo, volutamente lento, ma è proprio questa l'essenza della sua poesia, che dipinge il lungo e faticoso cammino della coscienza di un popolo alle soglie del comunismo. Passioni, valori e arte che scendono lentamente le stesse scale... C'è l'uomo a tutto tondo, eppure tratteggiato in modo fugace, quasi impressionista. Anche questo film è un quadro, come i tanti dell'Ermitage, e chi lo osserva risveglia coscienze ormai disperse dal fiume del tempo. Certo Rama, è proprio russo questo film, ma questo è un valore aggiunto. Del resto solo un russo poteva pensare a un film del genere...

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Ultima risposta 19/07/2003 14.27.09
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Invia una mail all'autore del commento Rama  @  17/07/2003 15:39:43
   5 / 10
un film documentario sul percorso storico-artistico della russia negli ultimi tre secoli. interessante come idea di realizzazione. ma è russo!! ronf.....

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Ultima risposta 16/01/2004 18.47.40
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francesco  @  13/05/2003 12:42:49
   7 / 10
Bella idea e grande piano sequenza

Tresele  @  11/01/2003 18:39:56
   9 / 10
Non ripeto quello che avete detto molto bene; a me è parsa anche una critica alla "musealizzazione" delle opere d'arte, alla loro decontestualizzazione, al museo come magazzino. Altra cosa: avrei voluto ci fosse almeno qualcosa sulla tragedia delle persecuzioni ebraiche, e sul chassidismo russo, O forse è sfuggito a me? Lo chiedo a Davide per il suo ringraziando ****, se ne capisco bene il senso.

leo  @  04/01/2003 16:57:52
   10 / 10
voto giustissimo... :-) Certo che bisognerebbe conoscere la storia russa, ma anche cosi' (io che non ne so un gran che' di storia russa) e' imperdibile. Un esperimento riuscito benissimo

Invia una mail all'autore del commento francesco  @  30/12/2002 19:12:06
   8 / 10
L'idea di base (attraversare la storia russa attraverso le sale del suo museo più famoso) e la tecnica dell'assenza di montaggio ne fanno un film assolutamente da vedere per gli appassionati e per coloro che non si accontentano delle solite piatte banalità. In alcuni momenti è piuttosto lento e difficile, a causa dei molti riferimenti sulla storia russa inseriti dal regista.
Il ballo finale e la conclusione (con il diplomatico che rappresenta l'Europa che si rifiuta di uscire dalla sala perchè non vuole vedere quello che attende la Russia da quel momento in poi e cioè il comunismo) mi hanno dato delle sensazioni che ricorderò a lungo.

Invia una mail all'autore del commento francesca  @  03/12/2002 00:04:15
   7 / 10
Grandioso nella "metodologia espressiva" che in tutto e per tutto ha saputo riproporre una reale "carrellata russa", facendo respirare al pubblico i vapori di quell'evoluzione svanita in decadenza...ma che nella morte finale lascia i segni di un trapasso. Concetto profondo e di difficile traduzione cinematografica ha qui trovato la migliore conversione in pellicola. Da guardare con occhi diversi!

Invia una mail all'autore del commento Federico  @  29/11/2002 23:42:00
   8 / 10
sobrietà, equilibrio, dolcezza e malinconia...la storia della grande madre russia in un'ora e mezza di piano sequenza pino di poesia. serge dreiden, il protagonista, il diplomatico, ha una volto bellissimo

Invia una mail all'autore del commento Giorgio  @  19/11/2002 17:29:47
   7 / 10
Merita veramente vederlo. Incoraggio sempre le sperimentazioni: e' da qui che nascono i capolavori, anche se non e' questo il caso.

Davide  @  14/11/2002 21:03:13
   10 / 10
Un fiume di immagini che non si ferma mai. La storia, i colori, la musica, la Russia. E quest'arca immensa che è l'Ermitage che nei secoli è riuscita a contenere tutto ciò. Ringraziando**** non ho ascoltato le parole dell'amica che, incontrata all'ingresso, me ne sconsigliava la visione. Un capolavoro

Ivonne  @  14/11/2002 19:20:57
   10 / 10
A me e' piaciuto...e come se le opere custodite nell'Hermitage riuscissero a condurci per circa 200 anni di storia russa tra nostalgia e curiosita'. Ogni angolo custodisce un segreto. La iterazione tra passato e presente e' notevole. E' anche da ammirare la tecnica usata per fare il film, cioe' con un unica ripresa.

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