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Film molto più complesso di quello che si potrebbe pensare a prima vista. La storia è di una banalità assoluta, già si sapeva come sarebbe stato non solo il finale, ma l’intera trama, ma sarebbe sbagliato fermarsi a questo perché l'idea di base è molto intelligente e molto seria, ovvero mettere in contrapposizione l’apparire con l'essere, e lo sceneggiatore tratta l’argomento con eleganza e serietà. Interessante in particolare, e riscontrabile nella realtà, che apparire belli può aprire tante porte, come
l’assunzione di Giada per il lavoro di assistente da parte del professore solo quando lei si è proposta in modo piacevole e provocante
Da condannare ma purtroppo veritiero l'alcool e la droga apparsi nella festa, però mi sarebbe piaciuto qualcosa da parte del regista che faceva capire che queste cose sono da evitare, ma non ho visto nulla.
Cosa non mi piace è la poca costanza del volume del parlato che non permette un ascolto omogeneo, e per fortuna che la colonna sonora, molto azzeccata, non ci va sopra.
Devo ammettere di avere un debole (cinematografico) per Vaporidis: so benissimo che non è un gran attore, ma a me piace il suo approccio nell’interpretazione dei personaggi, in questo caso è molto bravo a mettere sullo schermo il giovane ricco fannullone che pensa solo alla bella vita, a me è piaciuto parecchio.
Chi invece mi ha un po’ deluso è stata la Capotondi, nulla da dire sul suo impegno, ma non mi ha convinto, è stata poco incisiva forse perché aveva il ruolo più difficile, ma questa non dev’essere una giustificazione.
Interessante l'interpretazione della Sterigerwalt (Fiamma nel film, quella che aiuta Giada), non che sia una gran attrice, ma ha interpretato a mio modo di vedere molto bene la svampita, vuota ed annoiata riccona, favorita anche da una sceneggiatura che l’ha aiutata non poco. Gli altri non mi hanno detto nulla.
Nel complesso quindi un film con una trama scontata, ma che racchiude dentro di sé un’idea molto buona e realizzata più che bene.