Il cardinale Lomeli sovrintende al gruppo di pari ruolo responsabili per la selezione del nuovo Papa, ma al contempo cerca anche di scoprire i segreti che il defunto pontefice non ha mai rivelato.
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Gran bel thriller claustrofobico, cupo e intrigante che ci proietta all'interno dei corridoi del Vaticano e getta uno sguardo in un ambiente maschilista tra intrighi di potere, strategie politiche e cerimoniali religiosi antichi e solenni. Buona la fotografia che risalta la maestosità dell'ambiente, ottime anche le musiche con questo tono grave che sottolinea l'atmosfera cupa e misteriosa, nonostante sia un thriller privo di azione e unicamente fatto di dialoghi il ritmo non cala, la storia sa essere interessante e inserisce colpi di scena calibrati e assestati al momento giusto. Cast ottimo con un Castellitto volutamente sopra le righe e un eccezionale Ralph Fiennes nel ruolo del cardinale-detective in un interpretazione fatta tutta di espressioni facciali e di sguardi che dicono più delle parole. Personalmente l'ho apprezzato e mi ha tenuto incollato alla poltrona per tutto il tempo.
Dop'il "direct-to-Oscar" dell'anno scorso con "La zona d'interesse", una vagonata di ******* s'una "teologia della Shoah" superata da 60 anni e ancora ferma all'ottusa triade Weil-Wiesel-Arendt, una nuova produzione britannico-statunitense tenta il bis con la teologia cattolica postbellica affidata a Berger, che l'Oscar l'ha già vinto nel 2023 per un "accademico" adattamento del romanzo di Remarque. Che Harris sia uno scrittore di fantapolitica e fantareligiosità è un dettaglio marginale, la storia del Cristianesimo gronda di fatti reali ben più scandalosi (sul tema suggerirei un biopic su Congar), ma perché scomodarsi? Nel sofismo digitale è più che sufficiente essere persuasivamente sedotti e imboniti, mentre il Vaticano ha buon gioco nel definirlo "un'involontaria parodia". Christie dentro la Sistina? "Dieci piccoli indiani" è diventato il format d'ogni pseudo-talent mondiale.
Ps: "La Papessa" era il miglior circolo ARCI patavino di musica indie-underground ballabile, Ibiza all'università; il mio miglior amico dell'epoca è stato il traduttore italiano di "The divine feminine" della Mollenkott (Messaggero '93: potete controllare sull'OPAC). Fosse questo il punto.