E' il 1964, Selma č emigrata con suo figlio dall'Europa dell'Est in America. Lavora notte e giorno per salvare suo figlio dalla stessa malattia che affligge lei e che la renderā cieca. Il segreto della sua energia di vivere č il suo amore per i musical. Quando la vita č troppo dura, le basta fingere di trovarsi nel meraviglioso mondo dei musical, dove riesce a trovare la felicitā che il mondo non le riesce a dare.
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Ma per carità.....bruttissimo sul lato di un'allusione al genere musical, alto senso del patetico tutto il resto. E sì che sono uno che si commuove pure nelle interviste, ma un effetto compiacimento a scatola cinese di questo calibro non l'avevo mai visto. Un punto in più per l'uso del Dolly nell'ultima scena, almeno perfettamente coerente con la storia.
Si può dire peste e corna di Lars von Trier, però bisogna riconoscere che sa creare storie e personaggi di grande impatto nell’animo di guarda, o almeno di chi è disposto a partecipare a quel che vede. Questo film mi è rimasto nel cuore per la bellezza interiore dei personaggi, per la loro verità e per il realismo del mondo che li circonda. Non c’è idealizzazione o retorica, ma anzi domina la nuda e dura vita quotidiana ed è questo che fa il film così intenso e credibile. Certo, per ottenere il massimo dell’effetto, occorre portare in scena qualcosa di speciale. Ecco che Von Trier ci regala il personaggio di Selma, una tipica sua eroina, fatta di dedizione e altruismo al limite dell’autodistruzione; una donna che incanta chi le sta vicino per la verità, la semplicità, l’intensità del suo comportamento, dei suoi stati d’animo. E’ certamente qualcosa di estremo, di “puro” e per questo colpisce, perché è decisamente fuori dell’ordinario. Anche Selma ha il suo codice etico “eterodosso” che difende a spada tratta a costo di diventare a volte fin troppo rigida, danneggiando se stessa e ferendo gli altri (vedi il povero Jeff). Un codice che prevede di nascondere il suo animo più intimo (e la sua realtà di ceca) per non “influenzare” che le sta accanto (tanto è modesta). Una svista le sarà fatale, una confidenza di troppo determinerà la perdizione e il contrappasso. Sarà costretta a scegliere fra il fine e il mezzo, fra la dedizione agli altri e la sua sopravvivenza. La scelta non è eroica, è anzi dolorosissima. Sceglierà di darsi agli altri, ma non sarà una decisione facile, tutt’altro. La novità di questo film è che Selma non è sola, è circondata da personaggi puri e altruisti come lei, meno intensi ma forse più affascinanti perché molto più umani e ordinari. Il personaggio interpretato dalla Deneuve assiste Selma come un angelo e non pretende niente in cambio; non si sa perché si comporta così, discreta ma allo stesso tempo molto affezionata. Anche lei si “sacrifica” per qualcuno che non è nemmeno parente o “amante”. Il personaggio che mi ha colpito di più è però quello di Jeff: così buono, così modesto, così fedele. Non so, sono ancora scosso. La scena dell’ultimo colloquio in carcere, con Jeff che dice “ti amo” a Selma in maniera così semplice, modesta ma così vera e poi riattacca, è una specie di tuffo al cuore. E’ qualcosa che mi ha molto commosso e che non riuscirò mai a scordare. Questo film è anche l’ennesima accusa alla società americana, così materialista, dura e impietosa. Se non hai soldi non hai diritto a niente, una situazione che prestò sarà attuale anche in Italia (lo è già per gli immigrati). A essere onesti la rappresentazione della società americana fa il paio con quella dei religiosi in “Le onde del destino”, cioè appare troppo cattiva. Basta vedere la scena del processo in cui viene fatta parlare solo l’accusa. Quell’eccentrico di Von Trier anche qui gigioneggia con la macchina da presa e con il montaggio. Bisogna dire che la materia dei suoi film è cosi profonda e intensa che si dimentica facilmente la forma strana e anzi ci si fa tranquillamente l’abitudine. Qui utilizza la forma della “sincope”, cioè spezza il corso delle immagini e “seleziona” solo quelle fondamentali per descrivere la scena o suggerire uno stato d’animo. C’è poi l’inserimento continuo di pezzi da musical, il quale interrompe spesso il crescendo emotivo. Allo stesso tempo aprono una specie di finestra dentro il personaggio di Selma, rendendola più comprensibile. Danno anche un po’ di respiro alla storia che sarebbe fin troppo sentimentale e permettono un minimo di estraniamento dal personaggio (tecnica a cui Von Trier non vuole rinunciare). In quegli intervalli (che possono anche sembrare stucchevoli) è contenuta anche molta poesia. Von Trier è l’artista della “non bellezza” esteriore. Per lui conta solo la bellezza interiore. E’ strabiliante come attrici della portata della Deneuve o della Kidman assumano ruoli così modesti e quasi prosaici, mettendosi sullo stesso piano di attori qualsiasi, rinunciando così a ogni “divismo” ma guadagnando molto in significato etico, diventando più vere e sincere.
Non mi è piaciuto molto, questo musical-tragedia è tuttavia realizzato molto bene ha sicuramente dei buoni spunti ed una recitazione molto valida e questo da dei punti ha suo favore d'altro canto la trama è un po' verosimile... questo puntare sull'ingiustizia all'ennesima potenza per far breccia sul animo dello spettatore mi ha dato molto fastidio.
...non ho neancora capito perchè lo abbia ucciso, poi il fatto che la sua migliore amica abbia messo i suoi soldi con anche le monetine contate per pagare l'avvocato seza aggiungere niente di tasca propria lo ho trovato assurdo, il regista voleva a tutti i costi il finale tragico mah.
Bel film, adoro Von Trier. Bjork e Deneuve (ma un po' tutti) strepitose. Avrei dato volentieri un punto in più se non ci fossero troppi intermezzi musical (ma del resto V.T. deve sfruttare le potenzialità della cantante). Tristissimo.
sono un pò indeciso: se da una parte mi piace moltissimo lo stile registico di von trier, che potrei paragonare a ciò che è stato jackson pollock per la pittura, dove la tecnica è talmente personale da differenziarsi da qualsiasi altro artista , non posso dire che mi siano piaciute le parentesi musicali, girate come uno stupido video dei beastie boys e decisamente troppo melense e fuori contesto!! la sceneggiatura forte e il cast veramente ottimo ne fanno comunque un bellissimo film, capace di toccare i punti più sensibili dello spettatore, forse a volte anche un pò ruffianamente, ma credo che sia un piccolo vizio del regista che riesco a sopportare tranquillamente (non è della stessa opinione il mereghetti)!
ancora 1 volta von trier si conferma 1 dei migliori registi in circolazione e anche 1 tra i miei preferiti,ma purtroppo non me la sento di gridare ''capolavoro! '' indubbiamente bjork è fantastica,recita alla perfezione ed ha 1 voce sublime,bella anke la fotografia ma purtroppo il film è piuttosto scontato sin dall inizio ed inoltre nonostante affronti 1 tematica molto delicata non ho riscontrato questo vortice di tristezza inkontenibile citato da molti commenti ke ho letto, sikuramente è triste ma non al punto di piangere x ore o addirittura da deprimersi x 1 settimana o addirittura non poterlo + vedere xkè troppo triste !! secondo me è 1 film ke puo' essere estremamente tokkante solo x 1 madre con figli,altrimenti rimane comunque 1 ottimo lavoro ma come gia detto non cosi spropositatamente drammatiko,,,,ci sono molti film ke mi hanno intristito molto di + ( elephant man x esempio ma senza ricorrere ad 1 classiko di quel livello potrei citare anke million dollar baby o monster ) Conunque è davvero 1 bel film guardatelo !
bello, bello, bellooooo Bjork molto brava anche come attrice, Lars Von Trier è un genio ineguagliabile...fantastiche le coreografie e le musiche. Finale estremamente commovente.
Un film stupendo. Von Trier firma uno dei suoi film migliori grazie alla sua grande originalità e all'incredibile capacità di emozionare lo spettatore. Bjork è al di poco meravigliosa (non pensavo sapesse recitare così); a lei vanno anche i miei complimenti per la colonna sonora. Il film mantiene intatta la natura pessimistica di Von Trier in tutte le sue forme. Bellissimo.
Semplicemente magnifico. Björk sinceramente la preferisco molto di più qui che nei suoi CD; guardandola mi sembrava di esser cieco pur io. Chi ha rubato i titoli di testa nei primi tre minuti? ;-)
Accoppiata regista-protagonista senza pari. Lei, l'espressione perfetta della follia visionaria di lui; Lui, il contesto perfetto per la dirompenza espressiva di lei. E, chiaramente, come ogni cosa perfetta, è destinata a rimanere unica: i due non collaboreranno più. Per tutta la durata del film si è sballottati tra dramma ed euforia, ovvero i due mondi complementari della protagonista, passando dall'uno all'altra con precisione millimetrica e indiscutibile. Su questo, a mio avviso, ha giocato molto la riuscita del film: non si può dire che sia un vero dramma, non si può dire che sia un vero musical. E' la vita - certo un po' flagellata dalla s.**** eh - vista - sì, beh, si fa per dire - cogli occhi di una piccola e insignificante donna che vive il suo personalissimo sogno americano. D'altro canto è questa la peculiarità di Von Trier: da maniaco realista, dissacratore e pungente qual è, non ci si possono aspettare storie dalle tinte decise e scelte palesemente partigiane; ma la pura rappresentazione di un mondo assurdo e indecifrabile, che non offre altra chiave di lettura che quello che si vede...quando si riesce.
Lars Von Trier ha realizzato la sua prima sorprendente tragedia americana senza esser mai stato negli Stati Uniti: addirtittura tutti i suoi film "americani" sono stati girati altrove. Le ingombranti personalità del regista danese e della cantante islandese (che hanno avuto un rapporto estremamente conflittuale durante la lavorazione) hanno portato ad un ottimo film, che non risente del Dogma95 spesso in agguato. Lo sconsiglio però vivamente nelle giornate di cattivo umore.
questo film mi ha emozionato dall'inizio alla fine,sia perche il tema mi ha ricordato "luci della citta'" di Chaplin(permettetemi la citazione)sia per la quantita' di immagini e suoni in cui vieni catapultato! la mano di Larse si vede(non perche non la tiene mai ferma)e quegli stacchi che ti portano da una scena di gioia ad'una di paura sono incredibili e scelti al momento giusto! i testi delle canzoni sono molto riusciti e sarebbe bello vivere la vita come in un musical dove nulla di cattivo puo succedere...bastano queste parole! Von trier puo anche non piacere per film come "dogville" ma non capisco come la gente non adori questa pellicola che ha tutto quello che un capolavoro deve avere per essere chiamato tale! e dopo questo film... "ho gia visto tutto cio che c'era da vedere"
Mi sento di dire che un film drammatico, x essere da 10, deve farmi soffrire a tal punto da raccontare il mio dolore alle persone che mi circondano. Come se, in questo caso specifico, fossi io la Selma. Sono stata come in apnea x tutto il film, riuscendo a respirare negli sprazzi musicali in cui la splendida voce di Bjork mi deliziava (x una volta sola nella vita ho apprezzato il musicol!). Premetto che adoro Bjork, ha una voce così particolare e accativante che non si può non ammirare. Oggettivamente bruttina, è un assoluto talento e basta. X questo ho voluto guardare questo film...... Ammetto: Lars von trier faccio fatica a digerirlo. Ma questo è un capolavoro e nulla di più. E' vero, forse il finale e "troppo", forse le parole conclusive sono devastanti. Ma sono dell'avviso che se un film privo di attori affascinanti, di dialoghi coloriti, di una fotografia curata da effetti speciali, riesce a sconvolgerti in questo modo........ Beh, è x forza un capolavoro. A questo punto, dopo anni e anni di scorpacciate di film, Dancer in the dark entra prepotentemente tra i miei film preferiti!
Nonostante dopo averlo visto (all'epoca in cui uscì nelle sale) sia stato depresso per una settimana, obiettivamente questo è il capolavoro di Lars..... ma non riuscirò + a ri-vederlo.
1° premessa: mi sono reso conto che a parte THE KINGDOM (che non è proprio un film) non ho mai rivisto un film di Lars VON TRIER; il xchè? - xchè ogni suo film è un *****tto così forte allo stomaco che decidere di riaffrontare la visione non è così semplice - xchè mia moglie (che adora/odia questo regista) non vuole + rivederli xchè quando li abbiamo visti ha pianto e sofferto tantissimo - xchè questi film vanno visti con la massima concentrazione come solo al cinema si riesce a raggiungere.
2° Premessa: non amo i Musical … non so cosa farci, anche se sono veramente bellissimi, non mi piacciono!!!
Dunque ho rivisto Dancer in The Dark …..
Ogni sequenza mi venivano i brividi, in alcune ho “sudato” dal nervoso, ogni canzone è stata un emozione … vedevo Bjork e soffrivo con lei …. drammatico, agghiacciante, devastante.
Ricordo la visione al cinema …3/4 delle persone piangevano, ma non la solita lacrima celata con un finto raffredore, intendo che piangevano come i ragazzini alle prime notti del CAR (chi ha fatto il piantone notturno capirà), come le ragazze lasciate dal proprio ragazzo, come ad un funerale di un amico morto tragicamente …. Fu un esperienza incredibile, in quel silenzio rotto solo dai pianti, mi misi a piangere anch’io (l’essere + insensibile che ho mai conosciuto!) per la prima e ultima volta al cinema
Ieri, in casa da solo, non ho pianto (quasi) ma i brividi, il blocco allo stomaco i sudori freddi … quelli SI, si sono ripresentati. Pazzesco .. se il cinema è emozione, VON TRIER è unico. Cinico, bastardo e …. mai retorico!
EPILOGO 1: Bjork è la mia cantante (femmina) preferita, l’emozioni che la sua voce mi scatena hanno avuto sicuramente un peso importante sulla valutazione di sopra EPILOGO 2: mia moglie odia VON TRIER xchè nessuno altro riesce a fargli provare sensazioni primordiali come l’odio, la rabbia, la frustrazioni in modo così vivido!. mia moglie ama VON TRIER xchè è l’unico regista che riesce a fargli provare emozioni così forti! EPILOGO 3: I Film di Von Trier ti rimangono dentro, dare loro un giudizio a caldo è un errore … vanno assimilati, metabolizzati … e, se si ha il coraggio, rivisti prima di esprimersi compiutamente
Per quanto il film sia allo stesso tempo interessante e struggente, se si conosce il regista non solo il finale è nettamente prevedibile ma anche tutto il corso della storia. Premetto di aver visto prima dogville manderlay. Se la tematica deve essere sempre la stessa eviterò di vedere anche le onde del destino.
Mi è piaciuto questo film. Von Trier o è amato o è odiato e tutto il suo cinema è fatto apposta per provocare. Anche all'interno dello stesso film vi sono colpi di genio e mitiche minchiate, perchè il nostro danese è cosi: genio e sregolatezza. Nelle parti musicali mandavo avanti perchè a me la Bjork non mi piace come cantante. L'ho apprezzata invece come attrice, qui veramente brava. Per il resto che dire: le persone di Von Trier sono, come ha detto la collega frine qui sotto, brutte e tristi. Anche a Dogville è cosi. E presumo anche nelle Onde del destino (non l'ho visto però). La sua non è la rappresentazione della realtà a 360 gradi ma sicuramente è una perfetta rappresentazione delle bassezze morali di cui la gente comune è capace per sopravvivere. Fin troppo vera è la scena in cui uno dei protagonisti cerca di rubargli i soldi che mette da parte per il figlio nella speranza di salvare il suo matrimonio. Nei momenti più brutti della ns. vita nessuno guarda in faccia nessuno. Ho trovato invece troppo esasperato il finale, che mi da veramente l'idea di masturbazione sado-masochista come nel precedente Onde del destino.
E va bene, intelligenza e originalità vanno riconosciute, anche quando ti fanno inc.azzare oltre misura. Ho visto il film al cinema: in certi momenti ero così irritata che desideravo uscire. Invece ho resistito sino alla fine. Lars von Trier è un provocatore, lo sappiamo. E allora sorbettiamoci una fotografia (volutamente) brutta e triste, personaggi (volutamente) brutti e tristi, epilogo (volutamente) raccapricciante e triste. Arrabbiamoci pure, facciamoci venire la voglia di tirare una scarpa contro lo schermo. Alla fine dovremo ammettere di aver visto qualcosa di diverso dai soliti film ideologici contro la discriminazione, contro la pena di morte, contro l'ingiustizia sociale etc. etc. Tra le cose migliori del film: la fastidiosa, ubriacante camera a spalla, l'inserimento paradossale di scene 'musical' in una storia non esattamente allegra, l'interpretazione di Bioerk (interessante anche la Deneuve, in un ruolo per lei inedito). Tra i difetti: il solito senso di colpa che genera autodistruzione (non se ne può più), e la fotografia, che, se pur volutamente brutta, resta brutta.
prima di questo film avevo visto Dogville.... grazie a Dancer in the dark ho capito finalmente che cosa vuole dirci Lars Von Trier... la sua è una vera e propria protesta apocalittica, resa poetica dalla mente di un genio... nessun'altro forse riuscirebbe a fare un film tanto perfetto e funzionante a basso costo. Tutto, la fotografia, le musiche e i balli strazianti piuttosto che le angolature di ripresa completamente stranianti, mi porta ad affermare che questo film è uno dei più belli che abbia mai visto. Senza contare il fatto che ogni persona che lo ha visto dà una diversa interpretazione al messaggio, o ha una diversa percezione della sofferenza... questo è aver aperto un varco...
Von Trier continua a creare e infrangere regole. Questo film è dogmatico, ma anche antidogmatico. La vicenda melodrammatica è chiara (fin troppo, forse) fin dall’inizio. Ma lo stile col quale Von Trier affronta la vicenda è ottimo. Io ho sempre odiato i musical;ho sempre detestato che nel mezzo di un film o di un dialogo la gente iniziasse a ballare o a cantare. Ma qui Von Trier inserisce i balletti come sogni ad occhi aperti della protagonista. E così il mondo sfuocato e grigio sembra diventare un musical americano con luci, musica e fotografia luminosa. Questa è l’idea che nel film mi è piaciuta di più. Altra nota positiva è stata Bjork, che è risultata davvero azzeccata (e brava!). La pecca del film risiede in una trama fin troppo evidente. Si sa già tutto fin dall’inizio, ma il fascino della regia di Von Trier riesce a farti godere lo stesso il film.
Mai visto un musical drammatico. Lars von trier originale e unico nella regia. La trama è realmente crudele e sicuramente impeccabile nel rilevare tante questioni etiche delicate. Bjork è stata bravissima anche la Deneuve insomma il film si puo certamente definire un capolavoro. In alcuni momenti sfiora addirittura un livello impareggiabile.
Dancer in the dark è un film travolgente, emozionante, che fa tenere il fiato sospeso. La splendida voce di Bjork fa vivere ogni momento del film al massimo, interpretata ogni situazione pienamente dall'artista islandese. Von Trier ci stupisce ancora una volta. Dieci.
Salvo solo la scena "musical-meccanica" che è una bella trovata suggestiva. Il resto è soffocante melassa melodrammatica. Sarà anche voluto, ma fuggo lo stesso a gambe levate!
Un capolavoro, punto e basta. Ho sofferto come un cane, non lo rivedrò. Ma nessun film mi ha emozionato in vita mia come questo, e ne ho visti parecchi. Bjork sembra nata per fare l'attrice.
io sinceramente no capisco le critiche. Lars magari mi vorrà prendere per il naso. ma allora è uno dei pochi che ci riesce. Capolavoro. 10 (non do mai un 10). talmente duro che è difficile riguardarlo.
Questo è il film di Bjork. La grande artista islandese dimostra di essere non solo un' originale musicista e una straordinaria cantante, ma anche una brava attrice, sebbene questo sia il suo primo ruolo importante in un film (e forse l'ultimo, stando alle sue dichiarazioni). Certamente Von Trier si può criticare, e la sua crudeltà nei confronti del personaggio di Selma è francamente esagerata, ma la presenza di Bjork rende questo film memorabile. Ovviamente sono meravigliosi i brani musicali da lei composti, in particolare la struggente "I've Seen It All". Le lacrime sono assicurate.
Lars Von Trier dopo aver abbandonato gli effetti speciali della trilogia Europea, eccolo alle prese con il DOGMA 95 movimento cinematografico da lui fondato, che prevede un film scarno, ma visivamente suggestivo. Von Trier sa commuovere, anche se con toni esagerati e poco credibili. Bjork splendida, giustamente premiata al festival di Cannes come miglior attrice.
Sono perfettamente d'accordo col parere di alcuni di voi e con quello dell'amico (karmicamente parlando) e critico cinematografico Paolo Mereghetti: il cinema di Von Trier PRETENDE che voi piangiate! La poveretta mezza-ceca che si porta appresso una gravidanza disgraziata "per sapere cosa si prova a tenere nella braccia un bambino" (Sigh), non può permettersi di fargli regali neanche durante il suo compleanno e il pargolo cresce come uno scemo che ama saltare la scuola (Quante preoccupazioni che dai a mammà, già così disastrata! Doppio sigh!), come se non bastasse, il bambino ha problemi di salute (mi limiterò a dire questo per non rovinarvi la trama, mah....quale trama poi....) e questo fa scaturire un triplo sigh!, poi la scarognata viene pure arrestata!!!! Quadruplo sigh! E se non vi basta e non vi siete ancora messi a piangere, c'è tanto di peggio ancora da venire!! Preparate i fazzoletti!!!!! Sigh sigh sigh!!!! Ma viva la faccia (espressione romana per dire: "viva...", "magari ci fossero cose simili a...") delle tragedie del grande Eduardo (De Filippo, of course)! Quelle sì che commuovevano, ma in maniera sensata! Orridi anche i pezzi cantati, in freddo stile video-clip da Mtv Generation (senza offesa, Mtv!), ma del resto quel sapientone di Von Trier l'ha confessato: "Ascolto solo pop. Per il resto, non ci capisco nulla di musica". No comment... La meravigliosa voce di Bjork sprecata e la straordinaria capacità della Deneuve buttata al vento. Da vedere se avete passato una giornata troppo felice.
E basta! Von Trier ci sta prendendo tutti per il c.ulo!!! non è accettabile quest'ondata di maschilismo frenetico che vorrebbe sembrare commuovente! Basta!
lars è un gran furbacchione, vi ha preso ben bene per il naso con la sua piccola indifesa polacca, non vi ha risparmiato nessun luogo comune per farvi piagnucolare per il suo triste destino, e vi ha fatto restare lì finchè i piedi non sono stati ben tesi. peggio ancora che nel già paraculissimo le onde del destino. meno male che almeno in dogville alla fine qualcuno spara e la telecamera a spalla fa venire il vomito (letteralmente)
stupendo, meraviglioso, forte, inquietante... lars von trier sempre eccezionale! il finale è davvero travolgente, eravamo in 8 a vederlo solo io ed un mio amico abbiamo sopportato la tensione che si andava creando... film da vedere!!!
Film stupendo. Grande regia, grande storia, grandi gli attori. Bjork irraggiungibile. Per la cronaca, durante la visione del film, metà sala si è alzata ed è uscita (mah!), ma la metà rimasta alla fine del film ha applaudito a lungo.