gorbaciof regia di Stefano Incerti Italia 2010
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gorbaciof (2010)

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locandina del film GORBACIOF

Titolo Originale: GORBACIOF

RegiaStefano Incerti

InterpretiToni Servillo, Mi Yang, Geppy Gleijeses, Nello Mascia, Gaetano Bruno, Hal Yamanouchi, Antonio Buonomo, Agostino Chiummariello, Salvatore Ruocco, Francesco Paglino, Salvatore Striano

Durata: h 1.25
NazionalitàItalia 2010
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2010

•  Altri film di Stefano Incerti

Trama del film Gorbaciof

Marino Pacileo, detto Gorbaciòf a causa di una vistosa voglia sulla fronte, è il contabile del carcere di Poggioreale a Napoli. Pacileo, schivo e silenzioso, ha una sola passione: il gioco d'azzardo. Quando scopre che il padre di Lila, la giovane cinese di cui è innamorato, non può coprire un debito contratto al tavolo da gioco, Pacileo sottrae i soldi dalla cassa del carcere e li dà alla ragazza. Dal quel momento, tra partite sbagliate, riscossione di tangenti e rapine, inizia una spirale discendente dalla quale non riuscirà più ad uscire.

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Voto Visitatori:   6,32 / 10 (41 voti)6,32Grafico
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Voti e commenti su Gorbaciof, 41 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  10/06/2011 13:14:53
   7 / 10
Gorbaciof è chiamato cosi perché ha una voglia vistosa come una macchia sulla testa; una cosa abbastanza stupida perché è l'unico punto di contatto con il russo ben più famoso. Ma Marino Pacileo,e Toni Servillo che lo costuisce pezzo per pezzo attraverso gesti,tic e mimica gestuale e facciale,è tutt'altro che una macchietta. Lui è una tigre fra le scimmie come recita il proverbio cinese,ma è solo una tigre travestita e alla fine dovrà rendere conto di una situazione dalla quale non può sfuggire.
La Napoli nella quale si muove Gorbaciof con una camminata inconfondibile è quella in cui tutti hanno debiti con qualcuno e questi debiti li puoi pagare anche con la vita,una città in cui il vizio regna così come le scimmie; sta a Gorbaciof prendersi finalmente il suo paradiso,trovato in una ragazza cinese, e fuggire via. Se lui è uomo silenzioso di natura e che due parole le spende appena soltanto quando ne ha necessità,trova una persona ancora più silenziosa di lui e con la quale non può comunicare verbalmente; si afferrano al volo,si capiscono e si innamorano. Il resto viene da sé ma la felicità è solo in brevi attimi,un'utopia irraggiungibile...
Un altro personaggio che deve affrontare le conseguenze dell'amore,quindi. Come se non bastasse la trama di un uomo immischiato in affari loschi,una regia efficace e minimalista,anche la faccia di Toni Servillo ci viene a ricordare Titta di Girolamo. Troppi debiti nei confronti di Sorrentino e quindi poca originalità; paradossalmente svetta il finale in cui la citazione a Pulp Fiction tra assurdo e dramma è riuscitissima. Ottimo anche il tappeto musicale perché in un film in cui poco si parla e tutto viene affidato esclusivamente all'immagine e alla gestualità degli attori diventa una componenete fondamentale.
C'è la contrapposizione tra le scene ambientate nelle bische della Napoli delinquenziale e quelle pacifiche e piene di significato tra il protagonista e la cinesina. Queste ultime sono particolarmente riuscite ma Incerti non sembra premere a fondo sul contrasto con la violenza e il gioco d'azzardo,troppo lassiste e deboli.
Quindi non pochi i difetti in questo comunque apprezzabile film. Ma chi dai difetti è completamente esente è quel mostro di Toni Servillo,capace di costruire ancora una volta una maschera indimenticabile e silenziosa ma che si differenzia da altri personaggi simili già interpretati anche per un piccolo gesto. Effettivamente questo film di Incerti l'ho visto esclusivamente per lui: ha la potenza irresistibile di attirarmi come un magnere,qualunque cosa faccia devo vederla. Perché sono sicuro che anche in mezzo alla mediocrità più assoluta il personaggio da lui interpretato brillerebbe di luce propria. E anche in Gorbaciof a svettare è quasi esclusivamente lui,Gorbaciof appunto. Si può dire che tiene in piedi la pellicola quasi esclusivamente da solo e la sua faccia diviene ancora una volta indimenticabile,al di là dei meriti del film stesso.

5 risposte al commento
Ultima risposta 21/06/2011 23.42.21
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outsider  @  06/02/2011 13:57:10
   8½ / 10
Servillo giganteggia in questo bellissimo e originale film di Stefano Incerti.
Le inquadrature, rispettando il low cost, ricalcano il modus operandi del cinema asiatico e
di quello americano degli anni '70.
Una rivelazione quella della dolcissima Mi Yang e un lavoro mirabile svolto dalla regia
nel dirigere attori "puri", in quanto provenienti da un passato buio ma che, recitando, assurgono a nuova vita, interpretando ruoli che li calano in una realtà che conoscono e che fanno trasparire in tutta la cruda verità.
Parlo del bravissimo Striano.
Opaca, spenta e untuosa la figura del padre di Mi, ahimè, sic et simpliciter.
Servillo è un istrione, ha varcato la soglia dei preferiti del sottoscritto e riscosso, a ragione, il plauso della critica e riconoscimenti vari.
Oh, se il cinema potesse o volesse "sempre" premiar chi dal palco del teatro proviene.
E quanto applauditi son codesti esempi d'uomo in Germania, al teatro dell'opera di Stoccarda o altrove,
dove il gusto dell'arte è rimasto puro, così come quello per la musica. Sì, perché di musicalità si tratta.
La camminata di GORBACIOf, alias Pacileo, il suo modo di ripetere ossessivo e veloce il nome quando viene annunciato nello studio del viscido e infame avvocato, il vestito ( plauso alla bravissima costumista) assettato sui fianchi, la polo di raso, quei capelli tinti neri oltre misura e molto altro.
Lavoro eccelso, seppur in una pellicola che, chiaramente, risveglia e disgrega una serie di sentimenti che, per essere inquadrati, esser devono sezionati ed analizzati. Questo almeno ho provato nel finale e in alcuni momenti profondi nel film.
Premiato e applaudito da outsider+++++++++++
Consigliato comunque a chi desidera riflettere!

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Ultima risposta 22/06/2011 00.08.54
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Invia una mail all'autore del commento orsetto_bundi  @  23/11/2010 18:55:56
   7½ / 10
Ne parlavo proprio ieri kon alkuni amici seduto ai tavoli della Feltrinelli davanti ad una fetta di buon cheesecake e una tazza di un diskreto kaffè alla nocciola.....si konkordava tutti sul fatto ke un film kon Servillo (sikuramente il miglior attore italiano del momento) abbia avuto una kosì skarsa distribuzione....soprattutto qui a Napoli, dove- tra le altre kose- è stato pure pokissimo in programmazione...
vabbè ke il grande Toni è di Caserta e non napoletano (kome molti pensano), ma qui nella città del sole, della pizza e di Maradona ( amo Napoli e cito solo kose belle !!!!) lo sentiamo un po' anke nostro......
a me sinceramente il film è piaciuto......la storia è semplice semplice.... lineare e ben kostruita...trovarsi kon le "pakke nell'acqua" x amore........eh.....e dove sta la novità ????? eheheheheheh ^__^
Servillo è IMMENSO kome sempre e anke gli altri attori (a kominciare dalla cinesina) sono davvero niente male......e del finale kosì....."a surprise" e un bel po' krudele....ne vogliamo parlare ????
ma anke no....sennò poi mi bannano....eheheheheheheh ^__^
certo......io avrei "allungato" un po' dippiù la vicenda kon un venti minuti- una mezzoretta in più di loski affari......ma anke kosì va bene, dai.....

6 risposte al commento
Ultima risposta 12/01/2011 01.43.50
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The Legend  @  30/10/2010 23:18:27
   6 / 10
Pellicola originale: è quasi un film "muto" (nel 2010!) che decide di affidarsi completamente alla forza delle immagini e della mimica espressiva del (sempre) impeccabile Toni Servillo.

L'insieme tiene, la cinesina è un gradevole tocco di leggerezza, il montaggio e le musiche si mescolano bene, ma non mi sento di dargli più di 6 nel complesso.

Troppi passaggi narrativi risultino appena abbozzati, come il rapporto tra Gorbaciof e il (presunto) direttore del carcere, legato solo da quei incomprensibili bigliettini su cui sono stampati dei semplici numeri

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e lo sbrigativo finale
Alcuni registi pensano che disseminare la storia di particolari incomprensibili contribuisca a rendere il film più "figo" , ma non è così. Si può non spiegare tutto se non si vuole rendere il film troppo banale, ma alla fine della fiera i conti devono quadrare , il regista deve saper riannodare i fili della storia (come succede, ad esempio, nelle Conseguenze dell'amore) perché la forma è importante ma anche il contenuto.


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Ultima risposta 15/11/2010 22.48.09
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Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  27/10/2010 12:14:01
   5½ / 10
Quella classica dell'occasione mancata è una delle prime sensazioni che si avvertono al termine di "Gorbaciof". Che ci sia nel metodo nella costruzione della pellicola è fuor di dubbio, ma è fuor di dubbio anche il fatto che ciononostante la pellicola abbia una resa emozionale assai scarsa. La ricercatezza in termini e di fotografia e di regia in molte sequenze, infatti, non poggia su alcuna struttura solida, che sia essa di scenggiatura, piuttosto che di pathos filmico. Il risultato è una pellicola asettica come ogni mero esercizio di stile che si rispetti.

A portare avanti la pellicola è Toni Servillo. E' un attore strepitoso. Si costruisce il personaggio e lo fa suo, dalle espressioni da macchietta che assume a quel modo di parlare veloce e a tratti incomprensibile, dalla gestualità decisa alla camminata impettita e particolarmente ridicola. Senza la sua presenza si farebbe davvero fatica ad arrivare alla fine del film, nonostante la durata dello stesso.

Nota di demerito per il finale, che tra citazioni alquanto goffe ed una evidente inconsistenza, risulta essere davvero debole. Troppo debole anche per il livello già non propriamente entusiasmante della pellicola.

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Ultima risposta 01/11/2010 16.23.13
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  16/10/2010 12:32:54
   5½ / 10
Prevale la sensazione di un esercizio di stile fine a se stesso.
Sono stato molto indeciso nel dare il voto, perché se mi limitassi a come il film è girato, c'è indubbiamente una regia molto buona, che sa - per tutta la durata di un racconto che si prende i suoi tempi - creare attesa e intrigare attraverso le ellissi, i silenzi, i rumori, in una descrizione di Napoli che rimanda anche a Mario Martone, soprattutto quello di "L'amore molesto".
Però verso metà film la vicenda mostra la corda, comincia a girare su se stessa.
Mentre le logiche che presiedono ai traffici di denaro rimangono alquanto misteriose, si attenderebbe una svolta (che non arriva mai) a cambiare ritmo. Il film rimane su un registro meramente descrittivo, ma quel che descrive non basta francamente a creare sostanza.

Lo stile infatti, che Incerti padroneggia sì molto bene, rimanda tanto a Sorrentino (soprattutto per l'uso delle musiche e delle atmosfere) quanto soprattutto a Garrone (molti contesti e personaggi sembrano outtakes di Gomorra). Senza aggiungere nulla di veramente proprio.
Il personaggio di Servillo poi è troppo uguale a quello de Le conseguenze dell'amore, ed è un peccato perché quest'attore straordinario (che istrione, a teatro!) viene confinato a ruoli che non lo valorizzano appieno.

Sul finale che dire? E' un bizzarro incrocio tra una ben nota scena di "Pulp Fiction" e la conclusione di "Carlito's Way" (che diventa all'improvviso, quest'ultimo, il principale referente di "Gorbaciof"), girato in salsa sorrentiniana.
E si resta interdetti, a interrogarsi quali valori suoi specifici abbia questo film citazionista e autocompiaciuto.

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Ultima risposta 27/10/2010 17.30.03
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