gorbaciof regia di Stefano Incerti Italia 2010
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gorbaciof (2010)

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locandina del film GORBACIOF

Titolo Originale: GORBACIOF

RegiaStefano Incerti

InterpretiToni Servillo, Mi Yang, Geppy Gleijeses, Nello Mascia, Gaetano Bruno, Hal Yamanouchi, Antonio Buonomo, Agostino Chiummariello, Salvatore Ruocco, Francesco Paglino, Salvatore Striano

Durata: h 1.25
NazionalitàItalia 2010
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2010

•  Altri film di Stefano Incerti

Trama del film Gorbaciof

Marino Pacileo, detto Gorbaciòf a causa di una vistosa voglia sulla fronte, è il contabile del carcere di Poggioreale a Napoli. Pacileo, schivo e silenzioso, ha una sola passione: il gioco d'azzardo. Quando scopre che il padre di Lila, la giovane cinese di cui è innamorato, non può coprire un debito contratto al tavolo da gioco, Pacileo sottrae i soldi dalla cassa del carcere e li dà alla ragazza. Dal quel momento, tra partite sbagliate, riscossione di tangenti e rapine, inizia una spirale discendente dalla quale non riuscirà più ad uscire.

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Voto Visitatori:   6,32 / 10 (41 voti)6,32Grafico
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Voti e commenti su Gorbaciof, 41 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  15/03/2022 01:32:06
   6 / 10
Modesta pellicola con un Toni Servillo nei panni di un personaggio a lui piuttosto congeniale, in quanto ricorda altre sue interpretazioni. Film che sembra essere una versione minore di altre pellicole già viste.

DarkRareMirko  @  06/02/2022 20:18:43
   8 / 10
Neanche troppo vagamente si fa il verso a Le conseguenze dell'amore, ma Servillo è comunque sempre bravo ed il film, breve (neanche 80 minuti), prende e risulta abbastanza credibile.

Non dice molto in più rispetto ai vari Gomorra et similia, ne tematicamente, ne tecnicamente, ma il film è riuscito e vedibile.

Effeverde  @  11/05/2020 10:01:26
   4½ / 10
Straordinario come suo solito Toni Servillo, ma....a Incè, metticela un'altra citazione (a parte quella clamorosa nel finale, ve ne dico io una altrettanto rilevante che prima di me nessuno aveva riportato: "Lost in translation"). Lo stile è alla fine fine quello di Garrone e di Sorrentino, quindi penso convenga tornare a vedersi "Gomorra" e "Le conseguenze dell'amore", a questo punto.

kafka62  @  09/03/2018 12:05:21
   6 / 10
La giacca troppo stretta, l'andatura ciondolante, la fronte macchiata da una grossa voglia e senza capelli, che cadono invece lunghi e trasandati sulla nuca: questo è Gorbaciof, l'ultima "maschera" del più trasformista degli attori italiani, Toni Servillo. Tutto il film è al suo servizio, talmente fagocitato dalla sua eccezionale mimica e dalla sua camaleontica bravura da non aver quasi bisogno di parole (i primi 15 minuti sono addirittura muti, e anche la storia d'amore di Gorbaciof con la ragazza cinese, che non capisce l'italiano, è un ottimo pretesto per privilegiare i gesti e le espressioni facciali). Persino Napoli, la Napoli che è la vera protagonista dei film di Martone e di Capuano, rimane sullo sfondo: la sordida vicenda di soldi rubati, strozzini e gioco d'azzardo potrebbe essere ambientata nella Helsinki di Kaurismaki, e il senso del film non cambierebbe poi molto. "Gorbaciof", infatti, mette in scena una tragedia universale, senza tempo né luogo, ossia l'esistenza di uno sconfitto, di un reietto, di un misantropo arido e insignificante che l'amore per una ragazza illumina inaspettatamente di una nuova prospettiva, tanto da fargli sognare una nuova vita, in un'altra parte del mondo. Ma l'illusione della palingenesi è destinata a frantumarsi, a trasformarsi in beffa atroce, in scherzo del destino, e il sogno si spegne mestamente in un ultimo frammento di desiderio negli occhi del protagonista morente (un po' come accadeva in "Monsieur Hire" di Leconte), mentre la ragazza cinese lo sta aspettando all'aeroporto pronta a partire con lui. E' un eroe tragico, quindi, il Gorbaciof di Servillo, il quale riscatta in un sussulto di umanità quella laidezza che trasuda dal personaggio e che rimanda al Geremia de "L'amico di famiglia" di Paolo Sorrentino. Ma è "Le conseguenze dell'amore", sempre di Sorrentino, il maggiore punto di riferimento della pellicola di Stefano Incerti, ed è anche il suo maggiore limite, perché il soggetto ricalca troppo (compreso il beffardo e casuale incidente finale in automobile) quello del film che sei anni fa aveva rivelato proprio Toni Servillo al grande pubblico.

gemellino86  @  07/09/2013 09:08:18
   6½ / 10
Un film che può piacere o no. A me non è dispiaciuto anche se a volte è davvero troppo lento. Pochi dialoghi e molte immagini. Non il miglior Incerti.

Sbrillo  @  06/06/2013 02:47:34
   7 / 10
Io non avevo capito si trattasse di un film semi-muto e a dir la verita' dopo 15 minuti ero tentato di spegnere....poi ho capito...
non servono le parole per capire il degrado dell'essere umano in una societa' fredda e vuota come la triste e cupa Napoli che fa da sfondo al film...
Quando non dai valore alla vita e ti rifugi nel gioco d'azzardo, la fine e'vicina, il tuo cammino e' gia' tracciato...e purtroppo una volta nel tunnel, anche volendone uscire e fuggire da quella realta', non e' detto che si riesca!!!

Ritratto malinconico dell'essere umano vittima dei propri errori...

Servillo monumentale, bella la colonna sonora, alquanto opinabile la scena finale...

topsecret  @  17/05/2013 09:03:37
   6½ / 10
Dialoghi ridotti al minimo, ritmo non eccelso ma costante, regia discreta e interpreti ben amalgamati, dove spicca ovviamente il personaggio di un Servillo cupo e all'apparenza freddo. Sono questi i tratti distintivi di un film forse poco coinvolgente ma piuttosto accentuato nelle emozioni che intende trasmettere. Pecca di originalità ma la storia, a mio parere, merita la visione e un voto positivo.

JOKER1926  @  19/09/2012 02:47:44
   6 / 10
A far da scena al film di Stefano Incerti, "Gorbaciof", è la città di Napoli. A dettare i tempi delle scene nella metropoli italiana Toni Servillo nei panni di un contabile del carcere.
La regia con "Gorbaciof" vuole illustrare in modo silenzioso situazioni misere e scarne che abbracciano più persone; la prima, in questo pazzoide giro, un uomo amante del gioco (poker, scommesse, bingo) attratto da una bella orientale, questa ultima figlia di un padre giocatore.
I rami della discussione, della tematica "Gorbaciof" appaiono fin da subito scanditi, lineari.

E' proprio il silenzio insomma ad enfatizzare tutte le basse situazioni. Servillo in questo film è una persona che si esprime attraverso gli occhi, le parole appaiono quanto mai inutili, superflue.
Tanti i vuoti di silenzio, a fine visione, per lo spettatore sarà pure difficile "ricordare" tutte le battute del protagonista, in effetti, sono pochissime.
Quella del 2010 è una pellicola girata in modo dignitoso fra amarezze e speranze.
Non si nota nessun intreccio brillante di storia ma, nel complesso, il film riesce nel suo intento, ovvero quello di farsi apprezzare. "Gorbaciof" in sé non ha assolutamente nulla di esclusivo ma si fa vedere e regala un altro spaccato, l'ennesimo, di una città spesse volte difficile.
Le note stonate invece per la regia si riscontrano un po' nel finale troppo "telefonato" e per i soliti cliché rei, oltretutto, di dettare dinamiche finali amare e prevedibili.
Si poteva lavorare meglio, insomma il soggetto del giocatore merita attenzione, il contesto scenico doveva offrire più robustezza, più varietà e meno metodicità; invece la regia si limita ad illustrarlo, esclusivamente in modo negativo, con dialoghi volgarissimi ("m vò fa nu buc chin?") e con i soliti tamarri e guappi ad effetto.

Invia una mail all'autore del commento anthonyf  @  03/09/2012 18:55:48
   8½ / 10
A me è piaciuto molto questo tanto discusso "Gorbaciof", non tanto per la presenza di Servillo, attore che adoro a prescidere e che anche qui fa il suo mestiere, regalandoci una strepitosa interpretazione, quanto invece per la sceneggiatura del film, realizzata in modo tipicamente 'noir': di fatti ci troviamo di fronte ad un film prevalentemente lento, con silenzi lunghissimi che creano intensità e suggestione nelle scene; il protagonista è un'ombra, un vero e proprio anti-eroe, disincantato e malinconico, che svolge una professione apprezzabile (il cassiere in un carcere), ma che sottrae spesso denaro dalla cassa per pagare i suoi debiti da gioco, trasformandosi così in un delinquentello; le atmosfere che si respirano sono rarefatte e quasi 'onoriche'; il contesto sociale svolge un ruolo chiave all'interno del film, come anche (ad esempio) nei romanzi di Scerbanenco o di Chandler, e la colonna sonora di Teardo da' una marcia in più al prodotto, classificandolo oggettivamente come un 'noir' e infondendogli un tocco di dinamicità e di spensieratezza in più. Servillo, come già ribadito è semplicemente strepitoso e colpisce oramai in tutti i ruoli che fa: il ragionere ne "Il gioiellino", il commissario ne "La ragazza del lago", il malavitoso-ombra in "Le conseguenze dell'amore", il politico "Il divo", il camorrista "Gomorra" e via così; e la regia di Stefano Incerti è accurata e lineare. Sonoro e montaggio perfetti. Co-protagonisti in gamba, specie Nello Mascia (lo strozzino-guardiacarceraria) e Geppy Glesies (il cinico avvocato coratto). Bravi anche Hal Yamanouchi, grande doppiatore di Ken Watanabe, che purtroppo qui non parla, e Mi Yang.
Da vedere. Belle anche le ambientazioni squallide di una Napoli assolata e corrotta.

C.Spaulding  @  29/07/2012 11:36:29
   6 / 10
Film che arriva alla sufficienza ma niente di che. La storia è poco interessante e non decolla mai rendendo il film piatto e monotono. Tuttavia non è fatto poi tanto male e Servillo è un bravo attore. Da vedere se non si ha altro di meglio.

Trixter  @  26/03/2012 08:02:56
   5½ / 10
Non è che ogni volta che c'è Servillo il film debba per forza di cose essere bello. E questo è il caso. E' vero, il grande Toni da una mano con la propria espressività ed il proprio carisma a far si che la pellicola non naufraghi miseramente, però va riconosciuto che il film di Incerti è decisamente mediocre. Storia senza condimento, ripetitiva, per nulla emozionante. E non basta neppure un convincente Gleijeses e la deliziosa Mi Yang per sollevare le sorti di un film che, di fatto, rappresenta il nulla cosmico. Finale ridicolo.

deadkennedys  @  18/03/2012 11:37:52
   6 / 10
Se non ci fosse Toni Servillo, questo film probabilmente cadrebbe nel dimenticatoio.
Ho trovato troppo stridente il contrasto fra il degrado dell' ambientazione

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Finale imbarazzante.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  27/01/2012 13:05:17
   6 / 10
A prima vista questo "Gorbaciof" puo' sembrare un ottimo film d'autore dove a parlare sono solo le immagini seguite da una regia accurata e con un Servillo,come al solito,perfetto!
Poi ci si accorge che la storia non va da nessuna parte ma rimane sullo stesso binario iniziale senza mostrare nessun salto di qualita'...
In conclusione direi buona la prima parte e Incerta (come il regista) la seconda...

sandrone65  @  15/01/2012 22:05:31
   6½ / 10
Un film tagliato e cucito addosso all'attore protagonista. Senza Servillo sarebbe stato probabilmente inguardabile, con Servillo diventa un film discreto, che però non brilla davvero per originalità.

willard  @  03/08/2011 14:54:17
   7 / 10
Sempre grande Toni Servillo, ormai una garanzia assoluta per la riuscita di un certo tipo di personaggi un po' loschi "in odor di santità".

In questo bel film di Stefano Incerti interpreta il ruolo di Marino Pacileo detto Gorbaciof per la voglia che ha sulla fronte e fa ricordare l'ex-leader dell'Unione Sovietica.
Gorbaciof vive solo, forse vedovo, fa il cassiere del carcere, ma per i suoi vizietti ricorre spesso, troppo spesso, a quei soldi che dovrebbe custodire.

Questo lo porta a doversi gestire con durezza negli ambienti in cui si muove, ma sarà l'affetto/amore per una ragazza cinese a smuoverlo per cercare di cambiare vita e, forse, chissà redimersi, in una situazione che ricorda per certi versi un altro grande film interpretato sempre da Toni Servillo, ovvero "Le Conseguenze Dell'Amore" (2004) di Paolo Sorrentino.

I ritmi con cui si svolgono le vicende sono pacati, con qualche sporadica impennata, ma con un certo crescendo che conduce ad un concitato e catartico finale.

La regia è fredda e pulita, una fotografia cupa su una Napoli dei bassifondi, nei quali si intravedono nell'ombra anche soggetti altolocati, ma in cui un personaggio come Gorbaciof si muove con una signorilità sui generis e in un certo qual modo tipicamente napoletana, il tutto adagiato sul tappeto sonoro steso da Theo Teardo, uno specialista nel centrare e sottolineare la drammaticità di certe situazioni con i suoi inserti sonori, tra il classico e l'elettronica.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  21/06/2011 10:17:49
   6½ / 10
Secondo voi se Lionel Messi andasse al Cesena, che risultato potrebbe raggiungere la squadra? Certo come minimo si salverebbe con largo anticipo.
Questo accade con Gorbaciof, un film abbastanza ben scritto e ben girato ma che arriva poco oltre la sufficienza soltanto (o quasi) per merito di un fuoriclasse, l'immenso Toni Servillo. Mi sta venendo sempre di più la convinzione che alcuni giovani registi italiani semi-impegnati scrivano le sceneggiature PER Servillo. E' talmente straordinario l'eco de Le Conseguenze dell'amore che quasi quasi sta venendo fuori una specie di format, quello del film incentrato al 90% sull'attore napoletano con ruoli che lo vedono impegnato in giri loschi, malavita, soldi sporchi e doppie vite. Le Conseguenze dell'amore, Gomorra, Una Vita tranquilla e Gorbaciof, il personaggio di Servillo presenta quasi sempre questi tratti comuni sopracitati.
Anche nel film di Incerti si ritrova ad interpretare Marino Pacileo (chiamato Gorbaciof per una vistosa voglia sulla fronte), un contabile del carcere di Poggioreale amante del gioco d'azzardo (soprattutto poker, ma anche videopoker, bingo e scommesse...) con una manina un pò troppo lunga, visti i soldi continuamente sottratti alle casse del carcere dove lavora.
Come nel film di Sorrentino, si troverà ad avere a che fare però con le conseguenze dell'amore, quello per una giovane cinese figlia del proprietario del ristorante dove nel retro va a giocare a poker.
E' un film sulla non comunicazione, sul non detto, sui silenzi. La prima frase compiuta che sentiamo dire da Gorbaciof arriva dopo oltre mezz'ora e non è un caso che anche il suo rapporto con la giovane cinese avvenga soltanto tramite gesta. E centrale è infatti il poker, il gioco dell'impassibilità e della non comunicazione, se non quella regolamentata, per eccellenza.
Ma è anche un film sulla solitudine e sul vuoto vivere. La routine dell'esistenza di Gorbaciof ci viene mostrata da Incerti in modo prepotente, reiterato. Sveglia, lavoro al carcere, mensa, partita a poker, autobus, ritorno a casa, il regista ci mostra intere giornate tutte uguali una all'altra, fino a che l'innamoramento non previsto sconvolgerà questa routine e la vita del protagonista.
Si ha la sensazione che senza Servillo il film sarebbe stato troppo piatto, privo di guizzi di sceneggiatura, quasi un compitino ben fatto e nulla più. Incerti sta addosso all'attore più che può, lo segue con la macchina da presa dapertutto, sembra non volerlo abbandonare nemmeno un secondo per non rischiare di sprofondare. E in effetti, da sola, la camminata che Servillo regala al suo personaggio vale più di parecchie scene madri di altri attori.
Particolare la scena straordinariamente kafkiana (quasi un omaggio a Il Processo direi) della riunione dei giudici. Buono il finale nell'automobile in quella che è forse la scena più riuscita dell'intero film. Non c'è possibilità d'amore in Gorbaciof, non c'è speranza, nessun futuro migliore. Perchè, quasi sempre, quando nella vita entri in una spirale puoi anche vedere la via d'uscita vicinissima ma poi, inevitabilmente, la spirale ti risucchierà dentro. E soccomberai. Gli occhi di Servillo nel finale sono l'ennesimo capolavoro di un attore che è nostro patrimonio, vero valore aggiunto di ogni progetto cui entra a far parte. Che Dio ce lo conservi.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  10/06/2011 13:14:53
   7 / 10
Gorbaciof è chiamato cosi perché ha una voglia vistosa come una macchia sulla testa; una cosa abbastanza stupida perché è l'unico punto di contatto con il russo ben più famoso. Ma Marino Pacileo,e Toni Servillo che lo costuisce pezzo per pezzo attraverso gesti,tic e mimica gestuale e facciale,è tutt'altro che una macchietta. Lui è una tigre fra le scimmie come recita il proverbio cinese,ma è solo una tigre travestita e alla fine dovrà rendere conto di una situazione dalla quale non può sfuggire.
La Napoli nella quale si muove Gorbaciof con una camminata inconfondibile è quella in cui tutti hanno debiti con qualcuno e questi debiti li puoi pagare anche con la vita,una città in cui il vizio regna così come le scimmie; sta a Gorbaciof prendersi finalmente il suo paradiso,trovato in una ragazza cinese, e fuggire via. Se lui è uomo silenzioso di natura e che due parole le spende appena soltanto quando ne ha necessità,trova una persona ancora più silenziosa di lui e con la quale non può comunicare verbalmente; si afferrano al volo,si capiscono e si innamorano. Il resto viene da sé ma la felicità è solo in brevi attimi,un'utopia irraggiungibile...
Un altro personaggio che deve affrontare le conseguenze dell'amore,quindi. Come se non bastasse la trama di un uomo immischiato in affari loschi,una regia efficace e minimalista,anche la faccia di Toni Servillo ci viene a ricordare Titta di Girolamo. Troppi debiti nei confronti di Sorrentino e quindi poca originalità; paradossalmente svetta il finale in cui la citazione a Pulp Fiction tra assurdo e dramma è riuscitissima. Ottimo anche il tappeto musicale perché in un film in cui poco si parla e tutto viene affidato esclusivamente all'immagine e alla gestualità degli attori diventa una componenete fondamentale.
C'è la contrapposizione tra le scene ambientate nelle bische della Napoli delinquenziale e quelle pacifiche e piene di significato tra il protagonista e la cinesina. Queste ultime sono particolarmente riuscite ma Incerti non sembra premere a fondo sul contrasto con la violenza e il gioco d'azzardo,troppo lassiste e deboli.
Quindi non pochi i difetti in questo comunque apprezzabile film. Ma chi dai difetti è completamente esente è quel mostro di Toni Servillo,capace di costruire ancora una volta una maschera indimenticabile e silenziosa ma che si differenzia da altri personaggi simili già interpretati anche per un piccolo gesto. Effettivamente questo film di Incerti l'ho visto esclusivamente per lui: ha la potenza irresistibile di attirarmi come un magnere,qualunque cosa faccia devo vederla. Perché sono sicuro che anche in mezzo alla mediocrità più assoluta il personaggio da lui interpretato brillerebbe di luce propria. E anche in Gorbaciof a svettare è quasi esclusivamente lui,Gorbaciof appunto. Si può dire che tiene in piedi la pellicola quasi esclusivamente da solo e la sua faccia diviene ancora una volta indimenticabile,al di là dei meriti del film stesso.

5 risposte al commento
Ultima risposta 21/06/2011 23.42.21
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Tuonato  @  23/05/2011 23:28:33
   6 / 10
<<In mancanza di tigri,
le scimmie si egono a tali,
ma rimangono scimmie.>>
(proverbio cinese)

Gorbaciof, tigre o scimmia?
Sorrentino influenza palesemente - impossibile non fare un parallelo con "Le conseguenze dell'amore" - Incerti, non solo per il soggetto ma anche per filosofia: la sua pellicola è sostanzialmente priva di dialoghi, cura particolare per i piani sequenza e la fotografia. Miscela noir e realismo, ma non appassiona e non graffia come dovrebbe.
Toni Servillo gigantesco, ma non è una notizia.

floyd80  @  24/04/2011 11:55:44
   6 / 10
Un piccolo film che non verrà ricordato negli annali del cinema italiano.
Un Servillo come sempre strepitoso non riesce a dare un risvolto positivo ad una pellicola che a tratti arranca.

sestogrado  @  11/04/2011 18:42:49
   7 / 10
accattivante, travolgente, commente. ben diretto. Toni Servillo è un taciturno personaggio della Napoli inquietante; un espressione stralunata, quasi indifferente, cela un perfetto controllo, ira e amore. un ottimo film

emanuelesg  @  02/03/2011 16:12:53
   4½ / 10
Film scopiazzato e l'unico tocco di originalità viene dato rendendo gorbaciof un film semi-muto.Ovviamente Servillo salva il film da un voto inferiore al 4, ma purtroppo è un film di basso livello.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  24/02/2011 12:35:25
   6½ / 10
Un film non totalmente riuscito quest'ultimo di Incerti. Formalmente è ben curato e poi la figura viscida e stramba di Servillo giganteggia per tutto il film. La trama però è molto poco originale e scopiazza un po' troppo da "le conseguenze dell'amore". Non male la citazione finale, anche se forse troppo pretenziosa.

Invia una mail all'autore del commento bleck  @  23/02/2011 18:03:04
   3 / 10
Rimango sbigottito per la media alta dei voti...credo che ormai dipenda molto dal carisma del nome Servillo...ogni cosa che tocca diventa oro...
La prima cosa che mi sono chiesto alla fine del film è stata: "ma Servillo, che può permettersi di scegliere, l'ha letta bene la sceneggiatura del film prima di imbarcarsi in un film così?" Anche se parlare di sceneggiatura appare davvero generoso...davvero un brutto film con alcuni passaggi anche imbarazzanti con alcune scene di una lentezza esasperante...e un finale davvero imbarazzante...
Un voto in meno sul giudizio perchè in questo prodotto ci vedo ipocrisia...perchè quando si va a vedere un cinepanettone almeno si sa bene quello che si va a vedere e non ci si aspetta nulla di più...ma qui si è usato il nome di Servillo per creare delle aspettative che non ci saranno mai perchgè il prodotto, a mio avviso ovvio, è un proditto veramente di bassa qualità.

Invia una mail all'autore del commento Totius  @  17/02/2011 16:15:28
   6 / 10
Tema già affrontato ne "Le conseguenze dell'amore" sempre con Tony Servillo, ma film di Sorrentino. Ma quello è un capolavoro, molto più ricco di poesia... Questo rimane un buon film con il solito grande Servillo. Ma nulla di più.

RHCP  @  09/02/2011 09:51:00
   7 / 10
Le battute che recita Toni Servillo si contano sulle dita delle mani (e non è un understatement). Nonostante ciò, con i suoi loquaci sguardi e con la sua straordinaria mimica, riesce a comunicare molto più di centinaia di inutili dialoghi.
Bella la trama e molto "azzeccati" gli attori, bellissima Mi Yang!
Lo scenario di una Napoli inusuale e squallida non l'ho apprezzato tanto ma - come ha detto lo stesso regista - non poteva esserci sfondo diverso alla squallida vita di Gorbaciòf.
Piacevolissima la colonna sonora.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  08/02/2011 10:47:21
   6 / 10
Non fosse per lo straordinario talento di Toni Servillo la nuova fatica di Stefano Incerti avrebbe poco da dire.
Il regista,reduce dal terribile "Complici del silenzio",questa volta può avvalersi di quello che è probabilmente il miglior attore italiano vivente e la pellicola senza dubbio ne guadagna.Un simile fuoriclasse della recitazione ,attraverso parole centellinate ed una mimica nevrotica, ci consegna un personaggio di intensità tale da riuscire a tenere in piedi il film in solitaria.Il suo Gorbaciof è un tizio sgradevole,schivo,follemente consacrato al gioco d'azzardo,eppure Servillo ne restituisce una credibile umanità ,disorientata e fragile,sancita dall'infatuazione per una giovane cameriera cinese.
Incerti ci mette del suo e qui il film perde quota risultando prosaico in certi passaggi,forzatamente enfatico in altri e soprattutto troppo impersonale nel voler abbracciare ancora una volta il cambiamento per amore.Poi c'è il beffardo finale praticamente ripreso da una scena cult di "Pulp Fiction" con speranzosa sequenza strappalacrime già vista troppe volte ,inoltre le affinità con il Titta Di Girolamo,indimenticato faccendiere della mala ne "Le conseguenze dell'amore" ,sono quanto meno sospette.Poca originalità quindi da parte di Incerti,al quale va riconosciuta l'abilità iniziale nel tracciare una veduta minimalista molto interessante,poi deformata da banalità e idee riciclate a getto continuo.Assolutamente fuori luogo gli insistiti e invadenti primi piani della brava (e bella)Mi Yang,contrasto insistito tra la purezza della ragazza e la depravazione morale che la attornia ,a riprova della modesta intraprendenza di un regista che nonostante le apparenze non esce dall'ordinario.
"Gorbaciof" mostra potenzialità ma si incaglia clamorosamente sul più bello finendo in una bolla di sapone.

outsider  @  06/02/2011 13:57:10
   8½ / 10
Servillo giganteggia in questo bellissimo e originale film di Stefano Incerti.
Le inquadrature, rispettando il low cost, ricalcano il modus operandi del cinema asiatico e
di quello americano degli anni '70.
Una rivelazione quella della dolcissima Mi Yang e un lavoro mirabile svolto dalla regia
nel dirigere attori "puri", in quanto provenienti da un passato buio ma che, recitando, assurgono a nuova vita, interpretando ruoli che li calano in una realtà che conoscono e che fanno trasparire in tutta la cruda verità.
Parlo del bravissimo Striano.
Opaca, spenta e untuosa la figura del padre di Mi, ahimè, sic et simpliciter.
Servillo è un istrione, ha varcato la soglia dei preferiti del sottoscritto e riscosso, a ragione, il plauso della critica e riconoscimenti vari.
Oh, se il cinema potesse o volesse "sempre" premiar chi dal palco del teatro proviene.
E quanto applauditi son codesti esempi d'uomo in Germania, al teatro dell'opera di Stoccarda o altrove,
dove il gusto dell'arte è rimasto puro, così come quello per la musica. Sì, perché di musicalità si tratta.
La camminata di GORBACIOf, alias Pacileo, il suo modo di ripetere ossessivo e veloce il nome quando viene annunciato nello studio del viscido e infame avvocato, il vestito ( plauso alla bravissima costumista) assettato sui fianchi, la polo di raso, quei capelli tinti neri oltre misura e molto altro.
Lavoro eccelso, seppur in una pellicola che, chiaramente, risveglia e disgrega una serie di sentimenti che, per essere inquadrati, esser devono sezionati ed analizzati. Questo almeno ho provato nel finale e in alcuni momenti profondi nel film.
Premiato e applaudito da outsider+++++++++++
Consigliato comunque a chi desidera riflettere!

4 risposte al commento
Ultima risposta 22/06/2011 00.08.54
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TheLegend  @  03/02/2011 22:48:24
   6 / 10
La bravura di Toni Servillo non è abbastanza per un film dalla trama abbastanza scontata.
Mi sarebbe piaciuto un approfondimento maggiore degli aspetti psicologici.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  02/02/2011 17:27:00
   6 / 10
Film a due facce, ben curato dal punto di vista tecnico con una buona fotografia, montaggio e regia, però poco originale nella trama, la quale risulta tutto sommato ad una variante di Le conseguenze dell'amore, accompagnato da dialoghi essenziali.
La presenza di Servillo è fondamentale nella costruzione del personaggio, basato soprattutto sull'espressività del viso e del corpo, dimostrando ancora una volta la sua straordinaria misura nella recitazione senza giogionamenti e senza mai andare oltre le righe. Nota di merito anche per Mi Yang capace di sostenere il confronto con il grande attore partenopeo.
Vedendo una precedente pellicola come L'uomo di vetro, Stefano Incerti sembra stare a proprio agio in pellicole incentrate su un'unico personaggio. In questo caso tuttavia i personaggi di contorno rimangono troppo sbiaditi e poco sfruttati.
Il finale dà quel tocco di beffardo alla storia, anche se, a livello personale, avrei evitato una citazione così clamorosa.

piripippi  @  02/02/2011 17:07:24
   7 / 10
un servillo bravissimo come sempre, fa da solo un film che senza di lui non direbbe tantissimo.la solitudine, l'espressività è la base su cui si fonda questo film.un film valido, ma bisogna amare servillo per poter apprezzare in pieno il film

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Invia una mail all'autore del commento shantaram  @  13/01/2011 09:25:33
   7 / 10
Il film si dibatte su ritmi orientali. Poche parole, molti sguardi. Toni Servillo sempre sopra le righe. Non sarà un capolvaro ma il film resta impresso. Ne son certo....

Invia una mail all'autore del commento orsetto_bundi  @  23/11/2010 18:55:56
   7½ / 10
Ne parlavo proprio ieri kon alkuni amici seduto ai tavoli della Feltrinelli davanti ad una fetta di buon cheesecake e una tazza di un diskreto kaffè alla nocciola.....si konkordava tutti sul fatto ke un film kon Servillo (sikuramente il miglior attore italiano del momento) abbia avuto una kosì skarsa distribuzione....soprattutto qui a Napoli, dove- tra le altre kose- è stato pure pokissimo in programmazione...
vabbè ke il grande Toni è di Caserta e non napoletano (kome molti pensano), ma qui nella città del sole, della pizza e di Maradona ( amo Napoli e cito solo kose belle !!!!) lo sentiamo un po' anke nostro......
a me sinceramente il film è piaciuto......la storia è semplice semplice.... lineare e ben kostruita...trovarsi kon le "pakke nell'acqua" x amore........eh.....e dove sta la novità ????? eheheheheheh ^__^
Servillo è IMMENSO kome sempre e anke gli altri attori (a kominciare dalla cinesina) sono davvero niente male......e del finale kosì....."a surprise" e un bel po' krudele....ne vogliamo parlare ????
ma anke no....sennò poi mi bannano....eheheheheheheh ^__^
certo......io avrei "allungato" un po' dippiù la vicenda kon un venti minuti- una mezzoretta in più di loski affari......ma anke kosì va bene, dai.....

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Ultima risposta 12/01/2011 01.43.50
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Rand  @  14/11/2010 18:07:20
   7 / 10
Un film che Tony Servillo mantiene da solo, senza parlare per uan buona mezz'ora, semplicemente grazie alla sua espressività, fatta di sguardi, gesti...che dire invece della regia se che non è niente di straordianrio: si adatta al personaggio e lo segue con moviemtni di macchina ben dosati, la sceneggiatura non è delle più originali, ma colpiscono i luoghi e gli ambienti, oltre ad alcuni personaggi, musica gradevole e finale mutuato un pò da uno degli episodi di Pulp Fiction (quindi prevedibile), certo senza Servillo il voto sarebbe stato molto più basso...Incerti fa il suo lavoro senza infamia e senza lode e così la troupe, ma bisogna avere più fantasia e soprattutto osare di più e non affidarsi unicamente agli attori con le loro interpretazioni!

FABRIT  @  10/11/2010 13:41:38
   8 / 10
Toni servillo in tutta la sua grandezza!Non c'è altro da dire.

The Legend  @  30/10/2010 23:18:27
   6 / 10
Pellicola originale: è quasi un film "muto" (nel 2010!) che decide di affidarsi completamente alla forza delle immagini e della mimica espressiva del (sempre) impeccabile Toni Servillo.

L'insieme tiene, la cinesina è un gradevole tocco di leggerezza, il montaggio e le musiche si mescolano bene, ma non mi sento di dargli più di 6 nel complesso.

Troppi passaggi narrativi risultino appena abbozzati, come il rapporto tra Gorbaciof e il (presunto) direttore del carcere, legato solo da quei incomprensibili bigliettini su cui sono stampati dei semplici numeri

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e lo sbrigativo finale
Alcuni registi pensano che disseminare la storia di particolari incomprensibili contribuisca a rendere il film più "figo" , ma non è così. Si può non spiegare tutto se non si vuole rendere il film troppo banale, ma alla fine della fiera i conti devono quadrare , il regista deve saper riannodare i fili della storia (come succede, ad esempio, nelle Conseguenze dell'amore) perché la forma è importante ma anche il contenuto.


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Ultima risposta 15/11/2010 22.48.09
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  30/10/2010 10:22:48
   4½ / 10
Sullo sfondo di una Napoli anonima, nel degrado di umanità perse e sbandate si dirama la vita vuota e inutile di Gorbaciof, vuota e inutile come questo film.
In primo luogo qui ci troviamo al cospetto di un film costruito sul personaggio di Servillo sia nella sceneggiatura che nella messa in scena cinematografica.
Incerti sceglie lo stile della camera a mano con primi piani assillanti dei protagonisti e con un Servillo in scena per il 90% del film.
Il continuo seguire, dovrebbe aiutare l'immedesimazione del pubblico, in realtà ( chi vi scrive trova la camera a mano insopportabile per un intero film,)sminuendo il valore dei comprimari, rende il tutto tremendamente freddo e non aiuta affatto l'immedesimazione!
Bisogna saper coniugare lo stile del racconto con il suo livello comunicativo e Incerti non trova la giusta sintesi così come non riesce a sfruttare in pieno le capacità di Servillo volendolo sfruttare troppo.

Un film assolutamente incolore che lascia del tutto insoddisfatti.

zeta  @  27/10/2010 17:28:33
   5½ / 10
Un film molto, per non dire quasi esclusivamente, centrato sulla mimica di Toni Servllo. Lui è straordinario, ma in un film con pochie brevi dialoghi, gli altri attori non reggono. A partire dalla protagonista femminile, delicata bellezza cinese, cui è stata donata un'unica monocorde espressione. Il film si traforma presto in un monologo silenzioso di Servillo, ricordando un po' Le conseguenze dell'amore. Ma Incerti non regge il confronto con la regia di Sorrentino e il risultato è un film che scorre via senza lasciare particolari tracce.

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  27/10/2010 12:14:01
   5½ / 10
Quella classica dell'occasione mancata è una delle prime sensazioni che si avvertono al termine di "Gorbaciof". Che ci sia nel metodo nella costruzione della pellicola è fuor di dubbio, ma è fuor di dubbio anche il fatto che ciononostante la pellicola abbia una resa emozionale assai scarsa. La ricercatezza in termini e di fotografia e di regia in molte sequenze, infatti, non poggia su alcuna struttura solida, che sia essa di scenggiatura, piuttosto che di pathos filmico. Il risultato è una pellicola asettica come ogni mero esercizio di stile che si rispetti.

A portare avanti la pellicola è Toni Servillo. E' un attore strepitoso. Si costruisce il personaggio e lo fa suo, dalle espressioni da macchietta che assume a quel modo di parlare veloce e a tratti incomprensibile, dalla gestualità decisa alla camminata impettita e particolarmente ridicola. Senza la sua presenza si farebbe davvero fatica ad arrivare alla fine del film, nonostante la durata dello stesso.

Nota di demerito per il finale, che tra citazioni alquanto goffe ed una evidente inconsistenza, risulta essere davvero debole. Troppo debole anche per il livello già non propriamente entusiasmante della pellicola.

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Ultima risposta 01/11/2010 16.23.13
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  @  22/10/2010 20:29:05
   6½ / 10
Da un po' di soldi rubati nascono conseguenze catastrofiche per il povero Marino "Gorbaciof" Pacileo, come in una incontrollabile reazione a catena: ricorda tanto "L'argent" di Bresson, ma Stefano Incerti non è il grande regista francese.
Peccato perché invece uno dei punti di grande forza del film sta proprio nella regia, nella direzione degli attori e nelle loro performances davvero sopra le righe (ormai è del tutto inutile incensare ancora Servillo...); non è un caso che la stragrande maggioranza di loro venga dal teatro. Ed è proprio "teatrale" (o meglio da cinema dei primordi) la coraggiosa scelta di ridurre i dialoghi a quasi niente per giocare solo su espressioni facciali, movimenti più o meno di routine, sguardi, intese fugaci, accelerazioni improvvise, grida. Il tutto reso magnificamente da una splendida fotografia (ormai il cinema italiano può contare su signori Professionisti, da Luca Bigazzi in poi...) e da un serratissimo montaggio che tiene incollati allo schermo nel fluire del racconto per sole immagini (e suoni).
Incerti tiene le fila della narrazione con molta decisione ed è bravissimo, grazie a tutto il cast e al loro trucco, a saper pennellare con poche inquadrature molto significative ogni caratteristica dei vari personaggi descrivendo efficacemente e senza sbavature ogni singola situazione con le sue (per lo più nefaste) conseguenze. Si sente molto l'influsso della "scuola napoletana" (Corsicato, ma soprattutto Martone e Sorrentino) tuttavia la sensazione di fondo è che si tratti di un ottimo esercizio di stile fine a se stesso cui manca completamente una qualche tensione etica, un'anima. Ciò lo differenzia implacabilmente da Bresson e dal suo capolavoro, per questo mi sento di "punirlo" con un sei e mezzo al solo merito tecnico.

suzuki71  @  20/10/2010 11:56:46
   7 / 10
Pochissimi dialoghi, battute essenziali, vita vera napoletana a descrivere un personaggio che resta un po' inquietante e distante, ambiguo, genuino e spregiudicato assieme, magnificamente interpretato dal bravissimo Toni Servillo. Tutto scorre senza noia e il finale è un bel colpo di coda per un film non particolarmente entusiasmante ma dalla fotografia interessante. Un film virile, alla "denim musk", un ennesimo omaggio (??) a Napoli, che affascina ormai stabilmente gli artisti e i registi, come ogni sitazione iper-decadente.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  16/10/2010 12:32:54
   5½ / 10
Prevale la sensazione di un esercizio di stile fine a se stesso.
Sono stato molto indeciso nel dare il voto, perché se mi limitassi a come il film è girato, c'è indubbiamente una regia molto buona, che sa - per tutta la durata di un racconto che si prende i suoi tempi - creare attesa e intrigare attraverso le ellissi, i silenzi, i rumori, in una descrizione di Napoli che rimanda anche a Mario Martone, soprattutto quello di "L'amore molesto".
Però verso metà film la vicenda mostra la corda, comincia a girare su se stessa.
Mentre le logiche che presiedono ai traffici di denaro rimangono alquanto misteriose, si attenderebbe una svolta (che non arriva mai) a cambiare ritmo. Il film rimane su un registro meramente descrittivo, ma quel che descrive non basta francamente a creare sostanza.

Lo stile infatti, che Incerti padroneggia sì molto bene, rimanda tanto a Sorrentino (soprattutto per l'uso delle musiche e delle atmosfere) quanto soprattutto a Garrone (molti contesti e personaggi sembrano outtakes di Gomorra). Senza aggiungere nulla di veramente proprio.
Il personaggio di Servillo poi è troppo uguale a quello de Le conseguenze dell'amore, ed è un peccato perché quest'attore straordinario (che istrione, a teatro!) viene confinato a ruoli che non lo valorizzano appieno.

Sul finale che dire? E' un bizzarro incrocio tra una ben nota scena di "Pulp Fiction" e la conclusione di "Carlito's Way" (che diventa all'improvviso, quest'ultimo, il principale referente di "Gorbaciof"), girato in salsa sorrentiniana.
E si resta interdetti, a interrogarsi quali valori suoi specifici abbia questo film citazionista e autocompiaciuto.

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Ultima risposta 27/10/2010 17.30.03
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