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Eccellente cortometraggio di Rezza. In pochissimi minuti fa recepire immediatamente il messaggio alla base del corto, cioè a mio avviso come la sottomissione può portare alla rovina.
L'ansia di cibarsi, anche se non si ha fame. Ancora una volta fotografia bianconera, audio fuori sincro, interpretazioni istrioniche ai limiti del grottesco e angolature bizzarre. Da notare come le tematiche e il pensiero di un altro grande surrealista, Svankmajer, collidano con quelle di Rezza (si pensi a Food).
Una donna (Rezza travestito) dà da mangiare ad una persona finchè questa muore; questa in poche parole la trama del corto che, come giustamente ha detto qualcun altro, visivamente ricorda molto la fotografia di Bigazzi per film come Totò che visse due volte.
Umorismo terra terra ma sicuramente presenti ad ogni modo alcune tracce del talento di Rezza, che quest'ultimo espliciterà meglio in altri successivi suoi lavori.
Consiglio tutte le opere di questo interessante e divertente artista.
Secondo corto di Antonio Rezza che vedo, e ancora non ho capito questo regista... Genio?? Furbo??? Stolto?? Bho!!!! A me questo corto è piaciuto un filo più di Debhorah, ma l'humor nero, anche se fortissimo grazzie ai modi di ripresa, montaggio e l'uso del bianco&nero, non è riuscito a colpirmi del tutto. In totale è veritiero e il carisma del regista si sente molto... Abbastanza digeribile e simpatico... 7
Fantastico, bizzarro all'inverosimile e stralunato come il suo protagonista. E' una comicità particolare, molto nera. La fotografia in bianco e nero di questo corto mi ricorda un po' Cinico TV, paesaggi desolati ma meno "degradati" di Ciprì e Maresco.