hiroshima mon amour regia di Alain Resnais Francia, Giappone 1958
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hiroshima mon amour (1958)

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locandina del film HIROSHIMA MON AMOUR

Titolo Originale: HIROSHIMA MON AMOUR

RegiaAlain Resnais

InterpretiEmmanuelle Riva, Eiji Okada, Bernard Fresson, Stella Dassas

Durata: h 1.31
NazionalitàFrancia, Giappone 1958
Generedrammatico
Tratto dal libro "Hiroshima mon amour" di Marguerite Duras
Al cinema nel Settembre 1958

•  Altri film di Alain Resnais

Trama del film Hiroshima mon amour

A Hiroshima, un'attrice francese conosce e ama un giapponese. Sa però che, come un altro amore durante la guerra, anche questo finirà nell'oblio.

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Voto Visitatori:   8,57 / 10 (38 voti)8,57Grafico
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Voti e commenti su Hiroshima mon amour, 38 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

BigHatLogan91  @  03/02/2024 18:43:06
   8½ / 10
Lento, ma incredibilmente potente dal punto di vista visivo ed emotivo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  10/12/2020 21:17:26
   7½ / 10
Dopo il bllissimo documentario "Notte e nebbia" ecco il primo lungmetraggio di uno dei registi Francesi piu' sperimentali i sempre...Resnais.
Il suo "Hiroshima mon amour" è probabilmente il suo film piu' conosciuto e racconta di una storia d'amore che sembra fuori dal tempo, malgrado venga fuori da una data storica...quella appunto della bomba atomica su Hiroshima.
Due corpi di amanti che diventano una cosa sola. Lui è convinto che possiamo aver visto tutto sulla bomba atomica, possiamo anche girarci dei film, come la protagonista, ma in realta' non sappiamo nulla, perche solo un Giapponese puo' capirne il significato.
Con il passare dei minuti diventa sempre piu' difficile seguire i protagonisti di questo film che si spostano senza un perche, che si seguono e si ritrovano per poi perdersi, probabilmente per sempre...
Difficile ma affascinante...

Goldust  @  12/06/2020 12:16:30
   6½ / 10
Non è il genere di opera adatta a chi pretende che all'interno di un film debba per forza di cose succedere qualcosa. E' piuttosto una riflessione astratta e quasi poetica di un malessere interiore che non si riesce ad anestetizzare. Più del contenuto in sè è però interessante la forma con la quale Resnais mette in scena il dramma della protagonista, in una parola lo stile: voce off, grande lavoro sul montaggio, inserti documentaristici sull'orrore della guerra, vari flashback per legare le varie vicissitudini alla base del malessere della bravissima Emmanuelle Riva. Uno dei primi manifesti della Nouvelle Vague che però, nella seconda parte, dopo tanti pianti e dilemmi morali, diventa anche un bel polpettone da digerire. L'ho visto volentieri perchè è un film simbolo di un'epoca, ma non so dire se mi verrà mai voglia di rivederlo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  23/11/2017 20:49:39
   9 / 10
Quasi un clima post-apocalittico quello in cui si manifesta un amore surreale e paranoico ma di cui i due protagonisti avranno memoria per sempre; una città che vorrebbe tanto risollevarsi e dimenticare tutto ma il ricordo è impresso a fuoco come un marchio indelebile e l'oblio è impossibile.

Tutto ruota attorno ai ricordi che volenti o nolenti sono lì, ardenti o sopiti ma comunque vivi. Come si dice "The memory remains", nonostante tutto.

DogDayAfternoon  @  13/06/2016 13:43:21
   7½ / 10
La prima parte semi-documentaristica è veramente un capolavoro. Le crude immagini dei bombardamenti di Hiroshima si alternano alle inquadrature delle mani della voce fuori campo, le quali si muovono sinuose durante l'amplesso con il proprio amante.

Successivamente il film punta più sui binari dell'amore, e pur rimanendo interessante nella sua ammaliante atmosfera, perde sicuramente qualcosina rispetto al superbo inizio. Pur nella sua breve durata, verso la fine si inizia ad avvertire un po' di pesantezza.

Film d'autore di quelli tosti, non fruibilissimo, ma che indubbiamente lascia il segno.

"200.000 morti e 80.000 feriti in 9 secondi" è una frase che continua a martellarmi nella testa.

gemellino86  @  06/08/2015 22:42:02
   9½ / 10
Un grande capolavoro immemorabile. Una bellissima storia d'amore su uno sfondo di guerra. A volte è molto lento ma è un film che vale davvero la pena di vedere. Da antologia.

vittorioM90  @  06/07/2013 21:05:24
   10 / 10
Un altro film dove è la POESIA a farla da padrona. Si parte con le immagini stupende di due corpi che si avvinghiano in un abbraccio passionale, carnale, non si vedono i volti ma soltanto le mani che si muovono dolcemente sulla schiena dell'altro. Una pioggia di cenere, poi il sudore... a quel punto iniziano le parole, sussurrate, ma dense di significato. La letteratura si mischia alla pittura e così dalla dimensione erotica si viene presto catapultati ad Hiroshima, in mezzo a scene di dolore e devastazione. Corpi straziati, bambini in lacrime, donne senza occhi, palazzi distrutti, campi desolati... E poi di nuovo i dialoghi in camera da letto. La "grande" storia ha fatto il suo corso, ma c'è anche la "piccola" vicenda dell'attrice francese in trasferta ad Hiroshima per girare un film e di un architetto giapponese. Si stanno amando, ma già si intuisce che è un amore destinato a finire con rapidità. Entrambi sposati, entrambi con la propria vita, che si aprono l'uno all'altra, si confidano i ricordi, i dubbi, le paure. Che sono, però, destinati a dimenticare. E' infatti un film essenzialmente sul tempo... il tempo che scorre inesorabile e rende tutto precario ed evanescente. E' un film sui ricordi destinati a dissolversi, sulle grandi passioni destinate a spegnersi... Si ritorna ad Hiroshima, ci vengono ripresentati i dati, una voce ci ricorda che di come ci furono "200.000 morti e 80.000 feriti in nove secondi. Queste cifre sono ufficiali. Ma tutto ciò si ripeterà. Avremo 10.000 gradi sulla terra: 10.000 soli, si dirà. Brucerà l'asfalto, regnerà un profondo disordine, un'intera città sarà sollevata da terra e ricadrà in cenere, e vegetazioni nuove sorgeranno dalla sabbia."

"Come in amore esiste questa illusione di non poter mai dimenticare", ed invece sembra che tutto prima o poi si dimentica...
E così siamo di nuovo insieme ai due amanti, li seguiamo mentre vagano insieme per Hiroshima, si salutano, si abbandonano, si rincontrano, si sfuggono. Dalla dimensione storica si passa a quella sentimentale, esistenzialista. Il tutto, mentre continuiamo ad essere accompagnati da una carrellata di immagini in bianco e nero, una più bella dell'altra. Lei parla a lui del suo amore giovanile, un soldato tedesco incontrato a Nevers e quindi anche il passato si intromette, dal Giappone si torna in Francia, la si segue narrare della propria follia, della propria depressione, mentre lui le dice "Sei come mille donne messe insieme"... L'atmosfera si fa sempre più magica, surreale. Ormai la storia si fa lontana, ormai si fluttua in una dimensione esterna... C'è di tutto: la guerra, l'amore, la memoria, la pazzia, la paura... Il Morandini scrive: "Il suo fascino nasce dall'impiego dei contrari (Nevers e Hiroshima, l'amante tedesco ucciso e l'amante giapponese di 36 ore senza domani), l'etnia e la cultura diverse, il passato e il presente, la percezione e l'immagine mentale, la necessità della memoria e la fatalità dell'oblio, il dialogo e il monologo, il documentario e la poesia, la realtà quotidiana e l'incantatrice litania erotica), dalla dialettica tra fascinazione e decostruzione, tra partecipazione e distanziazione. Nel trasformare il ricordo (uno stato) in memoria (un atto) la donna si libera di quell'incantesimo e ricomincia a vivere."

Alcune scene indimenticabili ed una delle affermazioni più precise ed azzeccate di sempre: <<È come l'intelligenza, la follia. Lo sai? Non si può spiegarla, proprio come l'intelligenza: ti viene addosso, ti riempie di sé, e allora la capisci. Ma quando t'abbandona, non la capisci più.>>

Splendida la Fotografia di Sacha Vierny e Michio Tanasaki.

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Ultima risposta 07/07/2013 20.10.39
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  @  05/02/2013 02:17:12
   7½ / 10
L'atmosfera è surreale, raccolta, eterea: poche scene girate in una camera o in strada con un uso estensivo del piano-sequenza, flashback rievocano scenari caduti nell'oblio, dialoghi a bassa voce esternano spettri di cui (forse) ci si vuole liberare. Due corpi che si uniscono: un Lui e una Lei, un uomo e una donna, Hiroshima e Nevers, apparentemente così distanti, ma accomunate dall'universalità del dolore causato dalla Guerra. La tragedia personale di un amore totalizzante, reso impossibile dall'odio e dalla diversità, trova paradossalmente significato proprio ad Hiroshima, che assurge più di tutte le altre città a simbolo della distruzione, dell'atrocità, della morte.
Ricordo o oblio? Rinascita o distruzione? Eros o thanatos? Problematiche dicotomie che affiorano durante tutta la pellicola e che si esprimono nella forte contraddittorietà del personaggio della Riva, realmente divisa (vd. scena dello specchio) fra il dissolversi nella notte di Hiroshima con il suo nuovo amore e tornare a Parigi e rinunciarvi.
Si dimostra ostico ad una lettura univoca e difficile da affrontare, ma d'altronde Hiroshima Mon Amour segna la nascita della Nouvelle Vague e di un approccio moderno al cinema intenzionato ad infrangere gli schemi di genere: la sceneggiatura della Duras è poetica e non facilmente leggibile, così come la grammatica filmica di Resnais, che ad uno spiccato taglio documentaristico (soprattutto nei bellissimi 10 minuti iniziali) alterna la staticità delle scene di scoperta reciproca dei due amanti e la frammentarietà dei flashback.
Bello ma difficile

7219415  @  30/12/2012 19:08:47
   5½ / 10
Veramente troppo pesante...

Oskarsson88  @  29/12/2012 23:33:50
   6 / 10
molto lento e faticoso. sicuramente ho sbagliato serata nel vederlo e mi ha annoiato a morte...però riconosco che in un'altra serata avrebbe offerto quantomeno qualche spunto interessante.

Gabo Viola  @  23/07/2012 04:24:36
   6 / 10
Terribilmente verboso e lento, uno di quei film che metterei nella accademia dei sopravvalutati di tutti i tempi. Do la sufficiente per la compiutezza di alcuni passaggi. Devo dire davvero una esperienza trascurabile

Ciaby  @  30/06/2012 16:34:58
   10 / 10
Film straordinario sulla paranoia di amare, sul terrore del tempo e del dimenticare e soprattutto sulla forza della memoria, un tema che caratterizza molto del cinema di Resnais.

Straordinario cinematograficamente, più che narrativamente, si snoda in un continuo incontrarsi e dividersi, su un ritmo lento che avvolge e ipnotizza, sul linguaggio del corpo, del volto, della città di Hiroshima, la vera protagonista del film.

Straordinario capolavoro, in grado di spezzare il cuore e riunirne le parti.

DarkRareMirko  @  08/05/2012 22:22:23
   9 / 10
Alternando parti documentaristiche ed esploitative (i poveri corpi martoriati e deformati dell'inizio, che non sfigurerebbero se messi in uno shockumentary, o anche la scena dell'ingestione del sangue nella prigione, non proprio essenziale) ad indiscutibili ottime basi di script (ad opera della scrittrice Duras), viene fuori un film classico, memorabile, da storia del cinema.

La storia d'amore tra i 2 protagonisti è intervallata da materiale eterogeneo (i già citati documentari, una parte pacifista, 5 flashback) e tutto riguarda la memoria, il ricordo, il passato che comunica col presente.

Autoriale, colto, iconografico, professionale, diretto e musicato magistralmente, ma anche non immediato, un pò perverso (ad un certo punto c'è addirittura il protaognista che si immedesima nell'altro amante della donna che ama...),da studiare, non per tutti.

Primo lungometraggio per Resnais che comunque ha citato e citerà il tema della memoria anche in altri lavori.

Da vedere magari in lingua originale con sottotitoli, visto che il doppiaggio italiano smorza i toni e le cariche emotive dei vari (grandi) attori presenti.

_Hollow_  @  04/03/2012 01:35:29
   8 / 10
Sceneggiatura ottima; regia pure; buona anche la recitazione e soprattutto gli accenni storici. L'inizio fa parte della storia del cinema; bella l'idea di fare della metacinematografia e del documentario attraverso una storia d'amore; bella soprattutto l'idea di dipingere le caratteristiche di una storia d'amore impossibile. Però, sarà che i film francesi in generale e la nouvelle vague in particolare non sono il mio genere, sarà ancor più in particolare questo film in sé, ma qualcosa non mi fa urlare al capolavoro. Al gran bel film si, ma non di più. Troppo poesia non mascherata, gettata in faccia allo spettatore in un delirio di onnipotenza registica. Odio quella per nulla velata caratteristica francese di colmare i film di poesia spicciola, da luce di luna parigina, da relitti dell'impressionismo.
Per fortuna non è un male che colpisce qualsiasi film. "I quattrocento colpi" per esempio, oppure "La grande illusione", per citare i primi due che mi vengono in mente, non ne sono affetti. Ma altri, come questo, "Fino all'ultimo respiro", "Jules et Jim" ... invece ne sono pervasi. Per gusto mio, è un vero peccato. Se certi autori francesi, magari fanatici provenienti dai Cahiers du Cinema, magari no, si fossero dimenticati per un attimo della necessità di dover mostrare al mondo la loro profondità poetica; se avessero abbandonato i fronzoli per far parlare semplicemente il loro racconto; secondo me (e ripeto secondo me) il loro cinema ne avrebbe guadagnato.
Insomma, gran bel film a 360°, storico per certi versi, ma per nulla moderno nelle sue pause narrative (onnipresenti), infatti mai silenziose, mai lasciate al pensiero dello spettatore e sempre ricolme di frasi d'una poesia studiata a tavolino e fatta passare per pensiero o dialogo. Ugualmente un bel film, una bella idea, ma preferisco la poesia di altre parti del mondo, che siano l'Italia o il Giappone, che lascia maggiormente in pace le orecchie e maggior spazio all'esercizio dello sguardo; che non rende volgare, frivola, mielosa la propria natura a forza di sottolinearsi e di guardarsi allo specchio ma che cerca di trasparire e farsi amare dallo spettatore per quello che è, senza imbellettarsi.
Siamo anni luce indietro rispetto a Ozu.

MidnightMikko  @  26/02/2012 11:09:08
   10 / 10
Un capolavoro assoluto del cinema. Il voto massimo sembra sempre poco, per questa opera di Resnais.

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Dire film sembra una presa in giro: questa è pura anima, nonchè pura passione cinematografica del regista (i meravigliosi primissimi piani, resi ottimamente anche dalla straordinaria interpretazione di Emmanuelle Riva).
Un film da vedere assolutamente, se amate il cinema e le emozioni pure e genuine che sa trasmettervi.

lukef  @  11/12/2011 22:20:38
   8 / 10
Non è oggettivamente il mio genere tuttavia devo ammettere che questo film è veramente un'opera d'arte. Una storia d'amore che dietro di sé nasconde un mondo, l'intera vita di una persona. Il tutto descritto in maniera sincera, asciutta e vera e visionaria allo stesso tempo. Dialoghi, suoni ed immagini che possono essere visti come parte di una poesia che scorre ininterrottamente, andando così a comporre l'intera pellicola.

Invia una mail all'autore del commento OpheliaQueen  @  20/09/2011 03:35:38
   9½ / 10
Lory_noir  @  03/06/2011 15:08:39
   7 / 10
L'ho apprezzato sia per com'è stato realizzato, sia per il messaggio che porta avanti. Ammetto però che ho avuto qualche difficoltà a seguirlo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  08/05/2011 16:55:40
   9½ / 10
Hiroshima, la tragedia di Hiroshima, il paradosso di Hiroshima, il desiderio di scrivere il finale di una catastrofe. Riuscirvi, con un’altra catastrofe. Hiroshima è Lui, un altro scherzo del destino, il secondo, quello inaspettato, quello ancora più ingiusto . Lei è Nevers, l’antinomia bergsoniana fra la memoria che ci insegue e il ricordo che inseguiamo. L’oblio che si carica di dolore.
“ …..Tu non ricordi; altro tempo frastorna
la tua memoria; un filo s’addipana.

Ne tengo ancora un capo; ma s’allontana
la casa e in cima al tetto la banderuola
affumicata gira senza pietá.
Ne tengo un capo; ma tu resti sola
né qui respiri nell’ oscuritá. …”

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  08/05/2011 15:42:38
   8½ / 10
L'amore come apocalisse e ciclo; questa è la desolante risposta data da questa splendida pellicola che riesce ad unire amore e morte in un contesto drammatico di una Hiroshima dilaniata,per sempre dilaniata dagli orrori ma che nonostante tutto tenta di rialzarsi con dignità.
Una riflessione sull'amore che trova l'oblio e il ricordo destinato a ripetersi continuamente come centralità,in cui la protagonista si perde all'interno di rimembranze passate che dilaniano dentro e di un altro amore che in realtà non è altro che una ripetizione della storia che sta vivendo col suo amante giapponese. Appunto, come le ripete il suo amante nipponico all'inizio lei non sa niente ma non perché non l'abbia mai saputo bensì perché ha dimenticato. Non ci interessa se rimarrà a Hiroshima,se tornerà a Nevers o qualunque altra cosa faranno i due: quello che il film doveva dire lo ha detto. E in che maniera!
Direi che la potenza dei primi dieci minuti sia una cosa sconvolgente per parole,immagini e tecnica di ripresa; Resnais fonde immagini di una realtà terribile e abominevole piena di esseri umani mutilati e distrutti con quella cinematografica dei corpi degli amanti intrecciati e delle loro parole che sono poesia e riflessione insieme. La partenza denoterà tutto lo stile dell'opera piena di incursioni nel passato con un utilizzo del flashback innovativo e a metà tra sogno,ricordo e fantasia in cui tutto è essenzialità,suggerito e mostrato senza bisogno di dare spiegazioni né di riceverne.
Ancora meglio,sin dall'incipit viene messo in chiaro chi siano i 3 protagonisti assoluti del film,su cui gira tutta l'opera di Resnais: Hiroshima,Lui e Lei.
Hiroshima mon amour è intenso,profondo e toccante,impreziosito inoltre oltre che dalla regia splendida e dalle interpretazioni,dalla fotografia piena di suggestioni di Verny.
Film ritenuto da molti manifesto della nouvelle vogue ma questo tipo di cinema non può rientrare direttamente nella corrente cinematografica francese,lo supera in tutto e per tutto.

wooden  @  30/03/2010 10:50:44
   8½ / 10
Un Resnais atipico e crepuscolare, al di sopra della novelle vague. Molto bello.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  02/03/2010 17:57:27
   9 / 10
L'incontro tra Resnais e la Duras partorisce un capolavoro dal linguaggio innovativo.
Da non perdere

Guy Picciotto  @  02/03/2010 17:09:24
   10 / 10
Resnais è riuscito con questo film ad avviare un discorso su come demolire lo status quo attraverso le "impalcature semantiche" della rappresentazione, riuscendo laddove molti fallirono a non rappresentare “ il concreto” e “ il mentale” dell’apparato industriale, e ad avviare un discorso di decostruzione dei "segni" del capitale rappresentato, attraverso filtri futuristi, o spingere la velocita 'oltre alla percezione sensoriale, scardinando tempo e spazio (e non parlo solo dell'uso rivoluzionario del flashback, me ne battu ù belin io della nouvelle vague).
Se si dovessero salvare solo 10 film dall'apocalisse imminente questo film rientrerebbe sicuramente tra quelli quelli da portare al riparo nello spazio interstellare.

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Ultima risposta 06/03/2010 09.17.44
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Gruppo STAFF, Moderatore Lot  @  21/12/2009 22:06:57
   9 / 10
"No, non hai visto niente..."
Eros e thanatos in uno dei loro connubi più alti.
Lacerante.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  09/08/2009 19:09:00
   10 / 10
Anche nell’attimo amoroso, in cui tutto intorno sembra alleggerirsi e dissolversi, seppur in quei momenti s’assopisce e tace, la memoria resta, individuale e storica, è reduce, e scorre, continuamente. Bagna le due città, simbolo di tale differenti memorie: la remota Nevers, colma di ricordanze di guerra vissuta, dell’amore tragico con un soldato tedesco; e la nuova Hiroshima, emblema delle terribili conseguenze del conflitto mondiale.
L’indefinito amplesso tra i due corpi, che s’amplia e fluttua sullo schermo nei primi minuti del film, può quindi, in virtù di questa premessa, mescolarsi con le sequenze di grande impatto documentaristico, la bellezza delle immagini, con la durezza e crudeltà delle stesse. E i due amanti chiamarsi col nome di tali città, nella tenera sensualità di un gioco amoroso. E rincorrersi, e raccontarsi attraverso le strade che rivivono dell’Hiroshima attuale. Lui è un architetto (simbolico è anche il mestiere, colui che deve ricostruire), lei un'attrice, venuta per girare appunto un film sulla città distrutta; ed altri ancora saranno gli accostamenti e i parallelismi di quest’opera di Resnais, nuova nello stile, ma anche sofferta e profonda.
Resteranno uniti in eterno? Oppure ora che il sortilegio è disciolto, si lasceranno? Oh Nevers, città dei ricordi; Hiroshima, Hiroshima mon amour…

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  31/05/2009 17:44:47
   6 / 10
Un'amore impossibile, tragedie collettive e personali, il dolore del ricordo e l'impossibilità di nasconderderlo nell'oblio eterno. Indubbiamente un film fuori da schemi precostituiti dove viene dato corpo alla voce interiore dei due protagonisti. Questo linguaggio quindi è ciò che caratterizza maggiormente questo film, ma lo trovo indigeribile per i miei gusti personali con staticità a volte fini a se stesse e fredde come il ghiaccio. Decisamente Resnais non fa per il sottoscritto.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  17/05/2009 12:15:29
   9 / 10
Durante i primi 10 minuti del film sono rimasto come allibito. Non si sa chi sono i corpi che si abbracciano, né perché né per come. Si rimane semplicemente incantati dalla bellezza, dal nitore, dall’intensità e dalla perfezione delle immagini. Lo scorrere lento e posato, le parole chiare ed essenziali e subito il tema bruciante della distruzione e della memoria. “Ho visto” – “No, non hai visto niente” e dietro una carrellata di immagini da foto e da filmati della distruzione nucleare di Hiroshima e dello strazio della gente. Insieme a queste immagini scorrono anche quelle del presente, di una città che è sorta più attiva e sfavillante di prima, creando contrasto stridente. A completare la sensazione profondissima che si crea nello spettatore, come sottofondo suona una musica incantevole oppure un suggestivo silenzio. Mai film è riuscito a infondere tanta sospensione, tanta magia, tanta impressione e riflessione.
Quest’atmosfera incantata, sospesa, prosegue per tutto il film dandogli quasi un andamento astratto, da riflessione filosofico-spirituale, grazie semplicemente alla potenza dell’immagine e del suono. Il tema del film si rivela essere quello molto profondo della memoria, di come gli avvenimenti spiacevoli e drammatici vengano piano piano assorbiti e poi quasi cancellati, buttati in un angolino della memoria e quasi dimenticati. La vita prosegue. Ecco però che i fatti potrebbero accadere di nuovo e solo riportando a galla la memoria si potrebbe (condizionale!) evitare che si ripetano.
Nel film il discorso, che era partito su di un piano storico, prosegue su di un piano esistenziale e sentimentale. Si tratta però di una trasformazione metaforica del tema. I due protagonisti non hanno nome, si chiamano fra di loro con un nome di città (Hiroshima e Nevers), diventano il simbolo delle distruzioni che opera la guerra, quella materiale estrema di Hiroshima e quella interiore e amorosa (non meno drammatica) di una ragazza innamorata della persona sbagliata.
I personaggi sono perciò contenitori vivi e sofferenti del concetto di conflitto (storico e interiore) che deriva dalla necessità di rimuovere, per continuare a vivere. Infatti non viene mostrato niente della loro vita normale (hanno famiglia, figli, lavoro). Ci si concentra solo e semplicemente sul loro conflitto interiore. La loro storia all’inizio prende l’aspetto di un dolce incontro amoroso riflessivo ed è espressa in modo molto affascinante e intenso. Si sente e si capisce la loro intesa amorosa. Poi, con il proseguimento della storia diventa più qualcosa di astratto e simbolico e si perde un po’ la corrispondenza emotiva con i personaggi. Dall’emozione si passa all’ossessione. Qui la storia si avvita un po’ su stessa e assume toni a volte melodrammatici. L’impossibilità sentimentale (e pratica?) di un nuovo rapporto, il parallelismo e l’identificazione con il passato, la sofferta constatazione che la storia (politica e amorosa) è destinata in eterno a ripetersi o almeno a non risolversi, colora malinconicamente la fine del film.
Quello che però fa di quest’opera qualcosa di unico è la tecnica cinematografica. L’essenzialità e la pienezza di significato delle immagini è qualcosa che colpisce ed emoziona ad ogni inquadratura. Si vede il debito di Resnais verso i grandi documentaristi Flaherty e Ivens. Si sente però soprattutto l’influenza di Dreyer. Le inquadrature pulite, nitide, essenziali, lo scorrere dolce, il disporsi dei personaggi e degli oggetti in maniera significativa e naturale allo stesso tempo, sembra presa di peso da “Giovanna d’Arco”, “Dies Irae” o “Ordet”. L’effetto incantatore è lo stesso. Che meraviglia artistica e cinematografica questo film !!!

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Ultima risposta 03/09/2009 17.49.30
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Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  27/11/2008 16:06:21
   8½ / 10
film avvolgente e affascinante... il passato e il presente ... sia storico che individuale si rincorrono e si intrecciano in uno dei film manifesto della novelle vague francese...

dgarofalo  @  18/02/2008 07:33:40
   10 / 10
in me questo film non raggiungera mai l'oblio
indimenticabile

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  14/11/2007 22:12:25
   9½ / 10
"Non hai visto niente, niente..."

V. recensione

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Ultima risposta 15/11/2007 13.32.45
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Invia una mail all'autore del commento Rusty il Selvag  @  25/09/2007 16:27:57
   10 / 10
Come te ho dimenticato...

addicted  @  13/09/2007 17:43:37
   10 / 10
Film epocale, che ha aperto nuovi orizzonti di ricerca del linguaggio cinematografico. E' la storia di un'anima dolente sullo sfondo terribile di un luogo in cui l'umanità ha toccato un punto di non ritorno. I protagonisti provano a scaldarsi il cuore, ma non c'è speranza.
Come si vive dopo Hiroshima?
E' un film molto letterario, molto "scritto". Ma non è un difetto.
E' un'opera magistrale che indaga il dolore.

Gruppo STAFF, Moderatore priss  @  16/07/2007 13:56:05
   9½ / 10
Un film a cui sono sempre stata molto affezionata per il lento dipanarsi, per i sentimenti composti e strazianti che affiorano via via alla luce.
Un uomo ed una donna in una città che riassume ogni orrore, ogni dolore, ogni violenza, ma nella quale i fiori ripresero a fiorire ben prima di quanto ci si aspettasse.
E' tuttora attuale il senso di straniamento quando si visita Hiroshima, eppure questo non è un film sulla guerra, ma un film su quel sentimento che ti germina dentro di fronte all'insensatezza degli eventi della vita.
Chi ha visto tutto ad hiroshima, chi ha oltrepassato la comprensione della sofferenza, non può non aver scavato nel fondo della propria anima per affrontarne i fantasmi.

2 risposte al commento
Ultima risposta 16/07/2007 14.20.23
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Vegetable man  @  20/06/2007 16:46:31
   10 / 10
Non riesco a dare meno di 10 ad Hiroshima mon amour... Gli orrori della guerra fuori, il dramma del passato dentro; il film è giocato su un doppio piano, dominato da un amore struggente ed assolutamente fuori da qualsiasi schema. L'andamento del film è ossimorico, indefinibile: non succede nulla, eppure succede moltissimo. Passa appena un giorno, eppure le menti dei protagonisti hanno viaggiato all'infinito nel tempo e nel ricordo. I dialoghi raggiungono una sublimità che difficilmente può essere eguagliata. L'atmosfera è così surreale da risultare incredibilmente poetica. E la perla finale, un titolo assolutamente da antologia. Possono sembrare paroloni, ma questa volta sento che sono dovuti. Da vedere con la giusta disposizione d'animo.

quaker  @  28/02/2007 20:18:51
   8½ / 10
Struggente (forse troppo) storia d'amore, in un contesto come quello della città che ha sperimentato sulla carne dei suoi abitanti l'orrore della bomba atomica.
Privato e pubblico, universo interiore e problemi del mondo, nell'epoca della guerra fredda, colti dall'occhio di Resnais, in un film attualissimo. Però anche opera poeticamente irrisolta, che lascia come insoddisfatti, a tratti francamente noiosa ... insomma non si può dare troppo a questo film avaro.

ds1hm  @  07/02/2007 14:03:49
   8 / 10
molto particolare, espressione purissima del cinema di Resnais, in questo film credo in una delle sue produzioni migliori.
sembra fatto di niente, di immagini e di trame scontate, di ritmi blandi. ed invece era un modo di fare cinema che davvero ti spingeva al di la della storia descritta.

Invia una mail all'autore del commento Strangelove'90  @  07/01/2006 23:10:22
   10 / 10
Gli orrori della guerra, gli scempi fatti dalla stupidità dell'uomo, scorrono sullo schermo, nell'inizio, indimenticabile, accompagnati dalle parole di due amanti, di cui non conosciamo i nomi ne vediamo i volti.
Un luogo che è diventato sinonimo di morte vede sbocciare un nuovo amore, una nuova speranza. Ma da quel nuovo amore riaffiorano i ricordi di uno finito tragicamente.
Uno dei film più importanti della cinematografia francese, uscito in un anno cruciale (lo stesso de I 400 COLPI di Truffaut e l'anno prima di A BOUT DE SOUFFLE di Godard) per il cinema.
Capolavoro.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  23/10/2005 12:01:34
   7 / 10
Il film di Resnais è un delicato affresco di un romantico amore impossibile.
L’inizio (un po’ troppo lento, forse) da il tema dell’amore come autodistruzione della persona con una forte “attrazione” (in senso di montaggio) tra gli amanti nel letto che parlano dei morti di Hiroshima (città nel quale il film è appunto ambientato) e le immagini della tragedia dovuta all’esplosione della bomba atomica.
I personaggi si svelano lentamente, ma è soprattutto il carattere di lei ad essere complesso e sfaccettato rivelando poco alla volta il lato oscuro di un amore impossibile vissuto in tenera età e mai del tutto dimenticato.
Resnais segue i personaggi quasi senza disturbarli nel loro cammino interiore fino a svelare tutti i segreti. Persone prima ancora che personaggi. Nel film si respira il profumo della vita vera, vissuta fino in fondo. E’ un film romantico, ma mai sdolcinato, semmai duro e impietoso con i blandi sentimenti perché l’amore vero, sembra dirci, è violento e ti investe con la forza di un fiume in piena.
Un gran bel film da (ri)vedere con calma per apprezzarne tutte le sottigliezze.


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