koyaanisqatsi regia di Godfrey Reggio USA 1982
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koyaanisqatsi (1982)

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locandina del film KOYAANISQATSI

Titolo Originale: KOYAANISQATSI

RegiaGodfrey Reggio

Interpreti: -

Durata: h 1.20
NazionalitàUSA 1982
Generedocumentario
Al cinema nel Luglio 1982

•  Altri film di Godfrey Reggio

Trama del film Koyaanisqatsi

Crolli di palazzi, disastri naturali, visioni accelerate di tramonti: tutti luoghi in cui il mondo sta in precario equilibrio, cioé in ""koyaanisqatsi"", come dicono gli indiani Hopi.

Film collegati a KOYAANISQATSI

 •  POWAQQATSI, 1988
 •  NAQOYQATSI, 2003

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Voto Visitatori:   8,95 / 10 (32 voti)8,95Grafico
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Voti e commenti su Koyaanisqatsi, 32 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

BigHatLogan91  @  27/08/2024 16:30:39
   8½ / 10
Profondamente metaforico e con una colonna sonora eccezionale.

LaCalamita  @  18/10/2022 21:47:40
   9 / 10
Mi sono emozionato; addirittura è scesa la lacrima. Il motivo non lo so ben spiegare: "noi del 2022" non dovremmo più di tanto rimanere affascinati da tecniche ormai sdoganate come il timelapse (p.s. che Terrence Malick si sia ispirato a questo documentario per usare in modo "adulto" il timelapse? Vedi Knight of Cups).

Koyaanisqatsi, in teoria, si tratterebbe altro che di un insieme di videoclip, una definizione del film che sarebbe estremamente offensiva per lo stesso (per fare un esempio, la definizione di "videoclipparo" che si beccano registi come Danny Boyle).

La musica ha certamente e palesemente un grosso ruolo nel dare senso alle immagini, nell'indirizzarle verso qualcosa. Quale sia questo senso è stata la sfida per me.
Si dice che la filosofia sia brava nel proporre domande anziché dare risposte. Il film sembra andare oltre: non mi suggerisce nemmeno le domande. Niente, il vuoto. Sì, viene mostrata prima la natura e poi l'era moderna, e ciò che suggerisce il significato della parola del titolo è chiaro. Ma lo stile di Koyaanisqatsi mi porta altrove; il silenzio totale che caratterizza gli 80 minuti del film diventa il silenzio nella mia mente. Inizialmente pensavo di star pensando a qualcosa, ma è come se il film mi consigliasse di andare oltre tutto; ogni pensiero è banale: "vai oltre".

Resto così a guardare e ascoltare il film, piuttosto ipnotico e rispettoso dello spettatore.
Il creatore del film ci offre queste immagini, io scopro di gradirle.

Oskarsson88  @  24/04/2020 00:28:34
   9 / 10
Documentario sperimentale letteralmente pazzesco, minimalista nella colonna sonora e ben chiaro nel messaggio ammonitorio all'umanità. Immagini stratosferiche, un cult!

EmanueleM57  @  24/03/2019 16:50:38
   10 / 10
E' stata la creazione di un nuovo modo di vedere un contenuto multimediale. Mi è rimasto nella mente per anni come un capolavoro sin dalla sua uscita. Nel 2019 rimane la consapevolezza che si è inventato un nuovo genere definito al momento 'sperimentale' ed è rimasto purtroppo senza seguito un capolavoro come questo. Le musiche del 'minimalista' Philip Glass sono una parte integrante di questo nuovo modo di intendere la multimedialità

Evarg Nori  @  11/03/2018 08:38:04
   8 / 10
Il debutto di Reggio,frutto di ben 6 anni di riprese,è più vicino alla videoarte che al cinema.Documentario surreale,onirico,privo di dialoghi,ove le immagini naturali e urbane si alternano facendo emergere pian piano un ritratto frenetico e assai poco accomodante della civiltà umana(come si evince dal finale).Immagini decontestualizzate,rallentate o velocizzate,che acquistano un valore a se grazie alla colnna sonora minimalista di Philip Glass.Per certi versi ricorda "Fata morgana" di Herzog.Per la sua complessità e magnificenza,è poco adatto allo schermo televisivo.Prima parte della trilogia qatsi,proseguita con "Powaqqatsi" e "Naqoyqatsi".Il titolo deriva della lingua indiana Hopi,che significa vita in tumulto"], oppure "vita folle; vita tumultuosa; vita in disintegrazione; vita squilibrata; condizione che richiede un altro stile di vita".

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  13/03/2016 00:38:48
   9½ / 10
Autentica Summa di un'opera d'arte, uno di quei film che guarderei nella fatidica Isola Deserta, se potessi disporre di un mega schermo gigante tra le dune...Culto assoluto - da antologia l'uso dello zoom - e stupenda colonna sonora Minimalista di Philip Glass

Gruppo STAFF, Moderatore stefano76  @  12/03/2016 23:46:28
   10 / 10
Potente, struggente, commevente, disarmante. Quei volti e quelle immagini, impresse nella memoria per sempre. Capolavoro.

KitaVerde  @  23/02/2016 19:10:51
   8 / 10
Documentario "cult" di Reggio. Dinamico e sensato.

dagon  @  23/08/2014 17:22:29
   8 / 10
Non è propriamente un documentario, ma, probabilmente, la definzione più azzeccata che ne è stata data è "poema in musica". E' di più di 30 anni fa (i computer sono a schede perforate, i video game sono rappresentati da pac-man), ma il messaggio è più che attuale, anzi, possiamo pensare che in tutto questo tempo le cose siano solo peggiorate. Si comincia con una elegia della natura, ma ben presto entrano in scena l'uomo e la sua "civiltà". Si assiste ipnotizzati a quella che è la nostra vita, solo vista da un'angolazione diversa... e terrificante. Particolarmente azzeccato l'accostamento tra

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. Dopo un inizio che fa temere un po' di noia, si viene rapiti ed ipnotizzati da questa sequela di immagini, girate tutte con tecnica del time lapse, e si conclude su profezie poco benauguranti per la razza umana che, qualunque sia la devastazione che potrà arrecare alla terra, è comunque transitoria.....

_Hollow_  @  22/08/2014 14:17:43
   9 / 10
Onestamente mi aspettavo qualcosina in più.
Mi spiego, le immagini sono meravigliose e idem le musiche di Philip Glass, però a volte la regia si sofferma troppo su alcune sezioni annoiando non poco. Esempio: atterraggio dell'aeroplano.
Poteva essere un capolavoro ma il regista, su certe cose, penso abbia voluto strafare. Fare cinema dello sguardo è un'arte, non funziona sempre mantenendo un'inquadratura per minuti.

Comunque è da vedere.

chem84  @  24/12/2013 19:45:14
   8½ / 10
La potenza delle immagini, sapientemente accompagnate da una perfetta colonna sonora.
Un'ora e mezza circa che vola via in pochi secondi, a fronte di un lavoro che di anni ne avrà richiesti parecchi per essere girato.
Da gustare tutto di un fiato.

Lucignolo90  @  07/04/2013 22:35:00
   9½ / 10
Uno di quei film fatto di immagini e musica (la magnifica score di Philip Glass) e realizzati talmente bene da riportarti alla mente opere come L'uomo con la macchina da presa...con mezzi notevolmente più moderni e 50 anni dopo.
Godfrey Reggio e il direttore della fotografia Ron Fricke (lo stesso che nel 92 realizzerà da regista l'altrettanto splendido Baraka) impiegano 6 anni per le riprese in 24 stati di 5 continenti diversi e per montare e rimontare il prodotto.
Koyaanisqatsi è un termine amerindo che vuol dire "Vita senza controllo" ed è il termine perfetto per indicare ciò che si vedrà in questo film che inizia con immense riprese aeree delle più grandi meraviglie naturali della terra quali il Grand canyon, le cascate del Niagara, i fiumi più lunghi e le montagne più alte del mondo, addirittura le nuvole che frenetiche si muovono come bianche onde, grazie alla tecnica delle riprese velocizzate, che diverrà ancora più familiare e allucinante nella seconda parte, quando il soggetto del film diverremo proprio noi, noi e le nostre città: dai grattacieli sempre più alti e dove le luci delle insegne e dei fanali delle macchine si fanno frecce luminose nella notte. E naturalmente l'uomo, colto nelle azioni più banali che noi stessi compiamo ogni giorno ma che, proprio grazie alla diversa velocità che ci viene proposta ci fà apparire come atomi impazziti, frenetici quanto le macchine delle catene di montaggio che comandiamo e che sono oramai veri e propri prolungamenti dei nostri corpi, mezzi senza i quali non potremmo condurre vite normali, così come non lo faremmo senza l'uso degli arti.
Ma è proprio questa forma di vita così tecnologica e priva di umanità, quella che ci stiamo riservando, a essere la più giusta? E quanto è giusta per noi se poi và a scapito della Terra dove viviamo?
Interrogativi sempre più attuali col passare degli anni e rimarcati dal finale, che sembra una rivisitazione in chiave moderna della storia di Icaro e del sole.

Badu D. Lynch  @  30/01/2013 00:45:25
   9½ / 10
Una delle opere cinematografiche migliori di tutta la storia del cinema. Suggestiva, emozionante ed ipnotica come poche altre. Splendidamente riflessivo.

CAPOLAVORO.

ferzbox  @  03/01/2013 03:15:11
   9 / 10
Non sapevo cosa scrivere in questo commento,perchè le emozioni che ho provato sono state molteplici e vorrei dire tanto...perchè c'è tanto da dire ...ma alla fine vi dico soltanto che quando ho cominciato a pensare(solo a pensare):"Quanto mancherà ancora?"..il film è giunto al suo termine.
Ci sono rimasto di sasso...forse una coincidenza o forse no...sta di fatto che quando era finito il film ho provato la sensazione di aver visto il mondo da una finestra....
Bella esperienza...

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  25/01/2012 23:10:11
   5 / 10
Mi dispiace...bocciato anche se non con una grave insufficienza. Non può bastare la musica per rendere godibili 86 minuti di documentario. Ci sono grandissimi momenti (penso all'immagine della luna velocizzata che scompare dietro il grattacielo) ma non poche frazioni di pellicola sono poco godibili, a parer mio a causa della mancanza di un commento. Invito tutti coloro che han messo 10 o 9 a questo film a guardare Mondo Cane, un documentario davvero di un altro livello.

Fratuck89  @  20/11/2011 23:12:55
   10 / 10
rivoluzionario, musica e immagini, il cervello che viaggia, film super riflessivo per gente che ama riflettere, costruttivo, da vedere e ascoltare assolutamente, alla fine della visione ognuno tragga le sue conclusioni sul senso di questa tipo di esistenza.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  18/11/2011 16:45:58
   8 / 10
Siamo completamente pazzi, persi in un ritmo e in una catena di montaggio talmente tanto da non accorgerci di come invece il mondo abbia i suoi ritmi, e noi lo stiamo distruggendo.
Le immagini prima di tutto, stupende, e le musiche di Glass sono evocative e si amalgamano perfettamente in questo non racconto fatto solo di pura immagine da cui non bisogna distogliere lo sguardo.

Le parole in questo caso sono superflue, è il caso di dirlo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  09/11/2011 21:25:24
   9½ / 10
Eccezionale questo film. Certamente chi ha avuto o avrà la fortuna di vederlo su grande schermo, ha potuto o potrà apprezzare il fascino ipnotico delle sue immagini e la musica di Glass che lo accompagna. La civilizzazione che porta progresso, ma anche la frenesia quotidiana, l'annullamento dell'individualità ridotta ad un numero da catena di montaggio. Una modus vivendi innaturale che distrugge e ci distrugge.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  24/02/2011 16:50:18
   8 / 10
"L'orrore di vedere un uomo là dove si poteva contemplare un cavallo!" (E. Cioran)

Ottimo documentario tutto basato sul contrasto natura-civiltà. Affascinanti entrambe le parti.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  18/10/2010 18:28:05
   9 / 10
Soffre un po'degli anni che porta, non tanto per l'essere superato, ma perchè quel che in questo film era "mai visto" ora è del tutto trito e ritrito. Chiunque si può fare ora dei filmati a velocità accelerata o rallentata con un equipaggiamento da 2 soldi. E infatti internet è piena di bei filmati ispirati a questo film (ma veramente piena). Non che questo tolga niente alla bellezza di questo documentario. Glass poi è bravissimo e qui le sue musiche sono estremamente evocative. La sequenza finale è terrificante secondo me.

sestogrado  @  02/10/2010 16:03:09
   10 / 10
un capolavoro commovente. la natura e l'attività antropica divengno musica grazie al magistrale intervento di Philip Glass. poche parole, è un film che va assolutamente visto

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  25/08/2010 15:47:34
   6½ / 10
Mah...Effettivamente questo documentario è notevole. Immagini strettamente legate alla colonna sonora in un connubio elegante e emozionante solo che le immagini spesso rallentate, il ritmo blando e l'eccessiva monotonia fanno sorgere più di un dubbio sulla qualità di questo lavoro che risulta affascinante ma allo stesso tempo barboso.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  14/11/2009 18:07:44
   10 / 10
Quando le immagini diventano Arte.

MM11  @  21/01/2009 06:43:09
   10 / 10
Dovremmo solo ringraziare chi ci ha permesso di vedere il mondo in questo modo..
Senza parole.

Il mio primo 10, Koyaanisqatsi.

1 risposta al commento
Ultima risposta 30/01/2013 00.42.49
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Silly  @  10/01/2009 22:33:30
   10 / 10
Non si riesce nemmeno a sbattere le ciglia, gli occhi lacrimano, ma tu non puoi distogliere lo sguardo. L'uomo, la società, la vita, nella loro disarmante e allucinante precarietà. La musica ti ipnotizza, le immagini ti tolgono il fiato.
E nessuna parola. Perchè non serve.
Semplicemente incredibile.

Titto  @  15/12/2006 03:28:01
   6 / 10
Film riuscitissimo per le intenzioni del suo creatore Reggio, il quale a differenza di quanto si pensi non è il regista vero e proprio dell''opera ma l''ideatore, insomma il padre. Le inquadrature e lo stile visivo vennero affidate a un direttore della fotografia di cui non ricordo il nome.. cmq Reggio lo ha dichiarato apertamente in molte interviste, tessendone le lodi spesso in modo esagerato, quasi ad attribuirgli sibillino tutti i pregi e i difetti. Reggio del resto non è regista.
Reggio è un frate.
Ebbene si, un giorno della sua giovinezza l' adolescente (e poco palpitante) Reggio si illuminò e decise di passare molti anni della sua vitaa riflettere in una specie di convento religioso di clausura. Quando usci nel mondo esterno in uno stato simile al Nirvana partori quest''opera e, come fece Gesù duemila anni fa, ci schiaffò la verità in faccia.
In realtà la sua verità non era molto innovativa, anzi era piuttosto usata e abusata gia all''epoca, tutti sappiamo che il disequilibrio nel società aumenta sempre più a causa della tecnologia, e negli anni ''80 si cominciava a divulgare in modo massiccio questa opinione che oggi è diventata di dominio pubblico...infatti.

Forse Reggio non lo sapeva....
Comunque il film ha una poesia incredibile e innegabile, anche grazie alle musiche di Glass (che è bravissimo ma ha un pò rotto le balle...), ma anche e soprattutto grazie a quella struttura concettuale che lo rende unico in questo genere. Beh insomma proprio unico no, diciamo che ha rispolverato uno stile caro agli anni'' 30 soprattutto nel cinema tedesco. Cmq dopo l''avvento del sonoro questo è stato il primo film a basarsi su regole diverse.

Quindi genio.

Non proprio

Il secondo capitolo ridimensiona un pò tutto: ansimante e fastidioso.
A differenza della prima opera che era seriosa ma candida, questa è "già vista" e saccente.
Troppo

A llivelli di santone....

E'' da questo film che Reggio si fa quasi scoprire.
Si intuisce che, subdolamente, Reggio vuole illuminarci, insomma vuole che impariamo da lui e lo fa tramite la potenza delle immagini e della musica.
Curiosamente infatti il successo di Koyan...(che all''uscita fu considerato un capolavoro...ma nel suo genere...) si interruppe bruscamente all''uscita della seconda parte, che non era di sicuro all''altezza del primo e che sembrava appunto "cospirare" qualcosa... I due film svaniscono e per anni il pubblico se ne scorda l'esistenza.

Reggio non è più candido....
E nemmeno un genio alternativo.
Intanto il mondo va in malora e Reggio si incazza...
Nasce Naqoya..... il punto conclusivo del triangolo della cospirazione reggiana.
Visivamente perfetto e innovativo come il primo capitolo fu all'epoca, tecnicamente un capolavoro, una goduria per i fan... a differenza del secondo, è in piena simbiosi con il periodo anni '90, ma le metafore e i giochi d''immagine diventano troppo grezzi ed evidentii, tanto da far intuire che Reggio non vuole più affascinarne il pubblico con la bellezza ma vuole essere popolare, ci deve dire qualcosa e anche in fretta perchè è diventato un gran casino qui sulla Terra.
E scoppia il pastrocchio, il film passa quasi inosservato nei cinema di tutto il mondo, viene anche deriso per l'ansia espressa... solo dopo qualche anno esplode il bum in tutta Europa, ovviamente in dvd... ovviamente solo per alternativi, anzi alternativissimi. Insomma chi ha la trilogia è avanti un sacco...... e non si ferma a riflettere...

In realtà, almeno per me la trilogia è un mezzo pastrocchio e non sono l'unico,esiste un'ampia corrente di pensiero contro le opere subliminali di Reggio a fini divin-personali... E' uno stile molto delicato, non può essere scorretto...

La trilogia è partita benissimo con il primo, che doveva essere l' unico, poi col successo è nato il secondo, obbiettivamente brutto e con poca fantasia (oltrechè presuntuoso) e in fine il terzo, la gran bagarre... e tutto questo perchè un uomo tanto caritatevole ci ha voluto bene e ci ha voluto dire, grazie alla sua infinita saggezza, che la via del peccato è stata imboccata già da molti anni e che tutto finirà presto se non scegliamo la via della Redenzione.
Reggio Maestro di Vita ricordato nei secoli... avrebbe voluto
Inece no,
Se fosse stato meno saccentello forse si.
Ma è stato rovinato dal primo peccato capitale....
Peccato, un'occasione persa
Ciao Godfrey

Ma ora è giunto il momento della redenzione...
Prostratevi
Chissà poi.....





6
Non male, avrebbe potuto essere migliore.

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1 risposta al commento
Ultima risposta 14/07/2009 14.52.56
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  23/11/2006 22:42:33
   9 / 10
...mi dispiace abbassare un pochino la media, cmq nn un film ma un'opera d'arte... Bellissimo ed emozionante.... Consigliatissimo...

iosper  @  07/06/2006 15:49:43
   10 / 10
Letteralmente senza parole.

i28408  @  25/01/2006 10:45:24
   10 / 10
Purtroppo questo film non è molto conosciuto, sono sicuro che farebbe riflettere molte persone che capirebbero di più la propria vita e quella dell'umanità lo consiglio a chiunque!

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  03/10/2005 12:03:54
   10 / 10
Koyanisquatsi:la vita in tumulto. Già dal titolo (è una parola del linguaggio Hopi) è evidente l’intento di disegnare una parabola contro il moderno sviluppo della società.
Cerchiamo di capirci immediatamente Koyaniquatsi non è un documentario e non va considerato come tale solo per il fatto di costruire la sua struttura semantica prescindendo in maniera totale dalla parola. D'altronde già Murnau col “Faust” (film muto senza didascalie) aveva dimostrato che si poteva fare a meno della parola perché la purezza del linguaggio cinematografico sta nell’immagine; e Koyanisquatsi si impone innanzitutto visivamente, per le splendide immagini ed una fotografia lucida e immaginifica.
Il metodo usato per costruire un discorso in questa opera è quello noto dai tempi di Ejzenstein ed è chiamato montaggio per attrazioni. Esso fa riferimento all’instaurazione di una relazione di tipo dialettico fra due piani contigui, dalla quale scaturisce un concetto. Come giustamente nota F. Schillaci , in questa opera tale tipologia di montaggio è da intendersi in una accezione più generalizzata, potendo, con uguale efficacia, un tale tipo di correlazione essere instaurato "a distanza" fra piani non contigui, anzi appartenenti a diverse sequenze, oppure essere perfino esteso a livello di sequenza anziché di piano. Perciò oltre ad una grande opera di regia il film è anche una grande opera dal punto di vista del montaggio.

Il film può essere suddiviso in sei sezioni. Mentre nelle prime cinque la struttura crea un “crescendo” e quindi sia le immagini che la musica passano gradualmente dalla rarefazione ad una forte intensità ritmica, la sesta invece è più statica fungendo da introduzione all’epilogo. La tendenza generale dunque è quella di assecondare a livello di montaggio il progredire del dinamismo tematico attraverso un ritmo progressivamente più serrato.

Un'opera d'arte che fece scuola.


4 risposte al commento
Ultima risposta 03/10/2006 12.34.48
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valtad  @  02/09/2005 12:41:24
   10 / 10
Vero! Questo non è solo un film ma un'opera d'arte.

ulisseziu  @  28/07/2005 01:13:41
   10 / 10
Non è un film, è un opera d'arte.

Non è un regista, è un artista, Picasso aveva i quadri, Michelagelo le sculture, Reggio il cinema.

Non c'è spazio per citare tutte le tecniche di ripresa che usa magistralmente e quelle che" inventa". Una su tutte la velocizzazione del viaggio in auto sino a che le luci della notte diventano schegge, linee generatrici di un quadro.
I tramonti e le albe che proiettano ombre perfette sui palazzi newyorkesi.
Un "pellicano" che diventa aereo sfruttando solamente la ripresa ed il caldo emanato dall'asfalto, i riflessi del sole sul mare che segnano un equalizzatore luminoso che va a tempo con la colonna sonora...

La colonna sonora curata da Glass appositamente per il film... arte.

Se volete vedermi un film che è un capolavoro potete prendere C'era una volta in America, questo non è un " film".
Se volete vedere un opera d'arte, guardatevi questo.
Per pochi, non per tutti.

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Recensione a cura di The Gaunt

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LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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