la fortezza nascosta regia di Akira Kurosawa Giappone 1958
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la fortezza nascosta (1958)

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locandina del film LA FORTEZZA NASCOSTA

Titolo Originale: KAKUSHI TORIDE NO SAN-AKUNIN

RegiaAkira Kurosawa

InterpretiToshiro Mifune, Misa Uehara, Minoru Chiaki, Kamatari Fujiwara, Takashi Shimura

Durata: h 2.19
NazionalitàGiappone 1958
Genereavventura
Al cinema nel Settembre 1958

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Trama del film La fortezza nascosta

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Voto Visitatori:   7,96 / 10 (24 voti)7,96Grafico
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Voti e commenti su La fortezza nascosta, 24 opinioni inserite

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zerimor  @  16/02/2022 12:32:35
   8½ / 10
Stupenda pellicola di Kurosawa. Un viaggio, un'avventura con un'ottima fotografia e la sempre spettacolare dote del regista nipponico dietro la macchina da presa.
Un film che descrive alcune sfaccettature dell'animo umano (una costante nei lavori di Akira). In questo caso avidità, egoismo, stupidità e in generale "fragilità" dinanzi al denaro.
Non ci si annoia nemmeno un secondo, merito di un monumentale Toshiro Mifune che con la sua bravura e il suo carisma "traina" quasi in solitaria il peso del film sulle sue spalle.
Divertentissimi i due contadini con le loro frequenti baruffe, davvero uno spasso.
Fantastico il duello con le lance tra Rokurota Makabe (Mifune) e Tadokoro Hyoe, tra i quali vi è rispetto reciproco. Bisognerebbe guardare il film anche solo per questo.
Molto bello il finale.

Dom Cobb  @  12/12/2018 16:28:09
   8 / 10
All'indomani di una guerra che ha devastato il paese, due contadini pronti a tutto pur di salvarsi la pelle rimangono impelagati nella missione di un generale ribelle di portare in salvo la sua signora, la signora di un'altra provincia...
Un curioso caso quello de "La foresta nascosta", soprattutto se paragonato ad altri prodotti della filmografia di un nome arcinoto come quello di Kurosawa: dopo essersi cimentato in storie a tema sociale, riletture di opere occidentali o in epiche produzioni dalla durata mastodontica, quello che ci troviamo qui davanti altro non è che una normale vicenda d'azione e avventura, dove non conta tanto il dove o il quando (e forse a ben vedere, neanche tanto il cosa), quanto il come.
Volendo soprassedere sul lato tecnico, su cui è inutile dilungarsi più di tanto visto che la sua eccellente qualità fra fotografia, regia e montaggio è ormai un dato scontato, l'efficacia del film risiede in due aspetti: il primo è la capacità di costruire l'atmosfera e l'emozione del momento. La storia di per sé non è nulla di complicato, ma il modo in cui viene raccontata, tramite il punto di vista di chi, in altre circostanze, sarebbe poco più di una spalla comica e che qui invece viene promosso a vero protagonista (i due contadini), il mistero per quel che accade e l'interesse vengono mantenuti costantemente elevati, a dispetto di un ritmo lento e privo di guizzi ma non in modo insopportabile, come era successo per "I sette samurai".


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Aiuta inoltre l'impiego regolare di ben coreografate scene di combattimento, forse prive della suspense che uno si aspetterebbe da un film del genere, ma scorrevoli e capaci di intrattenere nonostante tutto; da un prodotto di una cultura così radicalmente diversa da quella occidentale c'è ormai da aspettarsi l'affidamento su ritmi diversi dai soliti, perciò, si tratta più di una faccenda di gusto personale. Inoltre, nonostante il film stia alla larga da qualsiasi pretesa di imbastire temi di una certa profondità, è notevole la mole di materiale di discussione che viene mostrata semplicemente dal comportamento dei due contadini, le cui numerose sfaccettature offrono un intrigante quadro di quell'essere imperfetto e a tratti contraddittorio che è l'uomo, specie quello comune. Gli attori fanno tutti un buon lavoro (in parte vanificato da un ridoppiaggio italiano non proprio all'altezza), ma ancora una volta sono Toshiro Mifune e la sua personalità sarcastica e sicura di sé a rubare la scena.
Il secondo elemento d'interesse invece travalica le qualità del film in sé e si ricercano nell'impatto evidente che ha avuto, in particolare se paragonato a una certa saga ambientata in una qualche galassia lontana lontana;


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tutto ciò, col senno di poi, da al film un valore aggiunto, e mentirei se dicessi che esso non ha influito in positivo sulla mia valutazione finale.
Più leggero ma meno impegnato di "Rashomon", e decisamente più originale de "Il trono di sangue", questo film forse non sarà il migliore prodotto di Kurosawa, ma è senz'altro uno dei suoi più accessibili, che comunque mantiene tutti i tocchi che hanno reso il regista uno dei più influenti nel suo campo.

kafka62  @  02/02/2018 13:44:51
   8 / 10
"La fortezza nascosta" è una sorta di curioso mélange tra un poema ariostesco e un Indiana Jones ancora di là da venire. Film leggero, disinvolto, libero da pregiudiziali ideologiche ed obblighi morali, esso si fa guidare esclusivamente dal puro piacere di narrare, con un gusto che oscilla tra il favolistico, l'avventuroso e il picaresco. Anche se alquanto disimpegnato nei suoi presupposti teorici, "La fortezza nascosta" cela comunque una morale, ingenua quanto si vuole ma mai fastidiosa, che permea la vicenda come se si trattasse di un'opera zen su un'iniziazione spirituale (quella della giovane principessa Yukihime la quale, affrontando per la prima volta le miserie e le viltà del mondo, ma anche le sue insospettate virtù, raggiunge, insieme all'agognato regno, la saggezza interiore).
Pur essendo, tra le opere di Kurosawa, una delle più profondamente orientali, "La fortezza nascosta" esibisce le contaminazioni culturali più disparate. Il modo in cui l'elemento comico (i due vagabondi che diventano gli involontari protagonisti della storia) contrappunta quello drammatico (la fuga di Yukihime dai suoi nemici) è ad esempio ereditato da una tradizione teatrale che si può far risalire fino a Shakespeare. Inoltre il ritmo della pellicola ha nella seconda parte un andamento che ricorda vagamente l'epica del western (la fuga finale a cavallo, lo sguardo fordiano sulla terra degli Akizuki, ecc.). Se si considerano poi le sue numerose ascendenze (penso a "I racconti della luna pallida di agosto", per i suoi due protagonisti sballottati dalla Storia, o a "Il tesoro della Sierra Madre", per l'ossessione dell'oro che perseguita i personaggi fino a perderli) e le sue filiazioni ("A touch of zen", e ancor meglio "Guerre stellari"), non si fatica a comprendere come "La fortezza nascosta" sia riuscita a entrare facilmente nell'immaginario cinematografico moderno.
"La fortezza nascosta" può essere considerato, a torto o a ragione, un film minore, ma non si deve sottacere l'abilità che sottende la narrazione (i personaggi e le motivazioni che li spingono ad agire vengono portati alla luce poco alla volta, con studiata lentezza, mentre il lieto fine viene a lungo procrastinato e giunge solo al termine di avvincenti peripezie) e la presenza di tutte quelle caratteristiche (di ritmo, di raffinatezza fotografica e di precisione dell'inquadratura) che sono tipiche dello stile kurosawiano. Soprattutto, è possibile rintracciare qua e là momenti di grandissimo cinema: la travolgente fuga dei prigionieri sulla scalinata (scena grandiosa e potente, degna del miglior Ejzenstein), la dionisiaca festa del fuoco, il lungo e palpitante duello con la lancia tra Rokurota e Tadokoro, il volto di quest'ultimo che esce espressionisticamente dall'ombra nella capanna dove i nostri sono tenuti prigionieri, ecc. Se dovessi comunque scegliere qual è, tra tutte, la cosa del film che preferisco, non avrei alcun dubbio: è il suo senso peculiare e inconfondibile dello spazio cinematografico. Al di là di quelle che sono le indubbie potenzialità del cinemascope, che il regista ha l'opportunità di usare per la prima volta nella sua carriera, Kurosawa riesce a creare degli ambienti indimenticabili, sfruttando soprattutto l'opposizione tra campo e fuori campo (ciò si vede bene specialmente nella scena in cui Rokurota, durante un inseguimento a cavallo, si viene a trovare all'improvviso, inopinatamente, nell'accampamento nemico). Kurosawa induce l'immaginazione dello spettatore ad ampliare i confini naturali dell'inquadratura e a creare un continuum spazio-temporale che è puramente illusorio e che, a pensarci bene, ha qualcosa della tendenza dei bambini a vedere il mondo più grande di quello che in realtà è. Ecco, con "La fortezza nascosta" si può dire che il cinema torna alla sua funzione primigenia, infantile, che è quella di fabbricare sogni e fantasie a beneficio di tutti coloro che sono disposti a lasciarsi catturare dal suo magico e insostituibile fascino mistificatore.

Filman  @  29/09/2016 22:44:16
   8 / 10
A conferma della formidabile capacità di Akira Kurosawa di saltare a intermittenza da un genere all'altro rimanendo comunque a livelli altissimi, KAKUSHI TORIDE NO SAN-AKUNIN ("The Three Villains of the Hidden Fortress", che prende il nome di "The Hidden Fortress") si impone come un film d'avventura fantastico e di ispirazione, ben descritto secondo un'estetica iconica, che tuttavia non progredisce, nonostante il cambio di formato, lo stile del regista ormai automatico e specifico nelle varie fasi narrative, siano esse dialoghi, combattimenti, momenti di riflessione, accentrate dalla presenza di uno o più protagonisti o della semplice scenografia. Molto più interessante risulta, invece, quel senso giocoso e spesso comico che accompagna il viaggio e soprattutto la caratterizzazione, più che formazione, di alcuni personaggi principali antieroici, inchiodati dall'inizio alla fine al loro senso di avarizia e avidità.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  13/02/2016 12:24:07
   7 / 10
Bel film di avventura dalla trama incalzante e ricco di ironia. A parte gli oggettivi meriti però non me la sento proprio di metterlo alla pari dei capolavori di Kurosawa, per me resta "soltanto" un buon film con tanti momenti spassosi ma senza apici di vero cinema quali il maestro ci ha abituati.
Sempre grande Toshiro Mifune.

Zanibo  @  29/08/2013 12:05:20
   8½ / 10
Direi almeno 8 per la bellezza: si guarda volientieri dall'inizio alla fine, poiche` i personaggi sono ben resi, la storia e` interessante, e ci sono anche frequenti cambi di atmosfera, alcuni inaspettati, anche se il tema principale e` quella dell'avventura con un pizzico di ironia.

Almeno 1/2 punto in piu` considerando che e` un film del 1958.

Il regista e` sicuramente bravissimo, e cerchero` di guardare altri suoi film.

DarkRareMirko  @  12/03/2013 23:35:12
   8½ / 10
Un Kurosawa molto in forma, ma quoto chi dice che comunque il grande regista ha anche fatto di meglio.

Molto leggere e semicomico, diverte ed intrattiene ma, per dire, non trasmette messaggi profondi e/o la maestria tecnico/registica di un Vivere.

Più che buona commistione tra avventura e commedia, con risvolti amorosi e d'azione (il duello); grande Mifune.

Uno scacciapensieri d'autore, modello di Goerge Lucas per Guerre stellari.

vieste84  @  08/11/2011 21:07:14
   9 / 10
l'ho visto a tempo perso ma devo dire che si è dimostrato un filmone, un ottimo film d'avventura. Trama semplice lineare ma che in due ore non annoia mai, grandissimo Mifune in una delle sue migliori interpretazioni e molto simpatici i due contadini. Ottima epopea della principessa che nella fuga capisce come vive la gente normale(bellissima la scena in cui si mette a ballare alla festa del fuoco).

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  27/04/2011 19:44:12
   7½ / 10
Così si costruisce un film d'avventura!
Non il solito Kurosawa perché meno impegnato del solito,questa volta la storia è d'avventura e picaresca senza momenti particolarmente drammatici ma si abbonda per quanto riguarda il lato comico grazie ai due contadini coprotagonisti.
Ma al di là della bella visione,infatti non ci si annoia mai e le continue peripezie si seguono che è un piacere,non mancano momenti solenni costruiti con una maestria unica.
Mifune è il solito trasformista unico,pecca un pò nella seconda parte a tratti ripetitiva e poco interessante.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  07/03/2011 15:36:27
   7½ / 10
Buon film di Kurosawa, anche se forse un pò sottotono rispetto agli altri che ho visto. Gioca bene sui luoghi comuni, e quanto alla figura dei contadini avari ricorda un pò le commedie plautine. Un film positivo sotto tutti gli aspetti, non posso fare altro che mettergli un voto così alto. Sicuramente piacerà agli amanti del genere.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  20/09/2010 23:53:44
   8½ / 10
Che meraviglia! Una vera avventura, una favola d'altri tempi, che parte da due contadini (sempre loro) che vivono questa incredibile parabola che li porta sempre a un passo dalla fortuna senza fargliela mai conquistare. I personaggi sono tutti abbastanza semplici, e tutti, alla fine, imparano una lezione. Impossibile non vedere quanto di questo film ci sia in Guerre Stellari: i 2 protagonisti litigiosi, la principessa che fugge inseguita, il cavaliere che la difende, il duello...

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  24/04/2010 14:03:34
   7 / 10
La classe non è acqua e se un regista profondamente conoscitore del proprio mestiere intende rilassarsi o divertirsi con qualche opera disimpegnata, in genere cerca lo stesso di imprimere il proprio marchio di qualità e di confenzionare un prodotto molto curato e di valore. Questa è una regola nei film di Kurosawa. In genere dirigeva sia film di cassetta per farsi conoscere e ottenere soldi, che opere molto serie ed impegnate per lasciare traccia nella storia dell’arte cinematografica. In ogni caso non considerava i propri film “disimpegnati” come film di serie B e anche in questi dedicava grande impegno realizzativo e approfondimento tematico. Sono pochi i film “tirati via” di Kurosawa.
Ed è proprio grazie alla grande cura tecnica che “La fortezza nascosta” riesce a superare i limiti che condannano quasi tutti i film di genere “disimpegnato”, cioè il fatto di essere dipendenti dai gusti particolari e dalle abitudini visive prevalenti in un certo periodo storico. Ci sono miriadi di film anni 50-60 che fecero grande successo di cassetta alla loro uscita e che adesso sono inguardabili o per lo meno incomprensibili, senza più l’effetto “piacere” che suscitavano all’epoca.
In “La fortezza nascosta” sono evidenti i caratteri stilistici del genere “avventura” che tanto piaceva a cavallo degli anni 50-60. In genere si situava la storia in un periodo storico del passato (al tempo in Italia furoreggiava l’Antichità classica). I protagonisti erano delle persone importanti o potenti, quasi sempre buone e magnanime, le quali incontravano sfortune e difficoltà spesso in situazioni pericolose o ambienti degradati, per poi ampiamente riscattarsi nel finale. Queste figure erano sempre aiutate da un uomo eccezionale, forte, intelligente, fedele, l’”eroe” del film. Per lo più alle figure “elevate” e serie si affiancavano dei personaggi di estrazione popolare, molto schietti, vivaci, con i tutti i difetti basilari attribuiti alla gente del popolo (paura, avidità, ignoranza). Facevano da contraltare comico alle vicende e davano un tocco di ironia e divertimento all’insieme. Frequenti erano infatti le scene folkloristiche, le scene comiche, come pure le scene di lotte, battaglie o duelli. Le peripezie erano per lo più molto avventurose e sostanzialmente inverosimili. Ma del resto tutto era stereotipato e superficiale e sembrava come fatto di cartone.
“La fortezza nascosta” ha esattamente questo schema, con un’importante variante: il realismo. I contadini, le persone serie stesse, non sembrano figure di cartone o stereotipi ma persone in carne ed ossa, che si comportano e parlano come tali. La scenografia (una montagna sassosa, frequenti panorami vallivi, boschi, fiumi) è come al solito molto suggestiva e insieme alla fatica e alle pene dei personaggi dà una forte sensazione di reale e vissuto. Le scene poi sono lunghe, curate, mai abbreviate o sintetiche. C’è una grande attenzione al particolare.
La scena del duello ad esempio è lunga ed estenuante; tra l’altro ha un significato cinematografico particolare perché contrappone Toshiro Mifune a Susumu Fujita, l’attore che lo ha preceduto come protagonista nei primi film di Kurosawa. Fa impressione vedere il grande interprete di Sugata Sanshiro diventato tozzo, tarchiato ed appesantito. Rimane comunque un attore molto bravo ed espressivo.
Per il resto tutto si svolge con le solite coincidenze, in ogni caso all’interno del verosimile (e non è poco in film del genere).
Rimane comunque il fatto che le figure dei contadini sono fin troppo “automatiche” nel loro comportamento e soffrono una certa stilizzazione (nei 7 Samurai erano trattate come figure complete e dignitose). Anche le persone elevate non si “abbassano” più di tanto e ci tengono a sentirsi separati dal resto, trattato in maniera sufficiente e paternalista.
Le musiche poi ci fanno sentire il film proprio come un prodotto del gusto dell’epoca.
In ogni caso una gradevole e piacevolissima visione. Vale la pena riscoprirlo.

Paolo70  @  21/03/2010 20:08:54
   6½ / 10
Il film non mi ha entusiasmato molto, mi aspettavo qualcosa di meglio (visto che il regista è Kurosawa). Il finale risolleva un pò la trama che è risultata leggermente banale.

Invia una mail all'autore del commento angelopetrino  @  01/01/2010 18:17:21
   9 / 10
Ancora non capisco come Hollywood ancora non abbia tirato fuori un western da questo film ? Film molto bello con un Toshiro Mifune superlativo.George Lucas (parole sue) ha preso spunto dai due contadini litigiosi per i due robot della saga di Star Wars.Film sottovalutato,ma tra i migliori del cineasta giapponese.

momo  @  20/08/2008 21:10:09
   7½ / 10
Un bel film, il merito va sopratutto ad un Toschiro Mifune eccezionale. Interessante anche la figura dei contadini, emblema di una mentalità egoista e opportunista che si contrappone alla lungimiranza e agli ideali della ristretta cerchia della corte. Il tema viene sviluppato meglio ne I sette samurai qui viene rivisto in chiave ironica, quasi sarcastica sebbene l’effetto complessivo abbia dei tratti comici permane un fine ammonitore e moraleggiante.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  22/02/2008 21:36:02
   7 / 10
E' un buon film, il più avventuroso (ovvio), e più divertente, ma stranamente anche il più pesante tra tutti quelli visti del regista.

superfoggiano  @  16/11/2007 18:12:40
   8½ / 10
a me , personalmente, il film è piaciuto molto....
sottile ironia e avventure che ti coinvolgono...un'ottimo film per gli amanti del genere!

Dick  @  12/11/2007 15:10:20
   8 / 10
Film d' avventura a metà strada in effetti tra il picaresco e un pò la fiaba dove le (dis)avventure dei due protagonisti con risvolti ironici s' incrociano con quelli ben più seri della

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER che mettono in risalto ragioni sociali.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  10/11/2007 00:11:28
   8½ / 10
Un film d'avventura estremamente scorrevole dove Kurosawa sperimentò per la prima volta il formato cinemascope, facilitandola resa delle numerose scene di massa presenti. Film permeato di una vena ironica, grazie agli impagabili duetti di Chiaki e Fujiwara, interpreti dei contadini, presenti anche in altre pellicole del regista.

AKIRA KUROSAWA  @  27/08/2007 14:24:02
   8 / 10
forse il film di kurosawa che mi ha colpito di meno.. nn si puo dire che sia un brutto film anzi, è il piu avventuroso ed ironico che il regista giapponese abbia fatto, cio nonostante lo ritengo inferiore ai suoi capolavori.
perfetta prova per mifune come al solito

Beefheart  @  08/07/2007 01:45:43
   7 / 10
Ottimo film d'avventura in chiave comica. Ambientato nel medio evo giapponese racconta le vicende roccambolesche di un paio di scalcinati contadini nullatenenti, casualmente coinvolti nell'arduo compito di scortare una principessa ed il suo tesoro attraverso il territorio nemico. La sostanza è una riuscita miscela di situazioni buffe e dinamiche, dove i siparietti ludici si alternano all'azione tipica dei film sui samurai. Il risultato è buono: ritmo fluido e scorrevole, situazioni avvincenti, atmosfera sdrammatizzante. l'impianto narrativo funziona bene in un brillante ed appassionante susseguirsi di eventi ad incastro, tanto improbabili quanto divertenti. La recitazione non è da febbrile intensità ma, in un film che fa della sceneggiatura il suo punto di forza, non è un problema rilevante. Memorabile la scena dell'insurrezione dei prigionieri nel castello. Nel complesso dieri finalmente un Kurosawa che non si prende troppo sul serio e, soprattutto, un film che, senza avere grosse pretese, funziona dall'inizio alla fine senza perdere in efficacia. Consigliato.

stieve86  @  25/03/2006 14:55:44
   8 / 10
Non è un capolavoro, però è godibile. Sembra tuto già visto perchè altri cineasti ne hanno attinto a piene mani (pensate a Guerre Stellari o a La Grande Guerra). Ottimi gli attori, penalizzati però dal doppiaggio, sembratomi a tratti imbarazzante

Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  25/11/2005 11:49:30
   9 / 10
Film non al livello dei 7 samurai o di vivere... ma cmq di altissimo livello... film che ha distanza di 50 anni n on è invecchiato per niente...
Un particolare interessante è che George lucas dice di essersi ispirato a questo film per Guerre Stellari... in effetti le affinità non mancano...
i due contadini potrebbero essere i due droidi... c'è la principessa da salvare...



Crimson  @  31/10/2005 01:08:33
   8 / 10
Film avventuroso basato tutto su un viaggio compiuto da un gruppo di personaggi agli antipodi: due contadini che per caso trovano un tesoro di guerra nascosto in moltissimi ceppi, un principe (il grandissimo Toshiro Mifune) e una principessa. E' un film molto ironico, godibile e lontano dalla drammaticità caratteristica dei film dell'Imperatore. I veri protagonisti sono i due contadini, con la loro grande amicizia connotata da buffi litigi, grande solidarietà e coraggio indomito difronte alle difficoltà. Qualità che stupiscono il principe, che si lega a loro imparando quella dose di "normalità" che gli è sempre mancata. Un film sull'amicizia, sulla riconoscenza, che passa tramite una storia bella e coinvolgente articolata tra mille peripezie avventurose. Una miscela congegnata in modo dannatamente efficace. Del resto, è Kurosawa!

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Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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