la passione di giovanna d'arco regia di Carl Theodor Dreyer Francia 1928
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la passione di giovanna d'arco (1928)

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locandina del film LA PASSIONE DI GIOVANNA D'ARCO

Titolo Originale: LA PASSION DE JEANNE D'ARC

RegiaCarl Theodor Dreyer

InterpretiRenée Falconetti, Eugène Sylvain, Antonin Artaud, Michel Simon

Durata: h 1.24
NazionalitàFrancia 1928
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 1928

•  Altri film di Carl Theodor Dreyer

Trama del film La passione di giovanna d'arco

Accusata di eresia Giovanna d'Arco compare davanti al tribunale ecclesiastico. Al termine di interrogatori estenuanti, torture, pressioni psicologiche, Giovanna cede e firma l'abiura. Poi però ritratta e viene perciò condannata a morte. I suoi capelli vengono tagliati, il rogo l'attende, ma quando le fiamme si alzano la folla insorge.

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Voto Visitatori:   9,53 / 10 (40 voti)9,53Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
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Voti e commenti su La passione di giovanna d'arco, 40 opinioni inserite

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stratoZ  @  13/07/2024 16:00:27
   10 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Intanto è mio dovere ringraziare il cinema La Compagnia a Firenze per aver organizzato la proiezione in sala di questo capolavoro immortale, tra l’altro anche su pellicola gentilmente concessa dalla Cineteca nazionale, vivere un’esperienza come la visione di questo film in sala è qualcosa di unico, siamo di fronte ad un monumento del cinema mondiale, uno dei film più significativi di sempre e tra i più grandi esempi di cinema autoriale che esplode in tutta la sua espressività con una potenza inaudita, la quintessenza del potere dell’immagine nel narrare e conferire significati, ma anche un’icona del cinema di Dreyer che qui già getta i prodromi per la sua opera futura.

E infatti con la narrazione della passione di Giovanna D’Arco, storia già ben nota a tutti, Dreyer tratta in maniera espressiva la sua opera, con un linguaggio che trova il perfetto compromesso tra l’avanguardia e la narrazione più classica, questo piccolo capitolo della vita di Giovanna D’Arco, anche se il più famoso, raccolto in un lasso di tempo abbastanza breve, si occupa di far emergere, tutta la critica dell’autore verso le istituzioni religiose e iniziare a porre le domande che in futuro approfondirà in altre opere straordinarie come “Dies Irae” e “Ordet”, prima di tutto parliamo del messia, non inteso come il vero e proprio Gesù, ma come una persona provvidenziale, che è stata incaricata da D.io, che ha avuto un contatto divino, tornerà? Come facciamo a sapere effettivamente quando potrebbe tornare? Noi stessi, come il clero, siamo certi di credergli o lo scambieremmo solo per un pazzo? E soprattutto, ma o noi o le istituzioni vigenti, abbiamo la reale capacità di scindere le due cose? Riuscire a riconoscere un vero messia da un folle? La storia, almeno dal punto di vista cristiano, insegna che ai tempi del vero messia in pochi ci siano riusciti, e quei pochi contavano abbastanza poco a livello istituzionale, per cui sappiamo la fine che ha fatto chi si professava figlio di D.io.

Benissimo, fatta questa premessa, Dreyer ci invita a riflettere su quanto effettivamente i giudici, il clero o comunque chi di dovere, potesse avere le competenze per giudicare Giovanna D’Arco una santa o un’eretica, la risposta in realtà non c’è, o meglio, dalla narrazione sembra trasparire una critica verso il bigottismo e la chiusura mentale di uomini che accettano dei dogmi indipendentemente da ciò che si trovano davanti, la storia è già stata scritta, non si può cambiare, il processo non è mai stato equo, i giudici si sono messi in testa che Giovanna D’Arco è un’eretica e hanno costantemente cercato di provare che avevano ragione, divagando un po’ in significati antropologici, Dreyer vuole pure fare una scansione della coscienza umana, una riflessione sul potere, uomini di fede che dovrebbero essere i primi a cercare un dialogo e non professare violenza fanno tutto l’opposto, ormai nelle loro posizioni di potere sono mangiati da un ego insostenibile che li porta ad autoconsiderarsi inconfutabili, infallibili, è così che vengono descritti questi giudici della santa inquisizione, ed è splendido il confronto con Giovanna D’Arco, che nelle sue poche parole dimostra una fede incondizionata, un grande attaccamento a D.io, paradossalmente, l’eretica è quella che mostra i valori che dovrebbero avere gli uomini di fede e gli uomini di fede sono quelli che mostrano valori opposti a quello che predicano, il quadro che ne esce è quello di un’istituzione che ha già perso da tempo i valori che professa e ha attuato una politica basata sulla propaganda del terrore, allo scopo di mantenere il potere, da un punto di vista storico, Giovanna D’Arco potrebbe essere stata un personaggio scomodo, capace di catalizzare i riflettori del popolo, rubando un po’ troppo la scena ad un’istituzione che appunto ha sempre vissuto di propaganda, lo si vede benissimo nella splendida scena finale della rivolta.

Questa è la mia personale visione, ma siamo di fronte ad un film dalle innumerevoli interpretazioni, poi ci sarebbe da parlare della messa in scena, sulla quale è difficile esprimersi a parole, Dreyer impone una visione solenne, un film fatto di sofferenza e primi piani, con una Falconetti stratosferica col suo volto costantemente piangente e martoriato, un’eroina che ha vinto guerre privata di tutta la sua carica eroica, spogliata del suo orgoglio e rimasta soltanto un viso pieno di lacrime, rivelando tutta la sua umanità più intima, mostrata anche dal fatto di abiurare in un primo momento, sotto le pressioni di tutto il clero e allo stesso tempo della popolazione, per poi ripensarci poco dopo, l’errore, in quanto essere umano, fa parte di lei.
Dreyer crea una lezione di cinema, ogni dettaglio è semplicemente perfetto, dagli stessi campi controcampi, efficacissimo il suo alternare i primissimi piani di una Giovanna D’Arco in estrema sofferenza agli imponenti mezzi busti dei clericali, spesso anche inquadrandoli dal basso per metterne in risalto la soffocante stazza, o ancora, le splendide carrellate che ci regala sui primi piani dei giurati mentre è in atto il processo, un po’ davanti, un po’ dietro, o la scena nella stanza della tortura, che tramite un montaggio sincopato riesce a dare un ritmo indiavolato alla pellicola, accrescendo enormemente la tensione, alternando il totale della ruota chiodata con i dettagli della stessa e i primi piani sofferenti di Giovanna D’Arco, ma insomma ogni primo piano è qualcosa di sublime, trasmette tutta la sofferenza e la più profonda spiritualità della protagonista, un volto pulito e uno sguardo allucinato, perso nel vuoto, come non stesse credendo a ciò che accade, un’anima tramortita dalla sofferenza che affida le sue ultime speranze alla fede.

Capolavoro assoluto e uno dei film più belli di sempre, l’essenza dell’immagine e della sua espressività, nonché di un’autorialità scomoda perché troppo avanti per la mentalità del tempo, non è un caso che poi si siano avuti grossi problemi di distribuzione con la pellicola che è stata anche bruciata, ma questo ennesimo episodio non fa altro che dare ragione a Dreyer, per fortuna poi un atto divino - io lo considero un colpo di cul0 -, ha fatto rinvenire la pellicola negli anni 80’, ironia della sorte.

zerimor  @  31/01/2024 17:09:29
   10 / 10
Non so che dire, sul serio, ma ci provo. Ho recuperato solo adesso questo capolavoro del cinema muto che ha ormai sulle spalle quasi 100 anni. È sorprendente oltre ogni più razionale concezione. Ne ho sempre rimandato la visione, ma non potevo più esimermi. Era arrivato il momento.
Cercherò di essere il più breve possibile (forse): "La Passione di Giovanna D'Arco" è semplicemente una delle pellicole più preziose che io abbia mai visto. Scrivo questo commento di pancia, subito dopo averlo visto e poco m'importa perché sono dannatamente consapevole delle mie "parole".
La regia di Carl Theodor Dreyer in quest'assoluta opera d'arte è fuori scala, proprio di un'altra categoria. Mai visti così tanti primi piani, meravigliosi e meticolosamente curati, a partire ovviamente da quelli che ritraggono Giovanna (Renée Falconetti) che è protagonista di una recitazione impensabile e inimmaginabile: Può un viso umano esprimere e comunicare talmente bene e "realisticamente" emozioni come tormento, sofferenza, rassegnazione, paura, pentimento, dolore e pace interiore senza proferire nemmeno una singola parola? O meglio, senza che noi udiamo il suono della sua voce ma solo tramite la sua espressività? La risposta è si, esiste questo film, per fortuna.
Pellicola immensa oltre ogni dire con probabilmente uno dei migliori epiloghi di sempre nella storia del Cinema (la "C" in maiuscolo di Cinema non è affatto casuale).
10 e LODE.

DankoCardi  @  30/05/2023 23:11:17
   9 / 10
Oggi che ricorre Santa Giovanna D'Arco ho deciso di vedere questo capolavoro. Niente battaglie o scene di guerra: il geniale Dreyer sceglie di narrare solo la parte finale della vita della cd pulzella di Orleans, ovvero il processo. Ma chi era Giovanna D'Arco, una santa mandata dal Signore oppure una povera pazza visionaria? Di sicuro, per come viene mostrata qui, una persona di fede disposta a rinunciare alla propria vita piuttosto che abiurare, dimostrando una fede immensa. Essa riesce a tenere testa ai suoi persecutori che tentano di metterla alle corde in tutti i modi, ma senza risultati. Pur esistendo già il sonoro si sceglie la strada del muto probabilmente per rende più claustrofobica una storia prettamente di inquisizione, quasi totalmente in ambienti chiusi dove tutte le inquadrature sono stretti primi piani ripresi dal basso che ci danno il senso che i personaggi incombano su di noi...come se fossimo noi gli inquisiti. Dreyer poi inserisce molti movimenti di macchina anche oscillatori, come un pendolo che si allontana e si avvicina al soggetto...tecnica per l'epoca a dir poco avveniristica. Ma tutto questo nel film non avrebbe avuto alcun fine se non ci fosse stata la stupefacente interpretazione della protagonista Reneè Falconetti, con il suo volto che domina la totalità delle inquadrature, a cui viene rasata la testa per rendere tutto più realistico (credo sia la prima volta nella storia del cinema che si vede una donna senza capelli) e che recita con gli occhi...mio Dio che cosa sono i suoi occhi! Personaggio davvero enigmatico la Falconetti, si dice che soffrisse davvero di disturbi psichici. Un film che unisce insieme tanti elementi come storia, fede, psicologia, pathos...

ZanoDenis  @  12/05/2015 16:15:37
   10 / 10
Eh niente, c'era bordello, tutti guardavano il film e mi sono ritrovato in mezzo, cioe Dreyer ha sfornato un capolavoro, il suo primo e probabilmente l'ultimo capolavoro del muto, non saprei da dove incominciare a tessere le lodi ma qui siamo a livelli incredibili, la regia, boh tipo mai vista, incredibile, tutta di primi piani e quando non sono primi piani sono carrellate stupende, la Falconetti (probabilmente per merito di Dreyer) recita in maniera stupenda, una delle interpretazioni più sentite di sempre, tutto svolto in primo piano, se Dreyer non era un genio...
Anche la sceneggiatura è incredibile, il film strabilia perché riesce ad equilibare perfettamente la bellezza visiva che può dare il cinema con dei contenuti incredibili, soprattutto per il tempo in cui è stato girato: Dreyer dimostrerà anche in futuro che questi temi sulla fede e sulla religione gli stavano a cuore, esordisce con un tema che successivamente proporrà anche in Ordet ATTENZIONE SPOILER, NON VORREI ROVINARVI QUESTO CAPOLAVORO.
Se tornasse il messia, chi lo riconoscerebbe? Ovviamente qui come in Ordet, nessuno, la risposta è questa, mostra come tutte queste istituzioni che predicano in realtà non credono nemmeno loro, non credono nei miracoli, non credono in un nuovo messia, anche quando ce l'hanno davanti.
Altro tema ricorrente in Dreyer (parlo sempre al futuro, perché questo è solo il primo dei suoi lungometraggi celebri) che qui mostra in maniera pressoché perfetta è l'essenza della donna, si quella donna che non ha bisogno di apparire, quella donna che indossa vestiti da uomo e tiene i capelli corti, perché non conta come sei fuori, conta la determinazione, conta l'impegno ma soprattutto gli ideali che porta, ecco, Dreyer ci mostra come dovrebbe essere una donna, in questo ci si mettono pure gli incredibili primi piani di sofferenza della Falconetti, incredibili le scene delle torture, le intimidazioni dei giudici.
Dreyer ci fa vedere che comunque anche una considerata una santa è pur sempre un umana, con il suo iniziale pentimento, ci fa vedere che chiunque può cadere in tentazione, anche se poi riflettendo, difenderà fino alla fine gli ideali, ci mostra l'umiliazione a cui costringono queste istituzioni, tutto il marcio che c'è sotto.
E' un film completo, tratta argomenti di tutti i tipi, dalla figura femminile, alla fede, alle istituzioni, commovente e stupendo, ogni singola cosa è curata perfettamente, d'altronde si sa, Dreyer era un po come Kubrick, sfornava un film ogni 10 anni, ma sfornava sempre, o quasi capolavori, tutti curati nei minimissimi dettagli e che riescono a trattare molteplici temi, mai in modo banale, considerato tutto questo, io per quanto riguarda questo, anche considerando l'età del film, non posso dare di meno, cioe, La passione di Giovanna d'Arco è l'emblema del cinema, se non gli dai 10 sei un coglìòne tipo!
Scusate mi andava troppo di scriverlo.

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Ultima risposta 12/05/2015 22.41.43
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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  03/06/2014 20:24:52
   9 / 10
Il volto umano. Non è un film storico, è un film di facce, di volti umani. Dreyer fa della storia di Giovanna d'Arco una storia universale, valida per tutta l'umanità. Il linguaggio del viso, a differenza della comunicazione orale, ha dei caratteri comuni in tutte le civiltà presenti sulla Terra, alcune espressioni sono universali. Questo film è universale, poco importa che sia ambientato nel medioevo o nel tremila. Opera d'arte.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Zazzauser  @  26/02/2014 23:17:36
   8½ / 10
Sicuramente uno dei capolavori del muto. Vederlo senza la colonna sonora, concentrandomi sulla purezza delle immagini è stata un'esperienza.
Dreyer dedica la pellicola al processo che portò alla morte l'eroina francese Giovanna D'Arco., nella Rouen di metà '400. Una magnifica carrellata introduce con dinamismo i personaggi e l'ambientazione e indugia molto sui volti per coglierne le smorfie, le sfaccettature, le esternazioni di umore... persino le parole non dette, le risposte non date.
L'intera messinscena è basata sul dualismo fra Jeanne e gli alti ecclesiastici; il contrasto ideologico, morale e soprattutto spirituale fra i due blocchi viene sottolineato dall'uso di inquadrature dal basso verso l'alto e viceversa. Da una parte Giovanna, in stato di grazia, le lacrime solcano il suo viso; dall'altra le arcigne facce degli inquisitori che si indignano ad ogni risposta che non rispecchi la loro ortodossia cristiana.
Potentissima l'ultima scena del rogo, dove si torna al dinamismo appena accennato all'inizio con un climax perfetto. La lenta morta di Giovanna si anima nei volti e nei pianti del popolo... finché esso si sfoga: "Avete bruciato una Santa!" . Un'affermazione che scatena la violenza nelle forze dell'ordine finchè la rivolta cittadina non viene sedata nel sangue.
"La passione di Giovanna D'Arco" ha il calore del realismo francese e l'austerità dello stile nord-europeo; è indubbio che Bergman abbia ereditato da Dreyer l'attenzione all'estetica dei volti e la spiritualità dell'individuo ("il posto delle fragole").
E' probabilmente uno degli ultimi grandi film della prima epoca del muto ed ha la forza di ciò che non è stato ancora "contaminato" dalla novità del sonoro, che l'anno prima aveva esordito con "Il cantante di jazz".
Lo stile di Dreyer è asciutto, quasi freddo. E le interpretazioni sono di grande livello, soprattutto quella della Falconetti, di un'espressività fantastica, e del giudice Chausson/Eugène Silvain.
Storico sotto tutti i punti di vista

Lucignolo90  @  06/11/2013 00:25:11
   10 / 10
Dico solo che esistono film che sono patrimonio dell'umanità tutta, film che appassionati e non dovrebbero vedere: La passione di Giovanna D'Arco fa parte di questa rassegna.
Un film fatto tutto di primi piani, dove il particolare taglio dell'immagine assume per la prima volta un senso: la ripresa dal basso verso l'alto dei giudici che con sacro furore mandano a morte una donna il cui destino è segnato sin dall'inizio e noi ne siam consci; la donna emblema del martirio, del sacrificio di una persona per tutti.
Nel martello dell'aula con forza abbattuto su di noi, nella dolente maschera espressiva della Falconetti si chiude e si apre un nuovo orizzonte cinematografico.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  31/05/2012 19:50:04
   10 / 10
Dreyer è la bellezza dimenticata dei primi piani, i "giganti muti", come vennero definiti all'inizio dagli spettatori più sdegnati. Se oggi un cinema di volti è difficile, poiché la contemplazione pura dell'immagine ha tempi che non tutti vogliono concedersi, allora era assolutamente sovversivo. Davvero stento a credere che qualcun altro, nella storia dell'arte tutta, sia riuscito ad imprimer al volto umano un'eloquenza così deflagrante, quasi mostruosa, tanto da risultare inedita anche per lo sguardo più navigato e stanco, quale è il nostro oggi.

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Ultima risposta 01/06/2012 12.29.30
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Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  17/08/2011 22:18:37
   8 / 10
Eccezione alla carriera di Dreyer, LA PASSIONE DI G.D'ARCO é un chiaro riferimento alla appena passata 1GM oltre che un rielaborato di tutti i contenuti storici ufficiale sul processo della D'arco. L'interpretazione della Falconetti é una delle più dense, meravigliose e cardinali interpretazioni del cinema. La piana densità dello stile di Dreyer nel muovere la mdp e il suo approccio radicale nella costruzione dello spazio, rendono questa pellicola difficile per alcuni, ma come tutti i grandi film, esso reinventa il mondo dalle fondamenta.

Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  29/04/2010 00:09:11
   10 / 10
E' doverosa una premessa: non è un film per chi non ama davvero il cinema. Per apprezzare questa opera d'arte è necessario amare il cinema e concepirlo come una forma d'arte intramontabile, eterna. Questo è uno dei pochi film che trascendono il significato stesso di film per configurarsi come vere e proprie opere d'arte, al di là di semplici classificazioni, per come la vedo io. Non è da vedere tanto per passare un'ora e mezza di relax.
E' a mio avviso il meglio del meglio di Dreyer, il che la dice lunga sulla grandezza di questo film. Bravissima l'attrice che interpreta Giovanna D'Arco, bellissima la denuncia ad un clero troppo corrotto dalla sua mentalità errata e "umana"(tematica questa che verrà approfondita ulteriormente in un altro capolavoro di Dreyer, Dies Irae).
E' una storia umana, ancora prima che religiosa, è qualcosa di sublime, un film unico nella storia del cinema, non posso che dare dieci e raccomandarne la visione agli amanti del VERO cinema. Grande.

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Ultima risposta 07/09/2010 10.23.38
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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  13/01/2010 18:35:21
   10 / 10
Pura estasi cinematografica. Un capolavoro di inestimabile valore artistico che andrebbe proiettato nelle scuole. Un dramma umano che trascende la storia della santa per scavare nelle profondità più recondite dell'animo, in un tripudio di intensità drammatica che non ha eguali. La sequenza in cui Giovanna al rogo guarda nella folla il volto di un bimbo che si nutre dal seno della madre credo che sia tra le cose più belle e poetiche che il cinema abbia mai prodotto. Dreyer ci consegnò un vero capolavoro, la Falconetti una tra le interpretazioni più emozionanti e struggenti della storia. Imprescindibile.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  02/11/2009 23:20:49
   9 / 10
Penso che fra i dieci migliori film della storia del Cinema ci possa stare tranquillamente anche “La Passione di Giovanna D’Arco” di Carl Theodor Dreyer.
Poche volte mi è capitato di vedere un film di un’intensità tale da provocare nello spettatore un coinvolgimento quasi reale, totale. E’ la Bellezza che si trascende, a favore del Cinema.
E’ un esempio di perfezione, un privilegio che raramente si può trovare in un opera creata dall’Uomo.
Basta vedere la stupefacente attrice, che mi risulta difficile capire perché ha partecipato ad un solo film. Basta osservare le riprese avanzate: primi piani, carrellate, riprese dall’alto, dal basso, tutto di una minuziosità estrema. Basta analizzare l’uso del bianco e nero, in pieno periodo dell’Espressionismo.
E poi… la mosca, il volo degli uccelli, le ombre, il teschio, il fuoco, il taglio della vena…
Sembra un’Opera Divina. Guardare per credere.

Dr.Orgasmatron  @  19/09/2009 01:13:05
   10 / 10
Solo un folle (in questo caso Joker qua sotto, senza offesa chiaramente) può affermare che questa è una pellicola oramai superata. Le altre casomai, in funzione di questa, erano già superate in anticipo. Capolavoro senza età del genio fulminante di Dreyer, che ha la fortuna e la bravura di trovare la Falconetti in stato di grazia divina. Interpretazione come poche altre nella storia la sua, basta semplicemente osservare le espressioni del suo volto per farsi catturare. Indelebile

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Ultima risposta 19/09/2009 12.42.44
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Invia una mail all'autore del commento marcocorsi  @  18/07/2009 02:23:48
   9½ / 10
Il film con probabilmente la maggiore forza espressiva, tutta racchiusa nei prini piani dedicati ad una Falconetti quasi sovrumana. Giustamente non c'è bisogno di parole, il sonoro sarebbe stato d'impiccio in un lavoro di tale potere espressivo. Falconetti unica

bulldog  @  16/07/2009 15:55:04
   8½ / 10
Eccezzionale,da segnalare la presenza niente poco di meno che....di ARTAUD!!!

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Ultima risposta 30/10/2009 16.38.02
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  06/07/2009 21:42:39
   9½ / 10
La fede cristiana vissuta in maniera semplice e sincera contro i dogmatismi ottusi di chi si crede il depositario della parola di D.io. Dreyer in maniera rigorosa si concentra sulla forza interiore dei personaggi in un film che concentra esclisivamente sulle emozioni dei protagonisti della vicenda, esulando quasi da qualsiasi contesto storico di riferimento. Una Falconetti commovente e straordinaria per intensità emotiva, sola....con D.io.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  29/06/2009 16:24:00
   10 / 10
Capolavoro assoluto del cinema muto. I ripetuti primi piani sulla protagonista, riconducono la vicenda di Giovanna D'Arco ad un'esperienza umana prima ancora che storica. Con pochissimi mezzi, Dreyer ne ricava un film d'avanguardia, terso, dotato di una forza espressiva senza eguali, dove lo spazio ed il tempo sembrano come sospesi in una dimensione trascendentale.

JOKER1926  @  29/06/2009 15:59:57
   5 / 10
Nell'immenso repertorio della Cinematografia troviamo "La passione di Giovanna D'Arco" film muto del 1928; la pellicola di Carl Theodor Dreyer tratta le ultime ore di (San) Giovanna processata e morta sul rogo.

Il film francese di fine anni venti è a Mio avviso un prodotto abbastanza sopravvalutato sotto tantissimi aspetti.
"La passione di Giovanna D'Arco" si basa su primi e primissimi piani (nel film ce ne sono circa duemila!), insomma la regia voleva trasmettere la sofferenza, lo sgomento, la passione di tale personaggio, ma il tutto (troppe volte) cade nella prevedibilità, nella scarsa originalità e soprattutto nella pura retorica.
I sistematici sguardi dei protagonisti (Giovanna D'Arco e i giudici) sono sempre uguali, in pratica per tutta la durata del film le facce dei personaggi assumono pochissime espressioni (la rabbia e la meraviglia), il tutto viene accompagnato da musiche davvero semplici e poco brillanti.
Le recitazioni dei personaggi sono tutto altro che realiste e commoventi, si tratta di recitazioni molto "costruite", molto magniloquenti e soprattutto "teatrali".
La pellicola è dunque (eccetto il finale) una indigeribile e monotona serie di primi piani, Trovo quindi troppa pomposità e troppa "leziosità" cinematografica; film troppo prolisso e fin troppo ripetitivo; inoltre Trovo la sceneggiatura molto limitata e soprattutto una scenografia superficiale e molto rozza; anche i costumi sono molto "artigianali", insomma "La Passione di Giovanna D'Arco" spesse volte risulta essere fin troppo approssimativa e indubbiamente vuota, totalmente vuota sul piano dell'emozione, infine da segnalare un ritmo molto blando che penalizza ulteriormente tale prodotto.
Da salvare (in parte) il finale abbastanza violento e molto "movimentato" con inquadrature particolari e con scene abbastanza suggestive ed emblematiche.

"La Passione Di Giovanna D'Arco" risulta essere un prodotto sostanzialmente modesto se paragonato a pellicole come "Freaks", "M. Il Mostro di Dusseldorf" o ancora ad altre (più vecchie) come il "Viaggio nella luna"; non è un fatto prettamente tecnico bensì un fatto di narrazione, di genialità…

"La passione di Giovanna D'Arco" è un film ormai tramontato, a Mio avviso oscurato già in modo solenne dall'avvento delle geniali pellicole negli anni trenta, il film di Carl Theodor Dreyer resta dunque solo un altezzoso prodotto (colmo di retorica) che cerca di competere con pellicole del tempo nettamente avanzate e sotto tantissimi aspetti superiori sia sul piano cinematografico che narrativo…

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Ultima risposta 07/09/2009 09.48.20
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pinhead88  @  01/04/2009 15:43:37
   9 / 10
un'opera dove si rispecchia molto quell'espressività tipica della teatralità classica.lo si nota soprattutto dai primissimi piani e dai discorsi pieni di pathos.proprio l'angoscia e la sofferenza vengono arricchiti da questi primi piani e da un muto assoluto.di primo impatto appare come un'opera scarna e povera di contenuti,ma allo stesso tempo risulta intensa nella sua delicatezza.

Doinel  @  12/12/2008 00:41:35
   10 / 10
capolavoro assoluto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  09/12/2008 13:45:34
   9 / 10
Partirei dal finale...i dieci minuti piu' intensi della storia del cinema!Sai gia' come finisce,qui non è questione di sorprendere lo spettatore come fece nello stupendo finale di "ordet",qui Dreyer ci parla di qualcosa che conosciamo gia,la fine di una giovane donna che combatte per i suoi ideali!
Ed è quasi amaramente ironico che la stessa chiesa che la mette al rogo la dichiara Santa circa 500 anni dopo...diciamo che erano tempi bui per la chiesa...
La giovanna di Dreyer non è la Giovanna combattiva che ci viene mostrata in molti dipinti d'epoca...non possiede ne scudo e ne spada ed è sempre ricurva o con gli occhi rivolti verso il cielo che piange!E' una figura sicuramente piu' religiosa che è veramente in missione per conto di Dio!
La tecnica con cui è girato il film è molto particolare e segno un insuccesso clamoroso al botteghino...tantissimi primi piani che visti oggi,con il modo di fare dei nostri cineasti che usano sempre meno spesso i primi piani,potrebbere anche dare fastidio!
E qui era importante scegliere la protagonista che doveva avere,per forza di cose,una vasta gamma di espressioni!
per fortuna il flm è arrivato ai nostri occhi intatto e conferma ancora una volta il talento visivo di Dreyer che riesce ad emozionare come nessuno al Mondo!
Sul finale non bisogna dire altro che capolavoro!!Con sadismo assistiamo al lento bruciare di Giovanna...la telecamera impietosa si sofferma e mette,almeno a me,un senso di impotenza!
L'ultima immagine dice tutto...il palo che brucia con la croce della chiesa accanto...

Mr.619  @  18/11/2008 19:04:36
   10 / 10
Masterpiece.

2 risposte al commento
Ultima risposta 22/01/2009 16.31.55
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Sanjuro  @  28/08/2008 02:10:19
   10 / 10
Stiamo un minuto in silenzio dopo la visione. Grazie.

1 risposta al commento
Ultima risposta 28/08/2008 10.50.32
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xxxgabryxxx0840  @  26/08/2008 17:03:45
   10 / 10
Giù il cappello. Capolavoro senza tempo di Dreyer, dove la così grande espressività della protagonista e di tutta la giuria rende superfluo il sonoro, anzi esalta un muto mai così vivo di sentimenti. Il volto sofferente della Falconetti rimarrà negli annali del cinema. Una pellicola del genere non può ricevere meno del massimo voto possibile. Eccelso

Invia una mail all'autore del commento wega  @  11/07/2008 12:32:00
   10 / 10
Quando i codici cinematografici superano qualsiasi altra forma e sostanza.
Ogni mia parola risulterebbe non all'altezza, una delle pellicole più straordinarie a cui io abbia mai assistito. Ed io che non ci credevo.

momo  @  05/06/2008 20:30:54
   9 / 10
Assolutamente da vedere.I personaggi, pittoreschi al massimo, hanno un espressività unica, il dolore l'incertezza vengono espressi con un tale patos da rendere superfluo il sonoro, anzi forse il silenzio è quasi necessario per sentire i sentimenti ancora più nitidamente. C'è molto da imparare da questo film.

Invia una mail all'autore del commento angel__  @  05/06/2008 00:31:51
   10 / 10
non si può che dare dieci a un capolavoro come questo. il dolore e la grazia da una parte, la stoltezza di una giuria chiusa nelle sue convinzioni dall'altra.. il tutto espresso attraverso i volti,le espressioni,i gesti. meravigliosa l'attrice protagonista.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  12/03/2008 22:46:16
   9 / 10
Superlativo lungometraggio che ricostruisce, con dovizia di particolari, il celeberrimo processo subito da Giovanna d'Arco, riportandosi fedelmente ai verbali dell'epoca.
Tutta la narrazione si incentra dualisticamente sul contrasto tra la fede pura dell'eroina francese, testimoniata da persistenti primi piani che la ritraggono in tutta la sua disperata devozione a Dio, e la prepotenza e la protervia del potere ecclesiastico, rappresentato da un consesso di ottusi e spietati teologi le cui torve e sadiche espressioni ne disvelano le interiorità malvagie.
"Le parole di Dio non sono le nostre parole": in questa affermazione di Giovanna d'Arco c'è tutto il senso della pellicola che, puntando sull'effetto del "ribaltamento", mette in luce l'ingannevole concetto di Bene e di Male, secondo i folli dogmi di un Potentato che per secoli si è macchiato di atroci ingiustizie.
Sublimi i primi piani volti a scavare nella'animo della protagonista, "in primis", e dei suoi aguzzini "in secundis".
Eccelsa la sequenza finale del rogo che descrive l'agonia della martire nel suo esatto svolgimento.

Peppo81  @  03/03/2008 14:29:02
   10 / 10
8vo film preferito

prima si vede e poi si pensa

lampard8  @  18/01/2008 13:16:13
   10 / 10
Capolavoro inarrivabile.

Pathos

Emozioni

Suggestioni

Una pellicola immensa con una carica visiva ed un impatto emotivo impressionanti.
Straordinaria interpretazione della Falconetti

larcio  @  14/08/2007 14:33:13
   10 / 10
bè possiamo solo inchinarci davanti a questo capolavoro assoluto....che attori e che regia.....angosciante al massimo lungo tutta la durata del film.....da vedere assolutamente

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

onda  @  12/07/2007 12:04:12
   10 / 10
Emozionante e sublime.

Ch.Chaplin  @  05/07/2007 13:41:52
   10 / 10
concordo con amterme63..
mamma mia ke capolavoro..angosciante e conturbante..
innovativo x l'uso della cinepresa (al quale tra l'altro ci si abitua velocemente) e interpretazioni da capogiro!

jmarra  @  25/06/2007 15:47:58
   10 / 10
lo vidi una notte in televisione e fu amore subito.una pietra miliare del cinema classico.insuperabile

Dies Irae  @  15/06/2007 14:08:14
   9 / 10
un quadro in movimento, di immagini in bianco e nero, essenziale, dove anche la musica è elemento del tutto secondario, raro però per i film muti. uno dei miei autori preferiti, ostico, capace davvero di dedicarsi al cinema senza interrogativi di assimilazione, di comprensione. siamo al principio di un'arte svilita poi della sua funzione. immagini, solo e semplicemente immagini cariche di significati, dove ogni singolo elemento di una scena aveva un senso, dove non esisteva autocelebrazione o esaltazioni isteriche di nullità o ipocrisie coatte e recepite come innovazioni ideologiche e stilistiche. in tempi recenti il celebre "madre e figlio" mi ha ricordato questo film, immagini di un colore fosco, pesante come un pensiero tragico.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  16/11/2006 23:07:49
   10 / 10
Certo che non è facile commentare questo film. In base ai canoni estetici attuali non sarebbe proponibile. Se si supera questo impatto e lo si osserva attentamente ci si accorge di trovarsi davanti a un'opera d'arte della cinepresa.
L'80% del film è fatto di primi piani. E' come se l'obiettivo della cinepresa volesse scavare nei volti e nelle espressioni per potere arrivare direttamente al pensiero, all'emozione, al carattere del personaggio. Tutti volti segnati, chi dal tempo, chi dalla povertà, chi dalla stupidità, chi dall'orgoglio, chi dall'ipocrisia, chi dalla pietà … insomma un campionario di umanità vissuta, vera, senza abbellimenti estetici. Sono rimasto colpito dall'interpretazione dell'Eminenza, il grande persecutore di Giovanna. Perfetta! Le espressioni di severità, imperio, blandizia erano misurate ed efficacissime. L'essenzialità è anche nella scenografia, nuda e quasi angosciante.
Un discorso a parte va fatto per l'interpretazione di Giovanna. Costantemente sopra le righe, in preda a sentimenti intensissimi, fatti di dolore, paura, mestizia, dispiacere, voglia di rimanere sempre e comunque fedele a se stessa e ai suoi ideali. Estetica del dolore: infatti c'è sempre un tocco di "bellezza" nelle riprese di Giovanna, anche quando è in preda alla disperazione. L'interpretazione della Falconetti è sempre in bilico fra verità umana e accentuazione teatrale, ma alla fine prevale la forza intensissima delle emozioni che riesce a trasmettere con i suoi grandi occhi.
Io ho visto la storia come una grande metafora della lotta fra individualità e istituzione, fra verità dei sentimenti e verità rivelata. Non bisogna dimenticare che allora era l'epoca di Kafka e Pirandello. Si sentiva il gravissimo e illogico peso delle istituzioni sulla libertà individuale. Nel film i giudici cercano di ridicolizzare Giovanna, la umiliano nella sua"ignoranza", fanno sentire il peso della loro "autorità" e "sapienza", eppure Giovanna alla fine vince grazie alla forza del suo sentimento e alla voglia di credere nei suoi ideali. Una battaglia durissima che alla fine però rivela la solitudine e la durezza di un potere fondato solo sulla forza e arroccato su se stesso.

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3 risposte al commento
Ultima risposta 14/07/2008 10.29.25
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Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  02/10/2006 08:41:18
   10 / 10
Il film muto che più di ogni altro ha segnato la mia visione del cinema. Il personaggio di Giovanna è meraviglioso ed il film ha un suo complesso spessore che lo rende uno dei più grandi capolavori mai realizzati.

ds1hm  @  05/01/2006 16:27:49
   10 / 10
Uno dei film muti più affascinanti della storia del cinema. La Falconetti resterà per sempre nella mia mente, il suo volto è il manifesto del cinema.

frine2  @  17/12/2005 01:02:58
   10 / 10
Peccato non poter dare più di 10

dr.mabuse  @  22/09/2005 18:12:56
   10 / 10
uno dei capolavori universali del cinema

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