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Diretto da Luigi Cozzi, futuro regista di quel "Paganini Horror" considerato uno dei più grandi scult del cinema italiano,questo giallo almeno in prima battuta avvince in modo poderoso,fondendo i consueti clichè del genere con intriganti ed espliciti echi Hitchcockiani. Davvero tesa ed efficace la prima parte:un marito fedifrago assolda un killer per eliminare la danarosa moglie e mettere le mani sull'eredità.I suoi piani saranno destinati a fallire per via di una bravata adolescenziale. Si chiude un occhio con generosità sulle numerose incongruenze e controsensi perché il film scorre bene,la macchinazione dell'omicidio e l'inseguimento del killer agli inconsapevoli ragazzi nel buio della notte funziona alla grande.Una volta raggiunta la villa disabitata in riva al mare però qualcosa inizia a incrinarsi,sarà il calo di ritmo,sarà l'incapacità di andare oltre cose già straviste,fatto sta che il film perde quota in maniera netta con forzature che assumono connotati non più trascurabili.Abbondano i siparietti softcore,in apparenza suggeriti più da un gratuito voyuerismo che da una reale necessità,palese la volontà di dar un po' di scandalo e al tempo stesso allungare uno script alla canna del gas.Il montaggio alternato tra l'incontro della sempre avvenente Femi Benussi ,in versione bionda svampita, e Alessio Orano,in contrasto con la violenza che la Galbo subisce dal killer è l'unico momento degno di nota di una parte conclusiva senza mordente. Da elogiare l'ambizione di contaminare un genere noto per i precisi tratti distintivi con qualcosa di non scontato,purtroppo il lavoro di Cozzi riesce a raggiungere lo scopo solo in maniera parziale. Nei panni dell'assassino Antoine Saint-John,visto anche ne "L'Aldilà" di Fulci, è l'interprete più efficace per via di un volto spigoloso davvero truce.