In un quartiere benestante, in una casa piena di attenzioni e di comfort, una ragazzina modello cade ammalata. La madre non riesce ad aiutarla. I medici non capiscono. Intuendo che le crisi di cui soffre la figlia non riguardino solo la sfera fisica, la donna si rivolge ad un sacerdote. L'uomo però dubita della presenza del diavolo in quel corpicino, e la debolezza delle sue convinzioni non farà altro che rendere più forte il maligno…
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VINCITORE DI 2 PREMI OSCAR: Miglior sceneggiatura non originale, Miglior sonoro
VINCITORE DI 4 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior film drammatico, Miglior regista (William Friedkin), Miglior sceneggiatura (William Peter Blatty), Miglior attrice non protagonista (Linda Blair)
Quando si parla de "L'Esorcista", non si può che parlare di arte introdotta nel cinema, infatti come ignorare la sinfonia che é la colonna sonora, oppure la perfetta caoticità di certe scene, non può non ricordare le migliori opere del fiammingo Bosch.
Nel film si nota un'ottimo, e presumo voluto, sviluppo iniziale della vicenda in modo lento, per poi far aumentare pathos sempre di più durante lo svolgimento della trama. Ottimo l'intreccio e la presentazione delle storie personali dei protagonisti; così come é eccellente la fotografia (come dimenticare la scena con padre Merrin di fronte alla statua di Pazuzu, coe due pugili agli estremi del ring, pronti a sfidarsi...).
Si potrebbe scrivere tantissimo su questo film, ma ogni commento sarebbe supefluo; questa é la Storia del cinema, é Arte, e davanti ad un' opera di tal fatta, non si può che rimanere in rispettoso e contemplativo silenzio. Da vedere e rivedere sino a conoscerlo a memoria.