lo specchio regia di Andrei Tarkovskij URSS 1975
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lo specchio (1975)

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locandina del film LO SPECCHIO

Titolo Originale: ZERKALO

RegiaAndrei Tarkovskij

InterpretiMargarita Terekhova, Anatoli Solonitsyn, Oleg Yankowsky, Larisa Tarkovskaya, Alla Demidova, Tamara Ogorodnikova, Ignat Daniltsev

Durata: h 1.48
NazionalitàURSS 1975
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1975

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Trama del film Lo specchio

leksej è inchiodato a letto da un male misterioso, e ha modo di fare un bilancio della sua vita, di ripensarla a partire dall'infanzia, mescolando la realtà con l'immaginazione. Le estati passate in campagna, quando suo padre aveva già abbandonato sua madre; l'incendio nel fienile; il lavoro della madre in tipografia. E poi, gli avvenimenti della seconda guerra mondiale e i colloqui con Natalia, l'ex moglie da cui ha avuto il figlio Ignat.

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Voto Visitatori:   8,63 / 10 (36 voti)8,63Grafico
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Voti e commenti su Lo specchio, 36 opinioni inserite

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Filman  @  11/12/2021 10:54:22
   8 / 10
La confusione narrativa così come la confusione estetica, giustificati dall'evanescenza dei ricordi stessi, sono il tratto autoriale ed artistico di un racconto concreto fatto di situazioni concrete ma diretto da un regista per cui la realtà è sempre stata qualcosa di duro e complesso, da rompere e perforare al fine di estrapolarne il suo nucleo poetico.
ZERKALO (Lo Specchio) è un film narrativo e decostruito, la cui base neorealista è più o meno interessante e in cui i dialoghi e i momenti di vita impongono la loro drammaticità, in qualità di singoli racconti non collegati.
Andrei Tarkovskij sperimenta qui una sorta di smontaggio materiale della realtà, ovvero una vita segnata dalla depressione economica e bellica, per esplorare le sue parti nascoste e pensare ad una nuova configurazione della realtà stessa. I momenti più esaltanti sono proprio quelli surrealisti, non veri, o estremamente impressionistici, veri ma che, graffiando i sensi, esaltano l'importanza del momento.

Oskarsson88  @  07/12/2018 06:42:15
   6 / 10
Stilisticamente bello ma mi ha fatto appisolare. Dovrei rivederlo, certo che i film di Tarkovskij son belli tosti

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  30/12/2017 01:22:32
   8 / 10
Il cinema di Tarkovskij è difficile da vedere e difficilissimo da commentare, meglio sedersi e osservare.
Ne "Lo specchio" possiamo vedere, come in uno specchio, un aspetto della nostra stessa vita, basta saper guardare e ognuno vedrà qualcosa riflesso.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  13/12/2017 22:39:55
   8 / 10
Lo specchio è indagare la propria vita ed i propri ricordi come potenti visioni che si riflettono senza una vera scansione temporale lineare. Indagare nel proprio intimo e indagare di riflesso la storia della Russia. Immagini potenti e ermetiche di un regista unico come Tarkoswkij. Certamente uno dei suoi film più difficili come fruizione tra wuelli che visto.

gabor213  @  08/01/2014 20:35:22
   9½ / 10
Do un 9 1/2 perché il 10 mi sembra debba esprimere quella perfezione che non si può domandare agli uomini. Nel film il protagonista vede, come in uno specchio, la madre e la moglie, il proprio padre e se stesso, egli da bambino e suo figlio, le cui vicende di vita in parte si ripetono nelle diverse generazioni, perché l'esistenza umana è inserita in una dimensione più grande e forte delle decisioni dei singoli ed del loro preteso autodeterminarsi. Il prodotto, a mio parere, non è per niente complesso né faticoso. E' una parabola che parte da vicende intime, ricordate, per giungere alla memoria collettiva di un'intera nazione, la Russia, e un'intera epoca. L'autore si interroga sulla domanda più radicale che sia stata fatta sul popolo russo, ossia quale è la sua missione storica: un'anziana chiede al giovane protagonista di leggere proprio le parole tratte da una lettera di Puskin in cui si parla della specifica missione affidata di preservare l'Europa cristiana dalle orde Mongole, ma che ha comportato la separazione della Russia dalle grandi rivoluzioni dell'Europa Occidentale, le cui idee non sono penetrate nell'animo slavo. Le singole vicende delle vite dei protagonisti hanno una forza evocativa dirompente, perché una trama od un racconto preciso, la predominanza della trama, sottrae l'attenzione dall'esistenza reale così come si rivela ai sensi. E' qui che si spiega la differenza tra Occidente e spettatore occidentale da una parte, che cerca una narrazione capace di interessare la sua razionalità, ed il descritto Oriente russo, in cui al desiderio di sentimento può parlare una immagine molto più che una trama. Queste immagini evocate, inoltre, racchiudono forse l'intera esistenza umana, perché sono colte e presentate in maniera credibile e perché riguardano fatti universali della vita. La fanciulla dai capelli rossi, con le labbra rotte per il gelo, rosse di sangue, i bambini nella casa di campagna che cenano e carezzano dei gattini sulla tavola, versando loro del latte, la giovane madre apprensiva per timore di dare alle rotative un articolo inesatto e vola per il corridoio, la fisicità del suo corpo nudo a smaltire la tensione sotto l'acqua di una doccia arrugginita, un libro d'infanzia con un volto di giovane donna, da cui traspare per il giovane il mistero della femminilità, l'incontro occasionale una sera serena e ventosa con un medico che sbaglia strada e che rimane sedotto da quella donna seduta davanti al nulla delle distese dei campi, l'abbraccio del padre tornato dalla guerra con la divisa militare, l'incendio della casa nei boschi mentre tutto intorno è fradicio di pioggia e verde, il senso dell'amore descritto in "Primi incontri", poesia del padre del regista Arsenij, in cui la donna è creatura leggera, che scende le scale come un battito d'ala, che dice una parola: "tu", e per l'amato significa zar, re, e tutto il vocabolario umano è trasfigurato dall'amore, che cambia ogni cosa, mentre la donna che ci ammette alla sua nudità è come un tempio ortodosso che apre le porte dell'iconostasi ammettendosi al luogo più scaro... Chi non piange di fronte a tale trionfo della vita: che senso avrebbe avuto una trama che appaghi lo spettatore avido d'intrattenimento quando il film parla, da una sua prospettiva particolare, dell'assoluto? Non è un film complessissimo, raffinatissimo, privo di sbavature, ricco di colpi di scena, ma è una bellissima opera perché vera ed è una poderosa opera perché dal microcosmo della vita dell'autore si passa al macrocosmo dell'intera nazione Russa.

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Ultima risposta 08/01/2014 22.40.33
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Ciaby  @  19/05/2013 11:33:59
   9½ / 10
Studiarsi, riprendere la propria vita, la storia, gli affetti... un Tarkovskij straordinario, affascinante, immerso in immagini e immaginari che lasciano spiazzati, ipnotizzati, sorpresi. Un film assolutamente indimenticabile.

Butterfly Knive  @  05/12/2012 22:01:01
   7½ / 10
Madre - moglie, donna! E' questo quello che mi viene in mente quando penso a questo film, un senso di angoscia e di impotenza nel cercare di comprendere appieno ciò che il regista ha voluto raccontare. E' un lavoro sicuramente pesante, non per tutti, anzi direi per pochissimi, non lo ritengo un capolavoro, ma non posso negare che è un film che rimane e non posso non riconoscerne un valore che va oltre il "fare cinema", non so come spiegarmi perchè credo davvero che questo sia uno dei film più difficili, se non il più difficile che io abbia visto fino ad ora; risulta complicato spiegarsi tutte le immagini che vengono mostrate, quale sia l'effettivo significato, fin dove si spinge, risposte che probabilmente potrà dare solo ed esclusivamente il regista. Ad ogni modo, mi è piaciuta molto l'attrice protagonista, con un viso enigmatico inquadrato da un elegantissima e magistrale regia di Tarkovskij..Lavoro certamente interessante da vedere con molta attenzione e senza leggerezza.

tris  @  24/06/2012 00:27:24
   10 / 10
Una delle più grandi opere d'arte cinematografiche di tutti i tempi!

Guy Picciotto  @  12/04/2012 19:40:16
   10 / 10
Lo specchio è il film più poetico di Tarkovsky, qua siamo oltre l'arte, siamo dalle parti della poetica di Esenin per intenderci, parlare di cinema è davvero non inquadrare qualcosa che non può essere per forza di cose inquadrato.
C'è la nostalgia, l'abbandono ai ricordi: ovvero L'ALLUCINAZIONE, allucinazione semplice Blakeiana, non la forma di un visibile, non un oggetto, non un c orpo, non un articolazione drammatica, neppure un istanza narrativa, si evoca e si complica, si disfa e svanisce subito, il ricordo / allucinazione/ abiura del presente in quanto c'è troppa devastazione nel ricordo di lui, la doppia meccanicità sonnambolica della macchina e dell'uomo, forse una sorta di soggettiva, ma il soggetto dov'è? di sicuro non tecnicamente e risibilmente tale, puiuttosto uno stato visivo intermedio e galleggiante di fantasma o elettrone bilocato nello spazio del dormiveglia, la visione si dissolve in questo cupio dissolvi che è il ricordo di una "quasi " felicità puberale qualsiasi" che è stata, e quindi non è stata mai, sospensione che non si sospende su nulla, è sospesa sin dall'inizio, non deve frenare il moto in uno sfrigolio poco lautreamontico di puntini, "non vedo ne l'uno (Tarkovsky) ne l'altra (la madre) , ma il tessuto tramato da un attività alla quale prendo parte" direbbe Bataille.
Se Spielberg è il cinema allora lo specchio non è cinema, è altro, è l'uscita dall'immagine/mondo mediante l'immagine vista vissuta in esperienza interiore, laddove le parole/immagini sono ancora organiche, lo sforzo infatti anche in Tarko è (a)teologico post sadiano.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  15/01/2012 18:13:07
   10 / 10
Tarkovskij osserva l'infanzia con un sentimento di inquietudine, quasi di paranoica curiosità, come spiando dal buco di una serratura. "Lo specchio" risponde innanzitutto ad un bisogno, all'urgenza di registrare i fotogrammi della propria esistenza, inciderli su pellicola, quindi rivederli sul grande schermo, più corporei di quand'erano intrappolati nella reminescenza o nel sogno.
Pur nascendo da uno slancio individualista, attraverso un parto impellente, il film è più che mai un'opera universale, un autentico dono.
Se i più si sono limitati a contemplare lo specchio, Tarkovskij lo ha disintegrato, elargendone i frammenti. E così la donna taumaturga, la pioggia che sfonda il tetto, la madre levitante che pure uccide una creatura, la lampada intermittente, raccontano l'invadenza della memoria, l'ambiguità della forza femminile, il dolore della maternità (vero obbligo di presenza laddove il padre è solo una comparsa discontinua).
Istantanee che hanno violato il dovere della coerenza, ma sono limpide ed epifaniche se solo si ritorna ad essere nudi e volubili, come i bambini, o gli artisti.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  24/10/2011 11:47:24
   9½ / 10
"È un film attraverso il quale rivedo la mia vita: anche quegli aspetti che altrimenti non avrei potuto cogliere. Ogni spettatore può rivedervi la propria vita. Perché al termine della proiezione è difficile discutere di questa opera? Perché è girato in modo tale che lo spettatore pensi a se stesso. Questa è la particolarità del film. Ognuno ha rivisto se stesso e momenti della propria vita."
Queste parole del politico russo Grigorij Javlinskij bastano a commentare un film dalla portata gigantesca quale è Zerkalo. A mio parere però non è del tutto plausibile il confronto col felliniano 8 1/2. Ho trovato che Andreij Rublev sia il vero complementare del grande film italiano. Come non citare tuttavia Amarcord, o Persona di Bergman?
La scena che più ha riguardato la mia vita e che mi ha commosso è quella in cui la moglie parla del Roveto Ardente dell'episodio biblico. E la moglie dice una cosa davvero bella e condivisibile:
"Quanto vorrei che anche a me succedesse una cosa simile".
Mi piace questo film, nonostante la fruizione sia stata un'agonia, perché rifiuta un qualsiasi slancio intellettualistico. È una rappresentazione complessa, sotto la legislazione estetica di un mezzo artistico, dei ricordi di un'infanzia. E cos'è l'infanzia se non lo specchio senza tempo della nostra esistenza?

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  08/05/2011 17:10:16
   8 / 10
Mi ricorderò sempre di questo film come uno dei più intricati e complessi di Tarkovskij, di difficilissima comprensione e che ricorda per certi versi lo stile enigmatico di Lynch. Veramente difficile dargli una valutazione, nonostante l'idea generale che mi ha dato sia quella di un 8-8 1/2. Sicuramente migliore rispetto a "Solaris", in cui il regista dava l'impressione di usare b/n-colore senza apparente criterio, sicuramente peggiore rispetto a "Stalker", molto più chiaro sia de "Lo specchio" che di "Solaris" e abbastanza profondo perchè gli potessi dare l'unico dieci che abbia mai dato su Filmscoop. "Lo specchio" è un'opera in parte autobiografica, che racconta due vicende analoghe e inizia subito con una scena di difficile interpretazione, scena che rappresenta la guarigione di un balbuziente, per poi continuare descrivendo due situazioni di vita nello stesso moto proposto da quella prima scena.
Guardatelo se avete la mente fresca...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  21/11/2010 11:26:59
   7 / 10
E' un film difficile da digerire e quindi posso comprendere alcuni voti bassi per questo lavoro che probabilmente è il piu' criptico di Tarkovskij!
Il regista Russo mescola i ricordi di un uomo morente e in particolare il rapporto con la madre!
Quando si passa da un ricordo ad un altro ci pensa la sapiente fotografia ad indicarci la giusta strada di lettura!
Malgrado sia tecnicamente molto valido e registicamente incredibile è uno dei suoi pochi film che mi hanno coinvolto poco,lasciandomi spesso nella noia di tante poesie di difficile comprensione!
Da rivedere

paride_86  @  15/10/2010 22:41:55
   6 / 10
Forse mi attirerò l'ira funesta dei cinefili più accaniti, però a me - che sono un fan del cinema d'autore - questo film non è piaciuto.
Sicuramente è girato con mano da maestro, ma non mi ha colpito, entusiasmato, affascinato, coinvolto, insomma niente.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  04/06/2010 23:45:15
   8½ / 10
Calza a pennello la definizione che qualcuno ha dato di questo personale lavoro di Tarkovskij: il suo Otto e mezzo. Un pò come per Solaris,L'odissea nello spazio sovietica. Ma definirlo così è solo la punta di un iceberg.
Lo specchio di Tarkovskij è un'opera assolutamente complicata ed ermetica,tanto personale che un membro della troupe abbandonò il progetto perché il regista si stava addentrando in territori troppo incomprensibili se non a lui stesso. Per poi,dopo aver visto il film,scusarsi e complimentarsi.
Difficile dire a chi Tarkovskij si rivolga,se non principalmente a sè stesso: il suo Specchio è più di un semplice messaggio d'amore verso la Madre che lo ha cresciuto,è un viaggio nella generazione e nei fantasmi Russi: la guerra,i soldati che camminano nel fango, migliaia di cinesi col libretto rosso, il cadavere di Hitler (?). Sono tutte immagini che si susseguono senza un filo logico,così come tutto il film sembra essere costituito da episodi provi di una narrativa comprensibile.
L'attrice che interpreta la Madre del regista interpreta anche l'ex moglie: quello che Tarkovskij vuole mostrare non è il gioco psicologico secondo il quale un uomo si innamora della propria madre,ma è la generazione che è sempre la stessa e non cambia,che evolve. Anche il bambino ha infatti il doppio ruolo.
Però l'eccessivo ermetismo di buona parte della pellicola lo rende particolarmente ostico e incomprensibile,se non lento e pesantissimo. Anche se quasi (quasi) basta l'incredibile potenza visiva che danno alcune sequenze per renderlo un capolavoro,su tutte quella del sogno con la casa che va in pezzi. Ma francamente è tanto personale che non riesce ad essere fruibile. Grandissimo film ma non un capolavoro come Solaris,a mio parere.
Altre cose indimenticabili sono l'incipit con una figura femminile che aiuta un ragazzo a non balbettare liberandolo dalle proprie paure (una metafora che chiarisce tutto il significato e il ruolo della Madre nel film?),la casa in fiamme,la scena nella tipografia dove la Madre del regista rischia di essere mandata in Siberia per un possibile ed ingenuo errore di battitura.
Forse,anzi sicuramente ci sono molte più cose da vedere dentro questo Specchio che è l'immagine speculativa di due Madri e due Mogli.
è una storia della Russia mascherata da film nostalgico.
è un film nostalgico che ingloba anche la storia della Russia.
è un messaggio d'amore verso una madre e la natura,con una vena nostalgica verso il passato e con i fantasmi in bianco e nero della storia del suo paese che tormentano il regista.

pinhead88  @  10/05/2010 14:55:29
   7 / 10
Una bellissima carrellata di immagini e una fotografia penetrante e spettacolare.tuttavia mi è sembrato più un prodotto di autocompiacimento che un film vero e proprio.per quanto criptico è impossibile riuscire a capirlo,quello che rimane è solo l'essenza delle immagini,nient'altro.

Crimson  @  05/08/2009 01:29:55
   9½ / 10
"We are blind to the world within us, waiting to be born" (T.L. '95)

Conoscere un minimo di biografia del regista è indispensabile per avvicinarsi a questo film tutt'altro che criptico, benchè risulti senza dubbio difficilmente fruibile.
Questo film racconta di un uomo di quarant'anni che costretto a letto da una forma non meglio specificata di angina si ritrova a dover fare i conti con tutto: sentimenti di colpa verso la madre, un matrimonio fallito e l'educazione dei propri figli, un'infanzia e un'adolescenza trascorsa con sole donne, la mancanza di una figura genitoriale come quella del padre poeta e in generale eredità pesante con cui confrontarsi costantemente.
Mentre ripercorre questi momenti personali, il protagonista su un piano equivalente in termini di importanza pone vicende che hanno segnato il proprio paese, e sia direttamente che di riflesso anche la storia della propria famiglia.
I tormenti non derivano solo dai rapporti con se stesso e con gli altri, ma anche dal peso storico degli avvenimenti che hanno segnato la sua crescita: il regime di Stalin, la seconda guerra mondiale, l'ascesa al potere di Mao. Tutti questi frammenti, personali e non, compongono un quadro multiforme, disposto su diversi strati tra realtà e sogno, tra passato e presente. Intervallate dalle poesie di suo padre Arsenij, le immagini spesso comunicano da sole senza dialoghi, dotate di una forza espressiva notevole, raccolte in una fotografia splendida alternata tra b/n, colore e seppia.
Viene da chiedersi come è possibile se non identificarsi, associare i propri vissuti a tutte queste sequenze di una cultura così differente dalla nostra, segnata da altri fattori; cosa c'entriamo ad esempio con la rivendicazione dell'appartenenza alle proprie irrinunciabili origini di un artista vittima di un ostracismo insensato (sè stesso/Ignat che legge la lettera di Puškin) del suo paese. E' la magia di questo film, ossia di svelare un motore nascosto che muove la ricerca che onestamente cerchiamo di compiere nei confronti di noi stessi. Tempi, eventi, spazi cambiano, ma la domanda è universale. Ne 'L'infanzia di Ivan' c'è un'infanzia strappata da un evento più grande, un macigno che sconvolge inevitabilmente una 'normale' crescita. C'è un sentimento individuale ma anche un avvenimento storico come sfondo, di grandissima portata. In 'Andrej Rublev' è la crisi dell'artista il nodo cruciale, ma anche qui eventi storici intaccano l'individuo, il suo rapporto con l'arte e la natura, e in una visione più intima il rapporto con se stesso. Ne 'lo specchio' c'è tutto questo, ma è il regista stesso ad essere il protagonista, il centro, vittima, artefice, concausa degli avvenimenti. "Lasciatemi in pace, in fin dei conti volevo solo essere felice". Quale lo strumento per cercare di scoprire la felicità, il senso di colpa, rivalutare e modificare i propri giudizi? E' la regressione ad uno stadio antecedente al presente, riappropriarsi di immagini, suoni, sensazioni dimenticate. Lì trovano posto le ragioni che ci hanno cullato e che ci hanno cambiato, lì era tutto possibile, la morte non esisteva e la speranza regnava.
Dinanzi ai film grandi film autobiografici ho sempre avuto una sorta di soggezione e di riverenza nei confronti di quell'autoreferenzialità dell'autore che in qualche modo potesse sfuggirmi, risultare distante e persino incomprensibile. Ho guardato questo film diversi anni fa, e sono rimasto estasiato soprattutto dalla magnificenza visiva. Poi è accaduto qualcosa, nel corso del tempo diverse immagini continuavano a martellarmi, si riunivano, s'incollavano a dei vissuti che sentivo come propri. Ho selezionato questo dvd dalla mia libreria prima di un viaggio apparentemente senza un reale motivo; ciò è avvenuto prima di prendere consapevolezza che la mia scelta riguardava una singolare concomitanza, il ritorno tra i miei luoghi d'infanzia, rimossi da anni di 'esilio'. Ed è qui che ho accarezzato l'universalità di quelle immagini, di quelle sensazioni, in pace e armonia con me stesso in un'esperienza personale inspiegabile e intraducibile.
E' un film che fornisce la speranza, come non a caso un altro grande film d'autore autobiografico come '8 e 1/2'. E' un film in cui il protagonista è allettato come Bergman per 'Persona' o Proust per la sua 'Recherche'. E' un film che testimonia la riappropriazione di significati reali e la formazione di pensieri diversi nell'accettazione che questa esistenza è più grande di essi. Ma è soprattutto un film che attraverso quel volo di uccello e la frase finale dell'Aleksei/Andrej ci ribadisce che tutto è possibile: Yuri ha smesso di balbettare quando ha considerato, più in generale, che esiste un'altra prospettiva di guardare la vita in cui la paura scompare.

"a lo lejos...
mar de aguas sonambulas, ausentes
olas de silencio insomne
era tarde,
muy tarde para andar

a lo lejos...
suplicas de dioses recluidos
sombras de aire asfixiado
fue corto
tal vez muy corto para mi

a lo lejos...
mi vida"
(M.R. '04)

2 risposte al commento
Ultima risposta 27/09/2011 17.11.19
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Bathory  @  21/02/2009 13:58:40
   7 / 10
E' praticamente impossibile commentare un film simile.
Le immagini che si susseguono ripercorrono in parte la vita del regista stesso, pertanto possono apparire incomprensibili a molti (se non tutti, compreso il sottoscritto).
Sicuramente il film più ermetico e difficile del maestro russo, però è innegabile che alcune scene valgano la visione del film (la donna sospesa sul letto, la madre che impaurita per aver scritto qualcosa di compromettente torna alla redazione del giornale).

Ho preferito altri capolavori come L'infanzia di Ivan o Stalker, ma questo film merita assolutamente una visione, anche se non saprei spiegarne bene il motivo.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  17/12/2008 19:03:51
   7 / 10
Ok ok ho capito, è un capolavoro.

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Ultima risposta 24/02/2009 13.29.48
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AKIRA KUROSAWA  @  17/02/2008 01:35:00
   8½ / 10
penso che tarkovskij sia uno dei piu difficili se nn il piu complicato in assoluto regista della storia del cinema..
impossibile capire a pieno i suoi film , troppo pieni di simboli e allegorie..
questo addirittura ha un risvolto autobiografico , e quindi è ancora piu difficile conprenderlo, oltre ai simboli e le allegorie si aggiungono i ricordi d infanzia del regista, i suoi incubi, le sue paure..
tuttavia il risultato è come sempre piu che affascinante con una fotografia che alterna qll color seppia , qll bianca e nera e qll a colori..
alcune scene cm qll iniziali del vento sono davvero da brividi.. il film parla attraverso le immagini, impossibile spiegarlo, impossibile assimilarlo pienamente, tuttavia i film del maestro russo hanno davvero un fascino indescrivibile che li rende davvero unici..
n capolavoro cm del resto tt gli altri film del tarko..molto bello

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  19/09/2007 13:23:45
   7 / 10
CONFESSO DI AVER VISTO QUESTO FILM IN UN MOMENTO POCO FAVOREVOLE (LA SERA TARDI DOPO UNA GIORNATA DI LAVORO), IL CHE HA SICURAMENTE CONDIZIONATO LA MIA VISIONE E IL MIO GIUDIZIO SU UN'OPERA CHE VA VALUTATA CON LA MASSIMA OCULATEZZA. FATTO QUESTO PREAMBOLO, TROVO CHE SI TRATTI DI UNA PELLICOLA DAI CARATTERI MOLTO INTIMISTICI, E PER QUESTO ESTREMAMENTE CRIPTICA E OSTICA. PROBALILMENTE LO SPECCHIO STA A Tarkovskij COME 8 1/2 STA A FELLINI. IN OGNI CASO, MIRABOLANTE MAESTRIA REGISTICA.

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  12/06/2007 22:26:18
   9 / 10
Comprendere ed apprezzare un film di Tarkovskij è già di per se non facile cosa, comprendere ed apprezzare un film come Lo Specchio richiede come minimo la conoscenza della biografia del grande regista russo per capire il significato di tante immagini che si susseguono apparentemente senza un filo logico, l'insieme dei numerosi flashbacks autobiografici potrebbero lasciare spiazzato lo spettatore che approccia ad un film di Tarkovskij per la prima volta.
Dal suo letto di morte un uomo rivive tutto il suo passato, del rapporto con la madre, figura importante della sua vita, miscelando oniricamente ricordi della sua infanzia, della sua esperienza coniugale, della sua separazione con la moglie, della sofferenza avuta dalla separazione dei suoi genitori e la conseguente scelta di andare a vivere con la mamma. In un flash è figlio, in un altro è marito, in un altro ancora è padre.
Durante il film si colgono riferimenti alla guerra civile spagnola, al terrore Staliniano con la stupenda scena della madre che , da giornalista, entra una sera nella tipografia della redazione con il dubbio di aver scritto una parola sbagliata consapevole che tale errore può costarle la deportazione in siberia.
Assistiamo al fungo della bomba atomica, alla Cina di Mao, alla presa di Berlino con le foto del presunto cadavere di Hitler, tutto in un' altalena di immagini che lascia storditi, ipnotizzati, affascinati.
"Ai presentimenti non credo e i presagi non temo. Ne calunnie ne veleni io fuggo. Sulla terra non esiste la morte tutti siamo immortali. Tutto è immortale c'è solo realtà e luce".

3 risposte al commento
Ultima risposta 27/10/2008 23.43.20
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Tino Tinone  @  20/07/2006 12:27:49
   9 / 10
Il film piu' ermetico di Tarkowskij, e forse il piu' difficile da amare. Ad ogni modo imperdibile.

Rusty il Selvag  @  15/02/2006 22:03:16
   10 / 10
Uomo e natura, senso di morte e di vita, la visione

della propria infanzia, il desiderio di felicità, il senso di colpa ,la coscienza,

il tempo ,lo spazio, la dimensione ultima di un infinito dolore e senso di

abbandono nella tristezza della realta' ,nella tristezza di una guerra,

la coscienza del peccato e la redenzione, la croce, il fuoco, l'acqua che purifica

misticismo e forte religiosita' si fondono in una poetica visione.

Mille cose vorrei dire , ma una sola frase del film racchiude il tutto:

"Lasciatemi in pace in fondo volevo solo essere felice"

Anders Friden  @  29/01/2006 20:17:31
   10 / 10
Assieme a Stalker la piu' grande opera d'arte del maestro russo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Antoniusblock  @  16/01/2006 19:07:31
   10 / 10
Che meraviglia !
Non ho gli aggettivi adatti per descrivere questo capolavoro,Tarkovskji aveva il dono di far entrare lo spettatore all'interno del più insignificante oggetto prima di spazzarlo via con il vento del tempo.

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Ultima risposta 14/12/2008 16.51.31
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Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  23/11/2005 15:44:52
   10 / 10
film criptico... è forse il più personale di Tarkovskij... metta a nudo la sua anima in questo film meraviglioso...

la mia opinione  @  09/08/2005 22:55:48
   10 / 10
Forse anche piu bello di Stalker. Personale opinione.

Dark Funeral  @  16/07/2005 16:50:32
   10 / 10
Mi trovato tutta la filmografia di Tarkovskij e ne sono rimasto esterrefatto. Credo sia unico senza dubbio. Questo è forse il piu bello di quelli che ho visto.

silvhia80  @  08/06/2005 21:59:23
   10 / 10
Io questo film non l'ho mai capito al 100% forse è per questo che affascina cosi' tanto mi lascia sempre molti spunti irrisolti e se li devo affrontare io beh.. Tarkovsky è un genio (o forse era?)

controsenso  @  01/06/2005 15:25:32
   9 / 10
Poesia visiva allo stati puro. Certamente il montaggio, le lunghe pause riflessive e i simbolismi ripetuti ossessivamente (Acqua, fuoco, terra, ecc) possono mettere a dura prova, ma la fotografia rimane davvero fantastica e gli attori sono bravi. Si coglie più di qualche influenza bergmiana.

bea80  @  17/04/2005 15:56:07
   7 / 10
Film davvero difficile, tarkovskij sceglie la strada dell'ermetismo, e deve perciò pagare il fatto che non tutti possano apprezzare questa corrente. La fotografia ad ogni modo è insuperabile. Momenti altamente poetici si scontrano con altri di una noia mortale. Nella summa un film di qualità, ma per nicchie di cinefili.

adorno  @  10/12/2004 22:22:51
   10 / 10
Concordo con Hiroshi, e´ il film piu´ ermetico di Tarkovskij e che delinea meglio la sua ottica poetica. Ad ogni modo da non perdere per chi ama il grande genio russo, e vuole ammirare una fotografia impareggiabile unita ad un modo di fare cinema unico e pittorico.

the beast  @  16/09/2004 21:37:12
   7 / 10
Non mi è piaciuto molto, ma gli do 7 per rispetto a Tarkovski.

hiroshi  @  26/08/2004 20:10:26
   9 / 10
il più ermetico tarkovskij, fotografia impareggiabile, montaggio sublime. lodato pubblicamente da stanley kubrick.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  25/08/2004 22:42:21
   9 / 10
Tutti i temi che Tarkovskj svilupperà nei film successivi, sono presenti in questa bellissima opera giovanile

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