nitrato d'argento regia di Marco Ferreri Italia, Francia 1996
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nitrato d'argento (1996)

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locandina del film NITRATO D'ARGENTO

Titolo Originale: NITRATO D'ARGENTO

RegiaMarco Ferreri

InterpretiDoriana Bianchi, Sabrina La Leggia, Luciana De Falco, Iaia Forte

Durata: h 1.28
NazionalitàItalia, Francia 1996
Generecommedia
Al cinema nel Marzo 1996

•  Altri film di Marco Ferreri

Trama del film Nitrato d'argento

Una sala cinematografica vuota. Una sala cinematoghrafica piena, ma sulle poltrone ci sono solo dei manichini. Si spengono le luci e comincia una cavalcata attraverso i cento anni di storia del cinema con alternanza, sullo schermo, di spezzoni di vecchi film, grandi classici o opere d'accatto, mentre il pubblico vive, ama, piange, urla, scappa, insorge, sogna.

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Voto Visitatori:   7,57 / 10 (7 voti)7,57Grafico
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Voti e commenti su Nitrato d'argento, 7 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

76mm  @  21/11/2023 13:46:20
   6 / 10
Più che un omaggio alla storia del cinema si tratta di un excursus nello sviluppo della sala cinematografica intesa come luogo fisico.
Il film è composto da varie mini sequenze, tutte autoconclusive e piuttosto slegate fra loro, che mostrano l'evolversi della tipologia di fruizione della sala da parte degli spettatori, dalle origini ai giorni nostri (in realtà agli inizi degli anni '90), in relazione al periodo storico collegato.
L'idea è sicuramente valida, ma se l'intenzione di Ferreri era quella di graffiare come di consueto devo dire che stavolta non ha colto nel segno perchè il suo affresco ha un respiro molto più nostalgico e malinconico che satirico e corrosivo.
In alcuni momenti riesce ancora a volare molto alto, come nella sequenza autocitazionista relativa ai problemi censori per La grande abbuffata o in quella dove i sessantottini proiettano Stromboli sul muro di un ristorante e una povera derelitta corre ad abbracciare l'immagine della Bergman, momento veramente forte e commovente che non a caso è diventato l'immagine di locandina del film.
La maggior parte delle scenette va però dal banale al confuso e dal criptico all'irricevibile, e l'impressione generale è quella di un Ferreri non lucidissimo, probabilmente già minato nella salute (ci lascerà l'anno successivo).
Tutto sommato come film testamento ci può anche stare vista la tipologia dell'opera, ma la mai troppo celebrata carriera del grande maestro milanese avrebbe meritato una chiusa più incisiva.

paride_86  @  26/09/2012 00:16:28
   6½ / 10
Ultimo film di Marco Ferreri e omaggio al mondo del cinema.
E' un 'opera particolare, a tratti intrigante e a volte noiosa, col sapore di un amarcord nostalgico.
Di certo non è il miglior film di Ferreri che, tra l'altro, si autocita con "La grande abbuffata".

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  26/03/2012 18:10:17
   7 / 10
Non un omaggio al cinema ma alla sala cinematografica, al pubblico che l'affollava, che si commuoveva e viveva intensamente l'emozioni di una pellicola ai primordi della settima arte, quando c'era più ingenuita. Un pubblico che è cresciuto, si è evoluto guardando film e approfittando degli spazi di questa sala dove mangiavi, pomiciavi, litigavi, si faceva amicizia e la società si evolveva nei costumi. Scorfontante l'immagine finale dei manichini, replica "a distanza" di quegli stessi pupazzi del seme dell'uomo. Un pubblico divorato dalla televisione, amorfo, senza vita.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  25/09/2010 22:58:53
   7 / 10
Cosa fa una persona prima di morire? Celebra e ringrazia ciò che gli ha riempito la vita. Ferreri dunque, sapendo che ormai stava per calare il sipario della vita, ha pensato di omaggiare lo strumento artistico che lo ha occupato per tanto tempo: il cinema.
Decide di farlo focalizzando il suo sguardo non sull'atto del fare cinema, ma sull'anima vera di questa fonte di arte e divertimento: l'effetto che ha e ha avuto sugli spettatori.
Il film in pratica è una carrellata di scene che, partendo dall'invenzione del cinema, alternano spezzoni di vecchi film intervallati con riprese su immaginari fruitori dell'epoca.
Non è semplicemente un'operazione di Amarcord o di Graffiti. L'occhio della mdp non è un occhio documentario o distaccato, ma è partecipe ed emotivamente complice di ciò che avviene nel magico momento in cui delle immagini si formano e si muovono su di uno schermo.
Cinema, pubblico, vita vissuta si susseguono ininterrotti e in qualche maniera stimolano la nostra attenzione. Si resta certamente affascinati da questi spezzoni sintetici di passato, visti in maniera artistica e sentimentale. Del resto tanti altri film di Ferreri erano anche una specie di riflessione sul senso dell'immagine del passato proiettata sul presente.
Anche in questo film ricorre questo "topos" come ad esempio nella scena della proiezione di Ingrid Bergam di Stromboli sulla gente a mangiare fuori di un ristorante.
E' un'operazione molto sottile, a tratti malinconica e commossa, che rischia però spesso di risultare un po' monotona e ripetitiva.
Non manca neanche qui la considerazione aspra e disillusa tipica dei finali dei film di Ferreri. "Nitrato d'argento" si apre e si chiude con la rappresentazione degli spettatori attuali che vanno al cinema: manichini tutti uguali, vuoti pupazzi.
Non è in declino il cinema, è in declino il genere umano. Questa è l'ultima "provocazione" che ci lascia in eredità il grande Marco Ferreri.

benzo24  @  25/11/2007 19:47:21
   10 / 10
il saluto finale di un maestro.

addicted  @  22/09/2007 10:44:57
   10 / 10
L'ultimo film di Ferreri è un film sul cinema.
Racconta un'epoca forse mai esistita, quando i film suscitavano reazioni molto forti in un pubblico incantato.
Secondo me è un congedo meraviglioso e commovente.
Non dimenticherò mai la scena del cinema sudamericano, con tutta la sala che canta e piange insieme agli attori sullo schermo.
Strepitosa la scena di sesso su un palco mentre in sala si proietta roba cinese con le lanterne rosse.
Il maestro lancia l'allarme (l'edificio stà per crollare?) e poi ci lascia.
Che direbbe del cinema italiano di oggi???
Che ci posso fare, Marco Ferreri mi conquista e mi gratifica.
Secondo me è stato uno dei più grandi.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  01/04/2007 20:42:01
   6½ / 10
Ultimo film di Ferreri, ideale (compensatorio) per chi ha sempre detestato il manierismo di "Nuovo cinema paradiso". Almeno in questi termini, "nitrato d'argento" è stato promozionato come antitetico al film di Tornatore, e a me è sembrava invece una mossa "politica" piuttosto fideistica.
Che dire di questo film? Che, nonostante le ottime premesse e le recensioni entusiastiche (fideistiche, ripeto) non è un'epilogo degno del grande regista che ne porta il nome: Ferreri gira con uno stile documentaristico, e azzecca diversi momenti, è come una splendida catarsi dentro l'immagine sull'immagine, ma come tributo alla sala cinematografica piu' che al cinema stesso (frainteso il titolo del film di Tornatore, piu' vicino allo spirito di Ferreri il recente e orientale "goodbye, Dragon Inn").

A tratti, mi ha ricordato "ballando ballando" di Scola, film ambizioso ma affine piu' a una galleria (è il caso di dirlo) di personaggi che a una vera e propria rievocazione.

Condivido comunque la nostalgia per un certo cinema, e non perchè odi i multisala (come avevo frettolosamente dichiarato) ma per il climax festoso e caciarone che si respirava, dove davvero ogni ceto sociale si ritrovava e si rispecchiava nei cinema.
Suppongo che accada anche oggi, ma con meno entusiasmo e spirito collettivo, forse perchè è meno facile individuare il ricco e il povero nel buio di una sala

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