occhi senza volto regia di Georges Franju Francia, Italia 1960
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occhi senza volto (1960)

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locandina del film OCCHI SENZA VOLTO

Titolo Originale: LES YEUX SANS VISAGE

RegiaGeorges Franju

InterpretiAlida Valli, Pierre Brasseur, Edith Scob, François Guerin

Durata: h 1.25
NazionalitàFrancia, Italia 1960
Generehorror
Al cinema nel Settembre 1960

•  Altri film di Georges Franju

Trama del film Occhi senza volto

Da un romanzo di Jean Redon, adattato da Boileau-Narcejac e Claude Sautet. Noto chirurgo plastico (P. Brasseur), specialista in eteroinnesti, rapisce e uccide alcune giovani donne per ridare un volto alla figlia (E. Scob), sfigurata in un incidente d'auto da lui provocato. Ma un giorno lei si ribella.

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Voto Visitatori:   7,43 / 10 (29 voti)7,43Grafico
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Voti e commenti su Occhi senza volto, 29 opinioni inserite

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DogDayAfternoon  @  06/01/2024 18:50:15
   5½ / 10
Non mi ha convinto. Le potenzialità della storia erano enormi, anche se è un tema già affrontato in precedenza dal cinema (mi viene in mente "La fuga" con Humphrey Bogart, ma deve essercene anche qualcun altro), però il film si rivela molto lento, poco affascinante se non giusto in una manciata di scene, e alquanto noioso nel complesso. Inoltre l'ho trovato invecchiato molto male, sembra avere almeno vent'anni di più di quelli che ha, tanto che mi sembrava di vedere un film di fine anni '30 invece che uno del 1960. Anche il finale è molto deludente.

enigmista  @  05/12/2023 00:48:59
   9 / 10
Se non è un capolavoro poco ci manca. Visto in questi giorni su Raiplay e mi ha davvero colpito. Cast di assoluti fuoriclasse e trama disturbante come poche. Filmone!

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  25/07/2023 18:35:27
   7 / 10
Interessante horror anni '60. La sceneggiatura non è forse all'altezza del soggetto, ma la pellicola mantiene un certo fascino.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  26/05/2023 23:22:41
   7 / 10
Thriller a tinte scure invecchiato non magnificamente; ottima ed inquietante l'idea di partenza, ma la carenza di ritmo si fa sentire molto. Hitchcock è di un altro pianeta.

topsecret  @  12/07/2018 14:05:44
   6½ / 10
Un thriller drammatico, di produzione italo-francese, abbastanza interessante e dotato di certe atmosfere hitchcockiane costruite in maniera apprezzabile. Nonostante un ritmo altalenante e alcune situazioni non perfette nella costruzione narrativa, OCCHI SENZA VOLTO riesce a farsi apprezzare senza grossi problemi, grazie anche a un cast di spessore e una regia calibrata.
Non bellissimo ma certamente degno di visione.

Spera  @  27/11/2017 10:02:40
   8½ / 10
Stupendo...mi ero perso questo film sconvolgente per l'epoca e che ha aperto la strada a un intero filone dell'horror/thriller anche se è vero che questo lungometraggio non si può dire appartenga al genere horror.
E' sicuramente un film drammatico dalle tinte tetre e oscure da cui molti altri film in seguito hanno tratto ispirazione, il primo che mi viene in mente è "la pelle che abito" di Almodovar.

Assolutamente da guardare, soprattutto per le atmosfere e per la scene dell'espianto di pelle facciale.

Ritroviamo qui grandi attori a farci vivere questo cupo dramma.
Imperdibile.

alex94  @  06/01/2017 13:55:58
   7½ / 10
Ed ecco quà una delle pellicole più importanti per lo sviluppo dell'horror europeo,diretta dal francese Georges Franju (quì al suo secondo lungometraggio) che realizza un opera che nei decenni successivi ispirerà gran parte delle opere che trattano la tematica dei trapianti di pelle e chirurgia estetica.
Siamo davanti ad una pellicola dalle forti tinte drammatiche,realizzata in uno splendido bianco e nero e che nonostante lo sviluppo piuttosto lento coinvolge lo spettatore,non risultando praticamente mai noiosa.
Grosso merito di questo è della regia che (nonostante non manchino un paio di scene,per il tempo,piuttosto forti) si concentra in particolare sull'atmosfera poetica e straniante,l'ho trovata surreale,oltre che a tratti parecchio inquietante.
Fa un ottimo lavoro anche per quanto riguarda i personaggi,in particolare i tre principali (il medico,sua figlia e l'assistente) tratteggiati in modo convincente e quasi simbolici.
Convincente l'interpretazione dell'intero cast e d'ottimo livello anche le musiche piuttosto malinconiche che contribuiscono a rendere l'atmosfera ancora più angosciante.
Un piccolo classico,merita una riscoperta.

Goldust  @  27/03/2015 17:47:59
   7 / 10
E' un pò invecchiato questo gioiellino francese dalle atmosfere horror, ma mantiene ancora un suo fascino perverso, legato sia alla figura dello scienziato pazzo che alle musiche ossessionanti e solo apparentemente leggere firmate da Maurice Jarre. D'altronde con la supervisione di quei geniacci di Sautet, Boileau e Narcejac non ci si poteva aspettare niente di diverso!
Per essere ancora nel fiore degli anni Alida Valli l'ho trovata invecchiatissima!

Neurotico  @  08/03/2015 17:41:20
   8 / 10
Ne avevo sentito parlare come di un classico dell'orrore e dopo averlo visto posso confermare questa fama. Inquietante, cruento (per l'epoca l'operazione dell'espianto facciale dev'essere stata sconvolgente, ma lo è ancora oggi), malvagio e con un finale poetico, liberatorio, animalista.

Il dottor Génessier è uno dei primi scienziati pazzi del cinema. Chirurgo plastico con una clinica legale, il mad doctor del film di Franju fa catturare alla sua infermiera (una sinistra Alida Valli) delle giovani fanciulle che terrà prigioniere per usarne il volto, da trapiantare sulla faccia sfigurata della figlia. Dopo alcuni tentativi andati male, la giovane Christiane Génessier, tormentata da un'immagine repellente di sè, si lascerà andare sempre più alla disperazione bramando quella morte che non ha trovato nell'incidente che le ha, però, rovinato la vita. La colpa è del padre che, nel tentativo di ridarle un volto e proseguendo le sue ricerche sull'espianto di pelle, si trasformerà un un criminale senza scrupoli sacrificando la vita di povere ed innocenti ragazze.

La metafora che richiama il nazismo (gli esperimenti su cavie umane e la prigionia), nonchè l'incapacità di vivere una vita normale da parte dei "diversi" di ogni tipo, con il loro tormento e la loro vergogna, mi sembrano i temi cardine di questo bellissimo "Les yeux sans visage".
Inquietante ed ossessivo il motivo musicale composto da Maurice Jarre.

ferzbox  @  12/02/2015 18:47:05
   7 / 10
Film horror?!......ma che c'entra questa pellicola con il genere horror? Questo è un film drammatico con diverse sfumature angoscianti e tristi,altro che film horror....

Si tratta del mio primo film diretto da Georges Franju e devo dire che per essere una produzione del 1960 mostra una trama piuttosto inquietante.
A causa di un'incidente d'auto,la figlia di un famoso chirurgo plastico rimane totalmente sfigurata; il padre decide di far credere morta la figlia per agire indisturbato mentre rapisce,strappa la faccia e uccide diverse ragazze somiglianti alla sua figliola con l'intento di trapantiarne un viso nuovo.
Il film non è eccessivamente lungo,ma sono dell'idea che duri quel che basti; se in un primo momento si rimane coinvolti dalla vicenda(grazie anche ad una discreta tensione durante i rapimenti e le operazioni chirurgiche),successivamente non si nota una grande evoluzione nella sceneggiatura,finendo per diventare un pò ferma su se stessa.
Finale abbastanza sbrigativo e scontato....comunque è un film girato discretamente bene.....anche se sinceramente non mi spiego per quale motivo sia così idolatrato da alcuni; se lo mettiamo a paragone di Hitchcock o Truffaut non c'è confronto secondo me....o perlomeno non da considerarlo valido come molte delle opere dei due citati registi cmq(alcuni utenti ho notato che hanno dato voti titanici....ecco perchè dico questo)....
Va bhè,però non è male; alcune scene sono state parecchio interessanti e credo che all'epoca abbia colpito notevolmente,tenendo conto della tematica........

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  24/11/2014 18:43:25
   8 / 10
A Franju piace molto la truculenza e il sangue: basterebbe vedere il corto giovanile "Les sanges des betes" che tanto impressionò anche David Lynch per capirlo al volo.
"Occhi senza volto" ha una trama surreale e allucinatoria, gestita da Franju in modo particolare: ora la suspance lascia il posto ad una pietosa rappresentazione del freak protagonista, poi si dedica con lentezza agghiacciante a scene splatter di grande effetto che ancora oggi colpiscono (quella dell'operazione è molto forte).
Le musiche di Maurice Jarre aiutano ancora di più a calarsi nell'atmosfera particolare di "Les yeux sans visage", tanto che la commistione di emozioni disparate e di psicologie particolari producono un film a tutto tondo e non quella paccottiglia bidimensionale che facilmente poteva uscirne.
Un classico a suo modo: molto colorato pur con il suo bianco e nero.
Almodovar avrà preso certo ispirazione per "La pelle che abito".

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  29/06/2014 15:56:27
   9 / 10
Non ho problemi ad essere di manica larga dinanzi a quest'opera, un po come per il capolavoro del '55 di Clouzot, tanto per citare un collega connazionale e di genere di Franju, al cuor non si comanda, 'Occhi senza Volto' di tanto in tanto si fa ricordare anche solo per quell'insinuante e tetro motivetto di Jarre, compositore battezzato da Franju prima di essere insignito ad Hollywood con un paio di statuette. Narrativamente Franju non sbaglia una virgola, sembra figlio di quel cinema cupo che trasmette quella 'paura del sottoscala' di Hitchcock, di Siodmak, suggerisce l'orrore, ammicca allo spavento ma lo suggella con una sana dose di splatter che fa ancora il suo effetto malato sullo spettatore.
Inno alla libertà che rimembra quella denuncia schematizzata ne 'La fossa dei disperati', lì ingabbiato e represso in un manicomio, qui la gabbia è la maschera. Poi Alida Valli, una volta di più si conferma versatile, passa dal cinema forbito di Visconti, al B-Movie di genere francese, con la stessa grazia e la stessa attitudine, che ne dica Hitchcock resta una top del nostro cinema e ce la teniamo stretta. Plagiato successivamente anche da Almodovar, l'esito felice è dato anche da quel sinuoso lirismo, e purtroppo unico in Franju, che ha corroborato il linguaggio di questo dramma shakespeariano.

CyberDave  @  07/03/2014 15:39:02
   6 / 10
Un film invecchiato parecchio, si vede che la regia è buona e si capisce che ai tempi poteva essere davvero un buon film, visto oggi invece suscita abbastanza poco.
La tensione rimane alta e pian piano il film diventa abbastanza triste, con delle venature drammatiche piuttosto che horror.
La corta durata lo fa scorrere via bene anche se non rimarrà nella mia memoria, il finale sistema le cose e cerca di dare una morale al tutto.

dagon  @  18/02/2014 18:55:27
   6½ / 10
Un film che è un cult nel suo genere e che è sicuramente diventato riferimento per molti film successivi. Collocato al suo tempo era probabilmente di grande impatto, la lunga scena

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
è ancora disturbante e c'è un'aura morbosa e vagamente malsana che avvolge il film. Non ha però, visto oggi, il fascino (per esempio) de "L'occhio che uccide"; probabilmente è uno di quei film che, pur mantenendo un suo fascino, ha subito i colpi del tempo. Comunque da vedere

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  30/05/2013 11:13:09
   7½ / 10
Ambizione sfrenata e un opprimente senso di colpa tramutano in follia la genialità di quello che oggi potremmo definire un luminare della chirurgia estetica, il suo unico scopo è quello di restituire la bellezza perduta alla figlia Christiane rimasta sfigurata in un incidente automobilistico.
Classico dell'horror francese "Occhi senza volto" è un film dall'impianto visivo affascinante con sublime utilizzo del bianco e nero, l'animo dei personaggi è scisso tra le ombre che i crimini perpetrati allungano sulle loro coscienze e il candore innocente della povera sfigurata che sgrana occhioni malinconici sotto un' inespressiva maschera. Il suo è un dolore insopportabile, combattuta com'è tra il desiderio di vita e l'opposizione al genitore che per raggiungere l'obiettivo non si pone scrupoli nel rapire e uccidere giovani donne.
Ciò che traspare è una profonda tristezza, una gabbia di mestizia nella quale restano imprigionati i personaggi principali: un padre ossessionato, una ragazza senza futuro e un' assistente la cui gratitudine sfocia nella devozione assoluta. Triangolo di altissimo spessore tragico segnato dal profondo dolore di un'esistenza infelice che solo un coraggioso atto di coscienza può cancellare.
L'inquietante maschera, lo sguardo di Edith Scob e la cruda scena dell'operazione chirurgica sono sicuramente tra le cose più memorabili di una pellicola che lascia il segno nonostante qualche passaggio approssimativo.

sweetyy  @  19/04/2013 04:08:42
   8 / 10
Rientra tra i vecchi horror che preferisco, un film triste e con un'atmosfera cupa e inquietante. Imperdibile.

vieste84  @  11/01/2013 18:56:26
   6 / 10
L'unico sentimento che mi ha suscitato questo film è il sentimento di empatia e compassione verso la povera ragazzina figlia del professore. Un tema alla cronenberg, ambientazioni lucubre però per il resto c'è da dire che è invecchiato abbastanza male, un po di noia la si sente, alcune scene sono un po fatte male (tipo la morte di Alida Valli), carino il finale ma non basta

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  23/12/2012 11:59:36
   8 / 10
Occhi senza volto è uno dei migliori thriller europei che si pone da ponte fra uno stile classico nel soggetto dove domina la figura dello scienziato folle e amorale nella sua freddezza, nella fotografia che sembra provenire direttamente dalla grande scuola dell'espressionismo. Ma quello che stupisce, malgrado qualche buco nella sceneggiatura è l'incredibile cura dei personaggi che tra dolore, megalomania e cieca fedeltà sono destinata ad una condanna senza scampo. Un film molto moderno per l'epoca e nient'affatto datato.

jannakis  @  21/12/2012 14:10:05
   8 / 10
un chirurgo accecato da deliri di onnipotenza sfida la natura e inevitabilmente perde. il voto è meritato soprattutto per la fotografia e le inquietantissime atmosfere. il finale è meraviglioso.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  24/08/2012 15:41:56
   7 / 10
Una serie di alberi spettrali e spogli assediano il percorso di un'auto che incede nella notte. Alla guida una donna tormentata pulisce il vetro, un po' per cercare di vederci meglio data la foschia invernale, un po' per dare sfogo alle sue preoccupazioni. Sul sedile di dietro una figura indistinta è scossa dalle irregolarità dell'asfalto. La strada percorsa è secondaria, sembra deserta. Invece un'altra macchina si avvicina, punta i fari sulla scia della vettura che la precede, poi sorpassa facendo tirare un sospiro di sollievo all'autista. Ci si aspetta un contrappunto musicale alla "Psyco" e invece affiora la musica febbricitante e oscura di Maurice Jarre. Anche qui dopo tutto c'è una donna al volante che sembra in fuga da qualcosa o qualcuno, e il suo traguardo non è un motel bensì le rive della Senna, fiume ideale per scaricare corpi di giovani vittime…

Il soggetto di "Occhi senza volto" è quantomeno insolito, coraggiosamente oscillante tra i toni del noir, del polar, con tanto di richiami fantast(ascientif)ici e onirici. Il ritmo è quello flemmatico e raffinato dei film classici, che rievoca più volte certe atmosfere hitchcockiane di apparente "no way out" come in "Notorius". Pure qui c'è una giovane donna in pericolo, e saranno in molti a cercarla.

Georges Franju si affida a una gradevole spirale lugubre che vive più delle due volte della Madeleine di "Vertigo", reiterando l'alternarsi di morte e vita, e di subconsci ingannati da un finto amore paterno. Trattenuto da ingenuità e didascalismi narrativi, "Les yeux sans visage" si dimentica di alcuni particolari che riducono la suspense e minano un po' la piena credibilità della storia. Se solo fosse stato in grado di allontanarsi dalle circostanze che riconducono inevitabilmente al mondo reale, sarebbe stato un esempio clamoroso di film grottesco e avrebbe marcato ancor di più i suoi intenti tragici e malvagi.

Nel maggio del 1960, alla sua uscita nelle sale italiane, purtroppo fu tagliato perché ritenuto eccessivamente brutale; tra le scene che impressionano maggiormente c'è quella di una crudele operazione facciale mentre il chirurgo al lavoro mostra la fronte madida di sudore. Rivisto oggi bisogna sottolineare il fatto che la pellicola ha perso molto della sua azzardata fascinazione, che per un pubblico scaltro potrebbe risultare quasi rasserenante. Tuttavia conta tra le sue fila fior di attori come la nostra Alida Valli (ancora un "aggancio" con Hitchcock) e Claude Brasseur (il padre di Sophie Marceau ne "Il tempo delle mele") nei panni del simpatico ispettore.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  26/03/2012 22:40:35
   7 / 10
"Quando mi specchio, il mio volto mi somiglia, ma è una somiglianza che viene da lontano" (sic)

È un film sicuramente affascinante quello di Franju. Soprattutto se si guarda la data. Eppure, sarà per una indiscussa superiorità "retorica", ho preferito Almodovar. Questo in linea generale, perché a mio parere non c'è paragone fra i due mad doctors. Oppure fra la bionda collaboratrice del film dell'anno scorso con la malata devozione (fastidiosissima) comunicata da Alida Valli. Quello che veramente è il punto di forza di questo film è il volto di Edith Scob. Il volto c'è. Gli occhi sono il volto. E dentro quegli occhi c'è di tutto. Ma un film non si può basare su uno sguardo. La trama è debole e noiosa, i personaggi superficiali. Ciò che veramente sconvolge è la scena dell'operazione. Quella è fortissima. Ma per il resto il film non si può certo dire sia una botta di vita. Almodovar avrà i suoi difetti, ma come racconta lui non c'è nessuno. E questa pellicola (forse a ragione) misconosciuta sta qui a dimostrarlo.
Comunque resta un film da vedere, non foss'altro per lo splendido finale.

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  28/02/2012 18:44:20
   9 / 10
Era giovane Mary Shelley, chissà se oltre al Paradiso perduto di Milton a darle l'ispirazione per scrivere Frankenstein abbia contribuito qualche suo difetto fisico. Nel romanzo la giovane scrittrice intravedeva la possibilità di ricreare vita prendendola dove era cessata. Il desiderio di rimediare agli errori della natura accompagna l'uomo da sempre. Rispettando il concetto che "solo alla morte non c'è rimedio" illustri professori e scienziati in tutto il mondo si sono spremuti e si spremono tuttora le meningi nei laboratori nel tentativo di trovare il maggior numero di soluzioni ai molteplici attacchi che la natura, o il destino che lavora per essa, giornalmente opera nei confronti dei poveri esseri umani. Quando non ci sono le malattie a deturpare un corpo sano ci sono gli incidenti, ed è proprio un incidente a stravolgere le fattezze della giovane protagonista di questo semisconosciuto capolavoro. Uno schianto con la macchina guidata da un padre e il volto di una figlia non è più quello di prima, la bellezza lascia il posto all'orrore, la normalità viene sostituita dalla follia. Vedere il viso della propria figlia sfigurato ed esserne la causa, anche se involontaria, sconvolge la psiche del professor Gènessier, bisogna rimediare al danno ad ogni costo. Il percorso scelto dall'uomo per rimuovere quel macigno dalla coscienza è quello che conduce alla pazzia, un' inesorabile escalation dell'orrore descritta da Franju con magistrali chiaroscuri ed atmosfere opprimenti degne del miglior Murnau.
A supporto di occhi che non hanno più un volto interviene un padre accecato dai sensi di colpa, la sua unica ragione di vita è ridare un' espressione a quel viso dilaniato, nascosto dietro una maschera, metafora di vita, parvenza di splendore, in realtà strumento utile soltanto a generare terrore, sublime nella sua bellezza, più orrendo di ciò che copre.
Franju non si risparmia e in alcune scene passa dal terrore nascosto alla sua rappresentazione, le incisioni con il bisturi, i tamponi emostatici, l'orribile volto. Inquieta più la visione della povera ragazza legata sul lettino del tetro laboratorio o il pensiero del motivo per cui vi giace? Il vero orrore, quello che fa star male, non è mai frutto di quello che viene mostrato, la vista del sangue può essere anche sopportabile, la causa per la quale quel sangue viene versato può esserlo molto meno.
Il delirio di onnipotenza del professore, privato della coscienza da un' immane dolore, ad un certo punto è costretto a fare i conti con quello che è l'incubo di tutti gli scienziati e ricercatori: Il rigetto. Con una magistrale sequenza il regista ci fa assistere a ciò che decreta la sconfitta di Gènessier, alla fine di quell'inutile corsa per sedersi al fianco di Dio, la pelle non riconosce il nuovo padrone, a contatto con cellule estranee va in necrosi, la giovane Christiane è costretta ad un nuovo intervento chirurgico e a nascondersi di nuovo sotto la maschera.
Il terrore e la morte sono i compagni fedeli di Christiane per tutta la durata del film, chiusa nel suo limbo ne avverte costantemente il respiro, con la morte ci convive servendosene anch'essa prima, e provocandola poi, consacrando l'ormai totale disprezzo della vita, una discesa all'inferno inevitabile. Non bisogna sfidare le leggi della natura.

Crimson  @  06/01/2012 17:19:45
   8 / 10
Spoiler presenti.

Tornato prepotentemente alla ribalta in seguito all'uscita dell'ultimo film di Almodovar, che ne trae evidentissimi spunti, questo film francese appartiene curiosamente all'ondata di opere "rivoluzionarie" partorite nel 59-'60 dal cinema francese, pur non appartenendo stilisticamente alla nascente Nouvelle Vague.
Si tratta di un film mozzafiato, avanti rispetto ai tempi per il modo in cui descrive l'orrore e la depravazione.
Per alcune scene disturbanti sconfina nell'horror pur seguendo un canovaccio thriller.
Pierre Brasseur incarna in maniera esemplare le fattezze di un neurochirurgo senza scrupoli, che ha già oltrepassato ampiamente la dimensione etica della propria professione e della propria natura umana. Ai limiti del grottesco, brillantemente, non gli viene riservata una fine "umana": sbranato dai suoi cani (curiosa per Brasseur l'assonanza col personaggio di Grozo in 'Goto', per quanto riguarda il rapporto "gerarchico" con i suoi cani) soccombe ad una legge umana, non giuridica. Tutto ciò è perfettamente in linea con la risoluzione del giallo, che avviene solo ed esclusivamente attraverso la ribellione di Christiane, e non per merito della polizia, che al contrario si mostra superficiale e eccessivamente cauta, limitata con ogni probabilità ad una dimensione ossequiosa della professione dell'indagato.
Interessante il ruolo ricoperto da Alida Valli, che dà vita ad un personaggio inquietante, obnubilato da una cieca devozione, ma non per questo giustificabile nella sua condotta da aguzzina.
Ma 'occhi senza volto' è soprattutto un film che riserva attraverso il personaggio di Christiane un briciolo di umanità in un quadro mostruoso; un fiore nel deserto, questo timido e spaurito essere sfigurato è lo specchio di ciò che lo circonda e nei suoi occhi lo spettatore si riconosce a sua volta.
Piccola curiosità, questo film segna il debutto di Claude Brasseur, figlio di Pierre, ed in una sequenza i due recitano assieme. All'epoca molto giovane, Claude è stato successivamente un volto indimenticabile per chi ama la Nouvelle Vague.
Franju è stato un regista influente su Truffaut in particolare, ma evidentemente è a sua volta debitore di Clouzot (aspetto che emerge fortemente, ad esempio, nel bellissimo 'L'uomo in nero').

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  01/11/2011 02:13:08
   7½ / 10
Modulato da note musicali insolite e stranianti, “Occhi senza volto” è un inquietante racconto di ossessione e sconfitta. Eppure, forse per via di un surrealismo non sempre calibrato, il film di Franju non riesce a tradire la percezione a favore del sentimento, concedendo il fremito di un’angoscia onnipresente ma impalpabile. Peccato, perché gli occhi di Edith Scob dietro quella maschera asettica restituiscono una venatura di incavata rassegnazione che non si dimentica.

barbuti75  @  22/01/2011 10:18:56
   7½ / 10
Ecco il tipico esempio di un film gotic-horror (fine anni 50), dove si prova angoscia, inquietudine e malessere senza bisogno di mostrare esplicitamente.
Tutto il contentuto di questo mirabile film di Franjou è lasciato volutamente in bilico tra realtà e immaginazione, tra brivido e raccapriccio...senza mostrare fiumi di sangue come nelle odierne produzioni.
Tutta la storia ruota intorno al desiderio di rivalsa di un padre che martoriato dai sensi di colpa vuole ridare una vita alla figlia sfigurata...tutto qui.
Da un semplice incipit, il regista estrae una storia che ci spaventa proprio per la sua naturalezza e per la sua plausibilità...oggi più che mai.
La chirurgia estetica generatrice di mostri di cui quotidianamente abbiamo gli effetti sotto gli occhi.
Buono anche il finale, anche se forse un po' forzato (credo dovuto al raggiungimento del budget).

JOKER1926  @  19/09/2010 19:43:16
   7 / 10
Per gli amanti del genere Thriller/Horror degli anni passati, è doveroso visionare "Occhi senza volto", ideato da Georges Franju il film del sessanta risulta essere molto di più di un dozzinale film "di paura".

"Occhi senza volto" in primis è un corposo ed efficace lavoro di tecnica, in primo piano la bella e tetra fotografia, poi gli attori in uno stato di grazia.
Georges Franju con il suo film a tratti tramite la protagonista, una ragazza dal volto "mutilato" con la maschera, assume un' entità spettrale e sotto determinati aspetti prettamente romantica e poetica, il tutto dalla regia sapientemente allegato ad un superbo lavoro musicale che rende monumentale la confezione, la forma del prodotto.
Georges Franju cura a dovere la trama non presentando mai passaggi banali, sceneggiatura edificata in ottimo modo, programmata senza estenuanti intrecci ma resa compatta e senza macchie, con un ritmo vivace e con un interesse globalmente vivo nell'animo dello spettatore.

"Occhi senza volto" si abbandona dolcemente in un vortice funereo, giocano prepotentemente a favore le atmosfere della notte, della villa deserta (davvero fantastiche), esse alimentano, almanaccano un alone degno di un bel film del genere, inquietante non nelle scene bensì nella psiche, il pubblico deve cimentarsi nei vari protagonisti assaporando tutte le sfumature concettuali, specie quelle della protagonista.
Il finale è discreto, forse un po' frettoloso e non esauriente , comunque da registrare l'ultima sequenza , sul piano della fotografia nitida, e di grande impatto, di grande eleganza.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  06/09/2010 08:27:08
   7½ / 10
Veramente bello. Atmosfere cupe e malinconiche aumentano la tensione già alta del film.
Una storia in bilico tra l'ossessione e la follia, tra la voglia di sperimentare e quella di essere onnipotenti.
Dei personaggi ben descritti e ben interpretati, che riescono ad inquietare anche senza la glacialità di una maschera.

4 risposte al commento
Ultima risposta 06/09/2010 16.51.45
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  14/04/2010 18:11:24
   8 / 10
Orrore come inquietudine, non come spavento. Un orrore che sappia, attraverso la suggestione degli ambienti visibili, proiettare stanze oscurate, indefinite e assorte; che sappia, mediante il racconto psicologico di personaggi imprigionati in situazioni quasi irreali, manifestarsi patologico, esteriore come interiore, sofferente e sfigurato nel volto come nella mente - e che confessi in sé, nel suo assiduo soffermarsi e riflettersi sopra le cose, il profondo sconforto della depressione.
E’ un orrore tanto antico quanto raro, quello che Poe suggeriva un secolo prima nei suoi scritti meravigliosi, e che questo film un poco ricorda, a mio parere.

C’è in quella maschera tutta la fissità di una bellezza perduta, trascorsa, mortuaria e non più capace d’una viva espressione; e nel padre dottore - uomo la cui erudizione è infine impotenza, ed anzi rovina - quell’ossessione per la caducità e per la decadenza che spesso turbava i protagonisti di Poe nei suoi racconti, paralizzati davanti al fatale e all’eterno.
C’è la grande solitudine, il senso di colpa, l’amore morboso incatenato a una carogna, la fame di scienza, l’isolamento irredimibile e il terrore della bara.

Ma soprattutto, c’è un’immane follia; e nell’abbaiare di quei cani ingabbiati; e nel volo di colombe che ne celebreranno una malinconica liberazione.

Poi sì, il film propone anche i suoi argomenti, come quello dell’identità perduta; e troverà qualche anno dopo uno strano fratello, geograficamente lontanissimo ma curiosamente simile, in un film altrettanto interessante e sconosciuto: “Tanin no kao” di Teshigahara.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  17/11/2009 16:47:02
   7 / 10
Horror senza grandi effetti ma dalla grandissima atmosfera, che sa dosare ambiguità e tensione deludendo però nel finale decisamente sciapo. Comunque indimenticabile l'agghiacciante maschera della protagonista.

2 risposte al commento
Ultima risposta 17/11/2009 19.34.07
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