paura in palcoscenico regia di Alfred Hitchcock USA 1950
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paura in palcoscenico (1950)

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locandina del film PAURA IN PALCOSCENICO

Titolo Originale: STAGE FRIGHT

RegiaAlfred Hitchcock

InterpretiMarlene Dietrich, Jane Wyman, Richard Todd, Michael Wilding

Durata: h 1.50
NazionalitàUSA 1950
Generethriller
Tratto dal libro "'Man Running' e 'Outrun the Constable'" di Selwyn Jepson
Al cinema nel Maggio 1950

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Trama del film Paura in palcoscenico

Johnny è sospettato di aver ucciso il marito della sua amante Carlotta, nota stella del varietà. Chiede aiuto all'amica Vera, dicendole che in realtà è Carlotta la colpevole. Vera cerca di farla confessare, invano. Ma l'assassino è proprio Johnny, istigato e ""usato"" da Carlotta che in realtà ha un altro amante: il caso si risolve drammaticamente in un teatro.

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Voto Visitatori:   6,96 / 10 (26 voti)6,96Grafico
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Voti e commenti su Paura in palcoscenico, 26 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Thorondir  @  18/03/2024 14:53:38
   7 / 10
"Paura in palcoscenico" è una riflessione sul ruolo dell'attore (o meglio dell'attrice, in questo caso): la protagonista non fa solo l'attrice di teatro ma è costretta ad interpretare più ruoli simultaneamente, dissimulando, fingendo, mascherando sentimenti che peraltro mutano continuamente. L'attrice come prisma delle possibilità del cinema in un film in cui c'è però dietro la mdp un Hitchcok meno visionario e innovativo, con una regia più posata e mostrativa e dove il gioco dell'intreccio è costantemente teso a sfidare l'implausibilità delle situazioni. Il finale, tra i più brutali e secchi del cinema hitchcokiano, è anche fin troppo tranchant, quasi che il film avesse necessità di terminare senza sbrogliare una matassa troppo complessa.

Godbluff2  @  25/09/2022 17:39:05
   7½ / 10
Il film che introduce Hitchcock negli anni '50, il decennio che lo vedrà in breve tempo giungere alla compiuta maturità artistica della sua carriera (già pluri-ventennale all'epoca di questo film); chiaramente qui siamo ancora lontani dai quei superbi livelli, "Stage Fright" è certamente un film minore, ma è un po' sottovalutato a mio avviso, personalmente l'ho apprezzato molto pur considerando la sua linearità e la sua semplicità, privo forse di trovate geniali e di forza espressiva che abbondano invece in altri titoli del regista.
L'idea di un film che si basa su un concetto di "teatro nel teatro" o "teatro al di fuori del teatro" è bella, o ancora più elasticamente potremmo vederlo come un film dove attrici cinematografiche recitano i loro ruoli di attrici teatrali che non fanno altro che recitare una parte anche nella vita reale del film e dunque una vita reale recitata; nulla di realmente "meta-cinematografico" naturalmente ma un'interessante riflessione sull'incrocio tra realtà e simulazione, tra vita e palcoscenico.
Il confronto, dialettica e parallelismo in un colpo solo, principale è tra le due figure femminili, entrambi attrici (di caratura ed esperienza ben diversa tra loro) di teatro ed entrambe che dovranno recitare una parte nella realtà, per l'intero film, portando il teatro al di fuori del suo luogo d'elezione, il palcoscenico. La finzione e la recitazione costellano tutto il film.
Non è l'unico punto d'interesse a livello narrativo: in questo film Hitchcock ribalta

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER; in "Stage Fright" anche questo aspetto è dissimulazione e inganno.
Film scorrevole pur senza particolari picchi, qualche scena naturalmente ottima (i tagli di luce "a maschera" sui volti in primo piano di Eve e Cooper nel finale, che danno una gran forza espressiva e un sentito gusto "teatrale", appunto, a quel momento), qualche personaggio irresistibile (il padre di Eve) e due attrici a confronto che funzionano molto bene: brava Jane Wyman e Marlene che fa un ruolo da... Marlene e nessuno era come lei in questo.
Un buon film, i primi anni '50 non si discosteranno ancora dalla media qualitativa che Hitchcock aveva tenuto nei due decenni precedenti, in Inghilterra e a Hollywood, ma i grandi capolavori ormai sono sempre più vicini.

topsecret  @  13/04/2022 14:16:49
   7 / 10
Finale un po' debole ma è comunque un Hitchcock di sostanza, tensivo quanto basta per reggere fino alla fine, offrendo uno spettacolo di tutto rispetto, grazie a un buonissimo cast e a una sceneggiatura che si impregna di una certa atmosfera di intrighi e passioni mortali.
Discreto, anche se non il migliore nella filmografia del maestro londinese.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  28/01/2022 15:54:23
   6½ / 10
Non è tra i miei preferiti del regista inglese, probabilmente perchè Paura in palcoscenico non ha la forza di saper coinvolgere come nelle sue opere migliori. Vero che il racconto è estremamente raffinato dove la recita sul palco del teatro continua aldifuori di esso. Infatti i personaggi sono costretti a recitare delle parti, nascondere la loro vera natura ed offrire una percezione diversa da ciò che veramente sono. Sontuosa come sempre Marlene Dietrich.

DitaAppiccicose  @  06/08/2018 22:04:44
   7 / 10
Buona regia per un film che coinvolge però solo in parte, con qualche momento di stanca. La differenza tra Marlene Dietrich e Jane Wyman da una parte e gli altri attori dall'altra si vede ed il film trovo che risenta anche di questo… Il finale, che dovrebbe essere il colpo di scena, non dico che sia del tutto prevedibile ma nemmeno è così inaspettato o sconvolgente...

Filman  @  28/06/2017 09:21:37
   6½ / 10
L'uomo innocente in fuga, la donna che se ne innamora e cerca di salvarlo: il costante ripetersi analogico del format adottato come sottoscrizione da Alfred Hitchcock esprime un'altra volta con STAGE FRIGHT come anche le prove più schiaccianti possono essere effetti convenzionali primari di un superstizioso pregiudizio. La non proliferazione di idee la si evince soprattutto dal metodo dell'inganno rivolto allo spettatore, così estremo ed in extremis che si discosta anche dal senso contestuale inerente al teatro, e quindi alle maschere, alla recitazione dentro la recitazione e alla finzione totalizzante, variante del giallo apprezzata del regista, che mette in atto una pellicola più per deliziare il suo pubblico con ironia e romanticismo, delicatezza e morbosità, che per evolvere un certo discorso.

Nic90  @  22/06/2016 00:36:43
   6½ / 10
Film "minore" del maestro (che appare anche qui in un cameo) che decolla da subito,infatti parte come se fosse una parte finale.
Sicuramente non e' ai livelli dei capolavori ma un suo film minore e' migliore di molti/quasi tutti di oggi.
Attori bravi come sempre.
Rivelazione finale a sorpresa

Alex Vale  @  12/01/2016 16:06:25
   7½ / 10
Sottovalutata opera del maestro Hitchcock, secondo me assolutamente meritevole del mio voto!La trama è intrigante, nonostante possa sembrare più farcita di semplicità, il bianco e nero fa figo, e le scene sono girate alla perfezione...
Che gli vuoi male al vecchio Alfred?Bah, ne dubito XD

Italo Disco  @  03/10/2015 17:39:49
   6½ / 10
Più che per l'intreccio thriller la sceneggiatura si fa apprezzare per i continui dualismi fra verità e bugia, realtà e finzione, esistenza e vita teatrale resi ancora più rilevanti dal colpo di scena finale che sbugiarda il flashback iniziale, mentre Hitch non lesina inquadrature suggestive e preziosismi tecnici. Tuttavia mi ha lasciato piuttosto freddo per via di una suspense che non riesce a decollare sul serio indebolita da dialoghi insipidi, che altrove erano i punti di forza del Maestro; certo me lo dovrei sentire con le voci originali, tra l'altro la versione che ho visto è quella ridoppiata nel 1975 mancante spesso dei rumori di scena (porte che sbattono, fogli che volano ecc.). Ritornando alle contrapposizioni da notare le diverse performance delle 2 dive: la Dietrich sfoggia occhi da matta e una recitazione arcaica; la Wyman esibisce una ventata di freschezza e una prestazione maggiormente attuale.

GianniArshavin  @  20/09/2015 12:08:04
   5½ / 10
Paura in palcoscenico mi ha francamente un po deluso,non è il solito Hitch e il film non è stato in grado di soddisfarmi se non sul finale,furbo si ma anche inaspettato.

La storia procede abbastanza lentamente su dei binari alquanto canonici , l'intreccio si dipana macchinosamente su quasi due ore e oltre al già citato finale non ci sono squilli di sorta.
Tuttavia il grande difetto di Paura in palcoscenico resta la mancanza totale di tensione,pecca davvero grave per il maestro della suspense.

Insomma,un'opera che non mi ha convinto come speravo.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  27/06/2013 13:17:12
   8 / 10
Secondo me, gli altri commenti sono stati troppo severi: questo film è una chicca notevole. Tutto il flashback iniziale (con un piano sequenza bellissimo, quando Todd entra nella casa della Dietrich) è fantastico

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Il finale, poi, conferma tutta la cazzutaggine di Hitchcock.

ZanoDenis  @  30/04/2013 12:43:11
   7 / 10
Ogni tanto provoca qualche sbadiglio, nonostante la tecnica stilistica sia sublime.
Nel mezzo ci sono molte ottime idee, ma non si decolla mai come si vorrebbe e la trama assomiglia ai soliti classici di hitchcock (non che sia un difetto questo), anche se c'è qualche sorpresina...

C.Spaulding  @  15/08/2012 11:21:56
   7 / 10
Anche se non è tra i migliori del regista è lo stesso un buon film. La storia è abbastanza coinvolgente e non annoia. Ovviamente gli attori sono tutti bravissimi soprattutto la grande diva di quegli anni Marlene Dietrich. Nel complesso è un thriller ben strutturato con un bel finale. Sicuramente da vedere.

Goldust  @  06/03/2012 09:54:06
   7 / 10
Film sul teatro e le sue logiche che vive di buoni momenti ( il concitato inizio, la sagra paesana ) e vanta una sfavillante Marlene Dietrich, ancora capace, quando in scena, di catalizzare l'attenzione su di sè con una classe ed un carisma difficilmente eguagliabili. In generale c'è comunque poca suspance e, pecca non da poco, Jane Wyman è inadeguata al personaggio che interpreta.
Quello che non manca è l'ironia, dopo qualche film troppo serioso come Il caso Paradine, Nodo alla gola e Il peccato di Lady Considine.
Furbata di Hitchcock in principio di film,

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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  11/11/2011 19:53:00
   7 / 10
Per quanto gradevole nel suo insieme, è un film debole sia in termini di suspense che di scrittura dei personaggi. Hitchcock se ne ritenne sempre insoddisfatto proprio perché gli fu impedito di caratterizzare in modo più deciso le pedine dell'intrigo, specie la Wyman che spesso si comporta in modo francamente assurdo. Gli stessi attori sono deludenti, si salva solo la grande Marlene in un ruolo da dark lady spettacolare. Idee visive non mancano: è un film sulla recitazione, sulla menzogna e sulla finzione e non a caso il film è aperto da un sipario teatrale ed è chiuso dallo stesso che precipita sul cattivo; non male anche l'idea della bambolina macchiata di sangue, mentre è celebre il flashback iniziale con cui il regista genialmente inganna tutti, spettatori e protagonisti. Resta un opera, questa sì, decisamente minore, penalizzata oltretutto dal pessimo doppiaggio italiano.

Leonardo76  @  24/07/2011 15:03:40
   7 / 10
film con una storia interessante e un bel colpo di scena finale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  22/07/2010 17:21:47
   7½ / 10
Certo questo film è destinato a rimanere all'ombra dei capolavori del regista, ma resta un lavoro godibile, per nulla noioso e ben interpretato. Mi ha colpito molto il personaggio del padre, che ho trovato "moderno" nella caratterizzazione. Interessante l'espediente del flashback e molto intenso il finale.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  20/04/2010 16:33:44
   7 / 10
Un altro film di Hitchcock senza infamia e senza lode.Tutto viaggia sul binario dell'ambiguo,il finale è la parte migliore e con più suspance.
Tratta del teatro e delle sue ambiguità,ma niente di eccezionale.
Cameo evidente questa volta,con il mitico regista che si nota prima di spalle,poi si gira incuriosito verso la protagonista. La cosa più interessante di una godibile e buona pellicola.

ezequiel  @  06/01/2010 13:18:53
   8 / 10
ingiustamente sottovalutato, per me.
alcuni passaggi sono tecnicamente magnifici.
incredibilmente brava anche la D. tutti i personaggi curati nei dettagli, ma è pleonastico dirlo, quando c'è H. alla regia.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  23/12/2008 22:44:11
   7 / 10
Non sempre Hitchcock è riuscito a fondere arte e divertimento. Qualche rara volta il divertimento ha preso il sopravvento sull’arte, come nel caso di “Paura in palcoscenico”. Raccontare la trama della storia è un’impresa, da quanti episodi di vario tipo ci sono: troppi e quasi tutti abbastanza inverosimili, quasi smaccatamente “ruffiani”, da quanto seguono il “desiderio” del pubblico di vedere i protagonisti fare certe determinate cose e le scene avere quel determinato esito.
Quando si vogliono complicare le storie inserendoci troppe coincidenze, ecco che perdono verosimiglianza e addirittura rischiano di infastidire da quanto sono prevedibili e superficiali.
A ciò si aggiunge l’eccessiva convenzionalità dei caratteri, privi di complicazioni etiche e psicologiche e che non fanno altro che ricalcare i cliché dell’epoca. Ecco quindi la maliarda raffinata, cinica, furba, pericolosa, molto simile alle dark ladies dei film noirs (peraltro recitata benissimo da un’affascinante Marlene Ditrich, omaggiata da primi piani flou dal solerte Hitchcock). Non poteva mancare l’uomo vittima di tale fascino diabolico, votato all’autodistruzione, come pure non manca la donna tipo “crocerossina”, perbene, capace, vispa, positiva. Meraviglia più che altro di questi caratteri la facilità con cui passano da amare a odiare, oppure come cambiano facilmente l’oggetto dei loro desideri. A volte basta uno sguardo per creare un nuovo grande amore, quello della vita.
Domina su tutto una collettiva e universale voglia di aiutare la persona che sta a cuore, a costo di infrangere i propri doveri e ricorrendo a mezzi di ogni genere. E’ questo un po’ il messaggio “buonista” del film. Per fortuna che ci si aiuta a vicenda e grazie a un pizzico di fortuna ecco che tutto alla fine si aggiusta. Quasi tutto; al termine dei film di Hitchcock c’è sempre come un’ombra, una tristezza che rimane, un commiserare la sorte degli sfortunati rimasti vittima dei loro crimini.
A rendere comunque godibile anche questo film è la classica ironia di Hitchcock, che qui viene profusa a piene mani. Fino ad ora è stato il suo film più divertente che abbia visto. Questo è il giusto contraltare all’inverosimiglianza e alla prevedibilità delle vicende: il fatto che non vengono prese sul serio, è tutto un gioco, un semplice e salutare divertimento.
Di tecnicamente rilevante c’è che per la prima volta si pone l’ipotesi che il flashback raccontato all’inizio del film con il resoconto dei fatti, possa essere anche non vero. Insomma, il dubbio e l’apparenza coinvolgono tutte le testimonianze, anche quelle che all’inizio sembrerebbero attendibili, perché raccontate in prima persona da un “protagonista”. Sembra quasi un eco del film Rashomon di Kurosawa.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  14/03/2008 14:15:46
   6 / 10
Si può dire che con questo film Hitchcock come David Lynch lanciò il suo sguardo tra realtà e finzione, cinema e teatralità, cinema inteso come realtà e la finzione della teatralità stessa.
E' una pellicola dove si interpreta spesso la parte sotto le vesti di qualcun'altro, proprio come un'opera teatrale, l'idea è buona, la trama è interessante ma lo considero un film non molto riuscito, manca del suo classico humor, qualche autocitazione come la ragazza che deve uscire con il detective temendo il giudizio dei genitori per una sceneggiatura per niente feroce.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  11/01/2007 21:48:31
   7 / 10
Il punto di forza di "stage fright" sono gli interpreti: se il protagonista, Richard Todd, risulta abbastanza risibile con le sue nevrosi , la Wyman è perfetta per il suo ruolo, e la presenza di due mostri sacri del cinema come Marlene Dietrich (memorabile nella sequenza della "bambola insanguinata") e Alastar Sim (uno dei piu' grandi attori inglesi dell'epoca) alza il livello del film.
Purtroppo la sceneggiatura, che sembra un mix tra "vertigine" di Preminger e "il caso Paradine" dello stesso Hitch, è approssimativa e confusa.
Un film minore del regista, insomma, anche se - visto in tenerissima età - parteggiavo decisamente per l'assassino con la sua fine miseranda.

4 risposte al commento
Ultima risposta 19/09/2012 21.30.28
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  15/10/2006 17:24:04
   5½ / 10
trama confusionaria e meno credibile rispetto al maestro inglese...uno dei suoi film minori...
anche il finale non è all'altezza

tati  @  01/08/2006 15:29:19
   10 / 10
avrei dato un pochino meno ma dovevo alzare la media a questo bellissimo film!!!!!!!!!!non e'sicuramente il migliore ma la trama regge e gli attori sono tutti splendidi.......

1 risposta al commento
Ultima risposta 01/08/2006 18.28.03
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Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  23/06/2006 14:35:33
   5½ / 10
Aimè, con mia grande delusione devo dare un'insufficienza (lieve) per la prima volta ad un film di Hitchcock: pur essendo bravissimi come solito gli attori, il punto è che non sta molto in piedi la vicenda...

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Così è un pò poco credibile la vicenda. Oltre a questo, in alcune parti mi ha un pò annoiato. Senza dubbio, il suo peggior film.

2 risposte al commento
Ultima risposta 01/08/2006 18.21.36
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Crimson  @  15/05/2006 15:31:03
   7 / 10
Un buon film che mi sento di consigliare. La sceneggiatura è discreta, nonostante siano molti i punti in comune con altri film precedenti del regista, e in particolar modo con il bellissimo 'L'ombra del dubbio'.
Ci sono i soliti grandi personaggi hitchcockiani ambivalenti e intriganti, i soliti inserti umoristici azzeccatissimi, che ruotano quasi esclusivamente sui genitori della ragazza (la madre è strepitosa), e una Marlene Dietrich superba, istrionica come sempre, perfetta per il ruolo di diva.
Non è tra i migliori, ma rientra nella schiera di quei film solidi e tipicamente in stile hitch che non deludono mai.

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