perdona e dimentica - life during wartime regia di Todd Solondz USA 2009
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perdona e dimentica - life during wartime (2009)

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locandina del film PERDONA E DIMENTICA - LIFE DURING WARTIME

Titolo Originale: LIFE DURING WARTIME

RegiaTodd Solondz

InterpretiShirley Henderson, Ciarán Hinds, Chane't Johnson, Allison Janney, Gaby Hoffmann

Durata: h 1.36
NazionalitàUSA 2009
Generecommedia
Al cinema nell'Aprile 2010

•  Altri film di Todd Solondz

Trama del film Perdona e dimentica - life during wartime

Dieci anni dopo essere andata in frantumi, la famiglia Jordan sta ancora riassemblando i pezzi. Joy, messa in crisi dai problemi del marito Allen, va in Florida a cercare il consiglio della madre e delle sorelle: Trish, alle prese con tre figli e un nuovo incontro e Helen, incapace di trovare agio nel successo raggiunto a Hollywood. Nel frattempo, Bill, il marito di Trish, condannato per abuso di minori, esce dal carcere e si mette alla ricerca del figlio maggiore, Billy, per assicurarsi che non sia come lui, mentre il minore, Timmy, cerca di capire cos'è un uomo e qual è il confine tra amore e violenza.

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Voto Visitatori:   6,91 / 10 (23 voti)6,91Grafico
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Voti e commenti su Perdona e dimentica - life during wartime, 23 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  31/05/2019 16:59:42
   7 / 10
Solondz riprende il discorso "Happiness" con un nuovo cast; forse non si ripete a quei livelli, "Life During Wartime" è un'ottima pellicola, corrosiva e mai banale.

benzo24  @  26/12/2012 11:25:16
   8½ / 10
Solondz non delude mai.

Tuonato  @  11/09/2012 16:51:34
   8 / 10
Gioiellino raffinatissimo scritto e diretto da Todd Solondz, sequel con cast diverso di "Happiness" diretto dallo stesso Solondz nel 1998.
Ambientato in America, tutto ruota attorno ad una famiglia ebrea e le persone cui sono legate.
Davvero ottimo il soggetto, Solondz ci dimostra come si possa fare grande cinema con idee valide e precise. A volte politicamente scorretta, questa commedia amara, tragicomica, grottesca ed ironica ha il pregio di trattare con intelligenza e tatto temi delicati quali il terrorismo, la pedofilia, il perdono, la memoria, il trauma. Tutte le paure d'America.
Fa riflettere e fa sorridere grazie a dei dialoghi geniali e brillanti.


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I personaggi hanno tutti spessore e sono ben caratterizzati, e anche a livello tecnico è un ottimo lavoro, da apprezzare le inquadrature sempre molto ricercate.
Osella d'oro per la sceneggiatura a Venezia 2009.

Burdie  @  30/05/2011 23:36:00
   4 / 10
..inverosimile ed inutile

Febrisio  @  06/02/2011 22:51:17
   5½ / 10
Parte benissimo, e lascia presagire un grande film; ironico, e pregno di una realtà letta ovviamente dallo stesso punti di vista di Happiness.
Peccato che dopo quest'ultima, Todd Solondz si perde in una piattume. Ogni tanto comparirà qualche sbalzo di simpatia.
Guarda e dimentica.

topsecret  @  10/12/2010 11:20:31
   7 / 10
Ferocemente grottesco, condito da una graffiante quanto efficace ironia di base, è un film dotato di grande forza interpretativa e in possesso di dialoghi che lo elevano rendendolo degno di visione e commenti positivi.

Neurotico  @  02/12/2010 10:27:04
   7½ / 10
Un sequel non all'altezza del predecessore purtroppo,ma pur sempre un film godibilissimo.Una prima meta' che sfiora il capolavoro per coinvolgimento nelle trame che riguardano tipici personaggi grotteschi e perdenti a la Solonds(ovvio che pero' si paghi dazio a Happiness),che inducono pena e allo stesso tempo molta simpatia.Progressivamente l'interessa che suscita il film cala dalla fine della prima meta',e a mio modo di vedere comincia a latitare quell'irriverente modo sferzante e caustico del regista nel dipingere i suoi personaggi.Mi sembra,rispetto al suo predecessore,che in Perdona e dimentica cominci a trovar spazio una vena malinconica/disperata,un'atmosfera cupa e rassegnata quando in Happiness si preferiva fino all'ultimo l'uso dell'arma dell'ironia.Ah fotografia splendida.

Clint Eastwood  @  21/11/2010 21:53:46
   3 / 10
Non si sprecano parole per film inutili ma si limita di dargli un bel voto ... è il caso ideale.
Spaventosamente inguardabile.

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  05/11/2010 13:58:08
   4 / 10
Richiamando "Happiness" attraverso una sequenza d'apertura del tutto simile, sia contenutisticamente che tecnicamente, a quella che apre la pellicola sopracitata, Solondz cerca disperatamente di riproporre quella sua poetica cinica e caustica che rende "Happiness" una pellicola riconoscoscibile e, soprattutto, particolarmente riuscita. Della stessa, però, "Perdona e Dimentica" non ha nulla, davvero nulla. Sembra che il regista statunitense abbia esaurito le sue personali riflessioni sulla vita. I dialoghi, infatti, che rappresentano poi il 90% di una pellicola di questo tipo, sono assolutamente deboli, vuoti, banali e, di conseguenza, maledettamente noiosi. La struttura narrativa non aiuta, anzi. Ha funzionato in precedenza perché con la sua lentezza portava in primo piano e amplificava quel cinismo graffiante e quella disillusione che hanno reso "Happiness" la pellicola che è, mentre in questo caso non fa altro che portare in primo piano e amplificare la noia, una noia a tratti davvero insostenibile.

Perdono e dimentico.

Invia una mail all'autore del commento Gualty  @  08/10/2010 16:18:04
   8½ / 10
Mai banale, coraggioso al limite dello sgradevole in alcune scelte, molto elegante per la maggior parte delle sequenze. Esperimento interessante, grottesco, quasi sperimentale seppur allineato nell'ottica di una commedia macabra.
Merita ben più di una visione.

TheLegend  @  29/09/2010 01:03:11
   6 / 10
Film in cui i dialoghi sono molto importanti e ben costruiti.
A mancare è un pò la storia,a tratti noiosa e poco incisiva.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  21/07/2010 11:38:31
   7 / 10
Solondz ci propone un sequel del bellissimo Happiness post 11 settembre. Un nuovo ritratto della famiglia americana ancora più spaesata, insicura e sull'orlo della crisi di nervi. Dialoghi angoscianti e grotteschi, personaggi ben caraterizzati e dai tratti difficilmente dimenticabili ci accompagnano nel racconto di un'America malata e priva di conforto o speranza. Il futuro è nei bambini? Speriamo non in quelli strafatti di Xanax...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  20/07/2010 15:11:44
   7½ / 10
Da Todd Solondz aspettarsi un sequel per nulla usuale,come questo che riprende alcuni personaggi e situazioni di “Happiness”, non è certo sconvolgente.Un film che ancora una volta (psico)analizza la famiglia americana,ponendo l’accento sulla vita durante la guerra (come da bellissimo titolo originale,convertito qui da noi nel fin troppo esplicativo “Perdona e dimentica”),in un periodo in cui l’America è accecata dal quel rancore mai scemato dopo la catastrofe delle Twin Towers.
Paure e solitudini sostentate da insicurezze e dall’incapacità di essere compresi,la necessità di perdonare o essere perdonati come mezzo per affrancarsi da uno status mentale opprimente a volte più facilmente sostituibile con l’urgenza di dimenticare,buttarsi tutto alle spalle senza poter mitigare realmente il dolore, sono un insieme di percezioni lievitate dopo l’11 Settembre e radicatesi all’interno degli agglomerati umani come un cancro difficilmente estirpabile.Le speranze riposte nella gioventù sono a forte rischio,il piccolo ma già maturo Timmy è il punto di ripartenza per l’America sotto shock,come la sorellina che invece è sotto Xanax,destinata all’oblio,parte già sconfitta e ammorbata del nuovo che avanza.Solondz ci ricopre con il suo cinismo,dialoghi a tema scottante si inseguono a rotta di collo, tra i molti argomenti toccati pedofilia,sesso e terrorismo, pur scegliendo un atteggiamento grottesco il regista ci illumina con la sua filosofia farsesca,con il suo tocco dissacrante capace di sgretolare ogni valore e tabù,senza mai cadere in bassezze gratuite o esternazioni fuori luogo.Efficace l’approfondimento dell’attualità mediante una condizione esistenziale intensa e surreale,pertinente con l’incapacità di metabolizzare il troppo odio e le tante inquietudini.Tragedia e commedia si intersecano senza mai sfociare nel patetico nonostante la disperata condizione dei personaggi in gioco,Solondz inanella colpi di genio viaggiando poi a tratti con il freno a mano tirato,ma il risultato finale è più che soddisfacente.

forzalube  @  15/06/2010 06:32:22
   7½ / 10
Non avevo mai visto altri film di Solondz quindi non posso fare confronti con le sue opere precedenti. Questa comunque mi è sembrata ben congegnata ed il risultato finale è qualcosa di molto spiazzante per via delle tematiche forti affrontate, della sua comicità acida e per la sua visione di fondo pessimistica

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento mkmonti  @  01/06/2010 23:42:26
   7½ / 10
Life during wartime ovvero la tristezza dopo la felicità di "happiness"; ritratto in chiaro scuro (più scuro che chiaro) della traversie della famiglia Jordan: Joy sconvolto da un doppio suicidio dei suoi amori, Trish alle prese con i figli, Billy (stretto dal ritorno del padre condannato anni prima per pedofilia), Timmy, il piccolo di casa (in realtà sembra l'unico vero adulto) e un nuovo amore scacciato dallo stesso Timmy, Helen (a disagio nella mondanità). Una fitta rete di storie "in tempo di guerra" dove è davvero difficile "perdonare e dimenticare"...l'unico che pare riuscirci è il piccolo Timmy a sintetizzare l'insoddisfazione dell'età adulta.

vermeer  @  16/05/2010 03:51:44
   10 / 10
film di rara bellezza! straordinario.

willard  @  03/05/2010 11:01:25
   7 / 10
Il ritorno di Solondz ovvero fuga dalla normalità. Un bell'intreccio di situazioni che ruota intorno ad un nucleo familiare con un passato doloroso e drammatico, fatto di ossessioni sessuali ed esistenziali, che ritorna sotto varie forme e non si riesce a scrollare di dosso.
La vita in tempo di guerra è molto dura, ma porta a profonde riflessioni difficili da far affiorare altrimenti.
Il film non è male, con una fotografia dai colori esplosivi soprattutto nella luce che illumina i vari personaggi, quasi a sottolinearne il tumulto interiore.
Il ritmo del film fluisce molto lentamente, ma riesce a tenere viva l'attenzione fino alla fine.
"Life During Wartime" è eseguita dall'attrica Shirley Henderson, prima e da Devendra Banhart nei titoli di coda su liriche del regista stesso e con Beck alla produzione e al controcanto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR williamdollace  @  26/04/2010 22:13:31
   9 / 10
amaro acido senza alcuna riabilitazione, un trattato perfetto di demo-etnoantropologia in multidimensione sul tavolo sovvertitore dello scienziato Solondz, un altro magnifico capitolo soloncaustico soggetto a fraintendimento, algida glaciale artica eppure infuocata fino sull’osso rappresentazione della vita in tempo di guerra, inequivocabile messa in scena dell’orrore travestito secondo gli stilemi conservatori e borghesi e religiosi, mentre si cucinano carote viventi che urlano di dolore.

Solondz arbitra a chilometri di distanza uno spettacolo da sventramento disarticolato della morale a favore della spietata verità, quella che non pronunciabile urla la sua chirurgica dissezione analitica a ventre aperto, la luce solare è quella della Florida, gli spettatori noi, all’interno di un interscambiabile luogo feroce di personaggi dialoghi volti ove niente cambia, è un’accademia di barbecue e riti di crescita con le sbarre: meglio dimenticare o meglio perdonare e ricordare, chi lo sa, non ci sono possibilità se non nei fantasmi che ritornano a chiedere dazio continuamente vivi o già morti e richiedono ulteriori assassinii a ripetizione, e allora vivi e morti convivono con gli stessi fermi immagine d’inferno e lo xanax e il prozac sovrastano le parodie come ricettacoli di sopravvivenze tramortite dal passato smosso o rimosso, e allora il passato e il presente mostrano la carne viva, che sembra semplice tuttavia tanto semplice quanto umana e tanto umana quanto la trasfusione intensiva di soda caustica che brucia e buca e perfora laddove credavamo ci fosse un nido d’intenti protettivi perfetti, sbiancato di fresco, e invece non resta che la rielaborazione di un lutto esistenziale, fino a che morte non ci separi.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  24/04/2010 00:46:53
   4 / 10
Sololondz dopo il fortunato successo dell'indimenticabile 'Happiness' (10) è sempre più scivolato in film poco riusciti.
Lo si aspettava con ansia a questo ideale seguito del suo capolavoro ma, dispiace dirlo, il film è la tomba di un regista che una cosa aveva da dire e quella cosa l'ha detta dodici anni fa. Game Over.
La verve arguta e graffiante di Happines qua è imperdonabilmente invecchiata e viene riciclata in un film banale e irritante nella sua falsa provocatorietà.
E' un mistero come possa avere vinto un premio per la migliore sceneggiatura un film così scontato e noioso, contornato da personaggi piatti come figurine e con una profondità filosofica buona per baci perugina scartati da datati radical chic.
Bocciato.

6 risposte al commento
Ultima risposta 05/11/2010 14.34.38
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Invia una mail all'autore del commento kampai  @  23/03/2010 09:27:30
   8 / 10
niente da aggungere ai due commenti precedenti.film consigliato, uno sguardo nell'abisso della famiglia.se vi è piaciuto happines, andate a vederlo.

Crimson  @  28/09/2009 21:57:45
   7½ / 10
Gli Stati Uniti post-11 settembre non sono più quelli di 'Happiness' (1998), forse sono ancor più insicuri e indifesi. Ritratti ancora una volta memorabili (ma 'Happiness', di cui questo film riprende diversi aspetti, resta insuperato), scolpiti con una vena sarcastica pungente e un'amarezza persistente dietro una serie di risate acide (il prologo nel ristorante è da sballo). Solondz tratteggia ancora un quadro nevrotico, imbastardito da sensi di colpa e senso del perdono (i due concetti-chiave che si rincorrono per tutto il film fino ad ossessionare lo spettatore) troppo superficiali e per nulla consci per poter essere concretamente attuati da una società esclusivamente chiusa in se stessa, che invero si compiace della propria ristrettezza concettuale.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  09/09/2009 01:05:32
   7 / 10
Una mise in scene sulle angosce e sui drammi di un'universo familiare, crogiolata in un delirio psicanalitico (verrebbe da citare Bergman) aderente in maniera terrificante alla realtà.
Un Happiness parte seconda di cui ho apprezzato i dialoghi e la sceneggiatura, con qualche dubbio per il rigore stilistico di Solondz, che sembra una versione hard del cameratismo di Neil Simon.
In ogni caso, un film capace di ribaltare i canoni del classico dramma all'americana, grazie a una buona dose di macabra ironia e alla sua iconoclasta deviazione morale: davvero uncorrect

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  09/09/2009 00:32:10
   8 / 10
Ambientato in un contesto patinatissimo tanto da sembrare finto, il film di Solondz per contrasto scava in profondità lo squallore dietro la facciata pulita di quella medio borghesia americana post 11 settembre, in cui le paure e le nevrosi sono all'origine dell'incapacità di una minima comunicazione tra i personaggi, dove la semplicità di un gesto può essere oggetto di fraintendimenti o significati opposti alle sue reali intenzioni.
La forza del film sono dialoghi raffinatissimi, capaci di farti ridere anche di gusto, ma come in Happiness, di cui è parente strettissimo, di lasciar trasparire la profonda amarezza che esiste dietro la risata. Ennesima dimostrazione ulteriore della capacità di Solondz nel dirigere gli attori, tutti bravi, tra cui in un breve ma incisivo cameo Charlotte Rampling e una rediviva Ally Sheedy.

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