Una segretaria fugge con 40.000 dollari e si rifugia in un motel gestito da uno strano ragazzo molto timido. Quando la donna viene assassinata sotto la doccia...
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Il rumore dello scroscio d'acqua di una doccia calda, la vista e l'udito compromessi da questa quotidiana abitudine, la nudità del corpo che rende ancora più vulnerabili, un'ombra dietro la tendina, l'orrore. Una delle sequenze più spaventose del cinema di tutti i tempi (ancora oggi nonostante siamo abitutati a ben altre scene di violenza) all'interno di un film già di per se agghiacciante dall'inizio (la MDP che sorvola una città fredda, distante. Un edificio, una finestra, una camera d'albergo, due corpi che si amano, subito si percepisce un senso di distacco abissale) alla fine
(l'orrenda scoperta di Lila nella cantina della casa di Norman bates).
L'erotismo represso di Norman esplode in tutta la sua violenza, devastante nella sua banalità, non ci sono rancori personali o antiche colpe da vendicare a far crescere l'impulso irrefrenabile, è sufficiente la vista di Marion attraverso il foro di una parete del suo ufficio a far si che
subisce dalla figura materna uno sdoppiamento della personalità, una scissione del proprio io, il passato lo intrappola in una penosa ossessione.
Ancora una volta Hitchcock si rivela maestro nell'orchestrare la suspense all'interno della struttura del film, il percorso narrativo si basa sull'imprevedibilità dove quello che sembra essere non è, quell'immaginario che discosta le opere del maestro dalle tante del genere thriller e giallo. "Psyco" rientra in quella categoria di film che magari lo si è visto una moltitudine di volte, poi lo si guarda, come ho fatto io, per dare un giudizio definitivo, critico, anche con l'intenzione di smontare l'impalcatura di capolavoro che si è costruita intorno, con "Psyco" non c'è stato niente da fare, la mia opinione rimane la stessa, è un capolavoro. Guardatevi bene